Teatri accessibili e dismappa
«Accessibile è meglio – Anche a teatro»
L’Arena, lunedì 20 ottobre 2014 SPETTACOLI, pagina 60
Dovrebbe essere ovvio e spontaneo invece a Verona non è così. C’è un manifesto (www.dismappa. it/manifesto-dei-teatri-accessibili/) che i teatri e gli operatori della cultura possono firmare per rendere gli spettacoli accessibili anche alle persone con disabilità e ai loro accompagnatori.
C’è una tavola rotonda attorno alla quale le istituzioni pubbliche e private si stanno riunendo per trovare regole condivise e condivisibili. Perché, afferma Nicoletta Ferrari, promotrice del progetto, «accessibile è meglio».
Lo slogan è quello di una campagna con cui il sito Dismappa, creato dalla stessa Ferrari, sta coinvolgendo le realtà veronesi che producono spettacoli. Una campagna sentita, portata avanti con coraggio, determinazione perché l’accessibilità rischia di essere un valore aggiunto, se non è lampante segno di civiltà. Occorre però fare in fretta, le stagioni stanno cominciando. Il teatro Nuovo, l’Alcione, il Teatro Laboratorio e Operaforte hanno già risposto e firmato. Occorre chiarire in fretta e dare uniformità.
Com’è oggi, Nicoletta, la procedura normale per ottenere due biglietti in un teatro di prosa di Verona? Quanto tempo prima bisogna accertarsi della disponibilità posti anche per l’accompagnatore? Quante gratuità sono previste?
Fino a oggi le procedure erano diverse, in alcuni casi prevedevano di contattare il teatro, in altri i servizi di prevendita o gli organizzatori. I posti riservati ai disabili sono limitati (nei principali teatri scaligeri si va da due a sei posti) la prenotazione è sempre consigliata il prima possibile per le rappresentazioni più importanti. Anche le politiche di prezzi sono vari: dalla gratuità per disabile e accompagnatore al prezzo pieno per entrambi».
La normativa è interpretata liberamente dai gestori per difetti intrinseci alla norma, per limiti strutturali o negligenze?
Per la gratuità non mi risulta sia mai stata prevista alcuna norma, per questo è sempre stata trattata liberamente dai gestori dei teatri o dagli organizzatori. Per l’accessibilità i teatri seguono le direttive circa l’eliminazione delle barriere architettoniche dei luoghi pubblici, e tutti i principali teatri scaligeri sono effettivamente accessibili anche a chi si muove in sedia a rotelle.
Perché ha coinvolto le istituzioni pubbliche? Cosa può fare l’assessorato nel dialogo con i teatri?
Ho coinvolto l’assessorato alle pari opportunità perché si occupa delle tematiche della disabilità, e l’assessore Anna Leso si è mostrata interessata alla tematica e ne ha condiviso gli intenti. Sono piccoli passi per favorire una cultura inclusiva della disabilità, che dovrebbe coinvolgere le amministrazioni nel complesso.
In termini di concorrenza tra gestori, il teatro accessibili potrebbe essere un valore aggiunto, un «distinguo»…
Concordo decisamente e sono felice di poter dire che i teatri incontrati si sono mostrati decisamente favorevoli a raggiungere un accordo e interessati a valorizzare le tematiche dell’accessibilità.
La sua è una voce solitaria o sente che c’è l’esigenza anche di altre persone a migliorare la fruizione degli spettacoli?
L’accordo raggiunto riguarda tutte le persone con disabilità oltre il 70 per cento. Mi è capitato molte volte di confrontarmi sull’argomento con altri disabili e semplificare questo aspetto è risultato essere desiderio di molti.
Lei propone un manifesto. Quali i punti ineludibili?
Il manifesto si rivolge ai teatri che già sono accessibili a tutti, che è ovviamente un punto fondamentale. Stabilisce inoltre da che percentuale di invalidità si applicheranno le tariffe e segnalerà come ottenerle nel modo più semplice possibile.