Oblivion: travolgente comicità in musica al Teatro Nuovo
Se avete occasione non perdetevi stasera o domani le repliche dello spettacolo Oblivion Show 2.0 Il Sussidiario, per la rassegna “Divertiamoci a teatro”, io ho pianto per il troppo ridere la maggior parte del tempo!
Tra i tanti momenti esilaranti il mio preferito la vocalist (ahimé non si trova su youtube)
I bravissimi OBLIVION sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli, ecco dove trovarli su Internet:
Una co-produzione Malguion s.r.l. e Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
Testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
Musiche di Lorenzo Scuda
Regia – Gioele Dix
Coreografie – Francesca Folloni
Disegno Luci – Raffaele Perin (A.I.L.D.) in collaborazione con Claudio Tappi
Audio – Giuseppe Pellicciari (Mordente Music Service)
Service Luci – Octavius Corporation
Operatori Luci – Claudio Tappi e Manuel Gamberini
Macchinista –Carlo Signorini
Oblivion giacche – Ivette
Costumi – Malguion
Realizzazione scene – Dante Ferrari
Tour manager – Erika Ripamonti
Foto – Piero Casadei
Ufficio Stampa – Claudia Cefalo
OBLIVION SHOW 2.0 IL SUSSIDIARIO è un compendio irresistibile di musica e comicità. Non un semplice aggiornamento ma una vera e propria evoluzione dello stile Oblivion che riesce a mescolare Lady Gaga con J.S. Bach e Tiziano Ferro con William Shakespeare.
Con la consueta eleganza e irriverenza, i cinque madrigalisti post moderni raccontano storie epiche o semplici avvenimenti quotidiani giocando continuamente con la musica. Il più delle volte li vediamo massacrare canzoni e testi famosi e ricomporli in modi surreali, altre volte si cimentano con virtuosi esercizi di stile e canzoni originali.
Come in ogni sussidiario che si rispetti, in questo nuovo spettacolo troviamo tutte le materie: dal solfeggio alla storia, fino alla grande letteratura italiana dove Dante e Pinocchio cantano le loro avventure in soli sei minuti.
Gli Oblivion giocano per tutto lo show, indossando le vesti ora di innocenti boy-scout alle prese con un losco disturbatore, ora rievocando le fumose atmosfere del Cafè-Chantant. Il cronometro scorre inesorabile e con un ritmo forsennato tra motivetti retrò e sonorità tecno.
Ma Oblivion Show 2.0 il sussidiario non è solo corse contro il tempo, travestimenti e giocoleria musicale. Nel susseguirsi degli sketch, tra un cazzotto e una canzone mimata, si nasconde uno sguardo impietoso sull’attualità e su una società che assomiglia sempre di più a una parodia.
NOTE DI REGIA di Gioele Dix
“Mi piace lavorare con gli Oblivion, perché sono artisti che sanno crescere ed evolversi, pur restando “fedeli alla linea”. Giunti al terzo anno consecutivo di tournee con uno show che non smette di entusiasmare il pubblico, hanno deciso di scommettere sull’innovazione di parte del loro repertorio. Mettere in scena altre parodie di opere letterarie, inventarsi altri ingorghi di parole, giocare e improvvisare su altri generi musicali, ecco il loro programma. E così citano il cafè chantant, reinterpretano i musical di Bollywood, irridono l’eccesso di rap e pop e, nel contempo, ironizzano sui vizi contemporanei, sulle derive pseudo intellettuali, sulle omissioni della nostra memoria collettiva. I loro “numeri” fanno ridere e anche pensare, come nella migliore tradizione della comicità di qualità. Fare ancora da guida agli Oblivion, suggerendo qualche nuova soluzione scenica e qualche stratagemma teatrale, è un compito per me gradito oltre che agevole, favorito tanto dal loro talento quanto dal loro innato senso del palcoscenico.”
Per la prima volta con la partecipazione di Fabio Vagnarelli, il nostro personalissimo frullato di Nomadi così come andato in scena al Nomadincontro 2007
Un altro brano originale di Scuda e Calabrese. Una surreale tribuna politica in cui si dibatte sull’unica soluzione possibile al problema dell’inquinamento e dello smaltimento di rifiuti.
In omaggio al Carosello “Gringo” degli anni ’60, Epilgreen, il Depilaerba presenta gli Oblivion e Luciano Manzalini in “Le avventure di Rato l’Immigrato”.
Nei versi napoletani di Fausto Cigliano, l’indimenticabile Embraceable You di Gershwin. Per la sua unicità e per la bellezza dell’esecuzione, questa incisione è da poco entrata a far parte dell’Archivio Sonoro della Canzone Napoletana.
Il loro Oblivion Show 2.0-Il sussidiario è la summa di un percorso artistico fatto con umiltà, passione e tanto talento. Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli confermano le loro doti artistiche portando in scena uno spettacolo esilarante, e al contempo molto impegnativo. È una macchina perfetta che prende forma nella sua complessità davanti agli occhi increduli degli spettatori. In questo nuovo incontro col pubblico giuliano, che già dalla prima ha affollato il teatro in ogni ordine di posto, sono riusciti a far ridere a sipario chiuso. Certo, perchè gli spettatori si sono ritrovati di fronte al trailer de “L’infinito” di Giacomo Leopardi e de “La cavallina storna” di Giovanni Pascoli, che “oblivionate” si sono trasformate in kolossal hollywoodiani. Un incipit in stile americano? No, perchè, imprevedibili come sempre eccoli sul palco in pieno stile Bollywood, prima di concentrarsi sul gioco “Chi vuol esser Sussidiario” e quindi a sbirciare le nuove tecniche utilizzate nell’insegnamento, magari in un “Istituto techno”, dove gli insegnamenti sono veloci, moderni e spesso imprecisi. Una tradizionale lezione di solfeggio e poi via, nella parodia di Pinocchio. Il pubblico si entusiasma ed è già in sintonia con i cinque monellacci più divertenti dello spettacolo italiano, quando rimane incantato dalla performance di una Vocalist impegnata in un duetto del tutto inusuale. Dopo Roberto Benigni,Vittorio Gassman,Carmelo Bene e, perchè no, anche Rex che leggono Dante, ecco gli Oblivion alle prese con l’Inferno, una lettura pungente, dissacrante e ovviamente vincente. Non mancano i momenti più amati dal pubblico, come quello dei Boy Scout che vengono disturbati nelle loro canzoncine voce e chitarra, gli abbinamenti impossibili e le canzoni mimate. Ma in questa nuova avventura c’è spazio anche per materiale inedito, che sa segnalare alcuni vizi della società moderna. Il loro gusto un po’ retrò si abbina bene alle frontiere più estreme della musica, sapendo passare da J. Sebastian Bach a Lady Gaga, ma questa è la chiave di lettura che si potrebbe applicare all’intero spettacolo. Ritrovare il Cafè chantant nel Burlesque, o essere capaci di dimostrare come erano belli i tempi in cui i treni arrivavano in orario per poi cercare di capire cosa possa essere Chic oggi. Giovani che sanno attingere a piene mani dal passato, ricreandone le atmosfere, ma anche giovani non più teenager che sanno parlare ai giovani di oggi, proponendo loro un Sussidiario, che non esiste più nelle scuole moderne, questi sono gli Oblivion. Sara Del Sal (Il piccolo)