L’archeologia industriale veronese nei dipinti di Simone Butturini
Magazzino 1 – Sede dell’Ordine degli Ingegneri di Verona
22 aprile – 31 maggio 2016
Ingresso libero
IL PAESAGGIO. Memoria, identità e metafora
L’archeologia industriale nei dipinti di Simone Butturini
La mostra verrà inaugurata venerdì 22 aprile alle ore 19 nel Magazzino 1, sede dell’Ordine degli Ingegneri di Verona (Via Santa Teresa 12).
L’esposizione, promossa a margine del convegno “Archeologia industriale: nuove funzioni e memoria storica” – che aprirà i lavori alle ore 17.30 – è un appuntamento della rassegna culturale Open. Ingegneri aperti alla città promossa dall’Ordine sul tema “Scenari urbani. Metamorfosi e rigenerazione”.
Ad introdurre la mostra, accanto all’autore l’intervento di Libero Cecchini, decano degli architetti veronesi. Sua una riflessione sulla capacità, propria dell’artista, di interpretare lo “sgretolarsi dell’edificio nel tempo” nel fare sintesi della trasformazione e del logorìo cui soggiace, inevitabilmente, il costruito. Uno sguardo che fa emergere la metamorfosi della materia e, al contempo, quella patina della memoria che “tocca” l’artista e affascina lo spettatore.
SEDE ESPOSITIVA, l’ex Magazzino del Grano – Significativa la scelta della location. Per la prima volta in uno spazio ricco di storia e di memoria come quello degli ex Magazzini Generali – e in particolare il Magazzino 1, ex Magazzino del Grano – l’artista Simone Butturini, espone dieci opere, di cui alcune inedite, che testimoniano il legame esistente tra il paesaggio e l’architettura, tra natura e spazio, tra l’uomo e “il prodotto delle sue mani”.
LA MOSTRA, il fascino dell’archeologia industriale – Il percorso espositivo, attraverso luoghi e soggetti prontamente riconoscibili, racconta uno spaccato di archeologia industriale veronese che ora è storia e memoria, ma che rappresenta anche una scheggia dell’identità di quel che ancora oggi siamo.
Dall’imponente struttura della Fabbrica del ghiaccio, agli immensi spazi degli ex Magazzini Generali, dall’affascinante interno dello Zuccherificio dismesso alle Torri d’acqua al lanificio Tiberghien, a catturare l’autore è il fascino dell’archeologia industriale: «la storia di quei luoghi, il lavoro che quegli edifici hanno procurato e prodotto – sottolinea l’autore Simone Butturini – mi sembra non siano solo un ricordo, ma abbiano il senso e il peso della Storia che si alimenta di immagini e di nostalgie, di memorie e di eventi che sono passati, ma rimangono impressi per sempre nelle forme stesse di quegli edifici, divenendo parte del paesaggio».
Un paesaggio che ripercorre tappe e momenti quotidiani di Storia, ma anche di microstoria che l’autore racconta nello «sferragliare del treno che arriva alla Fabbrica del ghiaccio; il canto delle ragazze al lavoro nel lanificio Tiberghien; il soffio del vento fra le nuvole che la Torre d’acqua sfiora nella sua maestosa imponenza; l’odore acre delle auto in sosta, nascoste, nel Garage Fiat di via Marconi; il ciangottare lontano dell’acqua dentro un’altra torre raccolta intorno un traforo di archi; la luce del cielo sulla Fabbrica della tela e lo scroscio della cascata improvviso dello svuotamento della Torre d’acqua di Ponton. Momenti di vita. Silenzi di attese».
La mostra resterà allestita nel Magazzino 1 con gli orari della Segreteria dell’Ordine: Lun: 9:30–12:30; 15:30-18.00; Mart. e Giov: 9:30 – 12:30; Merc e Ven: 15:30 – 18:00 (chiuso Sabato e Festivi).
L’AUTORE – SIMONE BUTTURINI è nato a Verona nel 1968, dove si diploma con lode all’Accademia di Belle Arti G. B. Cignaroli, sotto la guida dei maestri Giuliano Collina e Silvano Girardello.
Espone dal 1987 con significative presenze: tra le altre, alla XLVI Biennale di Venezia, Mostra del Centenario presso Villa Pisani di Strà (1995); alla Joseph D. Carrier Art Gallery – Main Floor Gallery a Toronto (Canada,1995); al Museo Bargellini di Pieve di Cento (2002); presso lo Spazio BZF di Firenze (2003), a Palazzo della Gran Guardia di Verona (2007), alla Fondazione Matalon-Milano (2008), Doppia personale con R.Hess alla Gallerie Der Moderne Max Kattner Berlino (2009), alla Narciso- Roma (2011), alla Galleria Sartori di Mantova (2013), all’Università Bocconi-Milano, alla G.Poma Morcote-Lugano (2014).
Inoltre espone dipinti alla Biblioteca Civica a Verona con proiezione del film “La fabbrica della tela” di Luca Caserta con Simone Butturini (2014), alla G.Poma Morcote-Lugano (2015), alla Galleria Ghelfi di Verona (2015). All’Istituto Italiano Cultura Vienna mostra personale “Natura interiore” (novembre 2015).
Suoi dipinti figurano in musei pubblici e privati in Italia e all’estero. (www.simonebutturini.it )
RECENSIONI CRITICHE
“Nel teatro della pittura di Butturini, nella sua volontà di poter ancora dipingere un mondo, di poter aprire alla percezione lo spessore poetico della pittura, l’uomo è poeta colto e maestro ma soprattutto è protagonista di un mondo di valori percorsi dalla semplicità della bellezza e dell’intimità della visione, quasi la pittura abbia dato concretezza a un sogno terreno […]”. Luca Massimo Barbero
“Trovo che la cosa più bella che Butturini oggi mette in immagine sia il rapporto benedetto, irrinunciabile e forse irrisolvibile, tra la terra e l’infinito”. Marco Goldin
IL CONVEGNO – Il convegno “Archeologia industriale: nuove funzioni e memoria storica”, promosso dalla Commissione Centro Studi Urbanistici dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, aprirà i lavori venerdì 22 aprile alle 17.30.
Obiettivo dell’incontro quello di dimostrare come una buona progettazione unita ad una chiara e corretta programmazione urbanistica dell’Ente Pubblico – anche con il coinvolgimento di risorse private – consenta di intervenire positivamente in ambiti urbani di trasformazione, allocando nuove e diversificate funzioni in luogo di dismessi opifici pur conservando segni e memoria della loro identità originale.
Il convegno illustrerà il percorso e l’approccio di due diversi interventi di recupero in contesti estranei alla nostra città – le Ex-Conterie di Murano (Venezia) con l’arch. Giorgio Macola e la ex Manifattura Tabacchi a Borgo Sacco (Rovereto) con l’arch. Fabrizio Capuzzo –, progetti che hanno saputo coniugare nuova funzione e memoria storica del luogo divenendo interessanti casi di studio per la valorizzazione dell’esistito.
«In un momento storico in cui anche nella città di Verona il consumo di nuovo suolo agricolo è destinato nel breve termine ad essere azzerato – precisa l’ing. Giovanni Montresor, vice presidente del Centro Nazionale Studi Urbanistici e consigliere referente dell’Ordine – le prospettive di sviluppo della città dovranno necessariamente concentrarsi su ambiti di trasformazione di aree industriali dismesse, complessi edilizi militari e demaniali già inutilizzati o in via di dismissione, spesso connotati anche da edilizia di pregevole valore architettonico e comunque pregni della memoria storica di attività umane».