Mostra fotografica Le pietre del colore
Cataldo Albano e Flavio Castellani
espongono le loro opere nella sede del Circolo Ufficiali di Verona in Castelvecchio dal martedì 7 a martedì 14 maggio.
ORARI:
– Apertura ore 10
– Chiusura: martedì e mercoledì: ore 19.30 giovedì, venerdì e sabato: ore 22.00
domenica e festivi: ore 16.00.
– Giorno di chiusura: LUNEDÌ.
Giovedì 9 maggio alle ore 19.30
Circolo Ufficiali in Castelvecchio, Verona
(sala Adige)
Incontro del Colore
LE TERRE COLORANTI DEL VERONESE: ORIGINE, COMPOSIZIONE, E COLTIVAZIONE
Vengono commentate una serie di slides che raccontano la “storia geologica” dei principali giacimenti di terre coloranti del Veronese. Gli studi eseguiti su questi materiali hanno permesso di recuperare utili informazioni sulla loro natura e per ricostruire l’antico ambiente di formazione. In particolare, saranno documentate le attività minerarie delle Torricelle e del Ponte di Veja, attive fino a quache decennio fa.
Relatore Roberto Zorzin
Geologo libero professionista e conservatore della Sezione di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Responsabile scientifico e direttore degli scavi paleontologici di Bolca (Pesciara e Monte Postale) e Roncà (Monte Duello e Valle della Chiesa). Da oltre quaranta anni s’interessa di idrogeologia e di paleocarsismo studiando importanti aree carsiche italiane e dell’Asia continentale e insulare.
Gli autori, in collaborazione con il Circolo Ufficiali e l’Azienda DOLCI COLORI espongono 40 stampe ambientate nell’Azienda Dolci Colori, raccontando con due approcci e interpretazioni dove nasce e si crea il Colore.
INTRODUZIONE
Non mi è mai capitato di accompagnare qualcuno a visitare la fabbrica del colore di Dolci, o di parlare con qualcuno che l’ha visitata, senza notare l’accendersi di un grande sorriso sul volto. Non si tratta di un normale sorriso adulto, ma proprio di quel sorriso antico che solo conosce l’animo bambino: la gioiosa felicità della meraviglia. Sì, perché quando l’occhio comincia a posarsi su un pigmento e poi su un altro e su un altro ancora, è quella stessa gioia, che da sempre prova un bambino davanti ai colori, a risvegliarsi.
I colori sono bellissimi e ci parlano di vita. In fondo ci somigliano. Ci sono colori puri, come ci sono uomini puri. Ci sono colori complementari, così come sono complementari gli esseri umani, sia nell’ amore che nell’agire. Ci sono colori che si cercano e altri che non possono stare vicini, che fanno a pugni, così come ci sono uomini affini e altri che non si sopportano, che confliggono. I colori possono anche combinarsi fra loro e trarre dal loro mescolarsi infinite sfumature. Così è per l’uomo che, quando collabora con altri uomini, può produrre una infinità di cose, realizzare imprese straordinarie e soprattutto sancire sacri legami di amicizia.
Questo book fotografico è la sintesi di queste alchimie cromatiche e umane: l’amicizia di Cataldo Albano e di Flavio Castellani, il loro condividere la passione per la fotografia, il loro essere diversi e tuttavia in dialogo. E poi c’è l’ incontro con Andrea Dolci che, come sempre, si è dimostrato estremamente disponibile e ha aperto le porte della sua fabbrica al loro “obiettivo”.
Ed ecco che, varcata la soglia della fabbrica, ognuno dei due fotografi inizia il suo percorso, consapevole della presenza dell’altro, con lui solidale, ma autonomo nel proprio processo di ricerca.
Cataldo Albano si concentra sui particolari, sul dettaglio delle macchine. Queste macchine che macinano colore, colore gli restituiscono e i suoi scatti catturano per noi un mondo di affascinanti cromatismi, una tavolozza di pezzi meccanici, ricca e preziosa, che ci si offre con la stessa intensità con la quale l’ha colta per tutti noi l’occhio scrutante del fotografo. La macchina non è più solo macchina, il colore non è più solo colore. Questa magnifica fusione delle parti in una unica realtà meccanica e cromatica, che ci viene regalata sotto forma di immagine, è “la fabbrica del colore”.
Flavio Castellani si muove nello stesso spazio, nel corpo architettonico del colorificio, ma per altre vie di indagine. Ciò che egli documenta è un sogno che si va dipingendo. In quello spazio egli si muove alla ricerca dei colori dell’eterno mistero del “femmino”. Dapprima apparizione diafana, luce in potenza, poi via, via sempre più avviluppata in una trama di colore, ci appare la donna. Una donna che non è più solo un’idea di luce trascendente, irraggiungibile, ma che diventa colore tangibile divenendo carne viva.
Come il corpo della donna, il corpo della fabbrica è un luogo di generatività continua: qui si sono succedute quattro generazioni della famiglia Dolci. Qui sono nati tantissimi colori che hanno dipinto un numero incalcolabile di facciate di palazzi, di pareti domestiche, di interni di chiese. Colori che si sono posati su metalli, legni, tessuti. Colori che hanno reso possibili affreschi, quadri e tante opere d’arte.
Nei loro lavori fotografici, qui pubblicati, Cataldo Albano e Flavio Castellani sono riusciti a cogliere tutto questo straordinario potenziale del Colorificio Dolci e tutta la magia che sprigiona da questa “fabbrica del colore” da cui ogni giorno escono tante preziose terre coloranti per andare a dipingere il mondo.
Daniela Rosi