Lella Costa tra Traviata e Alice per Idem
Teatro Filarmonico di Verona
Rassegna Idem La fusione delle arti
Martedì 3 febbraio 2015, ore 21.00 (entrata libera dalle 20.55)
TEATRO FILARMONICO. «Alice nel paese delle camelie» presentato appositamente per il secondo incontro di Idem
Da Traviata ai traviati moderni
Il sorriso amaro di Lella Costa
Andrea Sambugaro
«Una domanda mai passata di moda: quanto?». «Alfredo era un lento di comprendonio, suo padre il più odioso di tutti»
Due grandi tappeti, sui quali far volare la fantasia, convergenti verso una poltrona. E un leggio dispettoso, che lascia scivolare i fogli («I miei spartiti», come li definisce l’attrice). Tutto qui l’apparato scenografico di Alice nel paese delle camelie, lo spettacolo che Lella Costa ha creato per il secondo incontro di Idem al teatro Filarmonico, ieri sera gremito in ogni posto com’era già avvenuto per il primo appuntamento con Giancarlo Giannini.
Tutto qui, ma non c’è bisogno d’altro: lo spazio lo occupano le parole e i personaggi evocati da Lella Costa che per questa incursione teatrale, come lei l’ha definita, ha scelto La signora delle camelie di Alexandre Dumas, la Traviata di Giuseppe Verdi che ne è derivata e l’Alice di Lewis Carroll. Aggiungendo la sua ironia: «Amore e morte, avrebbe voluto chiamare la sua opera Verdi. Ma la censura si dimostrò come sempre stupida e inutile: La Traviata mi sembra molto peggio, molto più esplicito, no?». E ancora: «Alfredo era proprio un tonto, ci arrivava sempre tardi. Non capiva perché Margherita – io la chiamo così anche se per Verdi era Violetta – per venticinque giorni al mese portasse camelie bianche e per cinque rosse. Alfredo, dài, è facile. Ma no, lui non comprendeva. Del resto che cosa potevano saperne gli uomini di allora? Giovani, per di più. E da sua sorella che cosa avrebbe potuto imparare? Un’acqua cheta, quella…». Tutti e due diversi dal padre, Alfredo e acqua cheta: «Il più detestabile di tutti i personaggi del melodramma. Un rompicoglioni… Non so perché ma mi è sempre venuto di chiamarlo papi anziché papà».
Scopre l’amore Margherita, stanato dalla devozione di lui, un sentimento che non aveva mai provato. E chi si mette di mezzo? «Il papi, il rompicoglioni: s’inventa che l’unione tra Margherita e Alfredo manderebbe in malora le promesse nozze della sorella di Alfredo, la figlia “sì pura come un angelo”, acqua cheta. E Margherita che fa? Ci casca, si sacrifica per quella che sarebbe potuta essere sua cognata. No, non è credibile. Ma voi ce lo vedete Alberto di Monaco preoccuparsi dei cognati con quel che gli hanno portato in casa le sorelle?».
Lella Costa la ripercorre così, la storia, attualizzandola, a-vendo compassione del tonto Alfredo in contrapposizione al subdolo padre dalla doppia morale. Trovando in «quanto?» la domanda ricorrente dell’intera opera. «Quanto costa? Quanto vale il corpo delle donne?», ci si chiede sempre oggi. «Ma guai a parlare di prostituzione agli uomini, troveranno sempre una giustificazione, diranno che loro non c’entrano. E io rispondo con De Andrè e la sua Canzone del maggio: “Per quanto vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti».
E Alice? «Ah, nome evocativo, innanzitutto. Com’è giusto che sia. A proposito, lo sapevate che in un anno in America 530 bambini sono stati chiamati Porsche? E 280 Armani, con opzione per il secondo nome: Giorgio o Emporio? E 300 McDonald’s, proprio con l’apostrofo? E 492 Chanel? Lo vedete che in nomi devono essere evocativi?».
Digressioni a parte, è il tempo che caratterizza la storia di Alice. Il tempo circolare, che ritorna. Ma anche il tempo dell’infanzia, che noi adulti ossessionati dall’età invidiamo. Noi, che hai bambini domandiamo sempre “Che cosa vuoi fare da grande?” e invece ci meriteremmo che una volta tanto un piccolo ci chiedesse “E tu che cosa hai fatto da grande?”. Noi che siamo incapaci di vivere il tempo che c’era un tempo. Noi che non ci rendiamo conto che c’è un tempo infinito per sognare».
A volte è però sufficiente anche un’ora e mezzo. Il tempo di uno spettacolo così.
LELLA COSTA
«Traviata e Alice sono dei classici ma molto attuali»
Smontata la Traviata degli specchi della Fondazione Arena, sarà Lella Costa questa sera a specchiarsi nella Traviata al Filarmonico: alle 21, per il secondo degli incontri culturali di Idem, presenterà Alice nel Paese delle camelie, monologo che fonde suoi precedenti spettacoli, La Traviata appunto e Alice, una meraviglia di paese (fino alle 20,55 ingresso riservato ai soci Idem, poi libero). «Beh», commenta l’attrice milanese, «mi inserisco pienamente nel tema scelto quest’anno da Idem, la fusione delle arti».
Alice, La signora delle camelie, Traviata: tutte opere ottocentesche. Quanto ci sarà, questa sera, di datato e quanto di contemporaneo?
Ah, ma io parto da quelle opere, dalla letteratura. Ci aggiungiamo la scrittura teatrale e la musica ma resto ancorata ai testi originali. Guardi, non c’è bisogno di svilupparne la contemporaneità: viene fuori da sé. Non è cambiato molto da allora, non c’è bisogno di dare e fare lezioni. È tutto sotto i nostri occhi.
Per esempio?
Si prenda la Traviata. L’amore è uno dei temi forti ma anche oggi, quando qualcuno ci si mette in mezzo, le storie si complicano. E la prostituzione? Vi pare che sia un argomento ormai scaduto?
Lei è ospite fissa di Idem. E questo spettacolo è stato creato appositamente per la sua rassegna, come l’Amlet’Otello di otto mesi fa al Teatro Romano
Sì, e ne sono felice. Fare un lavoro per una sola serata costa fatica, ma con la passione la si affronta con piacere. E poi meno male che si è creata questa possibilità: in questo periodo sarei dovuta essere all’Eliseo di Roma con Nuda proprietà ma il teatro, per le vicende sulla proprietà, scusate il bistccio di parole, è chiuso.
Domani si godrà un po’ Verona?
Macché, torno in camerino e riparto per Milano. Ho un incontro di WE-Women for Expo, un progetto che mi sta molto coinvolgendo. Perché sul nostro pianeta, sul nutrimento del corpo e sul nutrimento della libertà e dell’intelligenza noi donne – e we women significa proprio noi donne – abbiamo molte cose da dire. Più degli uomini.
IDEM. Martedì al teatro Filarmonico (alle 21) fonderà «Alice nel paese delle meraviglie» con «La signora delle camelie»
Incursione teatrale di Lella Costa. Da sdoppiata
L’attrice, seconda ospite della rassegna «Fusione delle arti», ha ideato lo spettacolo appositamente
«Incursione teatrale»: l’associazione culturale Idem ha scelto questo titolo per il secondo appuntamento della sua rassegna che quest’anno si tiene al teatro Filarmonico. Sarà Lella Costa la protagonista della serata di martedì prossimo alle 21 con uno spettacolo creato ad hoc: Alice nel paese delle camelie, mix tra il racconto di Lewis Carroll (pseudonimo del matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson) del 1865 e il romanzo di A-lexandre Dumas del 1848.
Anche al Festival della bellezza, organizzato sempre da Idem, nel giugno scorso, Lella Costa aveva presentato uno spettacolo ideato per l’occasione: Amlet’Otello, da Shakespeare. Del resto l’attrice milanese, proprio grazie alla sua originalità, alla sua ironia, alla sua arguzia e alla sua fantasia, è tra i maggiori protagonisti del teatro contemporaneo. Anche per questo è stata scelta come una dei cinque ospiti di Idem la cui rassegna 2015 è dedicata alla «Fusione delle arti». Come al solito, la serata sarà a ingresso libero ma fino a cinque minuti prima dell’inizio l’ingresso sarà riservato ai soci dell’associazione.
Gli incontri, che sono stati aperti da Giancarlo Giannini il 19 gennaio, proseguiranno il 23 marzo con il critico d’arte Philippe Daverio, il 15 aprile con il giornalistya e scrittore Beppe Severgnini e il 16 maggio con l’attore Giuseppe Gifuni, prima della seconda edizione del Festival della bellezza
«Lella Costa», scrive Idem nella presentazione, «ha portato alla ribalta il genere del monologo teatrale nella reinterpretazione di testi classici, proponendo con attenzione filologica racconto e atmosfere intercalati con digressioni e riferimenti alla condizione contemporanea, in un costante entrare e uscire dal dramma, tra commento e narrazione, impersonificazione e satirica osservazione».
Oltre a lavorare in teatro, è stata attrice in film ironici e surreali come Ladri di saponette di Nichetti e ha partecipato a programmi televisivi satirici e d’informazione come La tv delle ragazze, il Maurizio Costanzo Show e L’Infedele. Nel 2009 ha pubblicato La sindrome di Gertrude. Quasi un’ autobiografia; nel 2014 Che bello essere noi.