Niki de Saint Phalle, dalla violenza all’arte
Hotel Due Torri di Verona, Sala Impero
Mercoledì 11 marzo 2015, ore 17.45
Nota bene: l'entrata dell'hotel è accessibile, ma la sala dei concerti presenta uno scalino, e un successivo scalino divide le parte in cui si trova la Sala Impero, nessuna rampa per consentire l'accesso delle carrozzine
MADRI ALL’ORIGINE DEL CORAGGIO:
Dalla violenza all’arte. La rinascita di Niki de Saint Phalle
A cura di
Maria Teresa Ferrari, curatrice d’arte
Marco Ongaro, autore
«L’oblio mi proteggeva da una verità insopportabile.»
Niki de Saint Phalle
La parabola artistica di Niki de Saint Phalle, una delle massime artiste del Novecento, prende origine da una vicenda brutale d’incesto e conduce a una rinascita che solo l’arte avrebbe saputo operare in lei. Tutto nell’esistenza e nell’arte di Niki de Saint Phalle è estremo e vulnerabile, fragile e brutale: un teatro emotivo, dove giocare con creature bizzarre che possono all’improvviso rivelare un’anima oscura.
A parlare di questa incredibile artista di fama internazionale, ancora poco conosciuta in Italia, saranno mercoledì 11 marzo, la curatrice d’arte Maria Teresa Ferrari e l’autore Marco Ongaro, in occasione dell’uscita del suo libro Psicovita di Niki de Saint Phalle (Historica 2015). L’incontro vedrà la partecipazione di Antonia Pavesi, consigliera delegata alle Istituzioni Culturali del Comune. L’appuntamento è promosso da “MADRI.All’origine del coraggio” in collaborazione col Circolo dei Lettori di Verona. L’evento è inserito nel programma della manifestazione OTTOMARZO. FEMMINILE, PLURALE ed. 2015, promossa dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Verona. “Con Madri, in questo otto marzo di riflessione, ci soffermiamo sulla storia di una grande artista, Niki de Saint Phalle, la cui storia leggibile nella sua opera, – spiega Antonia Pavesi – permette una riflessione più ampia. L’artista rinasce dalla violenza subita a undici anni grazie all’arte. La terapia personale attraverso cui reagire al crollo mentale, trasformatosi in follia, è diventata la sua vita. La sua natura artistica, in bilico tra tormenti e entusiasmi, è testimonianza di un riscatto femminile conquistato con piena forza di volontà.”
L’uscita del libro di Marco Ongaro, il primo ritratto in Italia dedicato alla vita dell’artista franco-americana, permette all’autore e a Maria Teresa Ferrari di scoprire la doppia natura dell’arte della scultrice, pittrice, performer, scrittrice, moglie di Jean Tinguely, scomparsa nel 2002 a settantadue anni. La scultura e il Nuovo Realismo, l’arte performativa con i celebri “tiri” sulle opere d’arte, la vita disordinata pur sempre nel solco delle origini aristocratiche, il rapporto conflittuale con un padre cui negare fino all’ultimo la riconciliazione, la voglia di vivere e il miraggio del suicidio perfetto, il cinema e le fontane, la lunga collaborazione col genio Jean Tinguely, l’immensa “Lei” che in Svezia costringe chiunque a passare attraverso una vagina per accedere all’arte, le gigantesche figure muliebri – Nanas – esasperate nelle forme, vivacemente colorate tra ceramiche e sperimentazioni in poliestere, il mistero e il mito indagati nel Giardino dei Tarocchi a Capalbio, nella Maremma toscana. Profondamente legata all’Italia, Niki de Saint Phalle ha lasciato nel 1979 il suo testamento simbolico nel famoso e visionario giardino dei Tarocchi di Capalbio con monumentali creature policrome alte fino a quindici metri a evocare gli Arcani maggiori delle carte dei tarocchi, ispirate al Parco Güell di Gaudì a Barcellona.
Niki de Saint Phalle
Niki de Saint Phalle, al secolo Catherine Marie-Agnès de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 29 ottobre 1930 – San Diego, 21 maggio 2002), è stata una pittrice, scultrice, regista e realizzatrice di plastici francese.
§Biografia
Niki de Saint Phalle nasce a Neuilly-sur-Seine, in Francia, nel 1930, seconda di cinque figli di Jeanne Jacqueline Harper (attrice statunitense) e André Marie Fal de Saint Phalle (banchiere francese). L’attività finanziaria di famiglia subisce la crisi del 1929 e porterà l’intera famiglia a trasferirsi a New York nel 1937. Niki studia presso scuole cattoliche e pubbliche: il suo carattere ribelle la porta a cambiare spesso scuola. La vita negli Stati Uniti si alterna, per Niki, con le vacanze estive presso i nonni al castello Filerval in Francia. La doppia nazionalità contribuirà a farne una cittadina del mondo, poliglotta e legata ad amicizie internazionali.
Dal 1948 si manifestano chiaramente le inclinazioni artistiche di Niki. La prima tappa della sua carriera si esprime nella letteratura. In seguito studia teatro e sogna di diventare attrice. In questo periodo posa come fotomodella per le riviste Vogue e Life, quindi si rivolge, incoraggiata da Hugh Weiss, al mondo del cinema.
Nel 1950 sposa lo scrittore Harry Mathews con cui avrà due figli, Laura (1951) e Philip (1954). Mathews studia musica e Niki comincia a dipingere. Per qualche tempo i due vivono nel Massachusetts. Nel 1952 si trasferiscono a Parigi, dove Niki si dedica al teatro e Mathews alla musica. A seguito di una grave crisi nervosa Niki viene ricoverata in ospedale a Nizza e scopre nella pittura la sua terapia e da qui decide di dedicarvisi completamente.
§I Tiri
La sua prima personale si effettua nel 1956 a St. Gallen, in Svizzera, dove conosce Jean Tinguely ed Eva Aeppli. Nel 1960 Niki si separa dal marito e inizia a condividere con Tinguely uno studio a Parigi. Nel 1961 realizza i Tiri o Shooting paintings: una serie di azioni durante le quali il pubblico o l’artista stessa spara con la carabina su dei rilievi di gesso celati dal quale si trovano dei sacchetti di pittura che esplodono al momento dell’impatto. Grazie a questi spettacoli-arte comincia a diventare nota ed entra a far parte dei gruppi dei Nouveaux réalistes. Partecipa con Robert Rauschenberg, Jasper Johns e Jean Tinguely al concertoVariations Il di John Cage che si tiene presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Parigi. In molti di questi dipinti era tracciata una sagoma di figura maschile. L’artista infatti attribuiva a tali spari una funzione terapeutica e anche di vendetta nei confronti soprattutto del padre, accusato dalla De Saint Phalle di aver tentato di abusare di lei all’età di undici anni.[1][2]
§Le Nanas
Per approfondire, vedi Nanas. |
Nel 1963 Niki si trasferisce con Tinguely a Soisy-sur-École, nelle vicinanze di Parigi. A partire dal 1965 esplora la rappresentazione artistica femminile e realizza delle figure a grandezza naturale. Queste opere prendono progressivamente consistenza diventando le Nanas. Tra giugno e settembre 1966, per il Moderna Museet di Stoccolma, con il supporto di Jean Tinguely e di Per Olof Ultvedt, realizza Hon/Elle, una gigantesca Nana incinta di 28 metri di lunghezza, 6 metri di altezza e 9 metri di larghezza, stesa sul dorso come in procinto di partorire. Nel seno sinistro dell’opera viene installato un piccolo planetario mentre nel seno destro si trova un bar. I visitatori possono entrare nell’opera passando per la vagina e ciò suscita roventi polemiche.
Se, da un lato, gli atteggiamenti spregiudicati e provocatori di Niki disorientano i tradizionalisti, dall’altro le garantiscono una crescente popolarità e le sue opere compaiono con sempre maggior frequenza nelle città europee. Le Nanas conquistano la cittàè un’installazione permanente di tre Nanà monumentali nel centro della città di Hannover (Germania).
§La collaborazione con Jean Tinguely
Rotto ormai da anni il rapporto con il marito, Niki divorzia e sposa, il 13 luglio 1971, Jean Tinguely, che a sua volta ha divorziato dalla precedente moglie, la pittrice Eva Aeppli. Dalla loro unione anche artistica scaturirono opere eccezionali ed originali come ilCiclope di Milly-la-Forêt, la fontana Stravinsky di Parigi, la fontana di Château-Chinon ed il Giardino dei Tarocchi di Garavicchio, grazie alla concessione di un terreno da parte di Carlo e Nicola Carracciolo. Successivamente realizza Il Paradiso Fantastico, un gruppo di nove sculture con il contributo di Jean Tinguely per l’Expo del 1967 di Montreal. Collabora poi, sempre con Tinguely alla realizzazione di una scultura monumentale a Milly-Ia-Forêt che si intitola Il Ciclope.
§Il Giardino dei Tarocchi
Per approfondire, vedi Giardino dei Tarocchi. |
Niki, con l’aiuto del marito, realizza a Garavicchio, presso Capalbio (GR) in Toscana, a partire dal 1979, il Giardino dei Tarocchi, opera ispirata al Parco Güell di Gaudi diBarcellona. Si tratta di un gruppo di ventidue sculture monumentali alcune delle quali sono abitabili, ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi, costruite in cemento armato e ricoperte da un mosaico di specchi, vetri e ceramiche colorate. Per finanziare il Giardino dei Tarocchi lancia una linea di profumi.
Tra le sue opere più tardive la Fontana Igor Stravinski (o Fontaine des automates) eseguita nella piazza del Centre Pompidou a Parigi.
Partecipa attivamente alla campagna contro l’AIDS e in collaborazione con il professor Silvio Barandun scrisse ed illustrò un libro, AlDS: You Can’t Catch it Holding Hands, tradotto in cinque lingue.
L’artista si trasferisce in California, dove realizza un gruppo di otto serigrafie intitolato Diario Californiano. Lavora con l’architetto Mario Botta sul progetto della costruzione di un’Arca di Noè monumentale per la città di Gerusalemme.
Scrive e realizza il suo primo film, Daddy, in collaborazione con Peter Whitehead e successivamente Camelia e il Drago e Un sogno più lungo della notte.
Muore nel 2002 per una malattia respiratoria.
§Opere esposte in luoghi pubblici
Molte delle sculture di Niki de Saint Phalle sono di grandi dimensioni e alcune sono esposte in luoghi pubblici. Tra queste:
- (1982) La Fontana Igor Stravinsky vicino al Centro Pompidou, Parigi, contiene anche opere di Jean Tinguely
- La fontana Château-Chinon, a Château-Chinon, Nièvre. In collaborazione con Jean Tinguely.
- L’Angelo Protettore realizzato per le Ferrovie Federali Svizzere nella stazione ferroviaria di Zurigo
- (1974) Nanas, lungo la Leibnizufer a Hannover
- (1983) Queen Califia’s Magic Circle: giardino di sculture nel parco Kit Carson, Escondido, California[3]
- Sun God: scultura monumentale presso il campus della University of California, San Diego parte della Stuart Collection
- La Luna scultura presso la Brea Mall a Brea, California
- Coming Together a San Diego[4]
- Grotto nel giardino Herrenhäuser ad Hannover, Germania[5]
- Il Ciclope: scultura monumentale in collaborazione con Jean Tinguely, a Milly-La-Forêt, Francia[6]
- Golem: mostro-scultura per bambini nel parco Rabinovitch a Gerusalemme[7]
- Noah’s Ark: parco di sculture realizzato insieme all’architetto Svizzero Mario Botta a Gerusalemme[8]
- Lebensretter-Brunnen / Lifesaver Fountain a Duisburg, Germania
- Nana-Fontaine a Capalbio, Italia, allestimento curato dall’architetto Roberto Aureli.
- (1992) La Temperanza/La Tempérance misura 467x290x200cm ed è esposta presso Hamilius, Boulevard Royal a Lussemburgo[9]
- L’oiseau: Cenotafio di Jean-Jacques; cimitero di Montparnasse a Parigi (XVII div.).
- Le chat: tomba di Richard Menon (1952-1989), amico e collaboratore dell’artista. Cimitero di Montparnasse a Parigi (VI div.).
§Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ ShahrazadArt, Niki de Saint Phalle, 12/12/2014..
- ^ La Stampa, Niki de Saint Phallel’intimismo si fa pop, 02/11/2009.
- ^ Queen Califia’s Magical Circle Garden
- ^ Public Art Department | Port of San Diego
- ^ (EN) Niki de Saint Phalle, hannover.de. URL consultato il 29 ottobre 2014.
- ^ http://www.art-public.com/cyclop/cyclop_g.htm
- ^ http://jerusalemfoundation.org/city.php?id=135
- ^ http://jerusalemfoundation.org/updates.php?id=166
- ^ La Tempérance, 1992 — Luxembourg | Niki Charitable Art Foundation
§Bibliografia
- Niki de Saint Phalle, Collaborazioni, in Jean Tinguely. Una magia più forte della morte, Catalogo della Mostra Venezia, Palazzo Grassi, Venezia 1987
- Niki de Saint Phalle. Bilder-Figuren-Phantastische Garten, Catalogo della Mostra a cura di C. Schulz Hoffman, Bonn 1987
- B, Catalani Il Giardino dei Tarocchi, di Niki de Saint Phalle, “Architettura e Arte”, n¡ 1, gennaio – marzo 1998
- Nathalie de Saint Phalle Niki da Saint Phalle e Jean Tinguely , “Galeries Magazine”, n¡ 31, giugno-luglio 1989
- Le jardin des tarots, in Niki de Saint Phalle. Oevres des annés 80, Catalogo della Mostra a cura di P. Hulten P., Parigi, Galerie de France 1989
- P. Braff Nanas, Guns and Gardens “Art in America”, 12 dicembre 1992
- B. Graziani, Niki de Saint Phalle colossal, colossal!, “Paris Match”, 24 giugno 1993
- Niki de Saint Phalle, A little of my story with you Jean, in Museum Jean Tinguely Basel. The collection, 1996
- Niki de Saint Phalle , Il Giardino dei Tarocchi (trad. Marella Caracciolo) 1997
- Niki de Saint Phalle, Catalogo della mostra a cura di A. Mazzanti, Orbetello Polveriera Guzman, 1997
- A Mazzanti Niki de Saint Phalle a Orbetello: quando l gioco si fa duro, “ART e Dossier”, n¡ 125, luglio-agosto, pp. 12-16 1997,b
- “Niki de Saint Phalle a Capalbio” Catalogo della mostra tenuta a Palazzo Collacchioni a cura di Roberto Aureli. edizioni AION luglio 2006
§Voci correlate
§Collegamenti esterni
- Pubblicazioni di e su Niki de Saint Phalle in catalogo Helveticat, Biblioteca nazionale svizzera.
- Il suo lavoro
- Il giardino dei tarocchi
- (EN) Niki Museum, Nasu Giappone
ARTE. Sottoposta a 11 elettroshock, si riscattò poi con la creatività
SPARARLE
GROSSE
Maria Teresa Ferrari
Niki de Saint Phalle si è vendicata delle violenze subite dipingendo a fucilate sulle tele. Con i «colossi» ha saputo trasferire i suoi incubi in sculture multicolori
«L’oblio mi proteggeva da una verità insormontabile», scriveva Niki de Saint Phalle (1929-2002) in Mon Secret. È proprio la sensazione di una verità segreta che pervadeva la mostra, straordinaria, che ha dedicato quest’inverno all’artista franco-americana il Grand Palais di Parigi. Donna bellissima, fotomodella per «Vogue», «Paris Match», «Harper’s Bazaar» e «Life», attrice, poi, finalmente, artista, Niki si richiamava a Gaudí («il mio maestro»), Dubuffet, Pollock, Arman, Picasso, Klee, Mirò, riveduti e corretti in chiave femminista, anche se ebbe due matrimoni: il primo, a vent’anni con lo scrittore Harry Mathews (due figli) il secondo con lo scultore Jean Tinguely.
A questa donna e alla sua arte intrigante è dedicato il libro di Marco Ongaro Psicovita di Niki de Saint Phalle (Historica), da oggi in libreria, realizzato grazie alla stretta collaborazione di Stefania Tramarin. Il terribile segreto che condizionò tutta la sua vita è rivelato dalla stessa Niki nella lettera-libro Mon Secret (Il mio segreto), indirizzata alla figlia Laura, in cui l’artista racconta la violenza subita dal padre all’età di undici anni. Quel segreto giustifica gli incubi che da sempre l’accompagnano, i premeditati «suicidi d’artista» (che non attuerà: morirà per una malattia respiratoria), le crisi nervose che la costringono a ricoveri in clinica psichiatrica, dove è sottoposta a undici elettroshock e a un coma insulinico. È l’arte a salvarla, come era successo alla messicana Frida Kahlo. Niki è la prima donna del Nouveau Réalisme. Pierre Restany le chiede di unirsi al movimento nel 1960, dopo aver visto la sua serie di Tirs, tiri: opere create sparando, con pistole o carabine, su sacchetti pieni di colore. In Italia è Dino Buzzati a scriverne sulla «Domenica del Corriere» (Walter Molino fa un’illustrazione in quarta di copertina), dopo averla incontrata a Parigi nel 1962. «Niki prepara con gesso, fili di ferro, spaghi, cartoni e chiodi una specie di informe bassorilievo», scrive Buzzati, «includendovi gli oggetti più strani, qualche gamba di bambola, una statuetta sacra, un cucchiaio, una grattugia, dispone varie vescichette piene di colore liquido. Apre il fuoco: rivoli di colore colano come da orribili ferite fra nembi di polvere e di fumo. In certi casi ricorre a un piccolissimo e rozzo cannoncino per completare l’opera: il cannoncino, però, invece di infrangere le capsule, proietta schizzi di colore sul quadro, perfezionando il suo sfacelo».
IN QUEI TIRI Niki «uccide il padre», la prevaricazione maschile. Arriveranno poi le mastodontiche, coloratissime Nanas: madri, regine e guerriere, divinità creatrici e gioiose. «Penso che sia venuto il momento di una nuova società matriarcale», dice, e realizza l’immensa Lei, una scultura a forma di vagina installata in Svezia all’ingresso di un’esposizione: da lì è costretto a passare chiunque voglia accedere all’arte. Finalmente l’incontro, d’amore e d’arte, con Tinguely. Niki rinasce. Insieme realizzano il Ciclope (Milly-la-Forêt), la famosa Fontana di Stravinsky (Parigi) e il Giardino dei tarocchi in Maremma, l’opera che l’ha fatta conoscere in Italia: «Nel 1955 andai a Barcellona e vidi per la prima volta il meraviglioso Parco Güell di Gaudíí. Capii che mi ero imbattuta nel mio maestro e nel mio destino. Anch’io un giorno avrei costruito il mio Giardino della Gioia». Ventiquattro anni dopo Niki si imbarcò nella più grande avventura della sua vita, proprio in Italia, in Toscana, grazie agli amici Caracciolo che le diedero il terreno in località Garavicchio, vicino a Capalbio. Ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi, le sue monumentali creature policrome furono realizzate con l’aiuto di Tinguely che ne costruì le strutture metalliche e gli elementi meccanici. All’amico architetto Mario Botta affidò invece l’entrata: la voleva «maschile» affinché contrastasse col suo lavoro e così progettò un muro di pietra simile a una fortezza. Niki è sepolta lì, tra draghi, streghe, maghi e l’angelo della temperanza.
Dopo la mostra a Parigi
esce un libro in italiano
Oggi alle 17,45 all’albergo Due Torri (piazza Sant’Anastsia 4) Maria Teresa Ferrari presenta con l’autore il libro di Marco Ongaro Psicovita di Niki de Saint Phalle (Historica editrice). Ingresso liberto. Partecipa all’incontro Antonia Pavesi, consigliera comunale delegata alla cultura. L’appuntamento è promosso dala gruppo Madri. All’origine del coraggio, in collaborazione con il Circolo dei lettori, ed è inserito nel programma della manifestazione Otto marzo femminile, plurale promossa dall’assessorato comunale alle pari opportunità. Il libro dedicato alla vita dell’artista franco-americana, su cui si è appena conclua una grande mostra a Parigi, permetterà di fare un viaggio nella doppia natura dell’arte della scultrice, pittrice, performer e scrittrice.