Sgarbi e Carusi, Discorso a due
Teatro Ristori di Verona
Mercoledì 2 novembre 2016, ore 20.30
Un dialogo fra arte e musica classica, lo spettacolo sfrutta l’eccellente acustica del teatro e le apparecchiature multimediali di cui il Ristori è dotato per mettere in relazione l’arte musicale del pianista Nazzareno Carusi, “musicista di altissimo valore” come l’ha definito Riccardo Muti, e il critico d’arte per eccellenza, Vittorio Sgarbi. Il “Discorso a Due” è un’idea originale che il musicista Nazzareno Carusi, per sua stessa ammissione, poteva realizzare solo con Vittorio Sgarbi. Al debutto, nel 2010, è seguita, l’anno dopo, l’assegnazione allo spettacolo del Premio Lunezia, istituito da Fabrizio de André e Fernanda Pivano, come “migliore recital musicale dell’anno”. Il “Discorso a Due” va in scena raramente, per la eccezionalità della coppia di protagonisti. Ma, quando accade, i palcoscenici sono i maggiori d’Italia: tra gli altri il “Festival Verdi” di Parma, il “Festival delle Nazioni” di Città di Castello e gli “Incontri Asolani”. Il pianista Carusi racconta così l’incontro con Sgarbi: “Eravamo insieme in tv, ospiti a Mattino Cinque. Cominciammo a parlare e gli ricordai quanto mi avesse colpito anni prima averlo sentito leggere alcuni versi di John Donne. E aggiunsi che per un mio progetto avevo bisogno proprio di lui”.. “Sgarbi è un uomo immensamente colto, capace di un’incredibile lettura espressiva e di collegare e spiegare a chiunque, a braccio, l’arte di ogni tempo e di ogni genere”, sottolinea il pianista Carusi. “Capacità che Vittorio Sgarbi ha nelle dimensioni del genio. Mi rispose di sì e nacque il “Discorso a Due”, che è una delle più grandi gioie della mia carriera”. Da parte sua, il critico d’arte Sgarbi osserva che “Nazzareno Carusi è un musicista sofisticato e un pianista travolgente, perché alla evidente potenza d’interprete somma una personalità e una cultura profonda ed eclettica, la cui misura va oltre i confini musicali”. “Carusi ha poi un talento naturale d’immedesimazione artistica e letteraria”, sottolinea Sgarbi. “E possiede un carattere forte, condizione necessaria per stabilire quella complicità di anime che fa del ‘Discorso a Due’ un pezzo unico. Infine, con il tempo, l’ammirazione reciproca è diventata certamente un’amicizia sincera e radicata. E questo non era affatto scontato”.