Mostra Just Kids + Paradise Lost di Valerio Berruti
Piazza Duomo
20 settembre – 15 novembre 2016
Galleria Marcorossi Arte Contemporanea
24 settembre – 5 novembre 2016
Inaugurazione Sabato 24 settembre, ore 18.30
Dal 20 settembre al 15 novembre 2016 Just Kids l’opera monumentale di Valerio Berruti si confronta con la straordinaria architettura del Duomo di Verona in occasione della mostra Paradise lost. L’ombra, l’innocenza e il sole nero a cura di Marco Enrico Giacomelli 5 sculture in alluminio alte 3 metri compongono una cattedrale virtuale, un’opera in cui l’architettura si mescola alla scultura così come la poetica si fonde con l’esperienza. Si tratta di Just Kids, l’ultimo lavoro monumentale di Valerio Berruti: un girotondo di bambini con le braccia innalzate al cielo forma una sorta di cupola in cui lo spettatore può entrare. La sensazione è quella di addentrarsi nel cuore dell’opera sentendosi avvolti e protetti dalle grandi sculture. Il titolo è ispirato all’omonima biografia di Patti Smith (Just Kids, edizioni Feltrinelli). Siamo a New York, negli ultimi scampoli degli anni sessanta, l’atmosfera è effervescente. Patti Smith e Robert Mapplethorpe passeggiando per la città incrociano una coppia di anziani che si ferma a osservarli esterrefatti. “Fagli una foto,” dice la donna. “Perché? – risponde il marito sono soltanto ragazzini.” Just kids, appunto. L’installazione sarà esposta dal 20 settembre al 15 novembre in Piazza Duomo a Verona in prossimità della meravigliosa Cattedrale romanica di Santa Maria Matricolare.
In parallelo alla galleria MARCOROSSIartecontemporanea sarà visitabile la mostra Paradise lost. L’ombra, l’innocenza e il sole nero, a cura di Marco Enrico Giacomelli. Il progetto indaga nuovamente il tema dell’infanzia, fonte di ispirazione inesauribile per Berruti che dichiara: “Per la prima volta i miei disegni hanno una nuova protagonista che coesiste con le figure infantili. L’ombra è sicuramente una scoperta affascinante: è gioco, è mistero, ma è anche oscurità. Ogni bambino diventerà un adulto facendo i conti con il suo lato più nero. Mi piace pensare che questa consapevolezza si affianchi sempre ad una buona dose di leggerezza; come un bambino che gioca con la sua ombra”. Un tema impegnativo, che viene affrontato dall’artista con la consueta lievità, con uno sguardo affettuoso e curioso e con il suo tratto così riconoscibile. “Quella di Berruti sembra una costante riflessione sull’infanzia, connotata da una grande spensieratezza”, commenta il curatore Giacomelli. “In realtà una vena malinconica, di disincanto, la attraversa in maniera sotterranea già da alcuni anni. E in questa mostra affiora, viene alla luce: l’ombra e la sua scoperta incarna la perdita dell’innocenza e l’ingresso nell’età della consapevolezza. Il che non è necessariamente un fatto negativo, e soprattutto ci insegna che il mondo non è in bianco e nero, ma è fatto di mille sfumature di grigio”. La mostra presenterà 20 arazzi, eseguiti con la tecnica dell’affresco su juta, e 40 disegni, suddivisi tra le due gallerie ma uniti in unico volume, edito da Silvana Editoriale. Da alcuni anni il lavoro di Valerio Berruti si è evoluto e arricchito di tecniche artistiche e materiali diversi. In mostra, accanto alle opere pittoriche, anche una serie di bassorilievi in cemento armato e una scultura in ferro intenta a giocare con la propria ombra sul muro. Il progetto sarà completato da una nuova video animazione, intitolata Paradise Lost, dove il piccolo protagonista gioca con la sua ombra, la colonna sonora è realizzata dalla nota cantante americana Joan As Police Woman.
Valerio Berruti è nato ad Alba in Piemonte nel 1977, laureato in critica d’arte al D.A.M.S. di Torino, vive e lavora a Verduno (CN) in una chiesa sconsacrata del XVII secolo che ha acquistato e restaurato nel 1995. Nel 2004 vince il Premio Celeste e il Premio Pagine Bianche d’Autore della Regione Piemonte, nel 2005 viene selezionato dall’International Studio and Curatorial Program di New York. Nel 2006 realizza l’installazione Se ci fosse la luna per Palazzo Bricherasio a Torino che presenta l’anno successivo sulla facciata di Palazzo Re Enzo a Bologna. Nel 2007 partecipa alla mostra collettiva Uniforms and costumes presso l’Herzliya Museum of Contemporary Art in Israele e al 48′ October Salon di Belgrado, è selezionato per una delle residenze più importanti d’Europa, la Dena Foundation for Contemporary Art a Parigi, e ha inaugurato la mostra Micro-narratives – 48th October Salon, presso il Museo di Arte Contemporanea di Belgrado, curata da Lorand Heigij. Tra gli eventi internazionali del 2008 ricordiamo la mostra personale Magnificat alla Keumsan Gallery di Seoul, la collettiva Detour, presso il Centre Pompidou di Parigi. Nel 2009 espone la sua installazione E più non dimandare, alla Galleria Civica di Modena, nello stesso anno è il più giovane artista del Padiglione Italia della 53.Biennale di Venezia con la video-animazione: La figlia di Isacco, colonna sonora di Paolo Conte. Nel 2010 ha esposto Una Sola Moltitudine alla Fondazione Stelline di Milano e nel 2011 la sua personale Kizuna (con un video con le musiche appositamente realizzate dal maestro Ryuichi Sakamoto) era al Pola Museum di Tokyo. Nel settembre 2011 a Belgrado espone al City Museum, e l’installazione La rivoluzione terrestre, curata da Andrea Viliani, con musiche di Alessandro Mannarino, nella Chiesa di San Domenico ad Alba. Nel 2012 ha esposto la personale Udaka alla Nirox Foundation a Johannesburg, nel 2013 ha esposto allo Spazio NonostanteMarras di Milano, l’installazione Il momento in cui i nostri occhi si incontrano, a cura di Francesca Alfano Miglietti e, nelle Langhe la personale Dove il cielo s’attacca alla collina con testo di Angela Vettese. A ottobre 2013 la mostra Almost Blue a cura di 29 Arts in Progress è allo spazio Helutrans di Singapore. Nel 2014 realizza la copertina dell’ultimo libro di Andrea Bajani La vita non è in ordine alfabetico edito da Einaudi, presenta a Pietrasanta la mostra Così sia; partecipa alla BiennaleItalia-Cina a Pechino, alle rassegne The Intuitionistal al Drawing Center di New York , Resilienze 2.0 a Palazzo Saluzzo a Torino, al XX Premio Cairo con la video animazione Fermati, O Sole!. Nel 2015 la sua opera Udaka è esposta nella mostra Holy Mystery, organizzata alla Chiesa del Santo Volto di Torino, in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone.