Katia Ricciarelli al Palazzo della Gran Guardia di Verona Katia Ricciarelli nasce in una famiglia poco agiata. La madre, abbandonata dal marito arruolatosi come volontario nella campagna di Russia, è costretta a crescere da sola le tre figlie. Katia, ultimogenita, avuta dalla relazione con un altro uomo conosciuto durante un soggiorno lavorativo in Germania, dimostra sin dall'adolescenza un forte interesse per il canto, svolgendo nel frattempo diversi lavori per sostenersi (tra cui l'operaia in una fabbrica di mangiadischi). La madre, con grandi sacrifici economici, riesce a iscriverla al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, dove Katia studia con il celebre soprano Iris Adami Corradetti.[2]. Debutta a Mantova nel 1969 con La bohème ed è Imogene ne Il pirata di Vincenzo Bellini in selezione in un concerto nell'ambito dell'Autunno Padovano per il Teatro La Fenice di Venezia diretta da Nino Sanzogno. Nel l'anno successivo canta al Teatro Comunale di Treviso e al Regio di Parma nel Trovatore ed al Teatro La Fenice di Venezia nel Sogno di una notte di mezza estate di Felix Mendelssohn-Bartholdy, ma sale alla ribalta nel 1971 dopo aver vinto il Concorso Internazionale Voci Verdiane della RAI insieme al tenore Beniamino Prior e all'allora baritono, poi tenore, Giuliano Bernardi, interpretando un'aria da Il corsaro. Nello stesso anno debutta nel ruolo verdiano di Desdemona, sempre al Comunale di Treviso[3]. Nel 1972 è Medora nel Corsaro di Giuseppe Verdi al Teatro Regio di Parma e al Teatro Verdi di Trieste, Mimì nelle riprese di La bohème di Giacomo Puccini al Teatro Regio di Parma e nel Teatro Nuovo di Torino. Nello stesso anno al Teatro alla Fenice di Venezia è Giovanna nella ripresa di Giovanna d'Arco di Verdi, Maria Maddalena nella prima rappresentazione di "La resurrezione di Cristo" di don Lorenzo Perosi con Lucia Valentini Terrani e Renato Bruson e canta la Messa di Requiem di Giuseppe Verdi. Nel 1973 è Suor Angelica nell'opera omonima nella prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, al Teatro La Fenice è Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi e Elisabetta di Valois in Don Carlo con Nicolai Ghiaurov, Piero Cappuccilli e Fiorenza Cossotto diretta da Georges Prètre ed è Liù in Turandot e Leonora ne Il trovatore al Wiener Staatsoper. Nel 1974 al Teatro Verdi di Trieste è Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi e Mimì ne La bohème con Josè Carreras e Ferruccio Furlanetto. Nello stesso anno è Luisa in Luisa Miller al San Francisco Opera ed al Wiener Staatsoper è Mimì ne La Bohème ed Elisabetta in Don Carlo ed è Mimì con Plácido Domingo al Royal Opera House di Londra. Nel 1975 è Hélène nella prima rappresentazione radiofonica in concerto nell'Auditorium RAI di Torino di "Jérusalem" di Giuseppe Verdi con Josè Carreras ed Amelia ne Un ballo in maschera al Wiener Staatsoper e con Plácido Domingo e Piero Cappuccilli diretta da Claudio Abbado al Covent Garden. Nello stesso anno debutta al Metropolitan Opera House di New York come Mimì ne La bohème con José Carreras ed è anche Micaela in Carmen con Plácido Domingo e José Van Dam. Nel 1976 è Maria Boccanegra-Amelia Grimaldi nella ripresa nel Teatro alla Scala di Milano di "Simon Boccanegra" di Giuseppe Verdi con Piero Cappuccilli diretta da Claudio Abbado e Violetta Valèry ne La traviata con Josè Carreras e Giorgio Zancanaro al Teatro Verdi di Trieste. La piastrella del Muretto di Alassio autografata dalla Ricciarelli Nel corso della sua carriera si è esibita nei migliori teatri del mondo spaziando tra le opere di Puccini, Verdi, Rossini, Donizetti ed altri ancora, raggiungendo livelli di particolare eccellenza nella seconda metà degli anni '70 interpretando Anna nella ripresa nel Teatro Regio di Parma di "Anna Bolena" di Gaetano Donizetti nel 1977 e Tancredi, New York, 1978. Al Royal Opera House è Elisabeth de Valois in Don Carlos con José Carreras, Nicolai Ghiaurov e Grace Bumbry nel 1977, Luisa in Luisa Miller con Leo Nucci, Luciano Pavarotti e Richard Van Allan nel 1978 e nel 1979 con Renato Bruson e Plácido Domingo. Nel 1977 è Desdemona in Otello con Piero Cappuccilli al Wiener Staatsoper. A Bilbao è Violetta ne La traviata con Juan Pons, Elisabetta in Don Carlo con Josè Carreras e Fiorenza Cossotto e Leonora ne Il trovatore con la Cossotto nel 1977. Al Grand Théâtre di Ginevra è Elisabetta in Don Carlos nel 1977 e Matilde in Guglielmo Tell nel 1979. Al Met è nuovamente Mimì sempre con Carreras sempre nel 1977, Desdemona in Otello e Luisa in Luisa Miller nel 1978. A San Francisco sempre nello stesso anno è Amelia ne Un ballo in maschera e Desdemona in Otello nel 1978. Nel 1978 è Luisa in Luisa Miller con Leo Nucci al Teatro Verdi di Trieste e canta la Petite messe solennelle di Giacchino Rossini con Lucia Valentini Terrani, Luigi Alva e Cesare Siepi al Teatro alla Scala di Milano. Nel 1979 è Lucrezia nella ripresa di "Lucrezia Borgia" di Gaetano Donizetti con Alfredo Kraus e Bonaldo Giaiotti al Teatro Comunale di Firenze ed è Leonora ne Il trovatore con Giorgio Zancanaro e Fiorenza Cossotto e Desdemona in Otello al Teatro La Fenice. Nello stesso anno alla Scala canta in un concerto di musiche di Verdi con Domingo, Ileana Cotrubas, Leo Nucci e Mirella Freni diretta da Claudio Abbado ed è Lucrezia Contarini nella prima rappresentazione di I due Foscari con Piero Cappuccilli nella stagione 1979/1980. Dotata di notevoli qualità vocali, la Ricciarelli non ha tuttavia risolto interamente un problema tecnico di impostazione del registro acuto, causando un precoce declino dell'intera organizzazione vocale: le filature che l'avevano resa famosa sono diventate sempre meno sicure e gli acuti sempre più precari. Negli anni ottanta il declino si è fatto progressivamente più evidente, causandole alcuni fiaschi, soprattutto di fronte a ruoli troppo spinti per le sue caratteristiche vocali. Ad esempio, nel 1983 la Ricciarelli cantò l'Aida alla Royal Opera House di Londra, forte dell'incisione di due anni prima e dell'irrobustimento della voce, ma fu fischiata a causa della difficoltà negli acuti estremi; tre anni dopo, fece il suo infelice debutto a Trieste con Norma (che poi ripeté a Tokyo), tant'è che il giorno dopo la rappresentazione la città fu tappezzata da cartelloni con scritto «Norma è morta». Inoltre è nota la performance alla Scala del maggio 1989 con Luisa Miller, in cui la Ricciarelli riscosse un fiasco[4][5]: alla fine dell'opera, la cantante uscì sul palcoscenico, infuriata, maledicendo tutti gli spettatori[senza fonte]. Negli stessi anni ottanta, peraltro, la Ricciarelli iniziò una collaborazione decennale col Rossini Opera Festival di Pesaro e fu in grado di cogliere ancora successi notevoli, talora anche clamorosi, nel repertorio belcantista: Rossini stesso principalmente (Semiramide, Elena ne La donna del lago, Bianca in Bianca e Falliero a fianco di Marilyn Horne, Ninetta ne La gazza ladra, Madama Cortese nella storica prima ripresa assoluta de Il viaggio a Reims sotto la direzione di Abbado), ma anche Donizetti (si ricorda soprattutto una smagliante Lucrezia Borgia a Bologna nel 1984[6]). Nel 1980 vince il Premio Speciale Giovanni Zenatello. Nel 1980 è Amelia ne Un Ballo in Maschera con Luciano Pavarotti al Met, è Leonora nella ripresa di "Il trovatore" di Giuseppe Verdi con Fiorenza Cossotto nel Nuovo Teatro Regio di Torino, è Lucia in Lucia di Lammermoore con Giorgio Zancanaro e José Carreras al Royal Opera House e Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi con Agnes Baltsa al Wiener Staatsoper. Per il Teatro la Fenice di Venezia nello stesso anno canta lo Stabat Mater di Pergolesi nella Chiesa di S. Stefano con Lucia Valentini Terrani diretta da Claudio Abbado e Maria nella ripresa di "Maria di Rudenz" di Gaetano Donizetti con Leo Nucci nella stagione 1980/1981. Al Grand Théâtre di Ginevra è Donna Anna in Don Giovanni nel 1980, Violetta Valery ne La traviata nel 1982 ed Amenaide in Tancredi nel 1990. Nel 1981 è Luisa in Luisa Miller con Leo Nucci, Carlo Bergonzi e Richard Van Allan al Royal Opera House. Nel 1982 è Argelia nella prima rappresentazione in concerto nella Queen's Elizabeth Hall di Londra di "L'esule di Roma ossia Il proscritto" di Gaetano Donizetti, tiene un recital nel Teatro La Fenice, è Alice Ford in Falstaff con Renato Bruson, Barbara Hendricks, Lucia Valentini-Terrani e Leo Nucci ed è ancora Luisa in Luisa Miller con José Carreras e Leo Nucci al Met. Nel 1983 partecipa al Centennial Gala II al Metropolitan Opera House (per celebrare il 100º anniversario del Met). Alla Scala è Liù in Turandot con Ghena Dimitrova e Rolando Panerai sempre nel 1983, tiene un recital con Leone Magiera nel 1984 ed è Madama Cortese nella prima rappresentazione di Il viaggio a Reims ossia l'Albergo del Giglio d'Oro con Cecilia Gasdia, Lucia Valentini Terrani, Samuel Ramey ed Enzo Dara diretta da Claudio Abbado nel 1985, tiene un recital nel 1988 ed è Luisa nella prima rappresentazione di Luisa Miller con Giorgio Zancanaro nel 1989. Al Wiener Staatsoper è Luisa in Luisa Miller con José Carreras e Giorgio Zancanaro nel 1983, Amelia Grimaldi in Simon Boccanegra con Renato Bruson diretta da Claudio Abbado nel 1984 e Maria in Maria Stuarda nel 1987. Al Royal Opera House è Leonora ne Il trovatore con Richard Van Allan e José Carreras e Desdemona in Otello con Plácido Domingo sempre nel 1983, nel 1987 e nel 1990 diretta da Carlos Kleiber. Aida nell'opera omonima con Luciano Pavarotti diretta da Zubin Mehta nel 1984, Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi con Richard Van Allan e Tatiana Troyanos nel 1985 ed Elisabetta di Valois in Don Carlo con Samuel Ramey ed Agnes Baltsa nel 1989. Complessivamente la Ricciarelli ha preso parte a quarantadue rappresentazioni al Covent Garden. A San Francisco è Violetta Valéry ne La Traviata nel 1983 e Desdemona in Otello nel 1989. Per il Teatro La Fenice canta in un concerto musiche di Richard Wagner ed in un altro arie di Vivaldi al Teatro Malibran sempre nel 1983, tiene un recital nel 1984, è Armida nell'opera omonima di Gioacchino Rossini nel 1985. Nel 1984 è Anna Bolena nell'opera omonima al San Diego Opera. Nel 1986 è Elvira Valton nella prima rappresentazione nel Teatro Petruzzelli di Bari di "I puritani" di Vincenzo Bellini. Nello stesso anno nel Teatro Regio di Parma è Hélène nella prima rappresentazione di "Jérusalem" di Giuseppe Verdi con Cesare Siepi e tiene un recital, con musiche di Giuseppe Verdi, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti. Per il Teatro La Fenice canta musiche di Richard Wagner ed aggiunge anche lo Exsultate, Jubilate di Wolfgang Amadeus Mozart al Teatro G. Verdi di Padova nel 1988, è Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi nel 1991, canta nel Concerto di Gala per il Bicentenario per La Fenice con Mariella Devia, Marilyn Horne, Raina Kabaivanska, Bernadette Manca di Nissa e Samuel Ramey diretta da Georges Prêtre nel 1992, tiene un recital al Teatro Toniolo di Mestre nel 1995, per La Fenice a Varsavia partecipa alla Tournée del Gran Teatro La Fenice al Teatro Nazionale di Varsavia nel 1996 e tiene un concerto di gala al Teatro Malibran nel 2001. Nel 1990 fa la sua ultima apparizione al Met come Desdemona con Plácido Domingo raggiungendo le quarantasette rappresentazioni complessive a New York. Al Wiener Staatsoper è Maddalena di Coigny in Andrea Chénier con Renato Bruson nel 1992 e Fedora nell'opera omonima nel 1995. Complessivamente il soprano ha cantato in sessantanove rappresentazioni allo Staatsoper. Intensa anche la sua attività discografica, divisa tra opere complete e recital. Tra le incisioni si segnalano il Tancredi live alla Carnegie Hall e la Tosca, più in generale le registrazioni datate anni '70, in cui l'assetto vocale era intatto. Nella sua attività lirica e concertistica ha collaborato spesso con José Carreras, Ruggero Raimondi, Agnes Baltsa, Samuel Ramey, Lucia Valentini Terrani, Plácido Domingo, Renato Bruson, Leo Nucci, ed è stata diretta da molti grandi direttori quali Riccardo Muti, Zubin Mehta, Herbert Von Karajan, Sir Colin Davis, James Levine, Claudio Abbado, Lorin Maazel, Carlo Maria Giulini, Georges Prêtre e Gianandrea Gavazzeni. Nel 1994, per i suoi venticinque anni di carriera, è insignita del titolo di Kammersängerin a Vienna e di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Sempre dal 1994 collabora stabilmente col pianista Giovanni Velluti. Nel 1996 canta in "Troppo troppo" e "Insieme lo denunciam" con Edoardo Bennato ed i Solis String Quartet contenute in Quartetto d'archi (album). Per le stagioni 1998/99 è direttore artistico del Teatro Politeama di Lecce. Nel 1999 ha festeggiato il 30º anniversario di carriera con nuovi debutti operistici (Fedora di Giordano), concerti, mostre, un volume con la storiografia completa della carriera, un CD della Deutsche Grammophon con le arie più famose, oltre a numerose apparizioni televisive e presenta su RaiUno, insieme a Michele Cucuzza e Gianfranco D'Angelo, il programma Segreti e... bugie.. Dallo stesso anno ha sfoltito la carriera operistica, limitando la sua attività al Teatro Politeama Greco di Lecce, dove ha cantato Adriana Lecouvreur (1999) e debuttato in nuove opere: Werther (2001), Prima donna ne Le convenienze ed inconvenienze teatrali (2002), Rinaldo (2003). Sempre nel 2002 ha tenuto dei concerti a Nuova Delhi, Cordoba, Buenos Aires, Cartagine e San José, cantando inoltre il ruolo principale nella première di una nuova opera, Il fantasma della cabina, andata in scena al Teatro Donizetti di Bergamo il 13 dicembre. È in questo periodo che all'attività teatrale affianca la nuova carriera di attrice, inizialmente in film TV e fiction, successivamente in film d'autore, ricoprendo anche ruoli da protagonista come nel 2005 ne "La Seconda Notte Di Nozze" di Pupi Avati la cui interpretazione le valse il Nastro D'Argento. Nel 2008 ha partecipato al film Bianco e nero, di C. Comencini. Nel nuovo millennio volge inoltre la sua attenzione ai musical, interpretando in tournée le commedie Caruso (2002) e Gloriosa (2008). Nel 2005 è Direttore artistico dello Sferisterio Opera Festival di Macerata. Nel 2006 partecipa al reality show La fattoria, venendo eliminata in semifinale con il 54% dei voti. Nel 2007 si candida per la coalizione di centro-sinistra alle comunali di Rodi Garganico. La Ricciarelli, infatti, è solita passare le sue vacanze estive nella cittadina garganica. Dopo due mesi ritira la sua candidatura in quanto incompatibile con i suoi impegni di carriera, ma resta lo stesso legata alla cittadina marinara che più volte le ha dimostrato la sua grande ospitalità. Non di rado, infatti, offre ai rodiensi grande spettacolo della sua voce nel Santuario della Madonna della Libera. Nel 2008 canta all'Abbazia benedettina di Cava de' Tirreni, in piazza Plebiscito a Mola di Bari, nell'auditorium "Domenico Modugno" della scuola media Sarnelli, a Polignano di Bari ed a Trascina di Selinunte (Castelvetrano). Nel 2009 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Pellezzano, comune in provincia di Salerno e tiene un recital nella chiesa di Sant'Alessandro di Milano. Il 6 novembre 2009 festeggia i 40 anni di carriera con un concerto al Teatro La Fenice di Venezia duettando con le più grandi voci della musica classica e pop: da Mietta a Cecilia Gasdia, da Michael Bolton a Massimo Ranieri. Il concerto evento, condotto da Cristina Parodi, è stato trasmesso il 19 dicembre, in prima serata, su Canale 5. Nel 2010 canta nella Cattedrale di Bari, al teatro Regina Margherita di Racalmuto in "Amor ti canto. Le storie, la voce e gli amori", opera scritta e diretta da Nando Nessa, in piazza Anco Marzio a Ostia e tiene un concerto sul sagrato della chiesa dell'Immacolata di Scario. Nel 2010 è ospite fissa in qualità di giudice nella trasmissione Io canto su Canale 5, durante il programma duetta in Nessun dorma con il giovane tenore Michele Ferrauto. Nel 2010 ha partecipato al film documentario Pupi Avati, ieri oggi domani di Claudio Costa, dedicato al regista Pupi Avati. Nasce nel 2011 la Fondazione Katia Ricciarelli per la Vita Onlus di cui è presidente e cura la regia de L'elisir d'amore in piazza Suor Maria Laselva di Polignano a mare. Nel 2012 canta nel santuario della Madonna di Fatima a Trani, nella Basilica di San Mauro di Casoria, nel "Concerto per Agrigento" al Teatro Pirandello e canta arie d'opera al palazzo Filangeri di Cutò a Santa Margherita di Belice (Agrigento) per la IX edizione del Premio letterario "Giuseppe Tomasi di Lampedusa in una serata condotta da Rosanna Cancellieri. Teatro Nuovo

Petite Messe Solennelle con Katia Ricciarelli


Teatro Nuovo di Verona
Martedì 22 novembre 2016, ore 21.0

Petite Messe Solennelle

di Gioachino Rossini

Coro ed Orchestra de I Musici di Santa Cecilia
Solisti , Laura Verrecchia, Francesco Zingariello e Devis Fugolo.
Direttore Dorino Signorini.

La Petite Messe Solennelle è una composizione sacra scritta nel 1963 e poi orchestrata nel 1967. Con lo Stabat Mater è considerata uno dei capolavori non operistici del compositore, nonostante allora non fosse in linea con il romanticismo imperante. 

La Petite Messe Solennelle fu scritta per dodici cantanti, di cui quattro solisti, due pianoforti ed un armonium. Rossini la volle anche orchestrare, nel 1867, sia perché spinto da più parti ma soprattutto, ritenendo che se l’orchestrazione fosse stata fatta da qualcun altro musicista dopo la sua morte, l’opera non avrebbe avuto quella caratteristica per cui la scrisse.

Al riguardo, sulla partitura tenne a precisare:

«”Petite Messe Solennelle”, a quattro parti, con accompagnamento di due pianoforti, e di un armonium. Composta per la mia villeggiatura di Passy (nota: località presso Parigi). Dodici cantori di tre sessi, uomini, donne e castrati, saranno sufficienti per la sua esecuzione. Cioè otto per il coro, quattro per il solo, in totale di dodici cherubini: Dio mi perdoni l’accostamento che segue. Dodici sono anche gli Apostoli nel celebre affresco di Leonardo detto La Cena, chi lo crederebbe! Fra i tuoi discepoli ce ne sono alcuni che prendono delle note false! Signore, rassicurati, prometto che non ci saranno Giuda alla mia Cena e che i miei canteranno giusto e con amore le tue lodi e questa piccola composizione che è, purtroppo, l’ultimo peccato della mia vecchiaia. »

(Gioachino Rossini, Passy, 1863)

Dopo che il lavoro fu terminato, scriveva nel manoscritto in calce all’Agnus Dei:

« Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. È musica benedetta [sacra] quella che ho appena fatto, o è solo della benedetta musica?[2] Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso. »

(Gioachino Rossini, Passy, 1863)

Ecco dunque che la Petite messe può essere considerata il testamento spirituale di Rossini, forse già presagio della sua prossima morte.

Petite messe solennelle

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Petite messe solennelle
Compositore Gioachino Rossini
Tipo di composizione messa
Epoca di composizione 1863
Prima esecuzione 14 marzo 1864
Dedica Louise Pillet-Will
Durata media 1h.30′
Organico I versione: soli, coro, duepianoforti, armonium
II versione: soli, coro eorchestra

La Petite messe solennelle è una composizione sacra di Gioachino Rossini.
Fu scritta nel 1863.

Organico

Prevede il seguente organico:

  • Soli (soprano, contralto, tenore, basso)
  • Coro (soprani, contralti, tenori, bassi)
  • Due pianoforti
  • armonium

Nella partitura originale di Rossini è prescritto che i solisti debbano cantare anche con il coro.
Per il secondo pianoforte Rossini non ha scritto una parte indipendente, bensì di raddoppio o rinforzo del primo.

Struttura musicale

  • Estratto musicale del Kyrie

    Parte iniziale del Gloria

    1. Kyrie – coro

  • 2. Gloria
    • Gloria in excelsis Deo – soli, coro
    • Gratias agimus tibi – soli (contralto, tenore, basso)
    • Domine Deus – tenore solo
    • Qui Tollis – soli (soprano, contralto)
    • Quoniam – basso solo
    • Cum Sancto Spiritu – coro
  • 3.Credo
    • Credo – soli, coro
    • Crucifixus – soprano solo
    • Et resurrexit – soli, coro
  • 4. Offertorium (Prélude religieux) – pianoforte solo (organo, nella II versione)
  • 5. Sanctus – soli, coro
  • 6. O salutaris hostia – soprano solo
  • 7. Agnus Dei – contralto solo, coro

Storia

Rossini abbandonò la composizione di opere liriche dopo il successo ottenuto con la sua ultima composizione per il teatro, il Guglielmo Tell (1829). Da allora, quando aveva trentasette anni, si dedicò ugualmente alla composizione dedicandosi però alla musica da camera e sacra senza pubblicare alcun lavoro eppur lasciando capolavori specialmente in àmbito sacro.

Di questi, due sono considerati tra i migliori capolavori della musica del XIX secolo: lo Stabat Mater, composto nel 1841, e la Petite messe solennelle, composta nel 1863, cinque anni prima della sua morte ed ultimo peccato di vecchiaia, come il compositore amava definire i suoi lavori di età senile.

Capolavoro nuovo, quasi azzardato per anni in cui imperava il romanticismo, con la suamelodia, che solo in seguito sarà valutata come capolavoro rossiniano: esso anticipa i tempi della musica moderna dando nuovi indirizzi estetici e forme avveniristiche che si svilupperanno ben oltre la metà dell’Ottocento per giungere agli inizi del Novecento.

La Petite messe solennelle fu scritta per dodici cantanti, di cui quattro solisti, due pianoforti e un armonium. Rossini la volle anche orchestrare, nel 1867, sia perché spinto da più parti ma, soprattutto, ritenendo che se l’orchestrazione fosse stata fatta da qualcun altro musicista dopo la sua morte, l’opera non avrebbe avuto quella caratteristica per cui la scrisse.

Al riguardo, sulla partitura tenne a precisare:

« “Petite messe solennelle”, a quattro parti, con accompagnamento di due pianoforti, e di un armonium. Composta per la mia villeggiatura di Passy (nota: località presso Parigi). Dodici cantori di tre sessi, uomini, donne e castrati, saranno sufficienti per la sua esecuzione. Cioè otto per il coro, quattro per il solo, in totale di dodici cherubini: Dio mi perdoni l’accostamento che segue. Dodici sono anche gli Apostoli nel celebre affresco diLeonardo detto La Cena, chi lo crederebbe! Fra i tuoi discepoli ce ne sono alcuni che prendono delle note false! Signore, rassicurati, prometto che non ci saranno Giuda alla mia Cena e che i miei canteranno giusto e con amore le tue lodi e questa piccola composizione che è, purtroppo, l’ultimo peccato della mia vecchiaia. »
(Gioachino Rossini, Passy, 1863)

Dopo che il lavoro fu terminato, scriveva nel manoscritto in calce all’Agnus Dei:

« Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. È musica benedetta [sacra] quella che ho appena fatto, o è solo della benedetta musica?[2] Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso. »
(Gioachino Rossini, Passy, 1863)

Ecco dunque che la Petite messe può essere considerata il testamento spirituale di Rossini, forse già presago della sua prossima morte.

La messa fu eseguita per la prima volta privatamente il 14 marzo 1864 con Carlotta Marchisio e Barbara Marchisio, a Saint-Georges (Parigi) presso la cappella di famiglia della contessa Louise Pillet-Will, moglie del banchiere Pillet-Will e dedicataria della composizione. All’evento, che fu dato in forma privata, furono invitati anche alcuni critici musicali e musicisti, come Giacomo Meyerbeer, Daniel Auber e Ambroise Thomas. Rossini stesso seguì i preparativi per l’esecuzione. Il coro era formato da studenti del Conservatorio, scelti tra i migliori; al pianoforte suonarono Georges Mathias e Andrea Peruzzi, mentre Albert Lavignac, allora solo diciottenne, suonava l’armonium. Le parti dei soli furono cantate dalle sorelle Marchisio, Carlotta (soprano) eBarbara (contralto), Italo Gardoni (tenore) e Luigi Agnesi (basso). La messa ottenne grande successo e fu replicata altre volte.

L’opera si compone di quattordici pezzi ricchi di inventiva armonica e melodica e si inserisce fra le composizioni di spiccata originalità, fornite di un’alternanza tra musica da chiesa e musica profana: il Kyrie per soli, coro, pianoforti e armonium; il Gloria per soprano solo e coro, pianoforti e armonium; il Gratias agimus, un terzetto per mezzosoprano, tenore e basso; il Domine Deus, pagina affidata al tenore e preceduta da una introduzione pianistica; il Qui tollis, duetto tra soprano e contralto introdotto anch’esso dal pianoforte; il Cum Sancto Spiritu per soli e coro che conclude la prima parte dell’opera.

Il Credo rappresenta l’inizio della seconda parte della messa ed è per coro. Segue subito dopo il Crucifixus introdotto dal pianoforte, in cui si innesta la voce del soprano; l’Et resurrexit per soli e coro; il Preludio religioso per pianoforte solo, il brano strumentale più lungo dell’opera, che dura circa otto minuti; il Sanctus, un coro “a cappella”; l’O salutaris Ostia, penultimo brano per soprano solo e pianoforte; infine l’Agnus Dei che chiude la sequenza dei brani della messa, pieno di intensa melodia che presagisce una visione di pace duratura intonata dal contralto, a cui fa eco il coro a voci sole e quindi le voci corali che unitamente al contralto solista ed agli strumenti concludono il capolavoro rossiniano.

Nel 1869 avviene la prima pubblica nel Théâtre-Italien di Parigi nella seconda versione con Marietta Alboni e nel Teatro Comunale di Bologna come Messa solenne diretta da Emanuele Muzio e nel 1878 nel Teatro Regio di Parma.

Nel 1942 avviene la prima nella Basilica di Santa Croce di Firenze diretta da Vittorio Gui con Maria Caniglia, Ebe Stignani e Tancredi Pasero, nel 1965 a Bologna diretta da Leone Magiera, nel 1968 al Palazzo Ducale (Venezia) diretta da Ettore Gracis con Luisa Maragliano e Raffaele Arié, nel 1972 nellaReggia di Versailles con Mario Rossi (direttore d’orchestra) ed Aldo Ciccolini, nel 1979 a Parma diretta da Romano Gandolfi con Antonio Savastano, nel1983 alla Piccola Scala di Milano diretta da Gandolfi con Giorgio Surjan e nel 1992 nel Teatro Rossini (Pesaro) e nella Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme di Roma.

Discografia

Solisti Orchestra / Strumentisti Coro Direttore Anno Etichetta
Renata Scotto (soprano), Fiorenza Cossotto(mezzosoprano), Alfredo Kraus (tenore), Ivo Vinco (basso) Franco Verganti e Gianluigi Franz (pianoforti), Luigi Benedetti (armonium) Coro Polifonico di Milano Giulio Bertola Ricordi Record
Daniela Dessì, Gloria Scalchi, Giuseppe Sabbatini,Michele Pertusi Orchestra del Teatro Comunale di Bologna Coro del Teatro Comunale di Bologna Riccardo Chailly Decca
Mirella Freni (soprano), Lucia Valentini Terrani(mezzosoprano), Luciano Pavarotti (tenore), Ruggero Raimondi (basso) Leone Magiera (pianoforte), Vittorio Rosetta (armonium) Coro Polifonico del Teatro alla Scala Romano Gandolfi(direttore) Decca
Maria Radoeva (soprano), Milena Storti (mezzosoprano), Jun Ho You (tenore), Frank van Hove (basso) Davide Cabassi, Tatiana Larionova (pianoforti), Dora Bizjak (harmonium) Saint Ephraim Male Choir & Schola Cantorum Budapestiensis Tito Ceccherini 2012 Stradivarius

Note

  1. ^ Intervista di Philip Gossett a Julliard.edu.
  2. ^ Il gioco di parole di Rossini, “de la musique sacrée … ou de la sacrée musique“, difficilmente traducibile, è basato sul diverso significato che l’aggettivo “sacré” (sacro) assume, in francese, a seconda che sia collocato prima o dopo il nome a cui è riferito (non diversamente del resto da quanto succede in italiano con l’aggettivo “benedetto”). Questo è il testo originale in francese: «Bon Dieu; la voilà terminée, cette pauvre petite messe. Est-ce bien de la musique sacrée que je viens de faire, ou bien de la sacrée musique? J’étais né pour l’opera buffa, tu le sais bien! Peu de science, un peu de cœur, tout est là. Sois donc béni et accorde-moi le Paradis».

Collegamenti esterni

Le prevendite sono aperte alla biglietteria del Teatro Nuovo (dal lunedì al sabato dalle 15,30 alle 19,30), al Box Office di Via Pallone 16, tel. 045.8011154, www.boxofficelive.it.

Katia Ricciarelli su dismappa