Le voci di dentro di Toni Servillo inaugura il Grande Teatro
Le voci di dentro
Il Grande Teatro 2013 / 2014
5-6-7-8-9 novembre ore 20.45
10 novembre 2013 ore 16
Teatro Nuovo
di Eduardo De Filippo
con Toni Servillo
regia Toni Servillo
A inaugurare il Grande Teatro il 5 novembre (con repliche fino al 10) è Le voci di dentro di Eduardo De Filippo, commedia che, rappresentata per la prima volta nel 1948, affronta il tema dell’ambiguità realtà-sogno. Protagonista e regista è Toni Servillo che torna a De Filippo di cui aveva già messo in scena, una decina di anni fa, con grande successo anche a livello internazionale, “Sabato, domenica e lunedì”. Al suo fianco, per la prima volta in teatro, il fratello Peppe Servillo, voce degli Avion Travel.
Alberto Saporito (Toni Servillo) è convinto che i suoi vicini di casa, i Cimmaruta, abbiano ucciso l’amico Aniello Amitrano di cui da giorni non si hanno più notizie. Li denuncia ma, quando cerca prove dell’omicidio, si accorge che in realtà non è successo nulla e che il delitto lui lo ha solo immaginato. Decide allora di ritrattare. Ma è troppo tardi perché la sua denuncia ha messo in moto un meccanismo che non si può più fermare.
Lo spettacolo è una produzione di Teatri Uniti, Piccolo Teatro di Milano e Teatro di Roma.
[learn_more caption=”Scheda approfondimento spettacolo”]
Scheda di approfondimento dello spettacolo
Autore, opera e regia
A oltre dieci anni dal fortunato allestimento di Sabato, domenica e lunedì apprezzato da critica e pubblico, Toni Servillo si cimenta di nuovo con Eduardo De Filippo (1900-1984) ettendone in scena Le voci di dentro.
Come era accaduto in passato, anche questa volta Servillo ha un duplice ruolo, protagonista e regista. Oltre a un cast affiatato, ha accanto a sé il fratello Peppe – voce degli Avion Travel – che, se esordisce come attore di teatro, ha invece già lavorato per il cinema: era tra gli interpreti, sempre assieme al fratello Toni, del film Lascia perdere, Johnny di Fabrizio Bentivoglio. La ricostituita coppia Servillo ha ottenuto con questa pièce grandi successi in Italia e all’estero. Lo scorso giugno, infatti, Le voci di dentro è stato accolto in modo trionfalistico a Chicago dove l’allestimento ha rappresentato l’Italia nell’Anno della Cultura italiana negli Stati Uniti.
Scritta di getto nel 1948, la commedia è il ritratto di un’Italia che, dietro l’euforia della fine della guerra e della conseguente ricostruzione e dietro le prime avvisaglie del boom economico, cela la difficoltà delle relazioni umane, spesso improntate al sospetto e alla cattiveria. C’è anche una costante incomunicabilità che serpeggia nel testo e che è simboleggiata dal vecchio Zi’ Nicola: convinto dell’impossibilità di essere ascoltato dai propri simili, l’anziano non parla e si esprime soltanto facendo scoppiare mortaretti.
Il silenzio e il sogno – che tanta parte hanno nella commedia – finiscono per rappresentare l’unico sfogo alle inquietudini quotidiane.
Non a caso Le voci di dentro che, come sottolinea Cesare Garboli, non sono le voci della coscienza ma quelle del “profondo”, è ritenuta una delle opere più amare scritte da De Filippo.
«Eduardo – sottolinea Toni Servillo nelle note di regia – scrive questa commedia sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale, ritraendo con acutezza una caduta di valori che avrebbe contraddistinto la società, non solo italiana, per i decenni a venire. Ancora oggi sembra che Alberto Saporito scenda dal palcoscenico per avvicinarsi allo spettatore dicendogli che la vicenda che si sta narrando lo riguarda perché siamo tutti vittime, travolte dall’indifferenza, di un altro dopoguerra mondiale».
Trama
Alberto e Carlo Saporito, scalcinati titolari di una ditta che allestisce feste di piazza, vivono con l’anziano zio Nicola. La scomparsa del loro caro amico Aniello Amitrano non solo li preoccupa ma addirittura induce Alberto a denunciare che i suoi vicini di casa, i Cimmaruta, lo avrebbero ucciso. Ma quando la polizia va a perquisire la casa dei presunti assassini, non trova nessuna prova del delitto. Solo a quel punto, Alberto si rende conto che l’omicidio non è mai avvenuto semplicemente perché… lui lo ha solo sognato. Non gli resta che ritrattare la denuncia ma così facendo suscita i sospetti del magistrato che pensa che egli abbia agito per paura.
Da parte loro, i Cimmaruta, per quanto scagionati, si accusano l’un l’altro convinti che, nonostante tutto, Alberto abbia delle prove contro di loro. Pensano allora di sopprimerlo. La ricomparsa di Amitrano vivo e vegeto potrà sistemare le cose?
Durata: 1 ora e 50 minuti – non c’è intervallo
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[learn_more caption=”Dal sito di Toni Servillo”]
di Eduardo De Filippo, regia Toni Servillo, scene Lino Fiorito, costumi Ortensia De Francesco, luci Cesare Accetta, suono Daghi Rondanini, aiuto regia Costanza Boccardi. Dopo la lunga tournée internazionale della Trilogia della villeggiatura di Goldoni, Toni Servillo torna alla lavoro sulla drammaturgia napoletana e in particolare all’amato Eduardo, a dieci anni di distanza dal successo di Sabato domenica e lunedì.
“Eduardo De Filippo è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, dopo di lui il prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una dimensione autenticamente popolare. È inoltre l’autore italiano che con maggior efficacia, all’interno del suo meccanismo drammaturgico, favorisce l’incontro e non la separazione tra testo e messa in scena. Affrontare le sue opere significa insinuarsi in quell’equilibrio instabile tra scrittura e oralità che rende ambiguo e sempre sorprendente il suo teatro. Seguendo il suo insegnamento cerco nel mio lavoro di non far mai prevalere il testo sull’interpretazione, l’interpretazione sul testo, la regia sul testo e sull’interpretazione. Il profondo spazio silenzioso che c’è fra il testo, gli interpreti ed il pubblico va riempito di senso sera per sera sul palcoscenico, replica dopo replica”. “Le voci di dentro – continua Toni Servillo – è la commedia dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso pubblico. L’assassinio di un amico, sognato dal protagonista Alberto Saporito, che poi lo crede realmente commesso dalla famiglia dei suoi vicini di casa, mette in moto oscuri meccanismi di sospetti e delazioni. Si arriva ad una vera e propria “atomizzazione della coscienza sporca”, di cui Alberto Saporito si sente testimone al tempo stesso tragicamente complice, nell’impossibilitò di far nulla per redimersi. Eduardo scrive questa commedia sulle macerie della seconda guerra mondiale, ritraendo con acutezza una caduta di valori che avrebbe contraddistinto la società, non solo italiana, per i decenni a venire. E ancora oggi sembra che Alberto Saporito, personaggio-uomo, scenda dal palcoscenico per avvicinarsi allo spettatore dicendogli che la vicenda che si sta narrando lo riguarda, perché siamo tutti vittime, travolte dall’indifferenza, di un altro dopoguerra morale.” Una folta compagnia di attori napoletani di diverse generazioni affiancherà in scena Toni Servillo, a partire dal fratello Peppe, nel ruolo di Carlo Saporito, il fratello del protagonista. (dal sito di Toni Servillo)[/learn_more]
Incontri del giovedì
Giovedì 7 novembre 2013 – Foyer del Teatro Nuovo
(Piccolo Teatro di Giulietta – ingresso da via Cappello 23)
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
- ore 16.45 – Invito alla visione
Appuntamento per introdurre alla visione degli spettacoli, per dare brevi spunti di lettura critica della messinscena.
A cura di Simone Azzoni
- ore 17.00 – Incontro con i protagonisti
Incontro con gli attori per parlare dello spettacolo ma anche del “dietro le quinte” e dell’affascinante mondo teatrale
Biglietti disabile+accompagnatore (il Teatro Nuovo ha 2 posti riservati a chi si muove in carrozzina): 1 intero platea + 1 gratis
Vedi anche PROGRAMMA IL GRANDE TEATRO 2013 2014
Teatro Nuovo di Verona
→ Scheda accessibilità