Roberto Bolle and Friends: applausi e gallerie foto/video
Grande successo e tantissimi applausi per il gala di danza di Roberto Bolle, accompagnato da stelle della danza mondiale, all’Arena di Verona.
Video finale con tutti i ballerini e applausi
Tutti i video della serata di danza in Arena
Gallerie fotografiche
Excelsior – Pas de deux
Coreografia: Ugo Dell’Ara dopo Luigi Manzotti
Musica: Romualdo Marenco
Artisti: Nicoletta Manni, Roberto Bolle
Tryst – Pas de deux
Coreografia: Christopher Wheeldon
Musica: James MacMillan
Artisti: Melissa Hamilton, Eric Underwood
Don Chisciotte – Pas de deux
Coreografia: Marius Petipa
Musica: Ludwig Minkus
Artisti: Maria Kochetkova, Joan Boada
On the Nature of Daylight
Coreografia: David Dawson
Musica: Max Richter
Artisti: Anna Tsygankova, Matthew Golding
Romeo e Giulietta Atto I – Pas de deux
Coreografia: Kenneth MacMillan
Musica: Sergej Prokof’ev
Artisti: Melissa Hamilton, Roberto Bolle
Voices of Spring
Coreografia: Frederick Ashton
Musica: Johann Strauss
Artisti: Maria Kochetkova, Joan Boada
Opus 100 – für Maurice
Coreografia: John Neumeier
Musica: Simon & Garfunkel
Artisti: Roberto Bolle, Alexandre Riabko
Delibes Suite
Coreografia: José Martinez
Musica: Léo Delibes
Artisti: Anna Tsygankova, Matthew Golding
Qualia
Coreografia: Wayne McGregor
Musica: Scanner (Robin Rimbaud)
Artisti: Melissa Hamilton, Eric Underwood
Canon in D Major
Coreografia: Jiři Bubeníček
Musica: Johann Pachelbel e Otto Bubeníček
Artisti: Roberto Bolle, Jiři Bubeníček, Otto Bubeníček
EVENTO. Successo ieri sera del gala del ballerino all’Arena di Verona
Roberto Bolle and Friends la grande danza batte il caldo
VERONA L’Arena è ancora bollente, ma il pubblico sfodera i ventagli e stappa bottigliette d’acqua mentre attende pazientemente l’inizio del gala. Perché la star, ieri sera, era Roberto Bolle, per il quale già l’anno scorso erano arrivate quasi 14mila persone per il suo «Roberto Bolle and Friends». E anche ieri sera si andava al limite della capienza dell’anfiteatro. Il gala è tornato dunque con brani e interpreti nuovi, nuovi «friends», tutte stelle del firmamento della danza mondiale. Un firmamento di luci sfavillanti.E ad aprire la magica serata di danza, sfidando le alte temperature, è proprio lui, l’étoile della Scala e dell’American Ballet, che a 40 anni non mostra alcun cedimento, e il pubblico già impazzisce nel vedere il muscoloso ballerino dalla tecnica impeccabile e dall’eleganza apollinea, danzare il passo a due dell’Excelsior, il celebre balletto di Manzotti creato per l’Esposizione Universale di Milano del 1881 e dedicato da Bolle all’attuale Expo. Bolle balla la versione di Ugo dall’Ara del 1967 per la Scala, insieme proprio a Nicoletta Manni che del teatro milanese è prima ballerina. È un’ovazione, e siamo solo all’inizio ma l’entusiasmo è già altissimo.Tanti i nomi di spicco, a partire da Melissa Hamilton, del Royal Ballet di Londra, che per la prima volta danzava in Italia, tecnica solidissima ed estrema eleganza, con lo stesso Bolle nell’omaggio a Verona: il passo a due del primo atto di Romeo e Giulietta di Kenneth McMillan.o
Daniela Bruno Adami
Bolle and Friends, danza che incanta l’Arena
Nessuno al pari di lui ha mai fatto assurgere tanta notorietà al ballo classico italiano. Nessuno altro dei suoi colleghi italiani ha calpestato tanti palcoscenici di tutto il mondo, come lui. A Roberto Bolle bisogna riconoscere non solo le comprovate capacità di «danseur noble», che suscitano emozioni e sanno infiammare le platee, ma anche l’abilità nell’organizzare eventi di forte impatto visivo per il pubblico chiamando attorno a sé le più famose stelle internazionali della danza oggi in circolazione.Lo spettacolo Roberto Bolle and Friends dell’altra sera in Arena (era partito una settimana fa da Los Angeles) è riuscito infatti a creare l’abituale esaurito di folla osannante che ha tributato al celebre ballerino di Casale Monferrato intense e prolungate ovazioni -più accese, come sempre, nel settore femminile- fino al trionfo finale che è stato ancora (quasi) tutto per lui. E c’era da aspettarselo. Il celebre ballerino ha aperto con il passo a due dall’Excelsior di Marenco assieme a Nicoletta Manni, prima ballerina della Scala e ha chiuso il primo tempo della serata con lo stupendo pas de deux dal Romeo e Giulietta di Prokofiev, quasi fosse un tuffo indimenticabile nel passato (il brano valse a Bolle la promozione inaspettata a primo ballerino del Corpo di ballo della Scala nel 1996). È un pezzo dei più difficili in assoluto del repertorio della danza mondiale, affrontato con la debuttante (in Italia) Melissa Hamilton del New York Ballet, in una coreografia fra le più dinamicamente teatrali, come quella di Kenneth McMillan, dove giganteggiano colti poeticamente in un duo di carnale realismo. Una persona speciale, Bolle, che sa trasmettere tutta la passione e le emozioni che ha dentro, anche scegliendo per questa nuova occasione areniana i giusti «Friends», dalle composite caratteristiche, in un programma ben assortito tra danza classica e contemporanea.È venuto meno all’ultimo istante l’efficientissimo e fedele contributo dei pluripremiati gemelli Bubenicek (Otto ha dato un inaspettato forfait). E quindi è saltato il loro Proven Lands su musica di Jonny Greenwood, uno dei pezzi che sa davvero toccare diversi registri emotivi. Ma non è mancato l’apporto dell’altro Bubeniceck, Jiri, autore della coreografia del Canone in re maggiore di Pachelbel, che ha permesso la conclusione della serata. Il brano danzato in trio (Otto è stato brillantemente sostituito dall’ucraino Aleksandre Riabko) con lo stesso Bolle contiene figurazioni di implacabile fascino, ricche di suggestioni compositive. È sempre in bilico tra formalismo e incanto ed esprime un forte umanismo che racchiude forza e intensità di un lavoro cesellato al dettaglio. Il pubblico lo ha accolto con grandi ovazioni ed è stato forse il momento più inteso dello spettacolo, ideale per una sua degna conclusione. Ma ce n’era davvero per tutti, in una serata che ha regalato in Arena tanti altri numeri di virtuosismo, di grande fluidità, di splendenti atmosfere evocative, di corpi ben plasmati, dalla gestualità intensa, applauditi spesso a scena aperta. Sono quelli giunti dall’ucraino Alexandre Riabko, già primo solista dell’Hamburg Ballet che si è esibito con Bolle anche nell’Opus 100 fur Maurice (Béjart) – per loro un’ovazione – e come sempre dal canadese Mattew Golding, principale al Royal Ballet che si propone mirabilmente accanto alla russa Anna Tsygankova -in On the Nature of Daylight di Max Richter- una danzatrice dal forte temperamento, implacabile in equilibri infiniti, che strappano applausi in continuazione. Melissa Hamilton, stella inglese su cui Bolle crede ciecamente, intreccia anche due mirabili passi con il collega americano Eric Underwood, solista del Royal Ballet, in Tryst e Qualia. È la vera sorpresa dello spettacolo, bella, con un fisico longilineo ed una tecnica strepitosa. Non a caso è tra le partner che preferisce oggi Roberto Bolle. C’è poi una sorpresa, non inserita in precedenza nel programma di sala, e riguarda due brani aggiunti, quelli del cubano Joan Boada e della russa Maria Kochetkova, ambedue stelle del San Francisco Ballet, che propongono i passi a due dal Don Chisciotte di Minkus e Voices of Spring di Johann Strauss, con movimenti disarticolati, giri perfetti, fouettés doppi ed una tecnica impeccabile, supportata da una forte interiorità. È finita come era facile immaginare, ben oltre la mezzanotte, ma il pubblico sarebbe stato in grado di andare avanti con i suoi applausi, che hanno pure premiato l’apporto dell’orchestra areniana, ottimamente guidata (anche nei diversi momenti non classici) dal maestro Fabio Mastrangelo.
Gianni Villani