Rassegna stampa: l’Arena 18 luglio 2012
Verona, città giungla per chi è disabile
Una ricerca commissionata in vista delle Paralimpiadi di Londra mostra un quadro sconfortante: per il 65 per cento dei cittadini il contesto urbano penalizza severamente chi ha un disagio fisico. Paletti, trasporti, automobilisti non rispettosi e bar poco «accoglienti» sotto accusa
In Italia secondo gli ultimi dati elaborati dall’Istat («La disabilità in Italia. Il quadro della statistica ufficiale. 2009») risiedono circa due milioni e 600 mila disabili, quasi il 5% per cento della popolazione italiana.
I risultati della ricerca non sono chiaramente dei più rosei. Quasi 7 veronesi su 10 (65%) pensano che le strade della propria città non siano facilmente agibili per i portatori di handicap. A loro avviso molte sono ancora le avversità con cui i diversamente abili si devono misurare quotidianamente: scalini, passaggi stretti, pendenze eccessive, spazi ridotti sono all’ordine del giorno. Che dire poi di parapetti «pieni», che impediscono la visibilità ad una persona in carrozzina o delle strade e marciapiedi con asfalto dissestato? Nel caso di persone non vedenti inoltre possono rappresentare casi di barriera architettonica anche semafori privi di segnalatore acustico o arredi urbani come «panettoni» o paletti.
Sul fronte degli esercizi pubblici i più colpiti sono i bar e i ristoranti, che per ben il 45% degli intervistati non facilitano l’accesso alle carrozzine. Anche i comportamenti dei guidatori recano danni ai diversamente abili, così la pensa la maggior parte dei veronesi. Maggior senso civico è necessario affinché diminuiscano i parcheggi selvaggi che spesso (49% degli intervistati) ostruiscono gli scivoli che facilitano la mobilità dei diversamente abili, per non parlare poi dei posteggi loro riservati che diventano molto spesso territorio di conquista di automobilisti senza scrupoli (47%).
Capitolo mezzi pubblici. Anche sotto questo punto di vista le cose non migliorano. Un 12% pensa che i mezzi pubblici non siano pensati tenendo conto delle esigenze dei diversamente abili. Il 55% pensa che solo i mezzi di ultima generazione offrano loro adeguati comfort mentre un 32% è dell’idea che i servizi pubblici di trasporto siano efficienti solo in parte anche per le persone portatrici di handicap.