L’iscrizione a Giambettino Cignaroli nell’anniversario della morte
L’iscrizione dedicata al pittore veronese Giambettino Cignaroli in via Roma 6/c recita:
Giambettino Cignaroli vissuto dal 4
luglio 1706 al 1 dicembre 1770 fu
visitato in questa casa nel 21
luglio 1769 da Giuseppe II Imperatore
che lo salutò primo pittore dei suoi
tempi
Giambettino Cignaroli
Autoritratto
Giambettino Cignaroli (Verona, 4 luglio 1706 – Verona, 1º dicembre 1770) è stato un pittore italiano, capostipite di una famiglia di pittori che parzialmente si trasferì in Piemonte.
Vita
Giambettino nacque nel 1706 nella città di Verona. Dopo aver svolto studi di retorica presso i Gesuiti, si interessò alla pittura e dapprima divenne allievo di Sante Prunati, e poi frequentò con il suo coetaneo Pietro Rotari (nato qualche mese dopo, nel 1707), la scuola di pittura del maestro Antonio Balestra. Nel 1728 aprì una bottega di pittura indipendente.
Come Rotari si trasferì a Venezia, dove ebbe l’occasione di studiare le grandi opere di maestri come Tiziano, Paolo Veronese e Palma il Vecchio. Tornato a Verona, aprì stabilmente una bottega ed ottenne grandi successi. Fu attivo in molte città, come Milano, Parma, Torino, Bologna e Ferrara. Sue pregevoli opere si trovano soprattutto a Brescia e Bergamo, oltre che nei rispettivi territori. Lavorò moltissimo per gli ordini religiosi dell’Emilia, come provano le pale per Piacenza (S. Spirito), Parma, Reggio (S. Giorgio), Modena (S. Domenico) e Ferrara. Pur non essendosi mai mosso dall’Italia, lavorò per l’elettore di Sassonia, per il re di Polonia e per la zarina di Russia, oltre che per la regina di Spagna, come prova la monumentale pala d’altare oggi al Prado raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Lucia, Lorenzo, Antonio da Padova, Barbara e l’Angelo Custode, e per i principi vescovi di Bressanone, come testimonia il San Giovanni Nepomuceno sul secondo altare destro del Duomo brissinese. La sua produzione si estese anche alla pittura celebrativa di storia, come prova il Pomponio Secondo riceve gli onori trionfali in Campidoglio, oggi a Castelvecchio, ma destinata al palazzo pubblico di Piazza delle Erbe. Pittore di fama, promosse la costruzione dell’Accademia veronese d’Arte di cui fu il primo direttore e che oggi porta il suo nome. Oltre ad essere un affermato pittore, fu anche scrittore di testi d’arte.
Il suo gusto pittorico viene ritenuto a metà strada tra un ultimo raffaellismo ed un inizio di neoclassicismo.[1]
Note
- ^ Le muse, De Agostini, Novara, 1965, Vol.III, pag.288
Collegamenti esterni
Giambettino Cignaroli |
Sono ben 190 le opere compiute da Giambettino Cignaroli delle quali 36 si trovano all’estero.
Il Museo di Castelvecchio possiede: Verona adora la Vergine; Il Risorto; Riposo in Egitto. In Duomo abbiamo La trasfigurazione (3° alt. a destra); in Sant’Eufemia: La Madonna e San Tomaso da Villanova (7° alt. a destra); ai SS. Apostoli: San Luigi (3° alt. a destra); in Santa Toscana: Madonna e San Giovanni Battista (1° alt. a destra); in Santa Libera: San Gaetano e Maria (1^ cappella a sinistra); nella chiesa di Cavalcaselle: La Presentazione al Tempio e Madonna e santi; nella sala del Consiglio: Trionfo di Pompeo, nella sala della Gran Guardia: Plinio e l’eruzione del Vesuvio.
Giambettino Cignaroli fu anche scrittore d’arte. A lui dobbiamo la “Serie dei Pittori” che dal Biancolini è stata inserita nella “Cronica di Verona” del Zagata.
Dettò inoltre le postille all’opera del Dal Pozzo pubblicate a cura del Biadego nell’opuscolo “Di G. B. Cignaroli”.
Verona, l’Accademia di Belle arti compie 250 anni e restaura il busto del proprio fondatore Cignaroli
Si tratta di una lapide ornata di un tondo con il profilo di Gianbettino e di una targa che ricorda un episodio rilevante della sua vita e della storia cittadina. Serie di eventi per celebrare il prestigioso anniversario
Un elegante segno della storia veronese tornerà leggibile in via Roma, civico 6, grazie all’intervento dell’Accademia di Belle arti “Cignaroli”. È stato presentato nelle scorse ore il restauro del raffinato tributo marmoreo all’artista veronese che nel 1764 fondò l’accademia che ancora porta il suo nome.
Si tratta di una lapide ornata di un tondo con il profilo di Gianbettino e di una targa che ricorda un episodio rilevante della sua vita e della storia cittadina: la visita il 21 luglio 1769 dell’imperatore Giuseppe II d’Austria che ebbe l’artista veronese in tale considerazione da definirlo “il maggior de’ suoi tempi”. Il restauro sarà eseguito dopo la concessione del nulla osta da parte della Sovrintendenza ai monumenti ed è stato affidato allo studio di Attilia Todeschini.
ANNIVERSARIO – Le celebrazioni del 250esimo anniversario sono state denominate “Amar la pittura”, traendo spunto da uno scritto del Cignaroli e sono state inaugurate con il sopralluogo odierno in via Roma proprio nello stesso giorno e mese, il 16 dicembre, in cui nel 1764 il Doge Alvise Mocenigo informò il capitano e vice podestà di Verona che il Senato veneto aveva approvato i “Capitoli”, cioè lo statuto, dell’Accademia di Pittura. Qualche giorno più tardi, il 22 dicembre a Verona, il Consiglio dei XII e L (“Dodici e Cinquanta”), chiamato a “proteggere e sostenere l’Accademia de’ nostri pittori, raminga fin oggi, e priva di stabile domicilio…” concesse alla neonata Accademia la sua prima sede, una “casa con bottega nello stabile alla Giara” e “un contributo annuo, per supplire alle spese”. Neppure quel giorno sarà dimenticato.
http://www.veronasera.it/cronaca/verona-accademia-belle-arti-compie-duecentocinquanta-anni-restaura-busto-prorpio-fondatore-cignaroli-17-dicembre-2014.html
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