Luni Pignatar, incontro su Ponte Pietra
Ponte Pietra
Lunedì 28 febbraio 2017, ore 15.00
Coriandoli e stelle filanti dovranno essere pronti alle 15 quando ad incontrare il sire del carnevale veronese, il Papà del Gnoco, saranno le maschere degli altri sei comitati storici. È la ripresa di una tradizione persa da una quarantina d’anni ed oggi organizzata dalla corte pignatara con gli altri comitati benefici. L’istantanea che vedrà le maschere tradizionali stringersi la mano intende «far rivivere il costume del Carnevale, con usi e leggende».A stringersi attorno all’organizzazione dello storico incontro, lunedì 27 febbraio a Santo Stefano, sono Gianfranco Ballini eletto nel ruolo di Duca secondo le procedure del 1923, Massimo Quartaroli che veste i panni di Re Teodorico e Alberto Recchia, presidente del Comitato carnevale benefico Carega-Centro storico Cor de Verona. Un tempo, spiega Ballini, «l’incontro su Ponte Pietra univa le maschere di Papà del Gnoco e del Duca de la Pignata. Era una stretta di mano tra la città e la zona di Veronetta, tra il quartiere di San Zeno e quello di Santo Stefano. Intorno c’erano altre maschere, ma erano i due comitati al centro della giornata. Ora si riprende questo tradizionale incontro allargando la stretta di mano a più maschere, cioè a quelle che rappresentano i sette comitati storici del Carnevale».Le maschere invitate giungeranno su Ponte Pietra dalle rispettive rive di residenza: sulla sinistra, con il Ducato di Santo Stefano ci saranno i comitati di Simeon de l’Isolo e di Porto San Pancrazio, mentre sulla destra il Papà del Gnoco sarà accompagnato dai comitati della Carega, dei Filippini e di Sanzeneto. A chiudere il ponte prima dell’arrivo dei due cortei ci saranno le guardie in costume d’epoca con le lance serrate. Quindi le maschere si dirigeranno oltre l’Adige e si fermeranno sul palco davanti alla chiesa di Santo Stefano.Il Carnevale della corte pignatara rievoca così «lo storico incontro tra il Signore di Veronetta, il Duca, con il Signore di Verona, il Papà del Gnoco», riprende Ballini. «Ma, questo momento aprendosi alle altre maschere tradizionali del centro storico porta un messaggio di accoglienza». «È un rivivere il Carnevale», spiega Recchia, «nella sua bella tradizione con al centro la sua storicità che qui, su ponte Pietra nel “luni pignatar”, è rappresentata dai primi sette comitati». Per importanza, aggiunge Ballini, «la sfilata del Carnevale di Santo Stefano è seconda solo a quella del “venardì gnocolar” e risale a Siro Zuliani nel 1884. Oggi come allora si ripete l’usanza con la sfilata delle maschere e la distribuzione del minestrone».