Tavola rotonda “Donne, lavoro, disabilità”
- Tavola rotonda Gran Guardia Verona 9 marzo 2013
- I saluti dell'Assessore Anna Leso
- I saluti della Consigliera comunale Antonia Pavesi
- Gabriella Fermanti e Gabriele De Rossi, GALM
- Le relatrici
- Cristina Ribul Moro, Servizio Medialabor
- Francesca Martinelli, Ospedale Sacro Cuore di Negrar
- Il pubblico
- Antonia De Vita, Università di Verona
- Alessandra Servidori, Consigliera Nazionale di Parità
- Nicoletta Ferrari, Università di Verona
- Nicoletta Ferrari e Alessandra Servidori
- Tavola rotonda Gran Guardia Verona 9 marzo 2013
- Alessandra Servidori e Alessandra Galetto
- Franca Consorti
- Franco Crosara, GALM
- Roberta Girelli, Presidente Consulta Ass. Femminili
- Tavola rotonda Gran Guardia Verona 9 marzo 2013
- Silvia Govoni, UILDM di Bologna
- Relatrici... con gli stivali
- Tavola rotonda Gran Guardia Verona 9 marzo 2013
- Alice Laita, AIED
- Gabriella Fermanti
- Tavola rotonda Gran Guardia Verona 9 marzo 2013
La relazione di Alessandra Servidori, Consigliera Nazionale di Parità “Un 8 marzo di riflessione e di proposte di genere“
- Il quadro normativo di riferimento
Dott.ssa Francesca Martinelli, Assistente sociale Ospedale Sacro Cuore Negrar (Vr)
Dott.ssa Cristina Ribul Moro, Servizio Medialabor Don Calabria (Vr)
TAVOLA ROTONDA. Alla Gran Guardia una carrellata di testimonianze femminili per l´iniziativa organizzata dal Galm
Donna, lavoro e disabilità
«Basta alle discriminazioni»
Alessandra Galetto
Alessandra Servidori: «In Italia grande arretratezza: è occupato soltanto l´11% delle donne con handicap, contro il 29 degli uomini»
domenica 10 marzo 2013 CRONACA, pagina 13
Una carrellata di voci femminili per fare il punto, da prospettive differenti e complementari, su «Donna, lavoro e disabilità», attraverso un´indagine condotta con il rigore dei numeri, dei dati relativi all´occupazione e alle normative, ma anche con il tono partecipato di chi accetta di mettersi in gioco e raccontarsi, con il coraggio di offrire al pubblico la propria storia per farla diventare patrimonio comune, condividendo il dolore dell´esclusione, la paura della sconfitta, il sorriso della speranza, la gioia della conquista. Così ieri pomeriggio alla Gran Guardia, nell´ambito degli appuntamenti di «Ottomarzo. Femminile, plurale», si è svolta la tavola rotonda organizzata dal Galm, Gruppo animazione lesionati midollari, introdotta dall´assessore alle Pari opportunità Anna Leso, dal consigliere comunale Antonia Pavesi, da Gabriele Rossi, presidente del Galm e da Gabriella Fermanti, rappresentante del Gruppo Donne Galm.
Hanno portato il loro intervento al dibattito Franca Martinelli, assistente sociale dell´ospedale Sacro Cuore di Negrar, Cristina Ribul Moro, del Servizio Medialabor del Don Calabria, Antonia De Vita, dell´Università di Verona, Alessandra Servidori, consigliera nazionale di parità, Franca Consorte, psicologa di Telefono Rosa, Roberta Girelli, presidente della Consulta associazioni femminili e Terziario Donna, Nicoletta Ferrari, dell´Università di Verona, Silvia Govoni della Uildm di Bologna, Alice Laita dell´Aied, Franco Crosara del Galm e Gabriella Fermanti che ha chiuso gli interventi con una riflessione su come una donna che dopo un incidente vive su una sedia a rotelle può continuare ad essere protagonista nella casa, nelle relazioni familiari e nel lavoro.
«I dati relativi all´inserimento dei disabili nel lavoro nel nostro Paese mostrano ancora grande arretratezza», ha osservato la Servidori. «In particolare si può parlare di una doppia discriminazione per le donne disabili: se gli uomini disabili occupati si attestano infatti su un 29%, per le donne la quota non supera l´11%».
Sulle opportunità del telelavoro e dei contratti atipici è intervenuta Nicoletta Ferrari, raccontando la sua esperienza: «Dopo l´incidente, costretta alla sedia a rotelle, ho trovato lavoro come dipendente all´ospedale di Negrar: ho resistito sette anni, poi, con la certezza che il lavoro allo sportello non era il mio, sono partita per l´Inghilterra. Al ritorno ho cominciato a fare traduzioni, poi all´Università si è aperta una grande opportunità con il telelavoro». Come dire insomma che, pur senza smettere mai di fare i conti con la realtà, nessuno, nessuna donna, nessuna donna disabile deve perdere uno spazio di fiducia e attenzione alle proprie aspettative e vocazioni.