San Martino castagne e vino (in Corte Mercato Vecchio)
Domenica 10 novembre dalle ore 15.30 alle 18.00, nella splendida cornice di Corte Mercato Vecchio, con punto di riferimento il Bar della Ragione, il Club di Giulietta organizza la Castagnata di San Martino.
dalle cantine viene l’odore del mosto e sotto la padella di ferro nero riluce la brace rossa delle castagne
Giuseppe Raimondi
Un’iniziativa per ricordare l’antica leggenda di San Martino, una giornata di festa autunnale che vuole rievocare un tempo trascorso, celebrato da molti scrittori italiani: Raimondi, Barbarani e Carducci, solo per citarne alcuni.
Sono in programma poesie, favole, musica e danze popolari, con il coordinamento di Barbara Vallani.Intervengono Guariente Guarienti, Barbara Avesani, Roberto Prisco, Giuseppina de Pernwerth, Astrid Aloni, Veronica Mesaroli, Sofia Lionetti, Jordie Duò, Gruppo “La Prilla”, Davide Zambelli.
Oltre a castagne e favette, viene offerto del buon vino per tutti
[toggle heading=”H3″ title=”San Martino”]
Martino nacque in Pannonia, l’odierna Ungheria, nel 316; era figlio di un ufficiale romano e fu educato nella città di Pavia, dove passò la sua infanzia fino all’arruolamento nella guardia imperiale all’età di quindici anni. A scuola Martino prese i primi contatti con i cristiani e, all’insaputa dei genitori, si fece catecumeno e prese a frequentare con assiduità le assemblee cristiane. La sua umiltà e la sua carità hanno dato vita ad alcune leggende tra cui quella in cui Martino incontrò un povero al quale donò metà del suo mantello; oppure quella dell’attendente che Martino considerava come un fratello, tanto da tenergli puliti i calzari.
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[toggle title=”La leggenda”] Era l’11 novembre: il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio mantello di guerriero. Ma ecco che lungo la strada c’è un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante per il freddo. Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. “Poveretto, – pensa – morirà per il gelo!” E pensa come fare per dargli un po’ di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito; ma per caso il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo. E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene un’idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto.
“Dio ve ne renda merito!”, balbetta il mendicante, e sparisce. San Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno, l’aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Ecco l’estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un bell’atto di carità ed anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il dono più gradito a Dio. Ma la storia di San Martino non finisce qui. Durante la notte, infatti, Martino sognò Gesù che lo ringraziava mostrandogli la metà del mantello, quasi per fargli capire che il mendicante incontrato era proprio lui in persona.
Tratto dal sito della parrocchia di S. Martino vescovo di Alpignano (To)
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[toggle title=”S. Martino nella Tradizione popolare”] Nelle campagne si diceva “Per San Martino ogni botte è vino” e ancora, “L’estate di San Martino: tre giorni e un pochinino”. Infatti, con le prime castagne si apriva il vino nuovo, il novello, e in questo periodo aveva termine l’anno lavorativo dei contadini. Se il padrone non li riconfermava per l’anno successivo, i contadini dovevano traslocare e cercare un’altro alloggio e un’altro padrone. Inoltre, agli inizi di novembre, spesso, la temperatura è stranamente più mite, c’è il sole, come, appunto, una specie di estate, ecco perchè “estate di San Martino”, come se fosse una chiusura della bella stagione e l’inizio dell’inverno, subito dopo l’11, quando la neve, poi, potrebbe arrivare da un momento all’altro.[/toggle]
Club di Giulietta
Tel. +39 045 533115
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[Toggle title=”San Martino di Giosuè Carducci”]
La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar.[/toggle]