VeronaAppuntamenti
La Fura dels Baus e folklore catalano in Biblioteca Civica
La Catalunya si racconta in Biblioteca Civica
In occasione dell’APLEC Internazionale Festa Catalana che si terrà a Verona il 2 e 3 agosto la Biblioteca Civica in collaborazione con l’AGA (Associazione Giochi Antichi) propone – oltre alla rassegna di film catalani curata dalla Prof.ssa Lidia Carol Geronés e organizzata dal Centro Audiovisivi – due incontri di approfondimento sulle tradizioni catalane che si terranno presso la Sala Farinati della Biblioteca Civica. Continue Reading
Verona si colora di folklore catalano
Aplec internazionale è un momento unico di festa e folklore organizzato dall’associazione ADIFOLK di Barcellona e il Comune di Verona – Assessorato al Turismo in collaborazione con l’AGA. Nata nel 1988, con l’obiettivo di far conoscere la realtá e la varietà della cultura catalana attraverso l’Europa, l’Aplec Internazionale é cresciuta sempre di più affermandosi quest’anno al suo ventiseiesimo appuntamento. Dopo aver attraversato 15 paesi Europei quest’anno arriverà in Italia e si fermerà a Verona per radunare tutti in una grande festa dai sapori catalani. Continue Reading
VenerAzioni di fine agosto: il Teatro romano calza rosso per raccontare il femminicidio
Per prenotare i posti disabile in carrozzina + accompagnatore (1 ingresso + 1 omaggio) agli spettacoli di VenerAzioni contattare
Verona Box Office s.r.l.
Via Adigetto, 6 37122 Verona-Italy
tel 045/8034165 fax 045/8026490
[learn_more caption=”26 agosto Verona, Teatro Romano – Teresa Mannino in Terrybilmente divagante”]26 agosto Verona, Teatro Romano – Teresa Mannino in “Terrybilmente divagante”
Teresa Mannino è una presenza solare del panorama comico italiano, ha dimostrato di avere le capacità per coniugare una raffinata tecnica attoriale con un’improvvisazione assolutamente spontanea e originale. Laureata in filosofia a Palermo e poi in recitazione al Teatro Carcano di Milano, fortemente legata alla sua Sicilia, è una comica, cabarettista, attrice e conduttrice televisiva. Ha portato il suo cabaret nel piccolo schermo fino a condurre Se stasera sono qui su La7 e Zelig su Canale 5. Ha recitato per il grande schermo in sei film tra cui due diretti da Carlo Vanzina. Sul palcoscenico Teresa racconta, sorride e allo stesso tempo graffia. Teresa ha la dolce consapevolezza del fuori luogo, della bimba siciliana che ama Heidi, nella sua Palermo la chiamano ‘la milanese’. E’ costantemente in bilico fra mondi contrapposti: il Nord operoso e il Sud filosofico; l’universo operoso femminile e quell’infantile materialista maschile. Teresa racconta e chiacchiera. Con la spontaneità di chi si trova su un palcoscenico, però conserva la stessa immediatezza che avrebbe in un salotto. Ovviamente in un salotto senza pretese di mondanità, un salotto qualsiasi, in un pomeriggio qualsiasi, mentre in cucina la mamma sta preparando il the, da accompagnare ovviamente con le paste, tanto per lei i problemi di linea non esistono.
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[learn_more caption=”27 agosto Verona, Teatro Romano – Serena Dandini e altre artiste in Ferite a morte”]27 agosto Verona, Teatro Romano – Serena Dandini e altre artiste in “Ferite a morte”
Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda.
Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni.
Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.
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[learn_more caption=”30 agosto Verona, Teatro Romano – Paola Turci, Marina Rei, Cristina Donà”]
30 agosto Verona, Teatro Romano – Paola Turci, Marina Rei, Cristina Donà
Paola Turci
Paola Turci esordisce nel 1986 al Festival di Sanremo, dove ritornerà altre 9 volte. Affianca al successo di critica di quegli anni, un crescente apprezzamento del pubblico, sia nel live che nelle produzioni discografiche. Il suo percorso artistico è ricco di numerose collaborazioni, da quella con Riccardo Cocciante a quelle con Luca Carboni, Vasco Rossi, Carmen Consoli e Max Gazzè. La discografia di questa artista è ricca di album importanti, che toccano i temi dell’amore, dell’universo femminile, della libertà. Le sue esperienze toccano anche altri ambiti artistici con collaborazioni anche molto particolari come quella avviata con Giorgio Rossi, uno dei coreografi e danzatori italiani più creativi, col quale ha firmato il “concerto danzato” Cielo concerto per un corpo sonoro e una voce danzante.
Marina Rei
Marina Rei debutta nel 1994 e partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1996 con il pezzo “Al di la di questi anni”, col quale vince il Premio della Critica. Da allora ha pubblicato 8 album l’ultimo dei quali, “La conseguenza naturale dell’errore” è uscito nel settembre 2012 e anticipato dal singolo “Qui è dentro” che tratta il delicato tema delle carceri italiane sovraffollate, una canzone che nasce da una raccolta di lettere messe insieme dal giornalista Riccardo Arena. “La cosa che mi ha colpito di più di queste parole – spiega l’artista romana – è il fatto che i detenuti non chiedono uno sconto della pena né la grazia ma solo vivere la loro condizione in maniera dignitosa. Ci sono ben 13mila persone in attesa di giudizio, questo vuol dire che non sono stati riconosciuti né colpevoli né innocenti ma sono in carcere lo stesso.”
Cristina Donà
Chi già conosce e ama quest’artista sa che da lei ci si aspetta l’inatteso, l’ingrediente imprevedibile che nell’esperienza live ha sempre ipnotizzato e creato una forte empatia con le migliaia di persone che riempiono i suoi concerti. Cristina Donà è molto legata alle versioni acustiche dei suoi brani (l’album “Piccola Faccia” del 2008 ne è un esempio), all’essenza della canzone e ogni tanto le piace rispolverare questa dimensione per riappropriarsi di quell’ossatura nuda ed essenziale. In occasione del concerto di Verona, Cristina ha pensato, di raccontare se stessa attraverso una sorta di story-telling preparato per l’occasione. Ad affiancarla in quest’avventura ci sarà Saverio Lanza, polistrumentista e produttore dell’ultimo, fortunato album “Torno a casa a piedi” (2011).[/learn_more]
La Traviata all’Arena di Verona
- La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- Dopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
- La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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- La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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- La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
- La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
- La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
Cento anni sullo schermo L’Arena di Verona in sette film
In occasione del centenario del festival lirico areniano,
dal 25 giugno al 6 agosto 2013 in Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia, Fondazione Arena di Verona
e Verona Film Festival presentano
Cento anni sullo schermo L’Arena di Verona in sette film
L’icona assoluta della città scaligera attraverso la visione di sette film
tra storia, avventura, commedia e melodramma.
CENTO ANNI SULLO SCHERMO: l’Arena di Verona nel cinema
CALENDARIO PROGRAMMAZIONE:
ROCKSTAR (India 2011, 159’) – 25 Giugno 2013
BARABBA (Italia/Usa 1962, 134’) – 2 Luglio 2013
IL MERLO MASCHIO (Italia 1972, 113’) – 9 Luglio 2013
GLI AMANTI DI VERONA (Les amants de Vérone, Francia 1948, 85’) – 16 Luglio 2013
SPARTACO (Italia / Francia 1953, 106’) – 23 Luglio 2013
GLI AMANTI DEVONO IMPARARE (Rome Adventure, Usa 1962, 118’) – 30 Luglio 2013
FABIOLA (Italia 1949, 164’) – 6 Agosto 2013
INGRESSO GRATUITO!
Dal 25 giugno al 6 agosto, tutti i martedì alle ore 21.00 – Arena Festival Hall – Palazzo della Gran Guardia – Sala Convegni
Info: veronafilmfestival@comune.verona.it – arenafestivalhall@arenaextra.it
Verona Film Festival
Tel. 045 800 53 48
www.veronafilmfestival.comune.verona.it
[learn_more caption=”Programma completo della rassegna e schede dei film”]
“100 anni sullo schermo. L’Arena di Verona in sette film”
- Scheda del film “Rockstar”
- Scheda del film “Barabba”
- Scheda del film “Il merlo maschio”
- Scheda del film “Gli amanti di Verona”
- Scheda del film “Spartaco”
- Scheda del film “Gli amanti devono imparare”
- Scheda del film “Fabiola”
[/learn_more]