Sogno di una notte di mezza sbornia con Luca De Filippo
Teatro Nuovo di Verona
13-18 gennaio 2015
15 Gennaio ore 17.00 – GLI INCONTRI DEL GRANDE TEATRO
Gli interpreti dello spettacolo incontrano il pubblico. Un’occasione imperdibile per conoscere da vicino i protagonisti di questa edizione. Conducono, a turno, Lorenzo Reggiani e Betty Zanotelli.
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA
13-14-15-16-17-18 Gennaio
regia Armando Pugliese
Informazioni / cast
La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA
di Eduardo De Filippo
(liberamente tratta dalla commedia “La fortuna si diverte” di Athos Setti)
con Luca De Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo
e (in ordine alfabetico)
Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero, Paola Fulciniti
regia Armando Pugliese
scene Bruno Buonincontri
costumi Silvia Polidori
musiche Nicola Piovani
luci Stefano Stacchini
Elledieffe srl
Galleria video
Personaggi ed Interpreti:
Filomena Grifone Carolina Rosi
Gina Grifone, sua figlia Viola Forestiero
Carolina Paola Fuliciniti
Arturo Grifone, figlio di Filomena Giovanni Allocca
Pasquale Grifone, marito di Filomena Luca De Filippo
Sciuscella, Grazone Nicola Di Pinto
Giovanni, cameriere Gianni Cannavacciuolo
Assunta, cameriera Carmen Annibale
Jack, giovane americano Massimo De Matteo
Medico Nicola Di Pinto
regia Armando Pugliese
scene Bruno Buonincontri
costumi Silvia Polidori
musiche Nicola Piovani
luci Stefano Stacchini
aiuto regia Norma Martelli aiuto scene Raffaella Giraldi aiuto costumi Emanuela Velardo
direttore di scena Ivan De Paola macchinista Francesco Scognamiglio
datore luci Danilo Cencelli sarta Pina Sorrentino
scene Maestri di Scena costumi Sartoria Farani calzature Pompei parrucche Rocchetti & Rocchetti
materiale elettrico Ifet trasporti Move & Show Service Futura
grafica ArkÄ progetto web Angelo CannatÅ
segreteria di produzione Deborah Frate Sabrina Competiello
produzione e amministrazione Alessandro Mattias organizzazione Ornella Vannetti
Galleria fotografica
Dopo il lavoro degli ultimi anni, durante i quali ‚ stato realizzato un puntuale approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo del primo dopoguerra, con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone un nuovo progetto, questa volta specificatamente tematico, sui testi di Eduardo, in un percorso che porterƒ successivamente all’allestimento di “Non ti pago”, che lo stesso Eduardo definisce “una commedia molto comica che secondo me ‚ la piƒ tragica che io abbia scritto” .
Infatti “Sogno di una notte di mezza sbornia” – scritta da Eduardo nel 1936- ne ‚ il prologo naturale: si parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’ umanitƒ dolente, che solo in questo modo ha la capacitƒ di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente.
Questa commedia fu tratta da “La fortuna si diverte”, scritta da Athos Setti nel 1933 per la scena toscana; fu poi rappresentata nel 1934 da Ettore Petrolini in romanesco con il titolo “La fortuna di Cec‚” e da Angelo Musco in siciliano come “La Profezia di Dante” per arrivare nel ’37 al Teatro Umoristico dei De Filippo col titolo e l’adattamento che conosciamo, con numerose riprese durante le varie stagioni dato lo straordinario successo riscontrato. La commedia fu valutata dalle recensioni dell’epoca tra le pi† esilaranti che la compagnia Umoristica “I De Filippo” abbia mai messo in scena.
“…Attraverso questo lavoro Eduardo ha l’opportunit† di indagare profondamente sui linguaggi, le forme, i ritmi teatrali, […] di fare propria una commedia scritta da altri restituendo alla collettivit† teatrale la sua identità† di artista e di creatore.” (R. De Simone) Utilizzando lo stile comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma della classica e antica tradizione teatrale napoletana con le tematiche che saranno sviluppate appieno nelle sue commedie successive. Al centro di “Sogno di una notte di mezza sbornia” c’‚ dunque il popolare gioco del lotto, dove per‡ qui la scommessa si pone fra la vita e la morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti.
Nello sviluppo della commedia ‚ inoltre presenza sostanziale la comunitƒ dei familiari e degli amici, stretta intorno al protagonista ed al suo dramma forse pi† per egoistico interesse personale che per solidarietƒà e sostegno, una comunitƒ grazie alla quale Eduardo pu‡ declinare il carattere corale e sfaccettato della sua drammaturgia.
E poi, soprattutto, c’‚ il finale che non chiude, ma rilancia una sorpresa che non si consuma mai, fra gioco dell’esistenza e gioco della scena. Ancora una volta Eduardo, in modo ironico e intelligente, pungente e raffinato, ci propone un’occasione di riflessione sul nostro modo di stare al mondo.
Breve sinossi
A Pasquale Grifone, un povero facchino, piace alzare il gomito e quando beve fa sogni strani, cosˆì da ricevere la “visita” di Dante Alighieri, del quale gli era stato regalato un busto in gesso. Il Poeta suggerisce all’uomo quattro numeri da giocare al lotto, sottolineando per‡ che essi rappresentano anche la data e l’ora della sua morte. Di lˆ a poco, la quaterna esce e Pasquale vince una forte somma di denaro; la famiglia si adatta prestissimo alle nuove condizioni e nessuno si preoccupa della crescente disperazione del povero Pasquale, terrorizzato dalla sua “imminente” morte, cercano anzi di convincerlo del fatto che si tratti solo di una sciocca superstizione. Il giorno annunciato per‡ la famiglia si veste a lutto: tutti, ormai, sono convinti che quelli siano gli ultimi momenti di vita dell’uomo ma quando il pericolo sembra ormai scongiurato un colpo di scena riapre il gioco…
DURATA SPETTACOLO
2 ore e 15 minuti compreso l’intervallo
«Sono un artigiano
del teatro: cominciai
e non ho più smesso»
domenica 11 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 59
Luca De Filippo e Carolina Rosi
Sogni, numeri al lotto, fortuna, poveri diavoli e destino bizzarro. Al teatro Nuovo martedì debutterà a Verona Sogno di una notte di mezza sbornia, protagonista il figlio di Eduardo, Luca De Filippo, per la regia di Armando Pugliese (fino a sabato alle 20,45, domenica alle 16). Una produzione Elledieffe il cui titolo ammicca scherzosamente a Shaakespeare ma è la rivisitazione in napoletano, fatta da Eduardo nel 1936, dell’opera in toscano La fortuna si diverte del livornese Athos Setti, autore molto caro a De Filippo, cavallo di battaglia anche in altre varianti dialettali: in romanesco scritta da Ettore Petrolini nel 1934 (la intitolò La fortuna di Cecè) e in siciliano scritta da Angelo Musco (chiamata La profezia di Dante).
È uno degli spettacoli più esilaranti realizzati dalla compagnia dei De Filippo e annovera nel cast Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero. Le musiche sono di Nicola Piovani. Ci sarebbe anche Carolina Rosi, la figlia del regista Francesco, ma con ogni probabilità dovrebbe essere assente per la morte del padre.
Luca De Filippo, lei sarà Pasquale Grifone.
È un povero diavolo che per sbarcare il lunario per sé e la famiglia si arrangia. A casa sua aleggia una miseria pesante ed egli fa lavori umili, dal facchino al commerciante di vino, e ogni tanto beve troppo.
Perché questo lavoro piaceva tanto a suo padre e anche lei l’ha ripreso?
È un adattamento di Eduardo di un testo di Athos Setti e ne sono state fatte diversi versioni dialettali, Renato Musco in siciliano, Ettore Petrolini in romanesco, noi in napoletano. Si tratta di una storia densa di ruoli divertenti in contrapposizione, sia al suo interno che in relazione con la società esterna.
Chi tiene in realtà le redini in casa Grifone?
Filomena, la moglie. È il vero capo ma è anche succube del marito e talvolta ne ha paura.
Che cosa rappresenta il busto di Dante che troneggia in casa Grifone?
Gli è stato regalato da un avvocato e ognuno gli può attribuire il significato che vuole. È comunque un’autorità, il protettore della casa, anche se nessuno in famiglia sa davvero chi fosse l’Alighieri e tanto meno ci si è sognati di leggere la Divina Commedia.
È ben altro il sogno di Grifone. Diventare ricco.
Sì, e accade. Dante gli dà i numeri che poi lo faranno vincere al lotto, ma il sommo poeta gli preannuncia anche la data della sua morte. Pasquale, infatti, vince ma l’incubo di quella data fatidica che incombe lo sconvolge. Conicità e dramma si fondono, come del resto in tutte le commedie di Eduardo.
Si può dire che questa commedia è il preludio al Non ti pago?
Sì. Non ti pago tra l’altro è il mio prossimo progetto. Inizierà a lavorarci a primavera per debuttare ad ottobre.
Altri lavori in cantiere?
L’allestimento di La paura numero uno, di Eduardo. Riguarda la vicenda di un uomo che vive nel terrore che scpppi la terza guerra mondiale. È tutta da leggere e da scoprire. Una trama molto bella.
Nel luglio 2013 lei ha ricevuto al Teatro Romano il 57° Premio Renato Simoni alla carriera. Come definisce il suo percorso professionale?
Non gli dò significato artistico ma di artigianato.
Il suo suggerimento ai giovani attori e autori?
Prepararsi bene e riempirsi la vita di questo mestiere.
Ha debuttato da bimbo nel 1955 in Miseria e nobiltà…
Ho cominciato per caso, e poi non ho più smesso. Mi ci sono trovato e non rimpiango altro.
Vorrebbe raccontare un ricordo su suo padre?
Preferisco di no.
«SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA» con la Compagnia Luca De Filippo e la regia di Arman
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domenica 11 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 59
«SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA» con la Compagnia Luca De Filippo e la regia di Armando Pugliese, va in scena da martedì 13 a sabato 17 gennaio alle 20,45 e domenica 18 gennaio alle 16 al Nuovo, per il Grande Teatro. Giovedì alle 17 l’incontro con gli attori intervistati da Lorenzo Reggiani, ad ingresso libero. Sarà presente Claudio Capitini che nel suo libro Le voci del teatro (Marsilio) ha dedicato delle pagine a Luca De Filippo.
Scritta da Eduardo De Filippo nel 1936, questa commedia dal titolo «shakespeariano» non ha mai smesso di divertire. Luca De Filippo, figlio di Eudardo, è il protagonista nei panni di Pasquale Grifone, un facchino che fatica a sbarcare il lunario, e spesso si addormenta ubriaco. Una notte gli appare Dante Alighieri che gli annuncia quattro numeri da giocare al lotto, avvertendolo che indicano anche la sua data di morte. Pasquale gioca i numeri, vince e diventa ricco, ma è angosciato dalla paura che si avveri anche la seconda parte della profezia. Il giorno fatidico all’ora fatidica l’uomo si sente male, la famiglia si veste a lutto e chiama il dottore. Pasquale si riprende, vorrebbe festeggiare lo scampato pericolo… ma c’è ancora un colpo di scena.
Nel cast Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero e Paola Fulciniti. Scene di Bruno Buonincontri, musiche del premio Oscar Nicola Piovani, costumi di Silvia Polidori, luci di Stefano Stacchini.
Carolina Rosi non ci sarà
Il padre Francesco
venne al Nuovo nel 2003
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domenica 11 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 59
Francesco Rosi nel 2003 al Nuovo con Mariangela D’Abbraccio
Con la compagnia, in scena al Nuovo, era previsto che recitasse anche Carolina Rosi ma l’attrice, colpita dal lutto per la morte del padre, il regista Francesco Rosi, quasi sicuramente non sarà tra gli interpreti di Sogno di una notte di mezza sbornia. Già nei giorni scorsi, compresa la tappa di Bologna della tournée, Carolina era rimasta accanto al padre ed era stata sostituita da un’altra attrice della compagnia. Si deciderà, comunque, dopo i funerali.
Al Nuovo, Francesco Rosi era stato nel 2003. Venne a Verona dov’era in programma una «quattro giorni» cinematografica dedicata a lui a corollario della commedia Napoli milionaria! di cui curava la regia. Venne ricevuto dall’allora sindaco Paolo Zanotto e una selezione di suoi film fu proiettata proprio al Nuovo ( Salvatore Giuliano, Le mani sulla città, Carmen, Uomini contro e Tre fratelli). Come è consuetudine per Il Grande Teatro, i protagonisti dello spettacolo in cartellone incontrarono il pubblico: Francesco Rosi si presentò così insieme a Luca De Filippo e a Mariangela D’Abbraccio al Nuovo.
La legalità, l’onestà sono principi portanti in Napoli milionaria!, incarnati da Gennaro. Vale ancora oggi la sua lezione?, fu chiesto al regista. «L’opera è più che mai attuale in questo momento storico che viviamo», rispose Rosi. «Tratta di temi che sono sotto i nostri occhi, la guerra, il degrado, la perdita dei valori. Il monito di Eduardo è recuperare tali valori, persi di vista momentaneamente, ma ritrovabili: la famiglia, l’amore, la solidarietà umana e, soprattutto, la legalità. Ho pensato che fare questa commedia fosse un’occasione da non perdere per rammentare il pensiero dell’autore e ho accettato con entusiasmo, ripagato dal successo che ora sta raccogliendo in tutte le città in cui si ferma, dal Sud al Nord, indistintamente, segno dell’universalità dei suoi contenuti».
Rosi si era soffermato particolarmente sulla figura di Eduardo, per il quale nutriva grande stima e ammirazione: non ne condivide solo i natali partenopei, ma anche la volontà di rispecchiare nella propria arte la realtà circostante: «Eduardo», disse, «ricordava di aver scritto la commedia di getto, quasi come un articolo, partendo dal considerare le deleterie conseguenze della guerra; Napoli milionaria! raffigura la realtà, è la nascita del neorealismo a teatro, come il contemporaneo film di Rossellini Roma città aperta segna la nascita del neorealismo al cinema. De Filippo in scena, dopo il primo atto, sentì il bisogno di affacciarsi al pubblico e puntualizzare che fino a quel momento era stata rappresentazione di stampo ottocentesco, ma dal secondo atto si sarebbe visto quello che sarebbe stato il suo nuovo concetto di fare teatro. E infatti nel secondo e terzo atto subentra una nuova, intensa sostanza drammatica; c’è la forte volontà di Eduardo/Gennaro di partecipare alla rinascita del paese, non solo materiale, ma morale».
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