Provando… dobbiamo parlare
Teatro Nuovo di Verona
Rassegna Il Grande Teatro
23-28 febbraio 2016
Incontro con gli attori giovedì 25 febbraio ore 17.00
PROVANDO… DOBBIAMO PARLARE
regia: Sergio Rubini
con Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone, Isabella Ragonese, Sergio Rubini
scene: Luca Gobbi
costumi: Patrizia Chericoni
luci: Luca Barbati
produzione: NUOVO TEATRO
in collaborazione con PALOMAR TELEVISION & FILM PRODUCTION
Applausi scroscianti alla prima veronese
Il trailer del film
L GRANDE TEATRO. Fino a domenica al Nuovo «Provando… Dobbiamo parlare». Oggi alle 17 l’incontro con gli attori
Due coppie sull’orlo di una crisi nel gioco al massacro di Rubini
Daniela Bruna Adami
Una divertente commedia sulle difficoltà nei rapporti umani, con il brillante cast del film Fabrizio Bentivoglio, Isabella Ragonese, Maria Pia Calzone e lo stesso regista
Un gioco al massacro. Due coppie sull’orlo di una crisi, che poi arriverà davvero durante una notte in un attico di Roma. È quanto accade in Provando… Dobbiamo parlare, lo spettacolo con cui Sergio Rubini ha preparato il suo film uscito nelle sale a novembre, in scena al Nuovo per il Grande Teatro fino a domenica.Il titolo dice già molto. «Dobbiamo parlare» è una di quelle espressioni che non promettono niente di buono. Una frase che arriva quando la situazione è già compromessa. I quattro personaggi, a forza di parlare, si distruggono a vicenda, sotto gli occhi di un pesce (anche lui parlante).Sono due coppie di amici, una borghese, di medici affermati e ricchi, lui chirurgo e lei dermatologa, al loro secondo matrimonio ciascuno con relativo figlio; e una di scrittori, progressisti, lui famoso e lei ex allieva diventata sua collaboratrice, conviventi e senza figli, nel cui salotto all’attico si consuma un «carnage» polanskiano. La loro amica dottoressa irrompe svelando che il marito ha un’amante e cercando alleati per la guerra che intende combattere arricchendo gli avvocati. Ma anche il marito arriva lì a cercare alleati. La discussione trascende e la guerra inizia davvero. A farne le spese sarà la coppia che pareva più unita.In mezzo a tante accuse e cattiverie che i quattro si vomitano addosso – con effetti anche esilaranti – emergerà finalmente la verità, ma soprattutto ognuno capirà cosa vuole veramente dalla vita e quali compromessi può o meno accettare. E si renderanno conto di essere tutti e quattro profondamente individualisti e soli, ciascuno concentrato su se stesso e sulle proprie priorità (siano esse i soldi o l’amore o la fama), ciascuno pronto a prendere dagli altri senza mai veramente dare. Nel frattempo si sono aperte le cateratte ed esce un fiume di cose non dette da anni, di rancori stratificati e nascosti da una quotidianità fatta di convenienze. Al mattino resteranno le macerie, ma anche da quelle i quattro riusciranno a ricostruire.La pièce viene presentata proprio come una prova, con scene da trovarobato, mentre il film mostra un attico «radical-chic» – strapieno di libri ma anche di mobili firmati, in centro città ma economico perché in pessime condizioni – a sottolineare anche visivamente che al di là della cultura o delle idee politiche, i meccanismi sociali e relazionali non sono poi così diversi nelle due coppie.Il testo pare proprio nato per il palcoscenico (c’è perfino unità di tempo e di luogo) e forse vale ormai la pena di affrancarlo. Del resto anche altri testi di questo genere, divenuti famosi come film, erano teatrali e come tali sono tornati a vivere con successo, da Le prénom (in Italia Cena tra amici) a Nos femmes a Carnage.Sergio Rubini, autore con Carla Cavalluzzi e Diego De Silva, e anche regista, dà un ritmo vivace e veloce ad un testo intelligente e divertente, che si merita i lunghi applausi finali. In scena Rubini è un efficace scrittore dal «buonismo» pacato, che con gli altri interpreti forma un quartetto affiatato: Fabrizio Bentivoglio (il chirurgo) in piena forma con un comico marcato accento romano, Isabella Ragonese (la giovane scrittrice) e Maria Pia Calzone (la dermatologa) dai molteplici stati d’animo, perfette nei caratteri speculari dei loro personaggi. Da vedere.Oggi alle 17 al Nuovo l’incontro con gli attori, ad ingresso libero.
GRANDE TEATRO. Da stasera a domenica al Nuovo «Provando… dobbiamo parlare». Giovedì l’incontro con gli attori
Se parlare fa scoppiare le coppie
nel salotto di Sergio Rubini
La versione teatrale del film uscito a ottobre, con gli stessi interpreti Storia di due relazioni del tutto diverse alla prova del confronto
Dopo The pride di Alexi Kaye Campbell con Luca Zingaretti, il Grande Teatro propone, da stasera a domenica al Nuovo, l’attesissimo Provando… dobbiamo parlare di Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Diego De Silva che ha per interpreti Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone, Isabella Ragonese e Sergio Rubini. Lo spettacolo, a firma dello stesso Rubini, è prodotto dal Nuovo Teatro in collaborazione con Palomar Television & Film Production ed è la versione teatrale del film Dobbiamo parlare (uscito nelle sale lo scorso novembre) con gli stessi interpreti. Il testo racconta i rapporti tra i consorti di due coppie diametralmente opposte che risiedono a Roma: una (lui chirurgo e lei dermatologa, di alta estrazione sociale e che ha tutti i vizi borghesi) ostenta ricchezza, vive rapporti per lo più utilitaristici, deve vedersela con i diritti rivendicati da figli avuti da matrimoni precedenti, ha patrimoni da spartire e va per avvocati, per non parlare delle menzogne, dei sotterfugi e dei tradimenti che hanno fatto svanire l’amore dei primi tempi. L’altra, non sposata, è una coppia unita dalla “passione”, dalla sincerità reciproca. Non possiedono beni, a eccezione di quintalate di libri che non sanno più dove mettere, e vivono in un attico in affitto. Lui è uno scrittore, un premio Strega, due bestseller alle spalle, cinquant’anni ben portati e la trascuratezza da intellettuale consumato e progressista. Lei, che è vent’anni più giovane, fa la ghostwriter e pende ancora dalle labbra del maestro. Una sera, tra discussioni e confronti, le due coppie affrontano le diversità che li dividono. Il salotto diventa un vero e proprio “scenario di guerra” in cui non solo emergono tutte le differenze tra le due coppie, ma i loro diversi punti di vista, le distanze, ciò che ognuno non sopporta dell’altro, tutto quel groviglio di non-detto che fino a quel momento soggiaceva in fondo alla coscienza. All’indomani della battaglia, alle prime luci del giorno, nonostante le apparenze, quella più divisa sarà la coppia tenuta insieme solo dall’amore.«Dobbiamo parlare» è una di quelle espressioni che non promette mai nulla di buono. È il prefisso a discussioni, a liti, a incomprensioni, a vasi di pandora destinati a sconvolgere anche il più immobile degli status quo. Allo stesso tempo, «dobbiamo parlare» è una di quelle frasi che apre la strada alla dura verità, a quella che spesso fa male e ferisce. Questo in amore come nell’amicizia. A questo incipit di discussione, Sergio Rubini antepone, nel titolo della versione teatrale, quel «provando» con i puntini di sospensione che suona come un «dobbiamo recitare»: nel teatrino della vita come nella vita della scena conferendo più di qualche valenza metateatrale a questa commedia che mette assieme pungenti pennellate black e momenti di comicità.Lo spettacolo si avvale delle scene di Luca Gobbi, dei costumi di Patrizia Chericoni e delle luci di Luca Barbati.Dopo la “prima” di martedì, repliche tutte le sere alle ore 20.45 fino a sabato. L’ultima replica, domenica 28 febbraio, è alle 16. Giovedì 25 alle 17, al Teatro Nuovo, gli attori incontreranno il pubblico. L’ingresso all’incontro è libero.
Biglietti disabile+accompagnatore a 10 euro
Il Teatro Nuovo è firmatario del Manifesto dei Teatri accessibili e aderisce alla promozione Teatri 10 e lode
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