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Romeo e Giulietta secondo Stefano Cagol


Nell’off-ArtVerona 2012, nell’ambito di Guardiamoci intorno, iniziativa di Verona Contemporanea,  la videoinstallazione di  Stefano Cagol, che gioca con il mito intramontabile e veronesissimo di Romeo e Giulietta rileggendolo in codice Morse con bagliori rossi –  – le parole scambiate tra i due amant.:  A Love Affair (Dialogue of Light)
Nella Torre della Cappella, la Torre Mozza di età medioevale in Piazza delle Erbe.

Luci pulsanti si irradiano attraverso le finestre dall’alto della torre e proiettano nello spazio e sugli edifici circostanti le parole dei due innamorati tradotte nel codice Morse, un linguaggio al tempo stesso universale e segreto.

Stefano Cagol

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Stefano Cagol (Trento, 11 settembre 1969) è un artista italiano.

Cagol, ha vissuto dieci anni a Berna, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera e alla Ryerson University di Toronto. Vive e lavora in Italia, New York e Brussels.Formazione [modifica]

Dopo l’Istituto d’Arte a Trento, Stefano Cagol nel 1993 ha concluso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ed in seguito ha ottenuto un post-doctoral fellowship del governo canadese alla Ryerson University di Toronto. Nel 1998 partecipa alMarshall McLuhan Program in Culture and Technology di Toronto. Ha frequentato l’Internationale Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo e l’ICP-International Centre of Photography di New York. È stato artist in residence alla Künstlerhaus di Salisburgo, al Leube Group Art’s Program di Gartenau, Austria e allo IOR di Londra nel 2003 e 2005, nel 2010 al BAR International di Kirkenes, oltre il Circolo Polare Artico in Norvegia e all’ISCP – international studio & curatorial program di New York.

Opera

Cagol mette in evidenza la contraddittorietà di elementi e situazioni simboliche dell’oggi, e il mutato sistema di valori del momento attuale attraverso un’elaborazione digitale minima o attraverso installazioni site-specific d’arte pubblica e performance. In particolare le immagini nelle opere fotografiche e nelle opere video (video arte) spesso sono ribaltate, mutate nell’orientamento e sdoppiate al centro, tanto che si creano forme nuove nate dalla fusione delle due parti specchiate, e l’oggetto di partenza e il suo significato sono resi quasi irriconoscibili: i tipici paesaggi metropolitani e i simboli della cultura urbana che fanno parte del nostro immaginario multiformi identità in continua trasformazione. All’interno del suo percorso artistico un fattore fondamentale è sempre stato il viaggio, attraverso il quale ricerca o incontra i paesaggi contemporanei e i simboli della nostra epoca.

Selezione progetti

Nel 2011 realizza nella Chiesa di San Gallo la mostra personale CONCILIO alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia. Il suo progetto personale 11 settembre nel 2009 è allo ZKM di Karlsruhe, alla Kunstraum Innsbruck e al MART, dove è tutt’ora in permanenza. La sua installazione intitolata Flu Power Flu è in permanenza dal 2007 sulla facciata del BeursSchouwburg Art Center di Bruxelles. Del 2006 è il suo il Satellite Event Power Station alla Singapore Biennale.

Stefano Cagol, Progetto BIRD FLU / VOGELGRIPPE, Biennale di Berlino

Realizza alla Biennale di Berlino 2006 il progetto speciale “Bird Flu / Vogelgrippe” (Influenza aviaria), supportato dalla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, Museion, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano e la Kunstraum di Innsbruck, Austria. Da ricordare poi il suo intervento “White Flags” all’apertura della Biennale di Venezia 2005, pubblicato anche sul testo “Wig Wag” edito da Marsilio, 2005, per Pitti Immagine Discovery.

Tra le sue mostre personali, nel 2011 con Stokholm Syndrome e nel 2008 con Guinea Pig è alla Priska C. Juschka Fine Art di New York, tiene in giugno-settembre 2005 Babylon Zoo alla Galleria Oredaria di Roma (con critic essay di Pier Luigi Tazzi), mentre in giugno 2005 realizza un’installazione site-specific nell’atrio della Facoltà di Sociologia di Trento dove hanno esposto Loris Cecchini (2003) e Maurizio Cattelan (2004). Da evidenziare inoltre sono la personale in gennaio 2005 aLondra da Platform (catalogo con testo critico di Mami Kataoka), nel 2004 il work in progress da Superdeluxe a Tokyo e la project room da Stefan Stux Gallery a New York, l’intervento di arte pubblica per “Ponti d’artista” a Bolzano nel 2002 e la personale al MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto nel 2000. Cagol nel 2009 vince il primo premio al Terna Prize, categoria Megawatt. Questo lo porta ad un artist in residence a NYC presso l’ISCP – international studio & curatorial program, durante il 2010.

Esposizioni Collettive

Nel 1996 è selezionato per partecipare ad Art Basel (fiera internazionale d’arte di Basilea) “Video Forum”, la sezione speciale dedicata al video dove si trova, a soli ventisette anni, al fianco di artisti consolidati come Erwin Wurm, Silvie Blocher, Marcel Odenbach, e al padre/pioniere della videoarte Nam June Paik. L’anno seguente è tra i giovani artisti italiani invitati al palazzo della Triennale di Milano ad esporre in Generazione Media: le ultime tendenze creative legate alle nuove evoluzioni della tecnologia, soprattutto giovani impegnati nella nascente “nuova” videoarte. Nel 1999 si trasferisce per un breve periodo a New York dove espone alla Trans Hudson Gallery. Nel 2001 partecipa a “Strategies Against Architecture” alla Galleria Zanutti di Milano (a cura di Luca Beatrice). Nel 2002 al Festival Internazionale di Fotografiadi Roma ed a “Nuovo Spazio Italiano” (a cura di Cavallucci, Verzotti, Nicoletti) alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento e al MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto in occasione dell’apertura della nuova prestigiosa sede progettata da Mario Botta, sede di quest’ultimo. Nel 2003 è alMuseo di Villa Croce di Genova per “In faccia al mondo” (a cura di Matteo Fochessati) e all’IKOB, Centro d’Arte Contemporanea di Eupen, Bruxellels. Nel 2004 è presente alla Artcore Gallery di Toronto (con William Kentridge, Francis Alÿs, Miguel Angel Rios, Sven Pahlsson) e alla Luxe Gallery di New York; in Italia al Centro Arte Contemporanea della Spezia nella Biennale Europea Arti Visive. Nel giugno-luglio 2005 prende parte ad “Atomica” (a cura di Ombretta Agrò Andruff) alle Lombard Freid e Esso Gallery di New York. In settembre-ottobre 2006 partecipa a “Zoo Logical garden” (Giardino zoologico) a Ghent a cura di Angelique Campens (con Johan Grimonprez, David Shirgley, Superflex). Realizza nel 2008 il Parallel Event di Manifesta 7 “Dissoluzione di luce” e partecipa a “Eurasia” al MART – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto a cura di Achille Bonito Oliva. Nel 2010 espone al SUPEC – Shanghai Urban Planning Exhibition Center di Shanghai in occasione del World Expo 2010.

Libri in cui è pubblicato

  • Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte, BRUNO MONDADORI, di A.Madesani, Milano, 2002.
  • Dizionario della Giovane Arte 1, POLITI Editore, Milano, 2003.
  • Enciclopedia dell’arte Zanichelli, ZANICHELLI, Milano, 2004, (ISBN 978-88-08-22390-6).
  • L’Arte contemporanea italiana nel mondo, SKIRA operaDarc, Milano, 2005.
  • Wig Wag. Le bandiere della moda, MARSILIO Editore. Pitti Immagine Discovery, di A. Vaccari, Venezia, 2005 (ISBN 88-317-8792-6).
  • L’Arte contemporanea Italiana nel mondo, Skira, Milano, 2005 (ISBN 88-7624-215-5).
  • Just what is it…, 10 Jahre Museum für Neue Kunst im ZKM, Hatje Cantz Verlag, di G. Ariani, G. Jansen, P. Weibel, Stuttgart, 2009 (ISBN 978-3-7757-2571-2).
  • Stefano Cagol. PUBLIC OPINION, Charta, di I. Boubnova, G. Jansen, M. Robecchi, A. Viliani, et al., Milano, 2011 (ISBN 978-88-8158-820-6).
  • Illuminations. 54th International Art Exhibition of the Venice Biennale, Marsilio Editori, Venezia, 2011 (ISBN 978-88-317-0820-3).

Collegamenti esterni

«Lampi di fuoco» dalla torre. Ma è un avvenimento artistico

I residenti di piazza Erbe avevano chiamato i pompieri e i vigili, ma è uno degli eventi legati ad ArtVerona. Impulsi in Morse per i versi di Shakespeare

VERONA — Succede anche questo, che un messaggio d’amore faccia così paura da far ritenere opportuno richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. È accaduto l’altra notte quando alcuni cittadini, che abitano nei dintorni di piazza Erbe, si sono spaventati nel veder lampeggiare di strane luci la Torre Mozza di Palazzo della Ragione. E hanno allora chiamato la polizia municipale perché controllasse cosa stava accadendo e, allarmati per la possibilità che stesse divampando un incendio, hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Ma l’allarme è subito rientrato, perché si trattava solo di parole d’amore tradotte in segnali Morse a pulsioni luminose da un artista, Stefano Cagol, invitato dalla Galleria dello Scudo e dall’associazione Contemporanea Verona nell’ambito degli eventi collaterali di ArtVerona, la fiera di arte moderna e contemporanea che è in corso nei padiglioni 6 e 7 fino a lunedì.

L’opera, inaugurata proprio giovedì, porta il titolo di «A Love Affair (Dialogue of light)». Un «dialogo d’amore» molto particolare, a dire il vero, perché Stefano Cagol ha trasformato in colore pulsante alle finestre della torre i versi di Shakespeare con il famoso dialogo del balcone tra Giulietta e Romeo. «Sono abituato- commenta l’artista- al fatto che le mie installazioni provochino reazioni tra le persone, come accade nell’ambito di Manifesta 7 quando misi un faro sopra la città di Trento la cui luce si stendeva per sette chilometri. Mi fa piacere che ci siano delle reazioni, che sono sempre strane di fronte alle cose inaspettate, vuol dire che l’opera ha raggiunto il suo obiettivo, è l’indifferenza che temo». Per chi temesse una situazione definitiva la rassicurazione è che le finestre della Torre Mozza di Palazzo della Ragione continueranno a pulsare di luce solo fino a lunedì, dalle 18 alle 24 e dalle 7 alle 8. «Quando si progetta un’installazione – spiega ancora Cagol- lo si fa proprio pensando al fatto che è una situazione temporanea e deve avere un impatto forte. Ora la gente passa stando con il naso all’insù. La luce è qualcosa di impalpabile, ma molto intensa, come l’amore. Il dialogo resta incomprensibile ai più e silenzioso, visibile da tutti, ma al tempo stesso segreto».

Quindi l’arte contemporanea rischia di restare criptica come il linguaggio Morse, sconosciuto ai più? «È un linguaggio riservato a pochi- risponde l’artista che ha usato il codice in altre opere -, ma il suo compito è quello di incuriosire, di far soffermare, chiunque poi può soddisfare la sua curiosità e approfondire il significato». E anche il luogo per posizionare la luce pulsante non è stato scelto a caso. «La torre Mozza nella sua forma così austera rende molto bene l’idea della società rigida del tempo dei due innamorati. Credo però continui a esprimere la difficoltà delle passioni di adattarsi a regole e preconcetti che permangono nella società anche di oggi. La luce è purezza ed essenzialità».