Massimo Dapporto e Tullio Solenghi in Quei due
Teatro Nuovo di Verona
Rassegna Divertiamoci a Teatro
16-17-18 febbraio 2016, ore 21.00
Incontro con il pubblico mercoledì 17 febbraio, ore 18.00
QUEI DUE (IL SOTTOSCALA)
di Charles Dyer
con Massimo Dapporto e Tullio Solenghi
regia Roberto Valerio
produzione Angelo Tumminelli
Finale e applausi per Massimo Dapporto e Tullio Solenghi
Una splendida commedia sull’amore che dura da tutta una vita, carico di attenzioni, di rispetto e cure reciproche, di continui litigi, ripicche, dispetti e scenate. Praticamente un amore vero. Un amore omosessuale.
Protagonisti due uomini di mezza età, Charlie e Harry, di professione barbieri, rispettivamente Massimo Dapporto e Tullio Solenghi. Scoperto in abiti femminili in un locale pubblico, Charlie aspetta con ansia crescente la convocazione in tribunale, proprio il giorno in cui sta per conoscere la figlia ventenne, esito di un “errore di gioventù”. Harry tenta di distrarlo in tutti i modi, arrivando a farsi prendere in giro per la sua calvizie, nascosta da molti strati di fasce, un grottesco turbante permanente. Il fatidico giorno dell’udienza in tribunale arriva dopo una serie di colpi di scena, in bilico continuo tra farsa e tragedia, divise soltanto da una linea sottile. Charlie si appresta ad andare da solo con passo incerto e lo sguardo fisso, convinto nella scelta di rifiutare la compagnia di Harry. Però capisce che la sua vicinanza gli è indispensabile.
Galleria fotografica
Quei due, un amore omosessuale tra solitudine e condanna sociale
Simone Azzoni
Solenghi e Dapporto sul palco insieme per la prima volta nella commedia di Charles Dyer del 1966 su un tema di grande attualità
Ancora una storia d’amore omosessuale sul palco del Teatro Nuovo. Questa volta nel cartellone del Divertiamocia Teatro. Da stasera a giovedì, alle 21, Massimo Dapporto e Tullio Solenghi sono per la prima volta in scena insieme in Quei due (il Sottoscala). I due attori saranno rispettivamente Charlie e Harry, barbieri della periferia londinese che vivono assieme da una trentina d’anni, con tutte le dinamiche di due coniugi provati da una vita fatta ormai di continui litigi, di battibecchi, di sofferenze date l’un l’altro volontariamente: entrambi sapendo pero’ di non poter più fare a meno l’uno dell’altro.Charlie (Massimo Dapporto), è un gay dal passato etero, con una ex moglie e una figlia, e Harry (Tullio Solenghi), è l’animo femminile della coppia, apprensivo, capace di dispetti e scenate.Il Sottoscala del titolo è il luogo in cui i due protagonisti si torturano reciprocamente in una routine paralizzante e asfissiante come l’odore di gas che fuoriesce dalla vecchia caldaia e che appesta l’aria del loro negozio: quello di Harry e Charlie è infatti un amore consumato clandestinamente, emblema di una felicità sacrificata, di un’esistenza votata alla dissimulazione e alla vergogna, sullo sfondo di una società omofoba, quella dell’Inghilterra degli anni Sessanta, che sorveglia e punisce gli omosessuali, perseguitati da una legge vecchia. Lì nel sottoscala hanno condiviso gran parte delle loro vite irrisolte; Harry è una civetta effeminata e suscettibile che mal sopporta i segni impietosi impressi dal tempo sul suo corpo. Charlie è un pavone consumato dal narcisismo, un attore fallito che si vanta di aver goduto di una certa fama nel mondo dello spettacolo.Una società inchiodata al giogo dell’oscurantismo, in cui essere omosessuale significava rischiare il carcere o la castrazione chimica. Una società intollerante e autoritaria che esercitava un coercitivo e arbitrario potere sui destini individuali, fissando lo scarto tra il bene e il male, intromettendosi con ingiustificabile violenza nella vita privata dei singoli. Niente di più attuale con il dibattito che consuma i giorni in Parlamento e che ha già trovato nel cinema lavori come il Vizietto. Il testo di Charles Dyer (la regia è di Roberto Valerio) ha già avuto una messa in scena negli anni ’60 da Paolo Stoppa e Renzo Ricci. Al cinema arrivò nel 1969 con due attori del calibro di Richard Burton e Rex Harrison (titolo originale Staircase). Recentemente il cinema propone sugli schermi Imitation Game che racconta le vicende di Alan Turing.«E’ incredibile, come il tema di questa commedia, ambientata nella bigotta Londra della fine anni sessanta», ha detto recentemente in una intervista Massimo Dapporto, «dove se un omosessuale si dichiarava tale veniva pregato di presentarsi davanti alla corte suprema per essere imprigionato oppure per essere castrato chimicamente, come avvenne all’inventore del computer Alan Turing portato alla disperazione e suicidatosi mangiando una mela avvelenata con il cianuro di potassio, sia sempre attuale». Domani alle 18 è previsto l’incontro con gli attori organizzato dal quotidiano L’Arena.
Biglietti disabile+accompagnatore a 10 euro
Il Teatro Nuovo è firmatario del Manifesto dei Teatri accessibili e aderisce alla promozione Teatri 10 e lode
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