Patti Smith celebra i 40 anni di Horses a Rumors
Teatro Romano di Verona
Venerdì 19 giugno 2015, ore 21.00
Concerto Patti Smith
1975, agli albori del punk, usciva Horses primo album di Patti Smith per l’etichetta discografica Arista Records, prodotto da John Cale. 2015, la cantautrice americana e la sua band celebrano i quarant’anni di questo disco che è ormai considerato una vera e propria pietra miliare della storia del rock, con un tour mondiale che include alcune date in Italia tra cui quella del 19 giugno al Teatro Romano di Verona.Sul palco insieme a lei, Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, storici compagni dal 1975 e che hanno partecipato alle recording session di Horses, il figlio Jackson Smith, alla chitarra e Tony Shanahan al basso che collabora con Patti dal suo ritorno sulla scena, dalla metà degli anni Novanta.
Sacerdotessa del rock, passionaria di Chicago, poetessa, sciamana selvaggia, molte sono le etichette con le quali nel corso degli anni hanno provato a definirla. Ma Patti Smith è Patti Smith. Una straordinaria autrice e interprete, una delle figure femminili più carismatiche e dirompenti della storia della musica dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, che continua a rinnovarsi anche attraverso la scrittura e a catturare anche le generazione più giovani con l’intensità visionaria della forza che emana.
Horses, il meno elettrico dei suoi dischi degli anni ’70, convulso, originale, punk è un disco unico, il prodotto e l’opera di una band. Segna l’ingresso di un nuovo linguaggio musicale, ancora oggi di un’attualità sorprendente, che ha influenzato e ispirato molti musicisti, come, storia ormai nota, il giovane allora Michael Stipe, futuro leader dei Rem.
Da Gloria, cover del brano di Van Morrison, che apre il disco, a Redondo Beach dal ritmo reggae, nato dopo una violenta lite con la sorella, ai lunghi 9 minuti di Birdland, suite di piano voce e chitarra. E ancora Free Money, Kimberly dal tocco new wave, Break it up dove emerge la chitarra di Tom Verlaine, fino a Land vero capolavoro del disco, divisa a sua volta in tre momenti: Horses/ Land Of a Thousand Dances, La Mer(De). Ultima traccia Elegie.
Di sicuro Horses rappresenta un vero è proprio spartiacque nel modo della musica rock, traghettando dal passato nel futuro nuove sonorità e intenti indelebili.
IL CONCERTO FA PARTE DELLA RASSEGNA RUMORS, REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI VERONA E CON LA DIREZIONE ARTISTICA DI ELISABETTA FADINI.
Galleria fotografica del concerto di Patti Smith a Villafranca il 7 luglio 2007
RUMORS. Questa sera alle 21 in concerto al Teatro Romano
Arriva Patti Smith la poetessa rock con i suoi «Horses»
Beppe Montresor
Le canzoni dell’album simbolo, di cui celebra il 40° e le altre tappe di una straordinaria carriera Con lei tre musicisti storici e suo figlio Jackson
Per noi è l’appuntamento clou non solo del Festival Rumors Illazioni Vocali, ma di tutta l’estate musicale veronese 2015. Non a caso da tempo sold-out, e probabilmente Patti Smith avrebbe potuto riempire il Teatro Romano anche per più di un concerto. Benissimo ha fatto Elisabetta Fadini (direttrice artistica di Rumors, di cui è anche l’ideatrice, con l’organizzazione tecnico-logistica di Eventi) ad inserirla in una rassegna dedicata principalmente alle «voci». Quella di Patti è inconfondibile, di intensità straordinaria, capace di mille sfaccettature. Un po’ come uno dei suoi eroi, Jim Morrison, Patti Smith viene forse più considerata come autrice per lei il termine «poetessa» è sicuramente appropriato che come performer. Errore, anche se magari oggi l’ex-ragazza del CBGB (il celebre rock club di New York) è, sul palco, un po’ più «tranquilla»; perché Patti è anche e soprattutto grandissima rocker, pur non essendo strettamente parlando nemmeno una musicista provetta. Ma dai suoi esordi ad oggi, su disco e sul palcoscenico, si è sempre dimostrata anche interprete di assoluta eccellenza, all’altezza delle più accreditate voci di sempre nel settore.E poi, lo diciamo senza tentennamenti avendo avuto l’opportunità di ascoltarla live in varie e diverse occasioni (per esempio anche con Philip Glass per un recital in onore del suo grande amico Allen Ginsberg), sul palco Patti Smith è dotata di un carisma fortissimo, cui è difficile sfuggire anche per chi ha poca dimestichezza con la sua canzone. Forse solo Bob Dylan, non a caso un altro dei suoi incrollabili eroi (perché questo è il termine appropriato nel caso di Patti, artista che ha sempre vissuto di miti ed entusiasmi conclamati), ne è ugualmente dotato.Com’è ormai ampiamente noto, stasera alle 21 Patti Smith con la sua Band (i due «originali» Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, più l’ormai «veterano» Tony Shanahan al basso, e Jackson Smith, figlio di Patti, alla chitarra) eseguirà in toto l’album di debutto Horses, di cui si celebra nel 2015 il quarantesimo anniversario e di cui abbiamo ampiamente parlato in queste pagine. Ma ci piace ricordare almeno alcuni degli altri highlight di un percorso quasi impeccabile dal punto di vista discografico (forse solo appena sbiadito ma se lo può permettere nelle sue ultime prove, comunque mai con pesanti cadute di tono). E allora, se dovessimo scegliere, diremmo in ordine cronologico Easter del 1978, con l’hit assoluto Because the Night (scritta assieme a Bruce Springsteen) ed altri pezzi fenomenali come Space Monkey, Ghost Dance, Rock’n’Roll Nigger, 25th Floor. Wave del ’79, è generalmente un po’ sottovalutato dalla critica, ma la portò all’apice della popolarità nel nostro paese, contiene un lato A travolgente ed uno dei massimi capolavori di Patti, Dancing Barefoot. Dalla ricca produzione dell’ultimo ventennio opteremmo per l’eccezionale Gone Again del 1996 (un album intriso di morte – in quel periodo Patti era stata colpita da una serie incredibile di lutti tra familiari e amici ma contemporaneamente al dolore anche un inno alla vita, alla speranza, alla necessità di continuare con forza ancora maggiore) e il successivo Peace and Noise con pezzi memorabili come Waiting Underground e 1959. Twelve, uscito nel 2007, è un ottimo saggio della capacità interpretativa della Smith, che per l’occasione rilegge tra le altre canzoni di Jimi Henrdrix, Neil Young, Rolling Stones, Grace Slick dei Jefferson Airplane, Jim Morrison & Doors, Dylan, Kurt Cobain & Nirvana: un po’ il pantheon dei suoi massimi punti di riferimento.Per quanto riguarda la bibliografia, ci piace ricordare Patti Smith Complete Canzoni, riflessioni, diari, tradotto da Massimo Bubola e pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2000. E l’autobiografico Just Kids, che la Feltrinelli ha pubblicato nel 2010, dedicato agli anni condivisi da Patti con Robert Mattlethorpe, l’autore della straordinaria foto della copertina di Horses.
Patti Smith, è già sold out per la sacerdotessa del rock
Un grande evento per celebrare i quarant’anni dell’uscita di «Horses», l’album di debutto del 1975 che consegnò l’artista alla grande popolarità
Diciamo la verità, questa è un’usanza che ha preso sempre più piede negli ultimi anni, da quando il rock’n’roll ha in parte cessato di essere LA musica per eccellenza espressiva della ribellione giovanile ed ha assunto i connotati di un retaggio letterario da studiare nelle scuole e nei musei. La grande letteratura rock vanta oltre mezzo secolo di eventi, ricorrenze, anniversari, che vengono sempre più frequentemente celebrati, come una memoria che non va dimenticata. Spesso la celebrazione di un evento è un po’ una scusa per ridare ad un artista un altro quarto d’ora di popolarità. Ma, come sempre, ci sono le eccezioni, e non è un caso che il concerto di Patti Smith (& Her Band), in programma venerdì 19 giugno al Teatro Romano, caparbiamente voluto dalla direttrice artistica Elisabetta Fadini nell’ambito del Festival Rumors, sia da tempo sold-out. Insomma, a quasi settant’anni la popolarità di Patti Smith è tutt’altro che a rischio estinzione, anzi ha raggiunto quasi connotati nazional-popolari. Patti Smith (a cui verrà consegnata una speciale medaglia della città di Verona, ove ritorna a quasi vent’anni da uno strepitoso concerto sempre al Teatro Romano nel ’96) per l’occasione celebrerà, come aveva già fatto dieci anni fa con un concerto alla Royal Festival Hall di Londra (registrato su un cd- live abbinato all’album originale in studio), il quarantesimo anniversario dell’incisione di Horses, album di debutto del 1975 che la catapultò immediatamente alla grande popolarità (più ancora in Europa che negli Stati Uniti) e contemporaneamente ad una status di culto (chiamiamola poetessa’ o sacerdotessa’ della poesia rock, forse meglio ancora) che non ha mai più perso.Quando Patti e i suoi compari (due di loro saranno ancora con lei al Teatro Romano, Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria) entraronioin sala di registrazione per Horses, lei affrontò il compito come una missione salvifica: elevare l’arte a qualcosa che, com’era successo per lei, può salvare la vita dell’umanità. Magari Gesù, – come dichiarava sfacciatamente e oltraggiosamente nel primo verso di Gloria (In Exclesis Deo), il brano che apriva Horses – «era morto per i peccati di qualcuno», ma non per i suoi. Ma sicuramente Rimbaud, Baudelaire, Jimi Hendrix, John Coltrane, Jim Morrison, solo per citare alcuni dei suoi eroi, ci avevano provato, avevano avuto il coraggio prometeico di rompere, con la loro arte sublime, le catene che li trattenevano a terra. Break On Through (Through The Other Side), aveva cantato Morrison nella prima canzone incisa dai Doors nell’album di debutto del 1967. Break It Up, liberati da quelle catene, canta Patti Smith in un altro dei pezzi di Horses dedicato appunto a Jim. Che, insieme appunto all’omonimo debutto dei Doors, e a quello dei Velvet Underground con Nico, rimane probabilmente il migliore album d’esordio della storia rock. Missione compiuta, insomma. E non è ancora finita. COPYRIGHT
Venerdì 22 maggio sono stati presentati a Verona i festival Rumors–Illazioni vocali e Verona Jazz 2015, promossi dal Comune nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese. Le due rassegne si terranno al Teatro Romano dal 18 al 25 giugno. Presenti il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Gianpaolo Savorelli, il direttore artistico di Rumors Elisabetta Fadini e il responsabile di Eventi Verona Ivano Massignan, direttore organizzativo delle due rassegne.
ll cartellone di Rumors-Illazioni vocali prevede per il 18 giugno il concerto del cantautore e musicista israeliano Asaf Avidan, che presenterà il suo nuovo album Gold Shadow. Il 19 giugno Patti Smith proporrà il suo primo albumHorses, accompagnata dalla formazione che incise il disco nel 1975; prima del concerto sarà consegnato alla cantautrice un riconoscimento da parte della Città di Verona, per i suoi innumerevoli meriti in ambito artistico, culturale e sociale. Infine, il 20 giugno Nina Zilli porterà sul palco il suo ultimo album Frasi&Fumo.
Il cartellone di Verona Jazz 2015 prevede invece cinque serate di musica internazionale: il 21 giugno saliranno sul palcoscenico Paolo Fresu & Daniele Di Bonaventura; il 22 giugno in un tributo a Nino Rota si esibirà Richard Galliano; il 23 giugno sarà la serata dedicata al Village Vanguard conElisabetta Fadini (voce narrante), John De Leo (voce), Fabrizio Bosso(tromba), Julian Oliver Mazzariello (pianoforte), Luca Alemanno(contrabbasso) e Nicola Angelucci (batteria); il 24 giugno Mauro Ottolini & Sousaphonix si esibiranno accompagnando le immagini del Buster Keaton Film Project; il 25 giugno, infine, Stefano Bollani porterà al Teatro Romano il concerto Piano Solo.
TEATRO ROMANO. Tre grandi nomi per la terza edizione della rassegna
La sacerdotessa celebra rock e poesia
Questa sera Asaf Avidan, ma la protagonista più attesa è Patti Smith: domani riproporrà l’album «Horses». Sabato chiusura con Nina Zilli
giovedì 18 giugno 2015 INSERTI, pagina 69
Chi l’ha visto due anni fa al suo debutto al Teatro Romano è rimasto folgorato dal suo carisma scenico – all’altezza di certe grandi rockstar del passato – oltreché naturalmente dalla sua vocalità incredibile: un esempio sublime della potenzialità della voce come strumento. Asaf Avidan, cantautore e musicista israeliano a cavallo tra blues e folk rock che si è fatto conoscere dal grande pubblico partecipando a Sanremo nel 2013, apre questa sera al Teatro Romano il festival «Rumors -Illazioni vocali» presentando il suo nuovo album Gold Shadow.
Siamo al terzo anno consecutivo del festival con la direzione artistica di Elisabetta Fadini (attrice, voice performer, cantante, in sintesi un’artista che si è concentrata sulla ricerca vocale in svariate forme) e gli ospiti dei tre concerti sono veramente eccezionali: domani sul palco del Teatro Romano sarà la volta di Patti Smith, sabato di Nina Zilli.
PATTI SMITH, che ha inserito Verona nel suo tour per i quarant’anni del disco Horses, è una delle grandi voci del ‘900, la più alta sintesi tra rock e poesia, forza lirica e voce sciamanica. Tanto che Verona le consegnerà una targa («Dopo tanti riconoscimenti conferiti a Patti Smith nel mondo, anche noi vogliamo rendere omaggio alla sua grande carriera artistica. I motivi di questo riconoscimento della città di Verona, che le conferiamo ringraziandola per quanto da lei fatto a livello internazionale, riguardano la parola, la poesia, la musica e il sociale che hanno da sempre contraddistinto la sua vita artistica “ambasciatrice” dell’amore e della bellezza dell’arte in tutto il mondo», ci sarà scritto).
Nina Zilli, infine, è una voce affascinante, particolare, che ricorda certe voci radiofoniche d’altri tempi. Anche lei sta portando in giro il tour relativo al suo ultimo album, Frasi e Fumo.
Indubbiamente però è la cantautrice americana la star del festival. Verona è la terza tappa del tour italiano di Patti Smith. La «sacerdotessa del rock» salirà sul palco con Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, storici compagni dal 1975, il figlio Jackson Smith alla chitarra e Tony Shanahan, che collabora con lei dal suo ritorno sulla scena, dalla metà degli anni Novanta, al basso.
Cantautrice, poetessa e performer di musica, d’arte e di vita, Patti Smith ha fatto la storia del rock degli anni Settanta a fianco dei grandi della musica, da Bob Dylan a John Cale che le produsse Horses, il suo primo disco, nel 1975 dopo anni di esibizioni come poetessa sempre a fianco dei grandi della musica. La sua storia musicale l’ha vista a fianco di artisti del calibro di Jim Morrison e di tutti i grandi della Beat Generation. La sua musica è assurta, nei decenni a messaggio di unione tra i popoli di tutto il mondo.
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