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Romeo e Giulietta, la grande danza chiude l’Estate Teatrale Veronese


Teatro Romano di Verona
19-20 agosto 2016, ore 21.00

L’Estate Teatrale Veronese 2016 si chiude con la danza: il Romeo e Giulietta di Joëlle Bouvier su musica di Prokofiev proposto dal Ballet du Grand Théâtre di Genève, una delle compagnie più accreditate della scena europea.

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Fin dagli inizi del Novecento, il Grand Théâtre de Genève è stato uno dei teatri più rinomati d’Europa: in quei primi anni del secolo ha ospitato i più grandi danzatori del momento, da Isadora Duncan a Vaslav Nijinskij che si esibì insieme ai Ballets Russes di Diaghilev. Nel 1962, in occasione della sua riapertura dopo il violento incendio del 1951, si dota di una sua compagnia di balletto stabile sotto la direzione di Janine Charrat, alla quale succedono Patricia Neary, Peter van Dyck, Oscar Araiz, Gradimir Pankov, François Passard e Giorgio Mancini. Fin dalla sua fondazione, la compagnia ha avuto come obiettivo l’esplorazione della pluralità stilistica della danza del XX secolo, peculiarità che l’ha portata a collaborare con artisti del calibro di George Balanchine (che ne fu anche consigliere artistico dal 1970 al 1978), Michail Baryšnikov, Rudolf Nureyev, Jiří Kylián, Ohad Naharin, William Forsythe e Lucinda Childs.

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Il servizio di Elisabetta Gallina per Telearena

Attualmente il Ballet du Grand Théâtre di Genève è diretto da Philippe Cohen ed è composto da ventidue danzatori di diverse nazionalità che, partendo da una solida formazione classica, si dedicano a un repertorio composito che spazia dal neoclassico al contemporaneo. Ma la loro attività non si limita al palcoscenico: durante l’anno, infatti, oltre a essere impegnata in nuove creazioni e a partecipare a tournée internazionali, la compagnia propone progetti per le scuole e laboratori di coreografia.

Grande rappresentante della “nouvelle danse” francese, Joëlle Bouvier reinterpreta questo classico del Novecento sospeso tra astrazione e narrazione attraverso una rilettura, in chiave contemporanea, di grande fascino. La partitura musicale è incentrata sulle tre suite per orchestra estratte dal balletto dallo stesso Prokofiev.

«Ho scelto – spiega la coreografa – di non collocare la mia storia in un’epoca precisa restando atemporale per le scene e i costumi, poiché questa storia ha luogo, ha avuto luogo ed avrà luogo ancora e ovunque. Non ho neppure voluto seguire l’argomento della tragedia shakespeariana nei minimi dettagli, piuttosto concentrare la storia degli amanti di Verona sul canovaccio essenziale e sui momenti fondamentali».

Fin dal suo debutto nel 1938 a Brno, Romeo e Giulietta di Sergej Prokofiev ha interessato i coreografi di tutto il mondo e di qualsiasi stile. In origine la partitura del compositore, divisa in scene fortemente descrittive in aderenza alla concezione di interpretazione realistica del dramma teatrale, era stata concepita per autori di stampo accademico e infatti gran parte di essi è rimasta fedele alla scansione teatrale originale e all’interpretazione poetica suggerite dall’evocativa scrittura musicale di Prokofiev. Cosi hanno fatto Mikhail Lavrovsky, John Cranko, Kenneth MacMillan e Rudolf Nureyev.

Con l’avvento di una nuova generazione di coreografi di formazione meno istituzionale e fortemente intenzionata a sperimentare nuove modalità espressive e teatrali, la rilettura di Romeo e Giulietta, come di altri classici teatral-ballettistici, ha subito delle modifiche drammaturgiche e musicali spesso radicali. L’ambientazione è passata dalla Verona medievale ad altre situazioni nelle quali i contrasti sociali e razziali sono altrettanto plausibili (dal regime totalitario immaginato da Preljocaj al meridione italiano delle faide concepito da Monteverde) e la partitura di Prokofiev ha visto via via saltare alcuni “numeri” ritenuti superflui per il racconto. Nel caso recente di Romeo & Juliet di Mauro Bigonzetti, è stata addirittura “capovolta” per seguire le esigenze della nuova messa in scena.

Qualunque sia l’esito dell’approccio, il titolo resta tra i più amati e frequentati grazie alla sua tematica universale – l’unione di amore e morte – che il linguaggio corporeo e gestuale della danza riesce a trasmettere in tutta la sua potenza. Prima di Joëlle Bouvier sono state pochissime le coreografe attratte dal tema e dalla musica di Prokofiev: la più nota è Birgit Cullberg, autrice di una versione molto “concentrata” andata in scena al Teatro Romano nel 1984. Anche Bouvier punta all’essenziale. Da sempre fautrice di una danza molto emozionale, tesa a rivelare i più reconditi movimenti dell’anima, la coreografa ha scelto di andare direttamente ai nodi del dramma – l’amore che è più forte della morte – puntando a mettere a fuoco soprattutto i legami e le dinamiche interiori dei cinque personaggi chiave della storia eletti a simboli di passioni assolute. In uno spazio atemporale, Romeo e Giulietta elevano così la passione d’amore a pura universalità.

Gli interpreti principali sono Sara Shigenari (Giulietta), Nahuel Vega (Romeo), Nathanaël Marie (Tebaldo) e Geoffrey Van Dyck (Mercuzio). Completano il cast Yumi Aizawa, Céline Allain,Louise Bille, Ornella Capece, Virginie Nopper, Mohana Rapin, Angela Rebelo, Lysandra Van Heesewijk, Madeline Wong, Valentino Bertolini, Natan Bouzy, Zachary Clark, Armando Gonzalez Besa, Xavier Juyon, David Lagerqvist, Simone Repele e Sasha Riva.

Le scene sono di Rémi Nicolas e di Jacqueline Bosson, le luci di Rémi Nicolas, i costumi di Philippe Combeau.

Romeo e Giulietta: le precedenti rappresentazioni al Teatro Romano:

Al Teatro Romano Romeo e Giulietta viene proposto per la prima volta nel 1974 in forma di estratto all’interno di una serata di balletti shakespeariani eseguiti dal corpo di ballo della Fenice di Venezia. C’è Macbeth, c’è Amleto, e ci sono dei passi a due dal Romeo e Giulietta di Prokofiev con la coreografia di John Cranko interpretati dalla coppia Carla Fracci – James Urbain. La seconda volta è nel 1979, musica di Prokofiev e coreografia di Vittorio Biagi che interpreta Romeo. Al Teatro Romano Romeo e Giulietta torna nel 1984 a firma di Birgit Cullberg nell’esecuzione del Cullberg Ballet. La musica è quella arcinota di Prokofiev e la coreografia, concepita nel 1969 per una ventina di danzatori, mette assieme classico e contemporaneo. Memorabile il cast: nelle due prime serate Giulietta è una ventinovenne Ana Laguna al massimo della sua espressività artistica, nelle altre due rappresentazioni è Pompea Santoro, italiana, ventidue anni, di li a poco étoile della compagnia svedese. Per tutte e quattro le serate è in teatro anche Birgit Cullberg, settantaseienne in gran forma che alla platea preferisce la gradinata da dove, estasiata, si gusta lo spettacolo che ben conosce ma soprattutto la vista su Verona che la incanta insieme ai profumi “mediterranei” del teatro. In scena anche Mats Ek, suo figlio, che le succederà alla guida della compagnia. Nel 1988 Romeo e Giulietta è di nuovo nel cartellone del Teatro Romano, con musica di Prokofiev e coreografia di Cranko. L’esecuzione è del Balletto dell’Opera di Monaco di Baviera ma i tre protagonisti (in sintonia con la diaspora che dagli anni Ottanta contraddistingue la nostra danza) sono tre italiani, tutti e tre primi ballerini della compagnia tedesca: Renata Calderini (Giulietta), Maurizio Bellezza (Romeo) e Davide Bombana (Mercuzio). È una delle ultime esibizioni italiane della coppia Calderini-Bellezza che cinque anni dopo, ancora giovane, darà l’addio alla danza. Memorabile, davvero molto speciale, la versione in flamenco proposta dalla compagnia di Luisillo al Teatro Romano nel 1995. Col titolo Romeo e Giulietta flamenco Luis Luisillo rivede, appositamente per l’Estate Teatrale Veronese, il suo capolavoro Luna de sangre del 1952, contrastata storia d’amore tra due giovani appartenenti a due famiglie gitane rivali ispirata a Romeo e Giulietta.
Nel 1998 Robert North riallestisce al Teatro Romano per la Fondazione Arena, dove è direttore del ballo, Romeo e Giulietta su musica di Prokofiev da lui creato proprio per il Ballet du Grand Théâtre di Genève nel 1990. Giulietta è Mia Johansson e Romeo è Benito Marcelino. Al Teatro Romano nel 2005 (con replica nel 2007) Maria Grazia Garofoli firma Il sogno veneto di Shakespeare ispirato a Romeo e Giulietta, alla Bisbetica domata e a Otello. In scena, su musiche rinascimentali, i personaggi principali delle singole opere più una serie di cori simbolici che fanno da sfondo alla vicenda. Nel 2010 il Malandain Ballet Biarritz propone al Teatro Romano in prima mondiale Romeo e Giulietta di Thierry Malandain su musica di Berlioz. Quarantaquattro anni dopo la versione pacifista di Béjart, la versione di Malandain (i tempi sono molto cambiati) rimanda all’atmosfera catacombale della musica con un’esplosione paradisiaca finale che esalta l’universalità dell’amore. E adesso, sei anni dopo, il testimone, da Malandain, passa a Joëlle Bouvier.

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spettatore in carrozzina + accompagnatore: due ingressi gratuiti
spettatore disabile deambulante + accompagnatore: un ridotto e uno gratuito