L’Università di Verona e il giornale Verona In hanno organizzato un incontro con Serge Latouche, saggista e professore emerito di Scienze economiche all’Università di Paris-Sud, che si svolgerà giovedì 13 novembre alle 20,45 nell’aula T2 del Polo Zanotto. Sul tema della serata, Decrescita come via di uscita dalla crisi, con l’economista e filosofo francese dialogheranno Olivia Guaraldo, docente di filosofia politica dell’Università di Verona e Paolo Ricci, medico epidemiologo della redazione cultura di Verona In e ispiratore dell’evento. Serge Latouche, attraverso argomentazioni teoriche e con un approccio empirico comprensivo di numerosi esempi, critica il concetto di sviluppo e le nozioni di razionalità ed efficacia economica. Secondo Latouche queste appartengono a una visione del mondo che mette al primo posto il fattore economico, mentre invece si tratta di «far uscire il martello economico dalla testa», cioè di decolonizzare l’immaginario occidentale che è stato colonizzato dall’economicismo sviluppista. Università degli Studi

Serge Latouche: la decrescita per uscire dalla crisi


Giovedì 13 novembre 2014 alle 20,45
Aula T2 del Polo Zanotto – Università degli Studi di Verona

Latouche a Verona: «Decrescita come via di uscita dalla crisi»

Serge Latouche

L’Università di Verona e il giornale Verona In hanno organizzato un incontro con Serge Latouche, fautore della decrescita, che si svolgerà giovedì 13 novembre alle 20,45 nell’aula T2 del Polo Zanotto.

L’Università di Verona e il giornale Verona In hanno organizzato un incontro con Serge Latouche, saggista e professore emerito di Scienze economiche all’Università di Paris-Sud, che si svolgerà giovedì 13 novembre alle 20,45 nell’aula T2 del Polo Zanotto. Sul tema della serata, Decrescita come via di uscita dalla crisi, con l’economista e filosofo francese dialogheranno Olivia Guaraldo, docente di filosofia politica dell’Università di Verona e Paolo Ricci, medico epidemiologo della redazione cultura di Verona In e ispiratore dell’evento.

Serge Latouche, attraverso argomentazioni teoriche e con un approccio empirico comprensivo di numerosi esempi, critica il concetto di sviluppo e le nozioni di razionalità ed efficacia economica. Secondo Latouche queste appartengono a una visione del mondo che mette al primo posto il fattore economico, mentre invece si tratta di «far uscire il martello economico dalla testa», cioè di decolonizzare l’immaginario occidentale che è stato colonizzato dall’economicismo sviluppista.

In questo quadro Latouche critica anche il cosiddetto “sviluppo sostenibile”, espressione che a prima vista suona bene, ma che in realtà è profondamente contraddittoria e rappresenta un tentativo estremo di far sopravvivere lo sviluppo, cioè la crescita economica, facendo credere che da essa dipenda il benessere dei popoli. I numerosi testi di Latouche invece evidenziano che i maggiori problemi ambientali e sociali del nostro tempo sono dovuti proprio alla crescita ed ai suoi effetti collaterali; di qui l’urgenza di una strategia di decrescita, incentrata sulla sobrietà, sul senso del limite per tentare di rispondere alle gravi emergenze del presente.

(fonte Verona In)

Serge Latouche
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Serge Latouche
Serge Latouche (Vannes, 12 gennaio 1940) è un economista e filosofo francese.

È uno degli animatori della Revue du MAUSS[1], presidente dell’associazione «La ligne d’horizon», è professore emerito di Scienze economiche all’Università di Parigi XI e all’Institut d’études du developpement économique et social (IEDES) di Parigi.

Indice [nascondi]
1 Pensiero
2 Opere
3 Note
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Pensiero[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi L’occidentalizzazione del mondo e Decrescita.
È tra gli avversari più noti dell’occidentalizzazione del pianeta e un sostenitore della decrescita[2] conviviale e del localismo (o localizzazione).

Conosciuto per i suoi lavori di antropologia economica, Serge Latouche critica il concetto di economia intesa in modo formale, ossia come attività di mera scelta tra mezzi scarsi per poter raggiungere un fine. Rifacendosi in tal senso al pensiero di Karl Polanyi egli mira a proporre nelle sue opere il concetto dell’economico, rifacendosi alla definizione di economia sostanziale, intesa come attività in grado di fornire i mezzi materiali per il soddisfacimento dei bisogni delle persone[3].

Critica, attraverso argomentazioni teoriche e con un approccio empirico comprensivo di numerosi esempi, il concetto di sviluppo e le nozioni di razionalità ed efficacia economica. Queste infatti appartengono ad una visione del mondo che mette al primo posto il fattore economico; per Latouche invece si tratta di “far uscire il martello economico dalla testa”, cioè di decolonizzare l’immaginario occidentale[4], che è stato colonizzato dall’economicismo sviluppista[5]. In questo quadro egli critica anche il cosiddetto “sviluppo sostenibile”, espressione che a prima vista suona bene, ma che in realtà è profondamente contraddittoria, e rappresenta un tentativo estremo di far sopravvivere lo sviluppo, cioè la crescita economica, facendo credere che da essa dipenda il benessere dei popoli. I numerosi testi di Latouche invece evidenziano che i maggiori problemi ambientali e sociali del nostro tempo sono dovuti proprio alla crescita ed ai suoi effetti collaterali; di qui l’urgenza di una strategia di decrescita, incentrata sulla sobrietà, sul senso del limite, sulle “8 R” (riciclare, riutilizzare ecc.) per tentare di rispondere alle gravi emergenze del presente.

Nemico del consumismo e della razionalità strumentale, Latouche è un intellettuale che presenta tratti assai personali ed è stato introdotto nel dibattito italiano da gruppi culturali sia della destra radicale che della sinistra antagonista.[6]

Latouche è uno dei critici più acuti della ideologia universalista dalle connotazioni utilitariste: rifacendosi anche alle concezioni di Marcel Mauss e di Ivan Illich, rivendica la liberazione della società occidentale dalla dimensione universale economicista.

A coloro che nel mondo contemporaneo mettono in discussione la prospettiva universalista, cioè la pretesa della civiltà occidentale di imporre a tutto il mondo una serie di valori considerati validi per tutto il genere umano si obietta d’altra parte che criticando l’universalismo, si può finire nel relativismo e nel particolarismo. Non è stato forse il particolarismo, inteso come l’esaltazione delle culture particolari quello che spesso ha generato divisioni e lotte in nome di una ristretta, egoistica, visione della propria identità?

Latouche ribalta questa accusa addossandola proprio all’universalismo che non è altro che una creazione ideologica occidentale, di un occidente che in nome della propria identità, dell’identità della tribù occidentale, come dice Rino Genovese[7], pretende d’imporre un imperialismo culturale al resto del mondo.

Contro l’universalismo Latouche rivendica invece la necessità di

« valorizzare l’aspirazione a un dialogo fra le culture, a una coesistenza delle culture. Per questo alla prospettiva dell’universalismo [opponendo] piuttosto un “universalismo plurale,” che consiste nel riconoscimento e nella coesistenza di una diversità, e nel dialogo fra queste diversità.[8] »
Opere[modifica | modifica wikitesto]
Epistémologie et économie. Essai sur une anthropologie sociale freudo-marxiste, Paris, Anthropos, 1973.
Le Projet marxiste. Analyse économique et matérialisme historique, Paris, PUF, 1975.
La dévaluation. Theorie et pratique des devaluations et des reevaluations, come Pierre-Huert Breton, con Armand-Denis Schor, Paris, PUF, 1976.
Critique de l’impérialisme. Une analyse marxiste non léniniste de l’Impérialisme, Paris, Anthropos, 1979.
Pratique économique et pratique symbolique. Direction, présentation et contribution, Paris, Anthropos, 1980.
Le procès de la science sociale. Introduction a une theorie critique de la connaissance, Paris, Anthropos, 1984.
Faut-il refuser le développement? Essai sur l’anti-economique du tiers-monde, Paris, PUF, 1986.
I profeti sconfessati. Lo sviluppo e la deculturazione, Molfetta, La Meridiana, 1995. ISBN 88-85221-47-5.
L’Occidentalisation du monde. Essai sur la signification, la portée et les limites de l’uniformisation planétaire, Paris, La découverte, 1989.
L’occidentalizzazione del mondo. Saggio sul significato, la portata e i limiti dell’uniformazione planetaria, Torino, Bollati Boringhieri, 1992. ISBN 88-339-0655-8.
La Planète des naufragés. Essai sur l’après-developpement, Paris, La découverte, 1991.
Il pianeta dei naufraghi. Saggio sul doposviluppo, Torino, Bollati Boringhieri, 1993. ISBN 88-339-0731-7.
La Mégamachine. Raison technoscentifique, raison économique et mythe du progrès. Essais a la memoire de Jacques Ellul, Paris, La découverte-MAUSS, 1995.
La Megamacchina. Ragione tecnoscentifica, ragione economica e mito del progresso. Saggi in memoria di Jacques Ellul, Torino, Bollati Boringhieri, 1995. ISBN 88-339-0919-0.
L’économie dévoilée, du budget familial aux contraintes planétaires, Paris, Autrement, 1995.
L’economia svelata. Dal bilancio familiare alla globalizzazione, a cura di, Bari, Dedalo, 1997. ISBN 88-220-6186-1.
L’autre Afrique. Entre don et marché, Paris, Albin Michel, 1998.
L’altra Africa. Tra dono e mercato, Torino, Bollati Boringhieri, 1997. ISBN 88-339-1045-8; 2000. ISBN 88-339-1294-9.
Il pianeta uniforme. Significato, portata e limiti dell’occidentalizzazione del mondo, Torino, Paravia scriptorium, 1997. ISBN 88-395-9103-6.
Les dangers du marché planétaire, Paris, Presses de Sciences Po, 1998.
Il mondo ridotto a mercato, Roma, Edizioni Lavoro, 1998. ISBN 88-7910-802-6.
Critique de la raison économique. Introduction à la théorie des sites symboliques, con Fouad Nohra, Hassan Zaoual, Paris-Montreal, L’harmattan, 1999.
Immaginare il nuovo. Mutamenti sociali, globalizzazione, interdipendenza Nord-Sud, con Antonio Torrenzano, Torino, L’Harmattan Italia, 2000. ISBN 88-87605-22-X.
La Planète uniforme, 2000.
La fine del sogno occidentale. Saggio sull’americanizzazione del mondo, Milano, Elèuthera, 2002. ISBN 88-85060-63-3; 2010. ISBN 978-88-89490-78-5.
Le defi de Minerve, 2000 La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea, Torino, Bollati Boringhieri, 2000. ISBN 88-339-1251-5.
La déraison de la raison économique. Du délire d’efficacité au principe de précaution, 2001.
L’invenzione dell’economia, Casalecchio, Arianna, 2001. ISBN 88-87307-20-2; 2005. ISBN 88-87307-20-2; Torino, Bollati Boringhieri, 2010. ISBN 978-88-339-2045-0.
Justice sans limites. La défi de l’éthique dans une économie mondialisée, Paris, Fayard, 2003.
Giustizia senza limiti. La sfida dell’etica in una economia globalizzata, Torino, Bollati Boringhieri, 2003. ISBN 88-339-1452-6.
Décoloniser l’imaginaire. La Pensée créative contre l’économie de l’absurde, 2003.
Il pensiero creativo contro l’economia dell’assurdo, Bologna, EMI, 2002. ISBN 88-307-1195-0; 2004. ISBN 88-307-1355-4.
Le retour de l’ethnocentrisme, 2003.
Il ritorno dell’etnocentrismo. Purificazione etnica versus universalismo cannibale, a cura di, Torino, Bollati Boringhieri, 2003. ISBN 88-339-1466-6.
Altri mondi, altre menti, altrimenti. Oikonomia vernacolare e società conviviale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004. ISBN 88-498-0877-1.
Obiettivo decrescita, con altri, Bologna, EMI, 2004. ISBN 88-307-1392-9.
Survivre au développement. De la décolonisation de l’imaginaire économique à la construction d’une société alternative, Paris, Mille et une nuits, 2004.
Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell’immaginario economico alla costruzione di una società alternativa, Torino, Bollati Boringhieri, 2005. ISBN 88-339-1623-5.
L’invention de l’économie, 2005.
L’invenzione dell’economia, Torino, Bollati Boringhieri, 2010. ISBN 978-88-339-2045-0.
Le pari de la décroissance, 2006.
La scommessa della decrescita, Milano, Feltrinelli, 2007. ISBN 978-88-07-17136-9; 2009. ISBN 978-88-07-72131-1.
Petit traité de la décroissance sereine, 2007.
Breve trattato sulla decrescita serena, Torino, Bollati Boringhieri, 2008. ISBN 978-88-339-1869-3.
La sfida della decrescita. Il sistema economico sotto inchiesta, con Riccardo Petrella ed Enrique Dussel, Città di Castello, L’Altrapagina, 2008. ISBN 978-88-87530-23-8.
Enzo Barnabà e Serge Latouche, Sortilegi : racconti africani, Torino, Bollati Boringhieri, 2008. ISBN 9788833919355.
Entre mondialisation et décroissance. L’autre Afrique, Lyon, A plus d’un titre, 2008.
Mondializzazione e decrescita. L’alternativa africana, Bari, Dedalo, 2009. ISBN 978-88-220-6305-2.
Enzo Barnabà, Il ventre del pitone, Bologna, Editrice missionaria italiana, 2010. ISBN 9788830719392.
Sortir de la société de consommation, 2010.
Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita, Torino, Bollati Boringhieri, 2011. ISBN 978-88-339-2211-9.
Le temps de la décroissance, con Didier Harpages, Thierry Magnier, 2010.
Il tempo della decrescita. Introduzione alla frugalità felice, Milano, Eleuthera, 2011. ISBN 978-88-969040-1-5.
De-growth, Inequality and Poverty ,:in Paolo Ventura, Enrique Calderon , Michela Tiboni, Sustainable development Policies for Minor Deprived Urban Communities, Milano, McGraw-Hill, 2011.pp 71-79 ISBN 978-88-386-7282-8.
Vers une société d’abondance frugale. Contresens et controverses sur la décroissance, 2011.
Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita, Torino, Bollati Boringhieri, 2012. ISBN 978-88-339-2273-7.
Y aura-t-il une vie après le développement?, trad. it di Didier Contadini, Ci sarà ancora vita dopo lo sviluppo?, in Roberto Colonna (a cura di), America Latina e Occidente, Salerno, Arcoiris, 2012, pp. 159–174.
Limite, trad. it Fabrizio Grillenzoni, Torino, Bollati Boringhieri, 2012. ISBN 978-88-339-2363-5.
Incontri di un obiettore di crescita, Milano, Jaca Book, 2013. ISBN 978-88-16-41219-4.
Fine corsa. Intervista su crisi e decrescita, con Daniele Pepino, Torino, Gruppo Abele, 2013. ISBN 978-88-6579-038-0.
Usa e getta. Le follie dell’obsolescenza programmata, Torino, Bollati Boringhieri, 2013. ISBN 978-88-339-2437-3.
Note[modifica | modifica wikitesto]
^ Revue de MAUSS (Movimento anti-utilitarista nelle scienze sociali) è una rivista interdisciplinare fondata nel 1981 tra gli altri da Alain Caillé. Tratta argomenti di scienze economiche, antropologia, sociologia e filosofia politica. Il nome della rivista è un acronimo e nello stesso tempo un omaggio al celebre antropologo Marcel Mauss. L’antiutilitarismo professato si esprime nella critica all’economismo nelle scienze sociali e al razionalismo strumentale nella filosofia morale e politica. La rivista vuole suscitare e promuovere il terzo paradigma completando (o sostituendo) l’olismo e l’individualismo metodologico.
^ Serge Latouche: teoria e pratica sulla Decrescita
^ K. Polanyi, Economie primitive arcaiche e moderne, Einaudi, 1980, pag. 135.
^ Serge Latouche, Decolonizzare l’immaginario. Il pensiero creativo contro l’economia dell’assurdo, ed. EMI, 2004
^ Serge Latouche, Mondializzazione e decrescita. L’alternativa africana, edizioni Dedalo, 2009 pp.112 e sgg.
^ Serge Latouche, Ma la decrescita è di destra o di sinistra?, Liberazione, 9 ottobre 2005
^ La tribù occidentale. Per una nuova teoria critica (1995), Feltrinelli
^ Serge Latouche – Multiculturalismo e relativismo culturale (intervista)
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Anna Cossetta, Sviluppo e cooperazione. Idee, politiche, pratiche, Milano, FrancoAngeli, 2009. ISBN 978-88-568-0796-7.