MAURO OTTOLINI SOUSAPHONIX / BIX FACTOR presenta un meraviglioso progetto ispirato dalle musiche del jazz tradizionale dei primi anni del secolo scorso MAURO OTTOLINI Ore 21,00 Mauro Ottolini: trombone, sousaphone e voce Vanessa Tagliabue Yorke: voce Stephanie Ocèan Ghizzoni: voce, washboard Vincenzo Vasi: voce, theremin, elettronica, strumenti giocattolo Paolo Degiuli : cornetta Guido Bombardieri: sax alto, clarinetto Dan Kinzelman: sax tenore, clarinetto, clarinetto basso Paolo Botti : viola, dobro Enrico Terragnoli : banjo, chitarra, podofono Franz Bazzani : pianoforte, armonio liturgico a pedali Galvan Danilo Gallo : contrabbasso Zeno De Rossi : batteria Musicista dell’anno 2012 nella classifica della prestigiosa rivista MUSICA JAZZ, presenta un meraviglioso progetto ispirato dalle musiche del jazz tradizionale dei primi anni del secolo scorso, quando New Orleans e Chicago erano le città che, attraverso i loro teatri e i locali notturni, forgiavano i primi grandi artisti come Louis Armstrong e Bix Beiderbecke. La genialità di Mauro Ottolini si evidenzia proprio nell’azione di rileggere questa tradizione attraverso un’ottica contemporanea e originale, by-passando ma facendone tesoro, tutta l’evoluzione del jazz, free jazz e jazz rock compresi, portandoci un sound fresco che profuma di antico e futuro insieme. Teatro Ristori

Verona Jazz Winter 2014


20140118 Manifesto Verona Jazz Winter Teatro RistoriIl 26 gennaio 2014 al Teatro Ristori prende il via la stagione invernale del celebreVerona Jazz Festival, che nei decenni in estate ha accolto nei magnifici teatri all’aperto di Verona le grandi star del jazz mondiale.
Il Verona Winter Jazz Festival, nato da una collaborazione tra Teatro Ristori e il Comune di Verona, prevede in cartellone sei appuntamenti, proposti in due sale: il Teatro Ristori e il Teatro Camploy.
Il Ristori presenta grandi nomi internazionali come Richard Galliano, la giovane rising star americana Cécile McLorin Salvant e Brad Mehldau.
Il Camploy dà voce ai giovani talenti italiani e sono: il veronese Mauro Ottolini, il trio di Enrico Zanisi e di Giovanni Guidi.

Richard Galliano, da una foto di Vincent Catala. Collegamento alle pagine dedicate del sito www.teatroristori.orgdomenica 26 gennaio 2014 ore 21
Teatro Ristori
Richard Galliano Sextet
“I remember Astor”

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Richard Galliano

Richard Galliano  bandoneon
Bertrand Cervera  primo violino
Saskia Lethiec  violino
Jean Paul Minali Bella  viola
Eric Levionnois  violoncello
Sylvain Le Provost  contrabbasso


Per aprire il Verona Jazz Winter Festival il Ristori ha invitato un musicista jazz come Richard Galliano, che ha trasformato la fisarmonica, chiedendogli di “parlarci” di un altro grande innovatore, Astor Piazzolla.Quando sembrava che la fisarmonica non avrebbe mai dovuto incontrare solisti di grande spicco e fosse uno strumento con cui sarebbe stato impossibile swingare, è apparso Richard Galliano a imporre la stessa dignità riservata a tromba e sassofono, che sono gli strumenti guida della musica jazz. Ed ecco il nuevo tango di uno dei grandi autori del Novecento, Astor Piazzolla, interpretato dall’amico Richard Galliano (nato da genitori italiani), suo erede, che con l’argentino ha lungamente collaborato. Nell’incontro tra i due (Parigi,1983) Astor, che era di origini pugliesi, l’ascolta e osserva: «Perbacco, suoni come un argentino. Anzi no, come un italiano».

Galliano incide in esclusiva per la Deutsche Grammophon; il suo cd bachiano ha registrato le migliori vendite del 2010.

www.richardgalliano.com

“I musicisti della vecchia guardia mi odiavano, perché glielo stavo portando via. Ma il vecchio tango, che loro amavano tanto, stava morendo. Eppure mi hanno minacciato, aspettato sotto casa e malmenato.


“Si direbbe che senza i crepuscoli e le notti di Buenos Aires non possa nascere un tango, e che in cielo ci attende, noi argentini, l’idea platonica del tango, la sua forma universale” 
(Jorge Luis Borges) Mi hanno persino puntato addosso una pistola, una volta. In Argentina il tango non si tocca. Puoi cambiare tutto: il presidente, i ministri, il vescovo, ma quello non si tocca” (Astor Piazzolla)


foto di Vincent Catala

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Cécile McLorin Salvant - da foto di John Abbott. Collegamento alle pagine dedicate nel sito www.teatroristori.org
lunedì 3 febbraio 2014  ore 21
Teatro Ristori

[toggle title=”Cécile McLorin Salvant“]

ESCLUSIVA ITALIANA

Aaron Diehl  piano
Paul Sikivie  
contrabbasso
Pete Van Nostrand  batteria

Cécile si è rivelata nel 2010 a Washington dove i giurati del Thelonious Monk Jazz Competition (nomi come Patti Austin, Dee Dee Bridgewater, Kurt Elling, Al Jarreau, Dianne Reeves), fra i massimi concorsi, le hanno assegnato il Primo Premio. “Se alcuna possa essere considerata l’erede delle Big Three – Billie Holiday, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald – è questa virtuosa di 23 anni” (S. Holden, New York Times, 3.2.2013). In Italia si è ascoltata solo quest’anno a Umbria Jazz, guest artist con Winton Marsalis; ritorna alla fine dell’anno a Orvieto, per Umbria Jazz Winter; e poi al Ristori, unica data italiana, nell’ambito di una tournée europea.
Nata a Miami da un dottore haitiano e da una docente francese della Guadalupa, Cécile McLorin Salvant ha iniziato con la formazione musicale classica, proseguendo in Francia, dove accresce l’interesse per il jazz e il blues. Il primo cd Cécile viene infatti registrato a Parigi nel 2009 con jazzisti francesi; il secondo, WomanChild, è uscito invece nel 2013 negli Stati Uniti. Tra i musicisti di quest’ultimo album il pianista Aaron Diehl, parte della formazione che ascolteremo al Ristori.
Così lo recensisce la rivista francese Jazz Hot: “Una straordinaria rivelazione del jazz vocale contemporaneo […] La sua maturità artistica (miracolosa per la sua età) si combina con le sue intuizioni culturali e con il giovane impulso di una cantante che ha da poco passato i venti. Cécile già possiede qualcosa di eccezionale: una compiuta personalità artstica” (Y. Sportis, Jazz Hot primavera, 2013).

www.cecilemclorinsalvant.com

 

“Voglio arrivare quanto più mi sia possible al cuore di una canzone. Quando trovo qualcosa di bello e commovente cerco di andarci vicino e di condividerlo con il pubblico”

(Cécile McLorin Salvant)


foto di John Abbott

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Mauro Ottolini Sousaphonix - da foto di Giuliano Guarnieri. Collegamento alle pagine dedicate nel sito www.teatroristori.orgvenerdì 7 febbraio 2014 ore 21
Teatro Camploy
Mauro Ottolini Sousaphonix
“Bix Factor”

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Mauro Ottolini  trombone, sousaphone, voce
Vanessa Tagliabue Yorke  voce
Stephanie Ocean Ghizzoni  voce, riti voodoo
Vincenzo Vasi  voce, theremin, strumenti giocattolo
Paolo Degiuli  cornetta
Mauro Negri  clarinetto, sax alto
Dan Kinzelman  sax tenore, clarinetto, clarinetto basso
Paolo Botti  viola, dobro
Enrico Terragnoli  banjo, chitarra, podofono
Franz Bazzani  pianoforte, armonio liturgico a pedali Galvan
Danilo Gallo  contrabbasso
Zeno De Rossi  batteria

 

Ecco l’ultimo progetto del veronese Mauro Ottolini (vincitore del Top Jazz 2012, il Premio della Critica Italiana) e del suo ensemble Sousaphonix, un concept album dedicato alla musica degli anni Venti e Trenta, record di vendite per l’Egea Records, colonna sonora a un racconto fantastico che ha come protagonisti personaggi dell’epoca che rivivono in musicisti di oggi.

Mauro Ottolini è un polistrumentista e la sua musica è polistilistica. L’uso del mutevole trombone con le sue sordine, della saettante slide trumpet, del corposo quanto agile sousaphone lo ispira nel generare brani che esprimono una personalità complessa, frutto di una storia personale che comprende musica classica e operistica, popolare, jazz e afroamericana.

www.mauroottolini.com

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Enrico Zanisi trio - da foto di Andrea Boccalini. Collegamento alle pagine dedicate nel sito www.teatroristori.org
lunedì 17 febbraio 2014 ore 21
Teatro Camploy
Enrico Zanisi Trio

[toggle title=”Enrico Zanisi Trio”]

Enrico Zanisi  piano
Joe Rehmer  contrabbasso
Alessandro Paternesi  batteria

Vincitore al Top Jazz 2012 come Miglior Nuovo Talento, ventitre anni, ha pubblicato nel 2012 Life Variations, suo secondo cd. “I pezzi da lui scritti – dove blues, bebop, swing e classica coesistono – sono veramente composizioni a tutto tondo. […] Mostrano un pianista in ascesa, conscio del suo passato classico, ma dedicato al suo futuro nel jazz.” (J. Ross, Downbeat)

www.enricozanisi.com

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Giovanni Guidi Trio - da foto di Paolo Soriani. Collegamento alle pagine dedicate del sito www.teatroristori.org
lunedì 24 febbraio 2014 ore 21
Teatro Camploy

[toggle title=”Giovanni Guidi Trio”]

 

Giovanni Guidi  piano
Thomas Morgan  contrabbasso
João Lobo  batteria

“Il jazz italiano ha oggi un altro peso nel panorama internazionale rispetto al passato. E i giovani talenti non si contano. Non ho avuto esitazioni a scritturare Giovanni Guidi dopo averlo visto al lavoro con il Quintetto Tribe di Enrico Rava” (M. Eicher, Presidente ECM, intervistato da G. Videtti, La Repubblica, 15.4.2012)

www.giovanniguidi.net

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Brad Mehldau Trio - da foto M.Wilson. collegamento alle pagine dedicate del sito www.teatroristori.org
domenica 2 marzo 2014 ore 21
Teatro Ristori

[toggle title=”Brad Mehldau Trio“]

Brad Mehldau Trio

Brad Mehldau  piano
Larry Grenadier  contrabbasso
Jeff Ballard  batteria

Ha ricevuto ben quattro nominations agli Oscar della Musica, i Grammy Awards. È stato il primo musicista jazz a ricevere la Carnegie Hall Composer Chair – un onore che in precedenza hanno avuto solo John Adams, Th

omas Adés, Louis Andriessen, Elliott Carter, Pierre Boulez. In questa Stagione, fittissima di concerti in Stati Uniti e in Europa, tocca in Italia il Ristori e Roma, all’Auditorium Parco della Musica.

Ma è solo qui a Verona che viene in trio. Where do you start è il suo ultimo cd, uscito nel 2012 per la Nonesuch. L’album “indica che Mehldau sta entrando in una nuova formidabile fase della sua carriera” (M. Longley, BBC Music, 2012). “La conversazione musicale fra i tre è una fra le più magiche del jazz di oggi” (Downbeat, la “Bibbia” del jazz americano, che lo ha premiato nel 2004 e nel 2007). Attraverso la formazione del trio Mehldau rende omaggio alla tradizione del jazz e, al tempo stesso, sperimenta la sua personale visione musicale.
La sua musica è stata scelta per la colonna sonora di film come Eyes wide shut, il film di Kubrick con Tom Cruise e Nicole Kidman, e in The Million Dollar Hotel, di Wenders, fra gli altri.

www.bradmehldau.com

“A star in the jazz world”

(A. Kozinn, The New York Times, 11.9.2010)

“Brad Mehldau non lascia mai che la sua tecnica impareggiabile e il preciso senso del tempo interrompano il flusso narrativo di una storia ben raccontata. Qui il pianista e il trio si immergono nel “left-field” pop e negli standard americani, e danno entusiasmanti scintille al jazz di oggi.”

(M. Hobart, Financial Times, 14.9.2012)

“il pianista che, in pochi anni, ha saputo conquistare l’apprezzamento di un pubblico non soltanto jazzistico. Merito della sua vena romantica che gli consente di far filtrare dalle musiche sentimenti capaci di colpire chiunque: ballate elegiache, una splendida tecnica, linguaggio originale”

(V. Franchini, Corriere della Sera, 18.3.2008)

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