Scritta nel 1898, Das Vermächtnis, questa bellissima commedia tutt’ora inedita in Italia, potremmo raccontarla anche così: immaginiamo che, oggi, il figlio adorato di una famiglia dell’alta borghesia si innamori di una ragazza proveniente da un altro mondo, un mondo lontano dalla forma, dai modi, dai rapporti sociali che circondano questa famiglia; in breve, una ragazza di bassa estrazione sociale, o un’immigrata; e che da questa relazione segreta, nasca una creatura. Il giovane ha poi un grave incidente; capisce che morirà e a quel punto, svela questa storia d’amore ai genitori e chiede loro, come ultimo desiderio, di accogliere in casa la ragazza e il bambino. Stupore e sconcerto, dapprima, ma poi la famiglia acconsente. La ragazza entra in quella che, crede, diverrà la sua famiglia. All’inizio è accolta con calore; le persone che le ruotano attorno paiono accettarla, ma lentamente e, inesorabilmente, alcuni segnali di distacco cominciano a manifestarsi. Dapprima gli amici della cerchia iniziano a non frequentare più quel luogo; il promesso fidanzato della sorella del giovane fa notare, con sempre maggior insistenza, l’imbarazzo che crea nel loro ambiente questa presenza estranea; lo stesso padre dà segni, quasi involontari, di fastidio per questa nuova situazione, e le donne – le quali, se leviamo un amico del giovane, sono le principali presenze positive in quel mondo – hanno sempre maggior difficoltà a contrastare questa determinazione a tornare a rinchiudersi nel proprio mondo, isolando l’elemento di disturbo. Poi il bambino muore e la ragazza è sempre più sola ed estranea, e neppure la cognata del padrone di casa, un personaggio forte che mette a nudo in tanti momenti le piccinerie, le volgarità, le sottili violenze che permeano quell’ambiente, riuscirà più a fermare il definitivo abbandono della ragazza: e sarà un abbandono drammatico. Oggi, come nella Vienna di fine Ottocento. Feroce è l’attacco di Schnitzler alla società, ma costruito senza alcuna forzatura; quasi senza accorgersene, grazie alla sapiente costruzione dei dialoghi e delle scene, il pubblico è trascinato dentro questa commedia amara: e si renderà conto solo alla chiusura del sipario di aver assistito al lucido smascheramento dei lati oscuri e perversi di una società. SCANDALO Lo spettacolo – 1500 battute Un amore giovane e profondo, che travolge gli schemi stantii della società: è quello che lega Hugo, rampollo dell’alta borghesia e Toni, ragazza invece di bassa estrazione. È quello da cui nasce Franz, per quattro anni tenuto nascosto alla famiglia di lui, come la loro felice relazione. Improvvisamente però Hugo ha un incidente e, in fin di vita, chiede alla famiglia di accogliere il figlio e la donna. La famiglia affronta lo scandalo, crede di poterne reggere i contraccolpi: Toni e il bimbo entrano nella ricca casa dei Losatti circondati d’affetto, tanto che la giovane inizia a immaginare una nuova vita. Ma in breve la presenza estranea inizia a suscitare insofferenza: si allontanano gli amici, muta il peso della famiglia in società, e se le donne continuano a proteggere i nuovi arrivati, gli uomini mostrano sempre più chiaramente il loro disappunto per la situazione. A far deflagrare il fragile equilibrio è l’improvvisa morte del piccolo Franz: dopo nulla potrà più arginare la vigliaccheria e la volgarità di quell’ambiente dorato, né la sottile violenza delle convenzioni sociali. E Toni ne sarà drammaticamente soffocata. Nell’Italia di oggi o nella Vienna di Schnitzler, il sospetto, l’esclusione e il rifiuto per l’“altro” sono armi taglienti che mietono vittime. È dunque antesignana e ancora incisiva la denuncia di Schnitzler, cui Franco Però restituisce respiro e intensità in uno spettacolo avvincente, che si avvale di un’ottima compagnia d’interpreti, capitanati da Franco Castellano e Stefania Rocca, nomi di primo piano nel cinema e nel teatro contemporanei. DAS VERMÄCHTNIS / SCANDALO Nota del regista Quale è la traduzione letterale di Vermächtnis: lascito, eredità, testamento, ma anche dono, regalo… Quando cerchiamo di tradurre un titolo, tante volte ci troviamo di fronte a una scelta. La parola simile esiste, ma non sempre rende il significato profondo dell’originale. Qui l’autore pone l’accento su un fatto morale: il lascito o il testamento di Hugo, primogenito amatissimo di una famiglia importante nell’ambiente cittadino, ferito a morte a causa di una banale caduta da cavallo, il quale rivela ai suoi di avere una moglie e un bambino, e si fa promettere che queste saranno accolte una volta che lui non ci sarà più. Ogni termine scelto per il titolo tralasciava qualcosa dell’originale. Allora ci siamo chiesti: perché non cercarlo tra gli effetti che questo lascito provoca nella vita della famiglia? Perché è su questo che si snoda la trama della commedia. E allora scopri che proprio in un allestimento tedesco, compare la parola scandalo. Ecco: scandalo, ma proprio nel senso antico del termine, σκάνδαλον (skàndalon), ovvero ostacolo, insidia. Sono queste le caratteristiche, involontarie, indossate da Toni Weber, la ragazza di bassa classe sociale amata e sposata da Hugo, e del loro figlio, Franz. Essi sono vissuti come un ostacolo alla vita della famiglia, e alle proprie relazioni altolocate. La loro presenza è sentita come scandalosa, provocando l’allontanamento di amici e conoscenti. Come in uno specchio, in essi – ma soprattutto in Toni – si riflettono i comportamenti dei vari membri della famiglia: quel padre, il professor Losatti, dapprima disponibile ad accettare il dono, ma che poi – alla scomparsa anche del bambino – lo rigetta con scandalosa tranquillità; mentre, all’opposto, è scandaloso il comportamento di sua cognata, Emma, che continuamente smaschera l’ambiguo perbenismo presente nella casa e dietro a cui si cela la volontà ferrea di chiudere le porte all’estranea. O altrettanto scandaloso è Ferdinand, il giovane medico fidanzato della sorella di Hugo, carrierista convinto che vede in Toni colei che gli ricorda, con la sua sola presenza, le stesse basse origini e con volgare veemenza vuole allontanarla. E anche la remissività della madre, Betty, alla fine diventa uno strumento contro la presenza della ragazza. Così, i pochi che vorrebbero accogliere la straniera, devono soccombere di fronte alle granitiche certezze di un ambiente che vuole l’esclusione. L’estranea, la straniera è colei che ti mette di fronte alle tue paure, mette in crisi le tue certezze e l’ambiente in cui vivi. Schnitzler racconta questa storia con grande e crudele lucidità, ma lo fa sempre in punta di penna, con leggerezza, con un dialogo veloce e brillante, e solo alla fine ti rendi conto del disegno perfetto di questo, quasi inconsapevole, atto criminoso. Teatro Nuovo

Stefania Rocca in Scandalo


Teatro Nuovo di Verona
Rassegna Il Grande Teatro
dall’8 al 13 dicembre 2015
Giovedì 10 dicembre, ore 18.00 Incontro con gli attori

SCANDALO

Di: Arthur Schnitzler
Traduzione di: Ippolito Pizzetti
con: Stefania Rocca, Franco Castellano e con la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis *, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Astrid Meloni * (* attori ospiti) e: Alessio Bernardi
Regia: Franco Però
Scene: Antonio Fiorentino
Costumi: Andrea Viotti
Luci: Pasquale Mari
Musiche: Antonio Di Pofi
Foto di scena: Tommaso Le Pera
Coproduzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Artisti Riuniti e Mittelfest 2015 Testo inedito e mai rappresentato in Italia

Scritta nel 1898, Das Vermächtnis, questa bellissima commedia tutt’ora inedita in Italia, potremmo raccontarla anche così: immaginiamo che, oggi, il figlio adorato di una famiglia dell’alta borghesia si innamori di una ragazza proveniente da un altro mondo, un mondo lontano dalla forma, dai modi, dai rapporti sociali che circondano questa famiglia; in breve, una ragazza di bassa estrazione sociale, o un’immigrata; e che da questa relazione segreta, nasca una creatura. Il giovane ha poi un grave incidente; capisce che morirà e a quel punto, svela questa storia d’amore ai genitori e chiede loro, come ultimo desiderio, di accogliere in casa la ragazza e il bambino. Stupore e sconcerto, dapprima, ma poi la famiglia acconsente. La ragazza entra in quella che, crede, diverrà la sua famiglia. All’inizio è accolta con calore; le persone che le ruotano attorno paiono accettarla, ma lentamente e, inesorabilmente, alcuni segnali di distacco cominciano a manifestarsi. Dapprima gli amici della cerchia iniziano a non frequentare più quel luogo; il promesso fidanzato della sorella del giovane fa notare, con sempre maggior insistenza, l’imbarazzo che crea nel loro ambiente questa presenza estranea; lo stesso padre dà segni, quasi involontari, di fastidio per questa nuova situazione, e le donne – le quali, se leviamo un amico del giovane, sono le principali presenze positive in quel mondo – hanno sempre maggior difficoltà a contrastare questa determinazione a tornare a rinchiudersi nel proprio mondo, isolando l’elemento di disturbo. Poi il bambino muore e la ragazza è sempre più sola ed estranea, e neppure la cognata del padrone di casa, un personaggio forte che mette a nudo in tanti momenti le piccinerie, le volgarità, le sottili violenze che permeano quell’ambiente, riuscirà più a fermare il definitivo abbandono della ragazza: e sarà un abbandono drammatico. Oggi, come nella Vienna di fine Ottocento. Feroce è l’attacco di Schnitzler alla società, ma costruito senza alcuna forzatura; quasi senza accorgersene, grazie alla sapiente costruzione dei dialoghi e delle scene, il pubblico è trascinato dentro questa commedia amara: e si renderà conto solo alla chiusura del sipario di aver assistito al lucido smascheramento dei lati oscuri e perversi di una società. SCANDALO Lo spettacolo – 1500 battute Un amore giovane e profondo, che travolge gli schemi stantii della società: è quello che lega Hugo, rampollo dell’alta borghesia e Toni, ragazza invece di bassa estrazione. È quello da cui nasce Franz, per quattro anni tenuto nascosto alla famiglia di lui, come la loro felice relazione. Improvvisamente però Hugo ha un incidente e, in fin di vita, chiede alla famiglia di accogliere il figlio e la donna. La famiglia affronta lo scandalo, crede di poterne reggere i contraccolpi: Toni e il bimbo entrano nella ricca casa dei Losatti circondati d’affetto, tanto che la giovane inizia a immaginare una nuova vita. Ma in breve la presenza estranea inizia a suscitare insofferenza: si allontanano gli amici, muta il peso della famiglia in società, e se le donne continuano a proteggere i nuovi arrivati, gli uomini mostrano sempre più chiaramente il loro disappunto per la situazione. A far deflagrare il fragile equilibrio è l’improvvisa morte del piccolo Franz: dopo nulla potrà più arginare la vigliaccheria e la volgarità di quell’ambiente dorato, né la sottile violenza delle convenzioni sociali. E Toni ne sarà drammaticamente soffocata. Nell’Italia di oggi o nella Vienna di Schnitzler, il sospetto, l’esclusione e il rifiuto per l’“altro” sono armi taglienti che mietono vittime. È dunque antesignana e ancora incisiva la denuncia di Schnitzler, cui Franco Però restituisce respiro e intensità in uno spettacolo avvincente, che si avvale di un’ottima compagnia d’interpreti, capitanati da Franco Castellano e Stefania Rocca, nomi di primo piano nel cinema e nel teatro contemporanei.
DAS VERMÄCHTNIS / SCANDALO
Nota del regista
Quale è la traduzione letterale di Vermächtnis: lascito, eredità, testamento, ma anche dono, regalo… Quando cerchiamo di tradurre un titolo, tante volte ci troviamo di fronte a una scelta. La parola simile esiste, ma non sempre rende il significato profondo dell’originale. Qui l’autore pone l’accento su un fatto morale: il lascito o il testamento di Hugo, primogenito amatissimo di una famiglia importante nell’ambiente cittadino, ferito a morte a causa di una banale caduta da cavallo, il quale rivela ai suoi di avere una moglie e un bambino, e si fa promettere che queste saranno accolte una volta che lui non ci sarà più. Ogni termine scelto per il titolo tralasciava qualcosa dell’originale. Allora ci siamo chiesti: perché non cercarlo tra gli effetti che questo lascito provoca nella vita della famiglia? Perché è su questo che si snoda la trama della commedia. E allora scopri che proprio in un allestimento tedesco, compare la parola scandalo. Ecco: scandalo, ma proprio nel senso antico del termine, σκάνδαλον (skàndalon), ovvero ostacolo, insidia. Sono queste le caratteristiche, involontarie, indossate da Toni Weber, la ragazza di bassa classe sociale amata e sposata da Hugo, e del loro figlio, Franz. Essi sono vissuti come un ostacolo alla vita della famiglia, e alle proprie relazioni altolocate. La loro presenza è sentita come scandalosa, provocando l’allontanamento di amici e conoscenti. Come in uno specchio, in essi – ma soprattutto in Toni – si riflettono i comportamenti dei vari membri della famiglia: quel padre, il professor Losatti, dapprima disponibile ad accettare il dono, ma che poi – alla scomparsa anche del bambino – lo rigetta con scandalosa tranquillità; mentre, all’opposto, è scandaloso il comportamento di sua cognata, Emma, che continuamente smaschera l’ambiguo perbenismo presente nella casa e dietro a cui si cela la volontà ferrea di chiudere le porte all’estranea. O altrettanto scandaloso è Ferdinand, il giovane medico fidanzato della sorella di Hugo, carrierista convinto che vede in Toni colei che gli ricorda, con la sua sola presenza, le stesse basse origini e con volgare veemenza vuole allontanarla. E anche la remissività della madre, Betty, alla fine diventa uno strumento contro la presenza della ragazza. Così, i pochi che vorrebbero accogliere la straniera, devono soccombere di fronte alle granitiche certezze di un ambiente che vuole l’esclusione. L’estranea, la straniera è colei che ti mette di fronte alle tue paure, mette in crisi le tue certezze e l’ambiente in cui vivi. Schnitzler racconta questa storia con grande e crudele lucidità, ma lo fa sempre in punta di penna, con leggerezza, con un dialogo veloce e brillante, e solo alla fine ti rendi conto del disegno perfetto di questo, quasi inconsapevole, atto criminoso.

COMUNICATO STAMPA                                                                   giovedì 3 dicembre 2015

Martedì 8 dicembre terzo appuntamento con la trentesima edizione del Grande Teatro. In programma Scandalo di Arthur Schnitzler, opera finora inedita in Italia. Ne sono protagonisti Stefania Rocca e Franco Castellano. Giovedì 10 alle ore 18.00 gli attori incontreranno il pubblico.

Dopo il successo di Sarto per signora di Feydeau il Grande Teatro 2015-16 propone, martedì 8 dicembre alle 20.45 al Nuovo, un’opera di Arthur Schnitzler (1862-1931) finora inedita in Italia: Scandalo con la regia di Franco Però e con la traduzione di Ippolito Pizzetti, protagonisti Stefania Rocca e Franco Castellano. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, da Artisti Riuniti e da Mittelfest 2015. Scritta nel 1898, questa commedia di Schnitzler è incentrata su un amore che le convenzioni borghesi proibiscono e denuncia l’ingiustificata paura per l’estraneo, lo “straniero”.

Medico, scrittore e drammaturgo, Schnitzler giunse al successo definitivo con Girotondo e con altre opere, sia commedie che romanzi. Fu allora che il padre della psicoanalisi Sigmund Freud – con cui intratteneva da anni  uno scambio epistolare dopo averlo conosciuto e frequentato per un interesse comune, quello per l’ipnosi – cominciò a interessarsi a lui considerandolo una sorta di suo “doppio”. Un interesse che se da una parte gratificava Schnitzler, dall’altra lo intimoriva. Di fatto, l’opera di Freud sembra aver influenzato notevolmente la produzione di Schnitzler.

Nell’Italia di oggi o nella Vienna di ieri, il sospetto, l’esclusione e il rifiuto per l’“altro” che sono alla base di Scandalo sono armi taglienti che mietono vittime. È dunque antesignana e ancora incisiva la denuncia di Schnitzler, cui Franco Però restituisce respiro e intensità in uno spettacolo davvero avvincente.

Scandalo raccontauna storia d’amore che travolge gli schemi stantii della società: è l’amore che lega Hugo, rampollo dell’alta borghesia, e Toni, ragazza di bassa estrazione. È l’amore da cui nasce Franz, per quattro anni tenuto nascosto alla famiglia di lui, come la loro felice relazione. Improvvisamente Hugo ha un incidente e, in fin di vita, chiede alla famiglia di accogliere il figlio e la donna. La famiglia affronta lo scandalo e Toni e il bimbo sono accolti nella ricca casa dei Losatti circondati d’affetto, tanto che la giovane inizia a immaginare una nuova vita. Ma in breve la presenza “estranea” inizia a suscitare insofferenza: si allontanano gli amici e muta il peso della famiglia in società. A far deflagrare il fragile equilibrio è l’improvvisa morte del piccolo Franz. Nulla, a questo punto, potrà più arginare la vigliaccheria e la volgarità di quell’ambiente dorato. E Toni ne sarà drammaticamente vittima.

«Scandalo – dice il regista Però – è da intendersi nel senso antico del termine, skàndalon, ovvero ostacolo, insidia. E proprio un’insidia sono Toni Weber e il figlio Franz. Essi sono visti come un ostacolo alla vita della famiglia, e alle proprie relazioni altolocate. La loro presenza è sentita come scandalosa, provocando l’allontanamento di amici e conoscenti. Come in uno specchio, in essi – ma soprattutto in Toni – si riflettono i comportamenti dei vari membri della famiglia: quel padre, il professor Losatti, dapprima disponibile ad accettare il dono, ma che poi – alla scomparsa del bambino – lo rigetta con scandalosa tranquillità. E scandaloso è il comportamento di Ferdinand, il giovane medico fidanzato della sorella di Hugo, carrierista convinto che vede in Toni colei che gli ricorda, con la sua sola presenza, le stesse basse origini e con volgare veemenza vuole allontanarla. E anche la remissività della madre, Betty, alla fine diventa uno strumento contro la presenza della ragazza. Così, i pochi che vorrebbero accogliere la straniera, devono soccombere di fronte alle granitiche certezze di un ambiente che ne vuole l’esclusione. L’estranea, la straniera è colei che ti mette di fronte alle tue paure, mette in crisi le tue certezze e l’ambiente in cui vivi. Schnitzler – prosegue Però – racconta questa storia con grande e crudele lucidità, ma lo fa sempre in punta di penna, con leggerezza, con un dialogo veloce e brillante, e solo alla fine ti rendi conto del disegno perfetto di questo, quasi inconsapevole, atto criminoso. Oggi, come nella Vienna di fine Ottocento, feroce è l’attacco di Schnitzler alla società, un attaccocostruito senza alcuna forzatura. Grazie alla sapiente costruzionedei dialoghi e delle scene, il pubblico ètrascinato dentro questa commedia amara. Solo alla chiusura del sipario – conclude il regista – il pubblico si renderà conto diaver assistito al lucido smascheramento dei latioscuri e perversi di una società».

Giunta al successo col film di Gabriele Salvatores Nirvana (1997), Stefania Rocca ha interpretato numerosi film tra cui Pene d’amor perdute (2000) di Kenneth Branagh, Heaven (2002) di Tom Tykwer, Casomai (2002) di Alessandro D’Alatri, La bestia nel cuore (2005) di Cristina Comencini e Il terzo tempo (2013) di Enrico Maria Artale. Numerose anche le serie televisive di successo da lei interpretate: da Tutti pazzi per amore a Edda Ciano e il comunista, da Una grande famiglia ad Adriano Olivetti – La forza di un sogno. Anche Franco Castellano ha legato il suo nome a numerose serie televisive di successo. Tra le sue più celebri interpretazioni teatrali, quella del dentista Giuliano Foch in Fiore di Cactus  di Pierre Barillet e Jean Pierre Gredy accanto a Eleonora Giorgi e a Giorgia Trasselli.

Gli altri interpreti di Scandalo sono Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Astrid Meloni, Alessio Bernardi e Leon Kelmendi. Di Antonio Fiorentino le scene, di Andrea Viotti i costumi, di Pasquale Mari le luci e di Antonio Di Pofi le musiche.

Dopo la “prima” di martedì, repliche tutte le sere alle ore 20.45 fino a sabato. L’ultima replica, domenica 13 dicembre, è alle ore 16.00.

Giovedì 10 alle ore 18.00, al Teatro Nuovo, Stefania Rocca, Franco Castellano e gli altri interpreti dello spettacolo incontreranno il pubblico. L’ingresso all’incontro è libero.

Info e vendita biglietti al Teatro Nuovo, tel. 0458006100.

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