Roberto Pugliese, La finta semplice
Chiesa di San Francesco al Corso
Museo degli Affreschi
via Luigi da Porto 5 – 37121 Verona
15 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017
Inaugurazione venerdì 14 ottobre 2016, ore 19.30
ROBERTO PUGLIESE
La finta semplice
«[…] Il richiamo mozartiano è tutto nel titolo. L’installazione di Pugliese nella Chiesa di San Francesco al Corso prosegue il discorso dell’artista sulla “musica da vedere” e sul rapporto tra l’immaginario visivo e quello sonoro, sulle derive e confluenze che ormai caratterizzano il mondo contemporaneo. […]» Valerio Dehò
In occasione della dodicesima edizione di ArtVerona, il Presidente Vittorio Mazzotto e il Direttivo di ASLC progetti per l’arte, annunciano l’installazione site specific del sound artist Roberto Pugliese, curata da Valerio Dehò, inserita all’interno della suggestiva cornice della Chiesa di San Francesco al Corso – Museo degli Affreschi.
L’intervento realizzato in collaborazione con i Musei d’Arte e Monumenti del Comune di Verona, Studio la Città e Veronafiere, si inserisce tra i collateral che ogni anno la fiera promuove in città in concomitanza con la manifestazione. Il tema di quest’anno sarà legato alla vita e alle opere di Wolfgang Amadeus Mozart.
L’installazione nel chiostro della Tomba di Giulietta (fino al 10 novembre)
DA NON PERDERE. Chiesa di San Francesco
I violini e i violoncelli di Roberto Pugliese
Omaggio a Mozart
Vera Meneguzzo
Suggestiva installazione dell’artista che è anche compositore di musica
Carica di rimandi l’installazione di Roberto Pugliese La finta semplice, in mostra fino al 6 novembre nella chiesa di San Francesco al Corso, in via del Pontiere 25 (tomba di Giulietta), e a cura dello Studio La Città. Il titolo si riferisce ad un’opera giocosa di Mozart, eseguita la prima volta nel 1769. L’installazione, circondata da affreschi realizzati fra il X e il XVI secolo, è composta da 4 violoncelli, 4 violini e 4 contrabbassi, collocati a varie altezze, e sostenuti da fili metallici che pendono dal soffitto e che fuoriescono dal pavimento come steli di fiori. Sembra di entrare in un bosco di strumenti musicali, di sentire il profumo del legno, di avvertire i gesti delle mani operose che hanno realizzato queste forme di grande valore oggettivo e simbolico. Pugliese, anche compositore di musica, arricchisce la mostra con suoni fatti da sequenze elettroniche e brani strumentali, proseguendo il suo percorso finalizzato alla «musica da vedere». Lo spettatore si sente immancabilmente avvolto dalle note, mentre si stabilisce un rapporto fra la forte sensazione visiva e quella sonora di grande impatto emozionale. La musica e gli strumenti dialogano in una serie di simboli che fanno parte dell’immaginario collettivo. Per questo l’opera sembra del tutto naturale e «falsamente semplice». L’artista sa interpretare il suo tempo, senza precedere nulla e senza rimpianti per il passato, costruendo un eterno presente.