L’Arena col drappo nero per #unite4heritage
(ANSA) – VERONA, 15 MAG – Anche sull’Arena di Verona sventola oggi un drappo nero in segno di lutto per la distruzione del patrimonio culturale e storico in Medio Oriente, ad opera delle forze dell’Isis. Il centro storico di Verona rientra nei 50 siti Unesco italiani aderenti all’iniziativa promossa dall’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, a sostegno della campagna “#unite4heritage” dell’Unesco. In Veneto il drappo nero è esposto anche su monumenti di Vicenza, Padova e Venezia.
Verona. L’Arena veste di nero per la distruzione del patrimonio culturale in Medio Oriente
Venerdì 15 maggio, sui monumenti dei 50 Siti Unesco italiani sventolerà un drappo nero in segno di lutto per la distruzione del patrimonio culturale e storico che sta avvenendo in Medio Oriente. Anche la città di Verona, il cui centro storico è dichiarato Patrimonio Mondiale Unesco, ha aderito all’iniziativa, scegliendo di esporre il drappo nero sul suo monumento più famoso, l’anfiteatro Arena. La manifestazione in Italia è promossa dall’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, per sostenere la campagna di comunicazione “#unite4heritage” dell’Unesco e per manifestare lo sdegno della comunità internazionale di fronte alla distruzione di beni storico-culturali in Medio Oriente, molti dei quali inclusi nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
In Veneto il drappo nero viene esposto in contemporanea anche a Vicenza, Padova e Venezia, le altre città che, insieme a Verona, rientrano nei 50 siti Unesco italiani. L’iniziativa a Verona è stata promossa dal Consigliere comunale incaricato alla Cultura, anche in qualità di vicepresidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco e dal Club Unesco Cangrande Verona, rappresentato oggi dal presidente Antonio Morabito.
“Quello che sta attualmente accadendo in Iraq – spiega Morabito – ha suscitato particolare indignazione, tanto che la Direttrice generale dell’Unesco Irina Bokova, dopo la distruzione da parte dell’Isis di reperti archeologici a Mosul in Iraq, si è rivolta alla Corte penale internazionale dell’Aja, condannando la devastazione di quel patrimonio culturale e artistico come crimine di guerra. Questa vicenda ha suscitato particolare indignazione e ha mobilitato la comunità internazionale per tutelare il patrimonio culturale e porre fine alle barbarie che stanno colpendo le zone assediate dall’Isis: è fondamentale quindi sensibilizzare i cittadini, affinché le opere e i luoghi delle civiltà del passato siano restituiti come testimonianze della storia dell’umanità”.“