Lo Cascio racconta Vivaldi
Teatro Ristori di Verona (vedi scheda accessibilità)
Lunedì 27 novembre 2017, ore 20.30
L’affare Vivaldi
voce recitante Luigi Lo Cascio
testo L’Affare Vivaldi di Federico Maria Sardelli (ed. Sellerio)
drammaturgia Luigi Lo Cascio, Federico Maria Sardelli
musiche Antonio Vivaldi
ensemble Modo Antiquo
Lo spettacolo si presenta nella forma di concerto-reading ed è interamente dedicato all’opera di Vivaldi ispirandosi al testo L’AFFARE VIVALDI di Federico Maria Sardelli, edito da Sellerio, vincitore del premio Comisso 2015 per la narrativa.
LUIGI LO CASCIO riscrive e interpreta il testo di questo questo leggibilissimo libro raccontando la storia, l’itinerario attraverso i secoli, dei manoscritti di Vivaldi, di come hanno rischiato di sparire nel nulla, e di come sono stati ritrovati e da chi.
Tra musiche inedite del giovane Vivaldi, magistralmente eseguite da MODO ANTIQUO, la lettura di Lo Cascio si muove con grande agilità e sicurezza su diversi itinerari dando allo spettatore l’opportunità di seguire, sia sul piano musicale, sia sul piano musicologico, l’affascinante percorso di un enorme patrimonio musicale che ha rischiato di andare perduto.
La fortuna popolare delle “Quattro stagioni” di Vivaldi ha infatti certamente reso il nome del compositore familiare al grande pubblico al punto forse di costituire un ostacolo alla conoscenza più ampia della sua opera, vasta, complessa e affascinante. I molti appassionati di Vivaldi pur apprezzando le sue composizioni orchestrali, la musica vocale, sia sacra che profana, non sanno però che grandissima parte dell’opus vivaldiana è rimasta per secoli sepolta nella biblioteca di famiglie aristocratiche più o meno decadute, e che ha rischiato di non veder mai la luce.
Quello che rende lo spettacolo particolarissimo e fruibilissimo, è che questa materia, potenzialmente oggetto di dotte dissertazioni e grande erudizione, è trattata da Lo Cascio con deliziosa leggerezza e grande (e fine) senso dell’umorismo. Lo Cascio coniuga il linguaggio e il registro narrativo con un umorismo contemporaneo e con una straordinaria interpretazione dell’ambientazione che passa dall’epoca vivaldiana fino al periodo fascista, in ogni momento con una lingua adatta e allo stesso tempo leggera. L’umorismo che pervade il testo ne rende uno spettacolo divertente, ancorché alquanto istruttivo e Lo Cascio ha la capacità di adottare un registro sobrio e serio quando la narrazione tocca momenti difficili della storia nazionale.
Sul palco suona anche lo stesso FEDERICO MARIA SARDELLI: personaggio eclettico e irriverente, artista poliedrico, studioso – fra i massimi al mondo – della vita e delle opere di Antonio Vivaldi, è in grado di esprimersi molto egregiamente con la penna, con gli strumenti da disegno (è un noto fumettista e vignettista, ma è particolarmente versato anche nel ritratto e nell’acquaforte), con la bacchetta di direttore (ha fondato l’ensemble “Modo Antiquo” e ha diretto orchestre come il Gewandhaus di Lipsia, la Kammerakademia Potsdam, il Maggio Musicale Fiorentino…) e con il flauto, il suo strumento. Figlio di una terra dove la satira pungente ed il “ruzzare” (scherzare, in livornese) fanno parte del Dna della gente, ma soprattutto figlio di Marc Sardelli (noto maestro disegnatore, ritrattista e pittore).
MODO ANTIQUO
Federico Maria Sardelli flauto dritto e traversiere
Stefano Bruni violino
Paolo Cantamessa violino
Bettina Hoffmann violoncello
Gianluca Geremia tiorba e chitarra
MUSICHE DAL PROGETTO ‘THE YOUNG VIVALDI’, SONY CLASSICAL
Antonio Vivaldi
Sonata RV 820 in Sol magg. per violino, violoncello e Bc, NEW DISCOVERY
Sonata in Re min. RV 63, Op. I, n. 12, La Follia
Concerto RV 93 in Re magg. per Liuto, Archi e Bc
Sonata RV 815 in Re magg. per violino e Bc, NEW DISCOVERY
Concerto RV 427 in Re magg. per traversiere, Archi e Bc
Lunedì il teatro Ristori ospita l’Affare Vivaldi, un concerto-reading inspirato all’omonimo romanzo di Federico Maria Sardelli in scena assieme all’ensemble Modo Antiquo. Luigi Lo Cascio ha riscritto e interpreta il godibilissimo testo che racconta l’itinerario dei manoscritti di Vivaldi attraverso i secoli: storia avvincente e quasi sconosciuta di come questi documenti preziosi, e le opere in essi contenuti, abbiano rischiato di sparire nel nulla, e siano stati invece fortunatamente ritrovati. Ne emerge un Vivaldi inedito, spiega Lo Cascio: «È diverso da quello che conosciamo per le Quattro Stagioni. Un Vivaldi struggente e profondo, senza quelle accensioni e rapide accelerazioni, inerpicamenti e salite dei violino».In scena c’è anche l’autore del romanzo.Come in un gioco di specchi tra autore, traduttore, parole e musica?Tutto ciò è molto divertente. Federico Sardelli, oltre ad essere un musicista è anche un raffinato umorista e questo mi salverà da eventuali mie debacle.Non è nuovo alla traduzione di un testo. Per questo da dove è partito? Mi interessa che la scrittura sia dicibile in pubblico, che abbia una sua musicalità. Nella lettura è importante la relazione con il linguaggio e lo stile. Poi mi ha interessato la storia e la capacità di creare i personaggi, i cambi di situazione. Gli inserimenti dei documenti dell’epoca. L’idea di dirlo ad alta voce mentre lo leggevo mi attirava moltoE la musica? Bisognava evitare il decorativismo, la distrazione… Si, di solito non faccio letture dove c’è musica. Se c’è musica è perché si presume che le letture siano faticose e noiose. Però qui la musica è protagonista del libro ed è interessante vedere le peripezie della collezione dei testi e sentirli, ascoltarli in una esecuzione fatta da uno dei maggiori esperti di Vivaldi. Che cosa ha mantenuto e cosa ha sacrificato per ridurre oltre duecento pagine ad un’ora e venti di spettacolo?Volevo innanzitutto dare un assaggio della scrittura di Sardelli mantenendo la struttura del giallo. E poi dare un esempio delle peripezie di questi testi. Mantenere la concatenazione assurda e miracolosa che ha portato alla loro riscoperta. Scorro tutti i capitoli lungo una linea che va dal Settecento a noi, con lo stupore e la bellezza di come gli avvenimenti si siano messi in moto e incrociati. Quindi oggi sul palco la centralità è della parola o della musica?Si passa da una all’altra, ma la parola che riesce anche a diventare musica è qualcosa che ci tocca interiormente, aldilà delle parole. Anche i più grandi scrittori sono stati animati da una forte tentazione e ispirazione di carattere musicale. La stessa musica che si fissava sulla pagina in forma di parole e di concetto prendeva una fortissima valenza sentimentale intellettuale. Lei è anche volto del cinema impegnato. Su cosa deve “impegnare” oggi il linguaggio…?Il gusto va fatto muovere verso qualcosa di inedito. La partita si giocherà su questo. Se andiamo verso la spettacolarizzazione tramonterà il cinema vicino al teatro. Se invece non ci si preoccupa di piacere e identificare il pubblico come una massa, se si rimane fedeli alla propria idea, si farà qualcosa di interessante.