#vorreiprendereiltreno, la campagna di Iacopo Melio
Treno accessibile ai disabili, Iacopo ha vinto: lavori in 264 stazioni
Disabile dalla nascita, con i suoi tweet e la sua campagna contro le barriere architettoniche sui mezzi di trasporto, in particolar modo i treni, ha mosso Fs e Regione
CERRETO GUIDI – La campagna di Iacopo Melio contro le barriere architettoniche approda a Palazzo Madama. A poco più di 6 mesi dall’inizio della campagna attraverso i social network con l’hashtag #vorreiprendereiltreno lanciata dal ventunenne studente di Lazzeretto (frazione di Cerreto Guidi), disabile dalla nascita, si smuove la politica. Grazie alla senatrice Laura Cantini, di Castelfiorentino, la «battaglia col sorriso» di Iacopo è arrivata in parlamento. Una prima piccola grande vittoria: dopo le migliaia di tweet, di foto su Facebook, da Giancarlo Antognoni all’attrice statunitense Helena Bonham Carter, da Antonello Venditti a Maria Chiara Carrozza, la nomination a «Uomo twitter dell’anno» ai TAward 2014, articoli e servizi nelle televisioni nazionali fino ad arrivare ad Al Jazeera, Le Ferrovie hanno dato delle risposte.
Al via i lavori in 264 stazioni
Il 19 dicembre scorso, durante la Commissione lavori pubblici al Senato, il vice ministro Riccardo Nencini ha risposto a un’interrogazione della senatrice: «Rfi sta procedendo con un piano di interventi per adeguare l’accessibilità ai treni in 264 stazioni, tra cui anche quelle toscane — spiega Cantini — ho chiesto che il piano di adeguamento venga esaminato in commissione, così da poter vigilare sugli effettivi i progressi». I lavori non saranno né semplici né veloci, e quasi tutti comporteranno disagi al traffico ferroviario: ci sono da costruire ascensori, allargare passaggi e innalzare marciapiedi.
La Regione Toscana
La Regione dal campo suo, ha già preso provvedimenti. Qualche tempo fa, l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli ha annunciato l’obiettivo di arrivare al 75% dei treni in circolazione adeguati per disabili entro il 2017. Ed è prevista la costruzione di ascensori di accesso ai binari nelle 5 stazioni che oggi ne sono sprovviste: Campiglia Marittima, Figline Valdarno, San Giovanni Valdarno, Terontola-Cortona e Massa Centro. La Regione, per l’eliminazione delle barriere architettoniche, prevede lo stanziamento complessivo di 4 milioni di euro per i prossimi due anni.
«Spero in un canale duraturo»
Ma a Iacopo non basta ancora: «Sarò soddisfatto solo quando chiunque potrà essere libero di vivere la propria vita senza ostacoli. Mi ha fatto piacere vedere delle risposte alla mia campagna, con degli impegni, almeno sulla carta. Spero che non resti l’ennesima promessa, ma che con #vorreiprendereiltreno si possa creare un canale duraturo per migliorare la situazione dell’accessibilità nel nostro Paese».
Il primo evento pubblico
Per il 31 gennaio Iacopo ha organizzato il primo evento pubblico di #vorreiprendereiltreno: a Lazzeretto arriveranno Enrico Rossi, Massimo Toschi e Maria Chiara Carrozza, oltre a tutti i sindaci dell’Empolese-Valdelsa. Previsti un dibattito sulle barriere architettoniche e una cena; il ricavato servirà a finanziare il progetto di ricerca e sviluppo che verrà messo a punto dagli ingegneri del Sant’Anna di Pisa in collaborazione o con Iacopo, per individuare una soluzione che in pochi anni possa permettere a chiunque di salire liberamente sui mezzi pubblici. (fonte)
«Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.»
Eccoci qui, il giorno prima dell’Epifania con una storiella tutta “nuova” da raccontare. Siete comodi? No? Ecco, mettetevici allora…
Molte persone in questi mesi di #vorreiprendereiltreno, con l’intento di aiutarmi in buona fede, mi hanno scritto per avvertirmi, credendo non lo sapessi, che Trenitalia mette a disposizione un servizio di assistenza. Si tratta della così detta Sala Blu, che poi il termine “sala” è fuorviante perché si tratta di un personale non presente in loco ma che viene da fuori, e che per questo deve essere richiesto 48 ore prima del viaggio.
Chi mi segue sa che la campagna di #vorreiprendereiltreno vuole ribadire quanto questo concetto sia per me assurdo. Credo infatti che non sia solo un problema strutturale e architettonico ad attanagliare chi ha problemi motori (scale e scalini, ascensori non funzionanti, assenza di sensori acustici o di percorsi in rilievo…) ma anche una pessima organizzazione del servizio.
Molti penseranno che dovremmo sentirci fortunati ad avere dell’assistenza laddove in altre realtà non ci sia, ed evitare di vedere sempre del negativo o di polemizzare, e invece secondo me si sbagliano e vi spiego in due parole il perché, ma soprattutto lo spiego a loro sperando possano condividere e magari salire sul nostro di treni, lottando con noi.
Vi immaginate un lavoratore o uno studente pendolare che ogni giorno deve prenotare la tratta dei due giorni successivi? Tutto questo 5 giorni su 7? Diventerebbe uno stress enorme, come se un disabile non ne avesse già di per sé vivendo in una società non certo sulla sua misura!
E se una persona ha un’emergenza? Un’urgenza impellente? Un’ultima occasione da raggiungere?
Inoltre, da idealista, credo che chiunque debba avere pari opportunità. Se una persona abile ha la possibilità di prendere i mezzi pubblici quando vuole, di svegliarsi una Domenica mattina e improvvisare una gita con la propria famiglia, perché non può farlo un disabile? È anche questo concetto che vorrò trasmettere con #vorreiprendereiltreno, non ci sono solo le barriere fisiche. Dobbiamo permettere a chiunque di vivere liberamente, senza impedimenti, il proprio territorio così come la propria vita. Come e quando vuole!
Ma veniamo a noi… Ad oggi, ma soprattutto all’11 Ottobre.
Stamani arriva a casa mia una simpatica busta del Comune di Bologna, con all’interno una contravvenzione di 85€ circa per essere passato da una piccola strada del centro ad accesso limitato (nonostante avessi il tagliandino ben esposto sul cruscotto), mentre mi stavo dirigendo alla premiazione dei “Tweet Awards” in Piazza Maggiore.
Ora, appurato che una foto insieme a Selvaggia Lucarelli l’avrei pagata anche tre volte tanto probabilmente, nonostante per#vorreiprendereiltreno non abbia scritto ancora niente sul suo blog, nonostante si sia fidanzata con un altro che non sono io, nonostante ogni volta che la vedo mi si strappa il cuore… Ho chiamato comunque la Polizia Municipale, giustamente, per fare ricorso ed evitare di pagare.
I vigili, gentilissimi, mi hanno detto come fare e cosa scrivere al Prefetto per avviare la pratica di richiesta di rimborso.
Dove sta allora il problema, penserete voi…? Ammesso e concesso che la multa la annullino, a sconcertarmi non è tanto il fatto che la contravvenzione non sia stata fatta per un eccesso di velocità (in quel caso lecita – guidate piano e non bevete se dovete mettervi alla guida, ndr –) ma per una superficialità di valutazione, bensì la cosa che mi lascia perplesso è il loro suggerimento finale: “Quando deve spostarsi, anche se per una visita di piacere, chiami il Comune di arrivo in largo anticipo e comunichi la targa del suo veicolo, ovunque, sempre.”
DAJE con la comunicazione in anticipo! Ma allora è un vizio!!?
Non basterebbe scattare delle foto decenti, fronte-retro veicolo, per vedere se il tagliandino giallo è ben in vista? Oppure fare una piccola ricerca (di due minuti!) ad ogni multa effettuata e vedere se, a quella targa, corrisponde un invalido civile?
Eppure l’articolo 11 del DPR 503 del 24 luglio del 1996 e cioè il “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”, dice chiaramente che con il tagliandino giallo è possibile circolare ovunque nelle zone a traffico limitato, salvo eccezioni particolari (come ad esempio tassi di inquinamento elevati e conseguente blocco del traffico, manifestazioni pubbliche, eventi particolari) che quell’11 Ottobre non c’erano!
Insomma, ditecelo. Ditecelo che in giro proprio non ci volete mandare quando ci pare e piace. Che magari ci darete anche delle ore d’aria stabilite, prima o poi. Ditecelo che dopo Obama che spia le telefonate degli americani (che io me lo vedo anche, alle 01:00 AM, in vestaglia da notte e pantofole, alla cornetta del telefono mentre ascolta mezzo mondo arricciolando il filo “a molla” della cornetta tra le dita, sghignazzando), dopo i microchip sottocutanei nei futuri neonati, dopo Barbara D’Urso che azzererebbe la privacy ad ogni disgraziato di questo pianeta pur di campare speculandoci, il prossimo passo sarà la nuova App per smartphone “Trova il mio disabile”, prendendo spunto dalla più famosa “Trova il mio iPhone”. Un’applicazione perfida, subdola, che userete senz’altro per controllare ogni singolo nostro spostamento per movimentarci un po’ le giornate, per piazzarci ostacoli qua e là sul nostro cammino come negli “Hunger Games”, che volete essere il sale della nostra vita…
No, così, giusto per sapere. Almeno mi metto l’anima in pace, mi chiudo in camera e accendo Google Earth: almeno lì il mondo me lo giro.
Sito web: iacopomelio.altervista.org