Ermanna Montanari: Maryan + Accessibile è meglio
Teatro Camploy di Verona
Rassegna L’Altro Teatro
Venerdì 16 febbraio 2018, ore 20.45
Maryan
testo Luca Doninelli
in scena Ermanna Montanari
musica Luigi Ceccarelli
regia del suono Marco Olivieri
disegno luci Francesco Catacchio
direzione tecnica Fagio
assistente spazio e costumi Roberto Magnani
consulenza e traduzione in arabo Tahar Lamri
in video Khadija Assoulaimani
voce e percussioni in audio Marzouk Mejri
realizzazione video Alessandro Renda
realizzazione musiche Edisonstudio Roma
fotografie dello spettacolo Enrico Fedrigoli
ideazione, spazio, costumi e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari
produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con Teatro de gli Incamminati/deSidera
Il quinto appuntamento della rassegna è con Maryam di Luca Doninelli, protagonista Ermanna Montanari. Lo spettacolo è presentato dal Teatro delle Albe. Maryam ruota intorno alla figura della Madre di Gesù, quella che nel Corano è definita “la veritiera” e che, uscita dalla sua grotta di Nazareth, trova a invocarla delle donne palestinesi che condividono con lei il dolore per la morte del figlio. «L’idea di Maryam – dice Luca Doninelli – viene da lontano, dalla Basilica dell’Annunciazione di Nazareth dove mi recai tra il 2005 e il 2006. Lì assistetti allo spettacolo di una fila quasi ininterrotta di donne musulmane che entravano nella basilica per rendere omaggio alla Madonna».
Applausi per Ermanna Montanari
spettacolo in 4 movimenti:
1. Preghiera di Zeinab \ 2. Preghiera di Intisar \ 3. Preghiera di Douha \ 4. Maryam
Maryam è Maria, la Madre di Gesù nel Corano. Maryam ci racconta come sia centrale questa figura nella cultura islamica. In tempi di terrorismi e di ferocia, Maryam si pone come la “donna dell’incontro”, un ponte tra cristianesimo, islam e cultura contemporanea. Ermanna Montanari da’ voce a tre donne palestinesi che condividono con Maria il dolore per la morte dei figli e dei fratelli dovute all’ingiustizia e agli orrori del mondo. Madri che si rivolgono a lei per chiedere consolazione, o per gridare la propria rabbia, per reclamare vendetta, o semplicemente per invocare una risposta al perché della guerra e della violenza. La invocano come accade in tanti santuari musulmani del Medio Oriente e del Maghreb. Ed è infine Maryam stessa ad apparire e a condividere, madre tra le madri, il dolore di quelle donne.
«L’idea di Maryam viene da lontano – scrive Luca Doninelli – precisamente dalla Basilica dell’Annunciazione di Nazareth dove mi recai tra il 2005 e il 2006. Lì assistetti allo spettacolo di una fila quasi ininterrotta di donne musulmane che entravano nella basilica per rendere omaggio alla Madonna. Conoscevo già la devozione dei musulmani per Maria, ma quella visione mi colpì ugualmente per la sua solennità, per la certezza fiduciosa che quelle donne mi trasmettevano. Me la sono portata dentro per anni, finché, volendo scrivere un testo teatrale su Maria, mi è balzata alla memoria. Sono molto grato a Ermanna e Marco non solo per l’aiuto decisivo che mi hanno dato nella realizzazione della drammaturgia, ma anche per diversi suggerimenti di lettura. Grazie a Marco e Ermanna, ho potuto comprendere come una scrittura possa essere “personale” senza essere necessariamente “solitaria”».
Con questo spettacolo, le Albe tornano a collaborare con lo scrittore Luca Doninelli (Finalista Premio Campiello 2016) una decina di anni dopo La mano e proseguono sulla strada della sperimentazione del connubio tra la voce caleidoscopica della Montanari e la musica potente di Luigi Ceccarelli.
Questo felice incontro tra le musiche di Ceccarelli e la voce unica di Ermanna Montanari ha fruttato Lus, il concerto-spettacolo in lingua romagnola su testo di Nevio Spadoni, che continua ad accogliere consensi nazionali e internazionali e lo scorso dicembre è stato ospitato in Cina al R.A.W! – China Shanghai International Arts Festival.
TEATRO CAMPLOY. Ermanna Montanari in una straordinaria prova, che ha colpito profondamente il pubblico
Maryam, il grido di dolore della madre
Simone Azzoni
Senza cedere alla retorica il testo di Luca Doninelli evoca la drammatica verità della storia umana
Prima che lo spettacolo iniziasse avevamo incontrato tra il numeroso pubblico del Camploy Gabriel Maria Sala, professore di antropologia all’università di Verona. «Maria per i musulmani è più divina del suo Figlio perché è stata toccata da Dio», ci aveva anticipato. La Maryam di Ermanna Montanari (Teatro delle Albe) portata a Verona da Are We Human è abisso del divino. È carne pregna che prega e bestemmia, come i Salmi che il Dio degli ebrei ha messo nella bocca degli uomini: forse Dio vuole che preghiamo così, inveendo con la rabbia della creatura che non sa e del divino vuole risposte che il silenzio dei cieli non dà se non nell’amore dell’accoglienza del mistero del dolore.Avevamo già viso lo spettacolo, nel rivederlo c’eravamo proposti di cercare nel testo di Luca Doninelli quell’inevitabile retorica che l’argomento porta con sè: la sofferenza di tre donne musulmane per la perdita dei loro figli. Invece no, nessun cedimento, nessuna ridondanza. La nuda verità si veste si di artificio ma la conciliazione tra teatro e sincerità è un abisso. La voce di Ermanna poco ha a che fare con gli arabeschi calligrafici proiettati sul velarino che la separa dalla platea. È così materia sonora che è necessaria la proiezione di una immagine di una donna genericamente mariana (anche Maria aveva l’haijab) per ricordarci come il teatro sia visione e artificio. Tre fari e un concerto di crolli e frane acustiche (geniale la riproposizione di Luigi Ceccarelli delle sedie di Ai Weiwei). Tutto è tremendamente semplice. In fondo Ermanna è “solo” un’attrice ma lo sforzo per ricordarcelo duella con l’umanità della donna che ha vissuto misericordia, perdono e sofferenza che altrimenti non arriverebbero se non fossero empatia prima che copione. Lei sta lì, a braccia nude, a mani vuote, in fondo ad un pozzo di luce, non sulla montagna di letame di Giobbe anche se le domande sono le stesse, le stesse di Isacco, le stesse di una donna che non ha perdonato Dio per averle messo il figlio sulla croce. Le stesse alla fine anche del pubblico che almeno per una volta, questa volta non ha acceso a molla i cellulari all’immediato ritorno delle luci di sala. E ci pare che non sia poco.
L’ALTRO TEATRO. Domani sera alle 20.45 al Camploy lo spettacolo scritto da Luca Doninelli
«Maryam», donna dell’incontro
tra cristianesimo e islam oggi
Simone Azzoni
Ermanna Montanari porta in scena tre monologhi duri e commoventi
«Maryam» è la Madre di Gesù, quella che nel Corano è definita “la veritiera”. Quella con cui le donne musulmane condividono il dolore per la morte di un figlio. Ermanna Montanari del Teatro delle Albe porta al Camploy la voce di queste donne. Maryam, in scena ne l’Altro Teatro domani alle 20.45, sono tre monologhi strazianti di dolore attuale, vivo. Uno spettacolo voluto in cartellone da Are We Human che ha la drammaturgia musicale di Luigi Ceccarelli, compositore-totem delle Albe, la regia di regia Marco Martinelli e la scrittura di Luca Doninelli che collabora con le Albe dal 2005 con lo spettacolo La mano. Anche se Maryam è un po’ che è in tournée, per Ermanna Montanari ogni volta è comunque un rapporto diverso con il pubblico e il ruolo«Cambia continuamente, poi sto girando anche con altri due spettacoli e quindi in me si moltiplicano le voci. Ma so che ogni sera è l’incontro con l’umano, con il pubblico che detterà il mio stare in scena. Più una cosa è liturgica più si entra in essa. La liturgia porta a sondare un abisso. Ogni volta ti dà e ti toglie». Ha fiducia ancora in una parola che nonostante tutto guarisca? Certo, ho fede assoluta nella parola, nella voce. La parola è anche riconciliazione. La parola divide e unisce. La conciliazione stessa è un abisso, la parola è una continua liturgia che ci pone di fronte al mistero.Qual è il divino di Maria?La mia Maria non ha mai perdonato Dio per averla privata del figlio. Non sta a me dire quale sia il divino. Ognuno di noi ce l’ha, siamo pregni di divino. Ma siamo figli di Caino, allo stesso modo. Le donne si rivolgono a Maria per chiedere vendetta: è paradossale. La preghiera, ogni preghiera ha dentro di se una bestemmia, si pensi solo a Testori. Che luogo è questa scatola nera in cui lei sta davanti ad un microfono?Siamo nella chiesa della Dormizione. È un luogo di luce. È spazio sonoro e luminoso. È una mandorla sonora e di luce, dove si può sentire e veder qualcosa che è talmente prossima al pubblico da esser vicinissima e lontanissima allo stesso tempo. Un luogo concettuale. Tre luci, un velo, un microfono. Maryam è spettacolo semplice. C’è uno schermo perché c’è una attrice. Di fatto io sono un’attrice, non sono musulmana ma conosco e riconosco la ferita e il perdono e la misericordia. Sono quattro alla fine le donne, tutte impregnate di divino. È il teatro che è nudo di verità e assoluto artificio.Luigi Ceccarelli genera un intarsio acustico come la scrittura araba. Da dove è partito il lavoro?Si parte sempre dalla voce, mi metto a cercare, provo, vedo. Ceccarelli prova degli strumenti. La musica araba colta e quella popolare. Se io decido che il mio personaggio deve aver voce ferma e braccia conserte, questo diventa anche un gesto corporale e musicale. E quindi forse deve essere in silenzio. Nella prima donna c’è musica solo quando lei inveisce. Ceccarelli tenta e prova finché la mia voce e la sua voce si ottimizzano. Noi siamo dei rabdomanti. Ogni sera c’è un canovaccio, siamo musicisti, tutta la partitura è fatta dal vivo. Faccio delle pause a seconda di come mi sento, e anche chi mi segue con il sonoro fa lo stesso. È un tendere è l’unisono. L’armonia dei greci. Partiamo sempre da una ricerca
Biglietti disabile+accompagnatore
La rassegna ha sottoscritto il manifesto dei teatri accessibili e ha aderito all’iniziativa Teatri 10 e lode promossa dall’Associazione disMappa: compatibilmente al numero dei posti riservati, disabile e accompagnatore potranno assistere a ogni spettacolo al prezzo speciale di 10 euro.
Ermanna Montanari su dismappa
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Teatro Camploy di Verona
Telefono: 045 800 9549
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