Silent Fireflies, drammaturgia urbana itinerante + Accessibile è meglio
Carlo Presotto e Sara Toppan de La piccionaia testimoni di accessibilità per disMappa al termine della passeggiata urbana Silent Fireflies
Galleria fotografica Silent Play a Verona con partenza e arrivo al Teatro Nuovo
Esperimento di drammaturgia dei luoghi con speciali cuffie luminescenti
Immaginate che architetture, piazzette e vicoli del centro storico, diventino la scenografia di un racconto itinerante. Con attore protagonista la luce dell’imbrunire e colonna sonora i suoni della natura che si alternano a quelli del paesaggio urbano. A fare da spettatori persone che, ordinatamente in fila come in un corteo di “lucciole”, si lascia condurre dalla voce di un attore performer, supportato da innovative audioguide, tra le pagine di un libro a cielo aperto, per riscoprire una lettura della propria città del tutto nuova. Si chiama drammaturgia dei luoghi ed è l’esperienza proposta dal centro di produzione teatrale La Piccionaia (Vicenza) e il Teatro Nuovo di Verona, a una trentina di veronesi, che, muniti di cuffie luminescenti con sistema whisper-radio, hanno percorso un itinerario all’ascolto dei luoghi, sperimentando le trasformazioni della luce nello spazio urbano e il dialogo tra elemento naturale e arte dell’uomo, ovvero tra pensieri ed emozioni. «La luce condiziona l’etologia degli animali quanto la biologia delle piante, ma anche la psiche dell’uomo e il linguaggio dell’architettura (l’abside delle chiese paleocristiane è sempre orientata a Est, dove sorge il sole, i cui raggi possono farsi spazio nell’oscurità)», ha spiegato Carlo Presotto de La Piccionaia, padre del progetto Instant SilentPlay, sostenuto dalla Regione Veneto. Da piazza delle Poste agli scavi romani di via Leoni, fino al quartiere Filippini, passando per la facciata di San Fermo Maggiore, ogni tappa ha preso la forma di un “monologo”, recitato ora dal gioco di luci e ombre riflesso su un edificio, ora da un viale ciottoloso o le imposte aperte di una finestra. Una passeggiata-conversazione scandita da un copione a più voci, integrata dai versi e brani musicali tramessi dalle audioguide. Scena finale: un magico notturno sulle sponde dell’Adige, intonato dalle luci artificiali dei lampioni e quelle appena accennate delle stelle, in contrappunto con i riflessi sull’acqua.Uno spettacolo in cui l’innovazione digitale si mette al servizio della valorizzazione dei beni culturali e «attraverso una narrazione interattiva e sinestetica, ci consente di riscoprire i luoghi consueti ma inaspettati del nostro quotidiano. Un’idea affascinante», commenta Paolo Valerio, direttore artistico del Teatro Nuovo, «che è anche una sorta di educazione al sentimento, tramite l’enfatizzazione delle percezioni».