Di Opera, il museo dedicato alla lirica, inaugurato a fine gennaio 2015 e ospitato in una parte del Museo della Radio presso l'Itis G. Ferraris, chi si muove in carrozzina può vedere solo questa unica stanzetta, e solo le radio d'epoca collocate al piano rialzato: il museo si trova al piano inferiore e vi si accede solo da 2 scalinate. Dispiace particolarmente la mancanza di accessibilità essendo i due musei in un istituto tecnico pubblico, e quindi anche eventuali studenti disabili non possono accedervi, se non trasportati da altre persone. L'entrata principale della scuola ha una scalinata, si può accedere dal parcheggio posteriore (non segnalato). Schede accessibilità

Opera, il museo dedicato alla lirica, per i disabili diventa una stanzetta


Di Opera, il museo dedicato alla lirica, inaugurato a fine gennaio 2015 e ospitato in una parte del Museo della Radio presso l’Itis G. Ferraris, chi si muove  in carrozzina può vedere solo questa unica stanzetta, e solo le radio d’epoca collocate al piano rialzato: il museo si trova al piano inferiore e vi si accede solo da 2 scalinate. Dispiace particolarmente la mancanza di accessibilità essendo i due musei in un istituto tecnico pubblico, e quindi anche gli studenti con difficoltà motorie non possono accedervi, se non trasportati da altre persone. L’entrata principale della scuola ha una scalinata, si può arrivare dal parcheggio posteriore (non segnalato).


Galleria fotografica

20150131 Museo Opera e radio Itis Ferraris

INAUGURAZIONI. Aperta nella sede del Museo della Radio la nuova sezione con abiti d’epoca e accessori di scena
L’opera lirica abita al Ferraris
«Il museo Amo? Costi enormi»
Elena Cardinali
Messo in mostra il lascito storico del tenore Ederle. La soprano Alisa Katroshi ha interpretato Tosca tra i preziosi cimeli storici
domenica 01 febbraio 2015 CRONACA, pagina 24

La voce armoniosa della soprano Alisa Katroshi ha inaugurato Opera, la sezione del Museo della Radio dedicata alla musica lirica, con l’appassionata romanza «Vissi d’arte, vissi d’amore» tratta da Tosca di Giacomo Puccini. E anche se lo sfondo non era uno scenario ma una scala impreziosita da una collezione d’abiti di scena d’epoca, con foto di grandi interpreti della storia della lirica, tra cui il tenore veronese Nino Ederle e la soprano Magda Olivero, più volte esibitasi in Arena, la magia della lirica ha entusiasmato il pubblico.
Un avvio promettente per questo museo nato dalla passione e dalla tenacia di Alberto Chiantera, presidente del Museo della Radio, ora affiancato dal figlio Francesco diventato direttore, che, contando su se stessi e la collaborazione dell’istituto tecnico industriale «Ferraris» di via del Pontiere che da anni mette a disposizione l’aula magna e alcuni spazi attigui per l’esposizione dei cimeli storici dell’articolata collezione Chiantera, hanno ora allestito un museo parallelo dedicato all’opera lirica. E, va sottolineato, a ingresso gratuito, inserito nella Verona Card.
Prima dell’inaugurazione è stato proiettato un filmato degli studenti del «Ferraris», con la regia del professor Athos Arzenton, realizzato con un drone sulla laguna veneziana, e accompagnato dalla voce di Maria Callas che interpeta «Casta Diva».
A tagliare il nastro della nuova sezione è stata Mia Chiantera, la figlia di Francesco. Accanto a lei, Rosario Russo, presidente della commissione cultura del Comune.
«Questo museo rappresenta un’attenzione speciale alla lirica che è una caratteristica fondante della città», ha detto Russo. «Un’iniziativa lodevole», ha aggiunto, «che opera in stretta sinergia con la scuola e favorisce lo sviluppo della cultura». Russo ha anche sottolineato che una scuola «non è il luogo più idoneo per un museo di questa portata, ma il suo sviluppo anche in questa sede può avere la risonanza che merita. È più importante la consapevolezza culturale che la location».
Il riferimento, non detto, è allo sfumato progetto del trasferimento della collezione relativa ai cimeli musicali d’epoca del Museo della Radio al museo Amo a Palazzo Forti, nato per «raccontare» il mondo della lirica in concomitanza alla stagione areniana. Lì sarebbero dovuti andare diversi grammofoni d’epoca, dischi del secolo scorso con le incisioni di famosi tenori e arredi e accessori di scena, ma non se ne è fatto nulla.
Ora gli appassionati e i curiosi possono ammirare da vicino grammofoni del primo Novecento con i loro dischi e cinque completi di scena facenti parte del lascito del tenore Nino Ederle. Si tratta di vestiti fatti a mano realizzati per «La Sonnambula» andata in scena al teatro San Carlo di Napoli nel 1925, di un abito per la «Manon Lescaut» del 1931 in Francia, di un abito per «Rigoletto» all’Opera di Roma del 1936 e per la stessa opera messa in scena nel 1925 al teatro della Pergola di Firenze. Sono inoltre esposti un elmetto per il personaggio di Apollo, cinque spade e due sciabole di scena riccamente decorate, oltre a una collezioni di monili da scena molto belli. Tutto questo fa parte del lascito del tenore veronese Nino Ederle, vissuto nella prima metà del Novecento, ereditato dai fratelli Luciana e Maurizio Ravazzin. Quest’ultimo ha deciso di affidarlo al Museo della Radio, affinchè venisse valorizzato ed esposto al pubblico.
La collezione Chiantera comprende poi 250 grammofoni d’epoca di diversi modelli, dischi d’epoca a 78, 45 e 33 giri, fra cui alcuni firmati autografi da Tito Schipa, Giovanni Zenatello, Beniamino Gigli e da Nino Ederle (due dischi Odeon su etichetta Parlophon) spartiti, strumenti musicali come l’armonium di metà Ottocento donato dal maestro Zorzi.

«Ma dobbiamo trovare
una soluzione più idonea»

domenica 01 febbraio 2015 CRONACA, pagina 24

Perchè è sfumato il progetto di trasferire parte della collezione Chiantera al museo Amo a Palazzo Forti? Dopo l’annuncio dato dal sindaco Tosi la sera del concerto di grammofoni davanti a Palazzo Barbieri, la scorsa estate, sembrava che la questione dovesse essere conclusa nel giro di poche settimane. «Il problema è che ci è stata presentata una proposta di contratto che aveva costi insostenibili e alcune parti per noi non condivisibili», spiegano Alberto e Francesco Chiantera. «Così non è stato fatto nessun accordo. Di conseguenza abbiamo deciso di continuare da soli sulla nostra strada, convinti che questo patrimonio, questa grande bellezza, dovevano essere resi pubblici». Il presidente della commissione cultura del Comune, Rosario Russo, auspica che in futuro si possa trovare una soluzione condivisa: «Bisogna chiarire i termini giuridici per la concessione di spazi pubblici a beni privati. Ma una soluzione, a mio avviso, per una migliore collocazione di Opera del Museo della Radio, va trovata. È uno dei tesori di questa città».E.CARD.

INAUGURAZIONI. Oggi in via del Pontiere

Apre Opera, museo dedicato al mondo della musica lirica

In esposizione abiti di scena, dischi, monili e accessori d’epoca

sabato 31 gennaio 2015 CRONACA, pagina 25

Oggi, alle 11, nella sede dell’istituto tecnico industriale «Ferraris», in via del Pontiere, al Museo della Radio, s’inaugura «Opera», il museo lirico di Verona, la sezione dedicata ai costumi, ai dischi, agli spartiti e agli accessori di scena, tutti d’epoca, che va ad ampliare l’offerta della collezione storica del museo.
Sfumata l’ipotesi di trasferire al museo Amo la parte della collezione relativa alla lirica, si è optato per un’altra soluzione. Oltre ai pregiati grammofoni degli anni ’10 e ’20 del secolo scorso e ai dischi degli stessi anni, la nuova sezione metterà in esposizione cinque completi di scena facenti parte del lascito del tenore Nino Ederle. Si tratta di vestiti fatti a mano realizzati per «La Sonnambula» andata in scena a Napoli nel 1925, di un abito per la «Manon Lescaut» del 1931 e del 1932, di un abito per «Rigoletto» del 1936 e per la stessa opera messa in scena nel 1925 al Firenze. Abiti, monili e accessori di scena sono stati messi a disposizione da Maurizio Ravazzin che li aveva erdeitatio dalla sorella Luciana, l’amata attrice veronese scomparsa nel 2013. Il Museo della Radio (www.museodellaradio.com) con i suoi 250 grammofoni, degli anni ’10 e ’20, con modelli a tromba, a mobile, a valigetta, a soprammobile, modelli giocattolo, fonografi a rullo, tutti con gli accessori originali, rappresenta un punto di riferimento nel collezionismo musicale. A tutto questo si aggiungono dischi d’epoca a 78, 45 e 33 giri, fra cui alcuni firmati autografi da Tito Schipa, Giovanni Zenatello, Beniamino Gigli e dallo stesso Nino Ederle (due dischi Odeon su etichetta Parlophon) spartiti musicali d’antiquariato, strumenti come l’armonium di metà Ottocento donato al museo dal maestro Zorzi.