Sulle tracce di Angelo Dall’Oca Bianca in Corso Santa Anastasia
Sulle tracce di Angelo Dall’Oca Bianca nelle collezioni degli antiquari veronesi
La pelle della pittura – l’universo femminile nell’opera di Angelo Dall’Oca Bianca (non accessibile alle persone in carrozzina), allestita alla Casa di Giulietta dal 1 dicembre 2012 al 10 marzo 2013, l’Associazione Provinciale degli Antiquari Veronesi presenta
Sulle tracce di Angelo Dall’Oca Bianca
opere dell’artista
nelle gallerie antiquarie della città
a cura dell’Associazione Provinciale degli Antiquari Veronesi
Aderiscono all’iniziativa:
1 – Antichità La Torre
C.so Sant’Anastasia, 41/b – Verona
2 – Antichità Smeraldo
C.so Sant’Anastasia, 29/a – Verona
3 – Antiqua
C.so Sant’Anastasia, 39 – Verona
4 – Benacus Arte
Via D. Alighieri, 68 – Torri del Benaco (VR)
5 – Fiorini-Rogai Antichità
Via Ponte Pietra, 15/a – Verona
6 – Il Mercante d’Oriente
C.so Sant’Anastasia, 34 – Verona
7 – Lella Baldi Antichità
C.so Sant’Anastasia, 29/b – Verona
8 – Negrini Maurizio Antiquario
C.so Sant’Anastasia, 18 – Verona
9 – Pescetta Antichità
C.so Sant’Anastasia, 25/a – Verona
10 – Valbusa Galleria Antiquaria
C.so Sant’Anastasia, 21 – Verona
Angelo Dall’Oca Bianca
Pescatori di sabbia o Verona, 1884 ca. (Fondazione Cariplo)
Dall’Oca Bianca e Barbarani a Garda (anni ’20).
Angelo Dall’Oca Bianca (Verona, 31 marzo 1858 – Verona, 18 maggio 1942) è stato un pittore italiano.
Pittore e maestro di stile tra i più noti di tutto il ventennio, nasce in realtà da umili origini. La famiglia, proveniente da Zevio, era povera: solo il padre lavorava, come verniciatore e doratore. Le iniziali difficoltà economiche vennero presto superate e la famiglia Dall’Oca riuscì ad integrarsi bene in città, tanto che Angelo poté intraprendere studi regolari. Dopo breve però, il padre di Angelo decise di abbandonare il lavoro per aprire un ristorante, che sfortunatamente fallì; Angelo decise quindi di lasciare la casa paterna e di vivere per le strade di Verona. Il suo temperamento, forte e ribelle, gli permise di vivere qualche tempo in questa maniera, sino alla morte del padre. Questo evento lo fece riavvicinare alla madre: ella non poteva mantenere la famiglia, quindi il giovane Angelo iniziò a lavorare, in particolare come apprendista imbianchino. Fu questa l’occasione che gli fece scoprire una grande passione per l’arte. Su consiglio dello scultore Ugo Zannoni, nel 1874 iniziò la frequentazione dell’Accademia Cignaroli e delle lezioni di Napoleone Nani. In quelli stessi anni frequentò anche l’Accademia di Venezia, dove entrò in contatto conGiacomo Favretto, che divenne suo maestro e amico.
Dopo questi anni, iniziò la sua grande fama: al cognome paterno aggiunse la parola Bianca e cominciò così ad esporre i suoi dipinti, che vennero accolti con grande entusiasmo da pubblico e critica. Lavorò così tra Venezia, dove partecipava alle Biennali e Roma, dove conobbe personaggi di grande rilievo come Giosuè Carducci eGabriele D’Annunzio. A Roma fu presentato persino alla regina Margherita di Savoia, che gli commissionò diversi dipinti. Dopo che le sue opere raggiunsero i più grandi collezionisti e musei del mondo (Parigi, Barcellona,Chicago) e dopo aver esposto in città come Anversa, Vienna, Monaco, ottiene importanti riconoscimenti sia inItalia che all’estero.
Angelo Dall’Oca Bianca mentre dipinge in piazza delle Erbe
Nel 1919 cominciò a ritirarsi progressivamente dalla scena internazionale. Continuò ad esporre a Verona e a ricevere gratificazioni e riconoscimenti. Nel 1939 venne inaugurato il Villaggio Dall’Oca, costruito grazie ad una donazione del pittore e in seguito ampliato con il suo lascito testamentario. Il Villaggio fu edificato da Angelo Dall’Oca Bianca a favore dei poveri della città.
Nel 1941 fece testamento, lasciando tutto il suo denaro ed i suoi quadri alla città di Verona e ai suoi poveri. Si spense il 18 maggio dell’anno dopo, ottantaquattrenne.
Interessante anche la sua attività di polemista e i suoi esperimenti di mail art.