La Pocostabile omaggia Renato Rascel
Circolo Ufficiali di Castelvecchio, Verona
Venerdì 22 aprile 2016, ore 21.00
Renato Rascel… con un po’ di fantasia
con: Enrico de Angelis, Ilaria Peretti, Albero Misuri, Claudio Moro, Luca Pighi, Laura e Beatrice Puiu, Ernesto Da Silva, Lucia Ruina, Mario Manara, Giovanna Peretti, Massimo Trascinelli
Regia di Mario Peretti
Partendo negli anni ’30 dall’avanspettacolo e dalla rivista, Renato Rascel diventa nel dopoguerra un personaggio popolarissimo soprattutto nelle commedie musicali italiane e in televisione. In canzone porta, in particolare, una comicità esilarante, un po’ derivata da Petrolini ma comunque eccentrica, fatta di nonsensi, di paradossi, di giochi linguistici, di pure associazioni verbali: un surrealismo che, pur avendo anche intenti di satira, si spinge fino alle estreme conseguenze dell’astrazione, sì da precorrere molto cabaret successivo o certa canzone cosiddetta demenziale.
Parallelamente, da vero cantautore ante litteram, sviluppa una garbata vena melodica e sentimentale, con una particolare attenzione al mondo dell’infanzia. È insomma ineguagliabile in “E’ arrivata la bufera” come in “Arrivederci Roma”, nel “Piccolo corazziere” come in “Romantica”, nella “Ninna nanna del cavallino” come in “Attanasio cavallo vanesio”, in “Dove andranno a finire a palloncini” come in “Con un po’ di fantasia”. Immeritatamente un po’ dimenticato, a 25 anni dalla scomparsa lo ricorda in questo spettacolo, intitolato a una delle sue più belle canzoni.
Ingresso 5 euro, biglietto disabile + accompagnatore 1 intero + 1 gratuito
Mina, Renato Rascel e Walter Chiari alla trasmissione “Sabato sera”
Renato Rascel, nome d’arte di Renato Ranucci[1] (Torino, 27 aprile 1912 – Roma, 2 gennaio 1991), è stato un attore, comico, cantautore e ballerino italiano.
Biografia
Infanzia e adolescenza da figlio d’arte
Renato Rascel nasce “per caso” a Torino il 27 aprile del 1912, durante una tappa della tournée della compagnia d’arte in cui lavorano suo padre Cesare Ranucci, cantante di operetta, e sua madre Paola Massa, ballerina classica. Riceve il battesimo nellaBasilica di San Pietro secondo il desiderio del padre, romano da ben sette generazioni, ed alla città eterna la sua vita resterà sempre legata.
Affidato dai genitori ad una zia, a causa del loro lavoro che li costringeva a continui spostamenti, Renato cresce a Roma, nell’antico rione di Borgo, insieme alla sorella Giuseppina (scomparsa prematuramente a soli diciassette anni). Frequenta la Scuola Pontificia Pio IX, gestita dai Fratelli di Nostra Signora della Misericordia i quali, oltre ad impartire l’insegnamento scolastico, organizzavano corsi di canto, musica e recitazione. Già durante la partecipazione a queste attività Renato mostra i segni del suo precoce talento, al punto di essere ammesso a far parte, all’età di dieci anni, del Coro delle Voci Bianche della Cappella Sistina, allora diretto dal Maestro don Lorenzo Perosi. Sempre in questo periodo si esibisce per la prima volta in pubblico come batterista di un complesso jazz di dilettanti scritturato dal Circolo della Stampa.
Poco tempo dopo debutta in teatro a fianco del padre, divenuto direttore della filodrammatica “Fortitudo”, nel dramma popolare Più che monelli, dove interpreta la parte di un ragazzino che muore a causa di un sasso tiratogli da un compagno di giochi.
Consapevole del fatto che la carriera artistica non è tra le più facili e remunerative, il padre cerca di avviare Renato a lavori più sicuri e redditizi. Per qualche tempo lavora come apprendista calderaio, muratore e garzone di barbiere, ma il richiamo dell’arte è troppo forte per lui. Renato ha solo tredici anni quando viene scritturato in pianta stabile come musicista dal proprietario del locale “La Bomboniera”, ed in seguito suonerà alla “Sala Bruscolotti” noto ritrovo della Capitale. A quindici anni entra a far parte del complesso musicale “Arcobaleno”. L’impresario teatrale napoletano Luigi Vitolo, notata la sua esuberanza, lo spinge ad improvvisare negli intervalli dell’orchestra numeri di danza e di arte varia che riscuotono ilarità e successo dal pubblico.
È arrivata la bufera!
All’inizio degli anni trenta, e dopo un lungo tirocinio in compagnie di avanspettacolo, Renato Ranucci decide di scegliersi un nome d’arte e sceglie casualmente quello di “Rachel” (dal nome di una cipria francese molto famosa in quel tempo); tuttavia, poiché, come ammetterà più tardi in alcune interviste, sono in molti a sbagliarne la pronuncia, decide di sostituire la “ch” con “sc”, onde evitare errori. Successivamente gli viene addirittura imposto il nome italianizzato di “Rascele” in ottemperanza alle direttive emanate daAchille Starace per conto del regime fascista, malgrado le resistenze del giovane ma arguto Renato che pare abbia risposto: «Cambiate prima Manin in “Manino”, e poi ne riparliamo».
Nel 1932 Rascel viene scritturato dalla compagnia teatrale dei fratelli Schwartz per recitare la parte di Sigismondo nell’operetta Al Cavallino Bianco, con la quale debutta al Teatro Lirico di Milano il 24 febbraio del 1933, venendo notato dal critico teatrale Renato Simoni, che in un suo articolo loda le sue qualità acrobatiche. È in questo periodo che matura la decisione di creare un suo personaggio originale e libero dai manierismi recitativi dell’epoca, un omino dall’aria candida che declama monologhi assurdi, ricchi di spericolate invenzioni linguistiche (talvolta a doppio senso). L’aspetto fisico gracile e minuto, accentuato da una palandrana troppo grande con un taschino sulla schiena, insieme alle sgangherate battute comiche talvolta inventate sul momento dalla sua fervida fantasia, ne fanno un personaggio decisamente anticonformista. Gli esordi non sono incoraggianti, ma durante una fatidica serata al cinema-teatro Medica di Bologna il pubblico, composto in grande maggioranza da studenti, dopo attimi di muto sbalordimento esplode in applausi e addirittura lo porta in trionfo. Rascel capisce allora che saranno le generazioni più giovani ad apprezzare la sua “nuova” comicità, ed a trovare nelle sue battute senza senso l’antidoto al clima oppressivo dell’epoca. Nasce così la comicità di Rascel, nuova e diversa rispetto a quanto offre il panorama artistico dell’epoca che si basa principalmente sui doppi sensi sessuali più o meno velati. Al contrario Rascel inaugura un umorismo più ingenuo e disarmante, a volte anche infantile e surreale, che si caratterizza per l’imprevedibilità e la repentinità delle trovate, spesso improvvisate, che spiazzano il pubblico anche per la fisicità con cui l’attore tiene il palcoscenico, con “prestazioni” che non di rado evidenziano non comuni doti atletiche. La rappresentazione teatrale diviene allora quasi una gara, spesso frenetica, che Renato vuole vincere ad ogni costo e non demorde, né si scoraggia, qualunque sia il pubblico che ha davanti.
Nel 1939, durante una pausa in camerino, scrive di getto le prime strofe di quella che suona come un’altra delle sue surreali filastrocche: “È arrivata la bufera / è arrivato il temporale / chi sta bene e chi sta male / e chi sta come gli par“, che il pubblico accoglie con una risata generale e liberatoria, quasi a voler sdrammatizzare l’addensarsi sull’Europa di un nuovo conflitto bellico a cui le parole della canzone sembrano fare riferimento neanche troppo velatamente.
Ed in verità con la censura Rascel avrà non poche grane, ripetutamente braccato da pignoli burocrati che si ostinano a vedere nei testi dei suoi bizzarri componimenti, che portano titoli come Mi chiamo Viscardo, La canzone del baffo, Torna a casa che mamma ha buttato la pasta e La canzone della zanzara tubercolotica, chissà quali reconditi significati ostili al regime. Di questi “incerti del mestiere” Rascel si prenderà una successiva rivincita con una scenetta del film Gran Varietà del 1953 in cui interpreterà se stesso ed il personaggio del censore in epoca fascista e post-fascista.
L’esordio sul grande schermo
Il personaggio di Renato Rascel, oltre al successo nel teatro di rivista, aveva attirato l’attenzione di scrittori del calibro di Cesare Zavattini e Vittorio Metz, che scrive per lui il soggetto e la sceneggiatura del suo primo film. Nel 1942 hanno quindi inizio le riprese del film che doveva intitolarsi Un manoscritto in bottiglia, ma durante la lavorazione Rascel conosce l’attrice Tina De Mola, della quale si innamora e scrive per lei la canzone Pazzo d’Amore, che diventerà la colonna sonora ed il titolo del film, diretto da Giacomo Gentilomo. Il 19 luglio del 1943Rascel e Tina De Mola si sposano, ma pochi mesi dopo in seguito alla caduta del fascismo ed all’occupazione di Roma da parte dei nazisti Rascel e la moglie, invisi alle autorità occupanti, furono costretti a nascondersi trovando rifugio in Vaticano. In seguito Rascel manifesterà la propria gratitudine per il suo salvataggio collaborando con la sezione propaganda e stampa della DC e partecipando al film di propaganda Ho scelto l’amore.
La carriera del “Corazziere”
Dopo la fine della guerra, Rascel torna al teatro di rivista con la nuova macchietta del “Piccolo Corazziere”, altro personaggio incentrato sul contrasto tra la sua bassa statura e l’elmo e lo sciabolone d’ordinanza. Il 1952 è per lui l’anno della svolta, poiché interpreta per la regia di Alberto Lattuada il film “Il cappotto“, tratto dal racconto di Nikolai Gogol. In questa pellicola per la prima volta Rascel interpreta un ruolo drammatico, e dimostra oltre ogni dubbio di essere un attore completo. La sua interpretazione gli frutterà l’ambito riconoscimento del “Nastro d’Argento”. Sempre nello stesso anno, il 15 dicembre debutta alTeatro Sistina di Roma con Attanasio cavallo vanesio, che sarà la prima delle “favole musicali” scritte appositamente per lui da Garinei e Giovannini, a cui faranno seguito nel1953 Alvaro piuttosto corsaro e nel 1954 Tobia, candida spia.
Durante gli anni cinquanta Rascel gira diversi film, interpretando spesso il personaggio dell’antieroe timido e impacciato, che alla fine riesce quasi sempre a trovare la felicità e l’amore. Sono di questo periodo pellicole come “Amor non ho…però…però” dove recita insieme a Gina Lollobrigida, Figaro qua figaro là dove riesce quasi a rubare la scena a Totò, ed altri titoli come Napoleone (dove ha come “spalla” Raimondo Vianello nelle vesti del generale Cambronne), Io sono il Capataz insieme a Silvana Pampanini e Il bandolero stanco che lo vede contrapposto al corpulento Tino Buazzelli.
La perfetta dizione e le qualità interpretative di Rascel gli fruttano l’esordio come attore radiofonico nel 1952 con una riduzione radiofonica delle Avventure del Barone di Münchhausen, andata in onda il 14 aprile di quell’anno. Nel successivo settembre Rascel torna di nuovo alla radio con Una domanda di matrimonio, tratta da un testo di Anton Cechov, in cui interpreta la parte di Lomov. La garbata voce di Renato Rascel nel tempo diventerà una presenza regolare nei programmi radiofonici, sia in quelli di intrattenimento che in quelli di prosa, contribuendo in maniera rilevante alla sua popolarità.
Nel 1953 Rascel si cimenta inoltre per la prima (e unica) volta con la regia cinematografica, dirigendo se stesso, insieme a Valentina Cortese e a Paolo Stoppa ne “La passeggiata“, un film ancora tratto da un racconto di Gogol (“La prospettiva” del 1835), che non riuscì a ripetere il successo del Cappotto, probabilmente a causa della trama, un po’ troppo audace per l’epoca, che raccontava la storia di un timido istitutore di collegio, il quale si innamora di una prostituta, suscitando scandalo nella cittadina di provincia ove risiede.
Arrivato a godere di una vasta popolarità, Rascel decide di lasciare la rivista musicale per dedicarsi al teatro di prosa. Crea una sua compagnia denominata, non senza autoironia “Teatro del Piccolo“, mettendo in scena lavori comeBobosse di André Roussin e Gli agnellini mangiano l’edera di Noel Langley. Questa volta però i suoi sforzi non vengono coronati dal successo, e nel 1957decide di ritornare in grande stile alla commedia musicale con Un paio d’ali, insieme all’affascinante Giovanna Ralli, con la quale debutta al Teatro Lirico di Milano il 18 settembre di quell’anno.
La fama internazionale
Nel 1957 Rascel acquisisce notorietà internazionale con la sua canzoneArrivederci Roma che spinge un produttore cinematografico di Hollywooda proporgli di girare un film al fianco del tenore Mario Lanza. Nasce così The Seven Hills of Rome, girato in esterni a Roma ed in interni negli stabilimenti della Titanus, dove Rascel non sfigura al fianco del grande tenore americano e diMarisa Allasio. Il film verrà distribuito in Italia con il titolo Arrivederci Roma.
Nello stesso anno Rascel viene contattato da Tino Rossi, che gli chiede l’autorizzazione ad incidere la versione francese della sua famosa canzone. Tra i due artisti si instaura un sodalizio, fondato sulla reciproca simpatia ed ammirazione, che conduce Rascel ad accettare l’arduo incarico di comporre le musiche di scena dell’operetta Naples au baiser de feu, tratta da un racconto di Auguste Bailly e dal quale nel 1954 era già stato tratto un film, diretto da Richard Brooks e interpretato da Lana Turner dal titolo La fiamma e la carne. L’operetta andò in scena al Teatro Mogador di Parigi il 7 dicembre 1957, e vide comparire Rascel nell’insolita veste di maestro concertatore.
L’anno seguente Rascel ottiene l’annullamento del suo matrimonio con Tina De Mola, dalla quale si era separato diversi anni prima. Il sodalizio artistico tra i due continuerà comunque per diversi altri anni.
Nel 1958 è protagonista del film Come te movi te fulmino, diretto da Mario Mattoli, versione cinematografica della commedia musicale Un paio d’ali. Nello stesso anno inoltre interpreta il film Policarpo, ufficiale di scrittura per la regia di Mario Soldati, al fianco di una giovanissima Carla Gravina. Questa interpretazione gli vale il premio David di Donatello.
Alti e bassi televisivi
Nel frattempo erano iniziate le trasmissioni televisive anche in Italia, ed anche Renato Rascel si affacciò sul piccolo schermo con due trasmissioni “su misura” (è il caso di dirlo). Il primo si intitola ‘Na voce, ‘na chitarra e un po’ di Rascel, confidenze musicali in chiave di basso e va in onda il 22 ottobre del 1955. L’altro è uno spettacolo musicale vero e proprio, con testi di Guido Leoni e Dino Verde, dal titolo Rascel la nuit, che viene trasmesso il 6 ottobre del 1956.
Il 14 dicembre del 1958 la prima puntata della sua trasmissione televisiva Stasera a Rascel City, da lui scritta (insieme a Guido Leoni) ed interpretata per la regia di Eros Macchi fa registrare quello che ancora oggi viene ricordato come il più clamoroso insuccesso televisivo della RAI. I telespettatori, abituati a programmi di intrattenimento del sabato sera con eleganti presentatori e ballerine in costumi di paillettes rimangono sconcertati nel vedere Rascel e gli altri partecipanti (tra cui Tina De Mola, Mario Carotenuto ed Ernesto Calindri) nelle vesti di barboni con abiti sdruciti e rappezzati che improvvisano uno spettacolo in un viale di una non meglio definita periferia urbana, e intasano di telefonate furibonde i centralini dell’azienda televisiva pubblica. Il giorno seguente tutti i critici televisivi dei maggiori quotidiani sotterrano lo spettacolo di Rascel sotto una marea di aggettivi niente affatto benevoli[2] ed il copione delle rimanenti puntate viene ampiamente rimaneggiato, cercando di correre ai ripari.
Successo a Sanremo ed in teatro
Nel 1960 Renato Rascel, in coppia con Tony Dallara partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Romantica, da lui composta e con il testo firmato da Dino Verde. La sua interpretazione, melodica e molto “sussurrata” è in aperto contrasto con la versione di Dallara, che è uno dei cosiddetti “cantanti urlatori”. Ma sarà proprio Dallara a portare alla vittoria Rascel e la sua canzone. La vittoria tuttavia non sarà senza polemiche in quanto Rascel verrà accusato di aver copiato la musica, dando adito ad una causa in tribunale che vedrà Rascel vincitore grazie ad una perizia di parte firmata da Igor Stravinski. La canzone parteciperà anche all’Eurovision Song Contest, classificandosi all’ottavo posto. Collabora con un altro grande artista, Alberto Testa, con la canzone BenissimoSempre nel 1960 è protagonista del film Il corazziere, basato su una sua vecchia macchietta riproposta nel musical Attanasio cavallo vanesio, film che ebbe un buon successo.
Nel dicembre del 1960 Rascel torna a calcare le tavole del palcoscenico del Teatro Sistina di Roma con la rivista Rascelinaria, nella quale ripropone gli sketch e le macchiette più popolari del suo repertorio. L’anno seguente fa il bis con Enrico ’61, ispirata alle celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia, con Gianrico Tedeschi, Gisella Sofio, Renzo Palmer e Gloria Paul. Questa commedia musicale verrà trasmessa in televisione nel 1964. Sempre nel 1961, partecipa al 9º Festival della Canzone Napoletana dove, in abbinamento a Johnny Dorelli, si esibisce con il brano Nun chiagnere.
Nel 1964 Rascel interpreta, al fianco di Delia Scala, un’altra commedia musicale di Garinei e Giovannini: Il giorno della tartaruga, ed anche questa volta il successo è strepitoso. Dopo una lunga serie di repliche nei teatri delle maggiori città italiane, verrà trasmessa in televisione nel 1966.
Il 1966 vede Rascel tornare al teatro di prosa, con La strana coppia di Neil Simon. Suo antagonista in scena è Walter Chiari, con il quale debutta al teatro Politeama diNapoli. Nell’autunno del 1968 è di nuovo al Teatro Sistina per interpretare la commedia musicale “Venti zecchini d’oro“, scritta da Pasquale Festa Campanile,Massimo Franciosa e Luigi Magni e diretta da Franco Zeffirelli. Del “cast” facevano parte l’avvenente Maria Grazia Buccella, Angela Luce e Paola Borboni, a proposito della quale un aneddoto racconta come, essendo arrivata in teatro con un certo ritardo rispetto all’ora stabilita, essa venne apostrofata da Rascel con la frase: «Ce l’hai fatta ad arrivare, eh? Brutta vecchiaccia!», al che la Borboni pare abbia risposto senza scomporsi troppo: «So di essere brutta e vecchia, ma so anche di essere stata giovane e bella. Tu alto non sei stato mai!».
Alleluja brava gente
Se la vita professionale di Renato Rascel è stata piena di soddisfazioni, lo stesso non può sempre dirsi della sua vita personale, intrecciata di alterne vicissitudini. Dopo la fine del suo primo matrimonio si lega alla sua segretaria personale, la francese Huguette Cartier, che sposerà nel 1966 ma lascerà pochi anni dopo per legarsi all’attrice e compagna di lavoro Giuditta Saltarini, dalla quale nascerà nel 1973 il suo unico figlio, Cesare.
Nel 1969 dopo aver girato il film Il trapianto decide di abbandonare definitivamente il cinema, e di dedicarsi esclusivamente alla musica e al teatro. Nell’autunno del 1970 prepara una nuova commedia musicale di Garinei e Giovannini, dal titolo Alleluia brava gente, che dovrebbe interpretare insieme a Domenico Modugno, ma quest’ultimo è costretto a rinunciare a causa di un infortunio. Viene quindi scritturato quale co-protagonista l’ancor giovane Gigi Proietti, con il quale Rascel raggiunge un’intesa perfetta nonostante la differenza d’età e di stile tra i due attori. Con questa commedia musicale Rascel si congeda dal pubblico del Sistina.
Il poliedrico Rascel
Renato Rascel non è ormai solo un attore tra i più popolari in Italia e un affermato autore di canzoni, ma si dedica anche al mestiere di giornalista. Già una ventina di anni prima durante una sua lunga tournée all’estero aveva inviato corrispondenze con le sue impressioni di viaggio ad un settimanale che le aveva pubblicate in una rubrica dal significativo titolo Dal nostro invidiato speciale. Si rivela un preciso commentatore sportivo in materia calcistica, soprattutto per quanto riguarda la Roma, squadra per cui fa il tifo dall’infanzia. Nel 1969 sarà conduttore del programma radiofonico di sport Tutto da rifare, che va in onda il lunedì, ed in cui l’attore commenta spiritosamente gli avvenimenti sportivi del giorno precedente. Per qualche tempo inoltre Rascel avrà una sua rubrica fissa sul quotidiano romano Il Tempo. Inoltre verrà chiamato da Giorgio Strehler, suo grande estimatore, a tenere un ciclo di lezioni sulla scrittura drammaturgica presso la scuola del Piccolo Teatro di Milano.
Al pubblico giovanile Rascel ha sempre dedicato molta attenzione, e negli anni sessanta si cimenta anche come scrittore di favole per bambini. L’editore Mursia pubblicherà tre suoi libri di favole, tra cui “Il Piccoletto“, che riscuoteranno un discreto successo e verranno anche tradotti in altre lingue.
Padre Brown
Dopo un interessante esperimento televisivo del 1967 alle prese con autori teatrali francesi del calibro di Georges Courteline (Les Boulingrin, trasmesso anche dalle emittenti francofone ed oggi incredibilmente archiviato in RAI nell’edizione doppiata da attori locali) e Ionesco (Delirio a due, accanto a Fulvia Mammi), gli anni settanta sono ricchi di soddisfazioni professionali e personali per Renato Rascel. Gira per la RAI una serie di telefilm diretti da Vittorio Cottafavi intitolata I racconti di padre Brown, tratta dai libri diGilbert Keith Chesterton, in cui è affiancato da Arnoldo Foà. Nel 1972 conduce con brio la trasmissione televisiva Senza Rete, nella quale ritorna anche ad esibirsi con alcune nuove canzoni “strampalate” di sua creazione, con titoli quali Il consiglione, Il mondezzaroe Strilla e butta, che verranno poi raccolte in un 33 giri dal titolo D’amore si ride.
Rascel continua a lavorare in teatro sia in rappresentazioni di prosa, mettendo in scena nel 1972 Il prigioniero della seconda stradadi Neil Simon e nel 1973 Il capitano di Köpenick di Carl Zuckmayer, sia con spettacoli di intrattenimento come Nel mio piccolo… non saprei, andato in scena nel 1974, o come Farsa d’amore e gelosia del 1976 che vede lui e Giuditta Saltarini contrapposti ad Arnoldo Foà e Francesca Romana Coluzzi.
Il 1977 vede Rascel in un “cameo” del film televisivo Gesù di Nazareth diretto da Franco Zeffirelli, dove interpreta il personaggio del cieco nato, mentre nel 1978 conduce su Rai Due il programma pomeridiano Buonasera con… Renato Rascel in cui alterna alcune delle sue celebri macchiette con conversazioni dal tono astratto e surreale con i telespettatori presenti in studio.
Gli ultimi lavori e l’addio alle scene
Negli anni ottanta, complice l’avanzare dell’età, Renato Rascel comincia a diradare i suoi impegni. Appare ancora in televisione insieme alla Saltarini con la serie Nemici per la pelle, uno dei primi esempi di “situation comedy” italiana, andata in onda nel 1980, e nel giugno del 1983 conduce il varietà La porta magica, con il quale si congeda dal pubblico televisivo. Continua tuttavia a lavorare in teatro, sia in interpretazioni di testi classici come Casina di Plauto, che nel 1984 va in scena nel teatro romano di Ostia, sia con pezzi di autori moderni come D’amore si ride di Murray Schisgal, che l’attore interpreta nel 1985 sempre insieme alla fedele Giuditta Saltarini.
Del 1986 è la sua ultima apparizione in teatro, al fianco dell’amico Walter Chiari con il quale interpreta Finale di partita di Samuel Beckett. Proprio in questo anno la televisione gli dedica un programma in 12 puntate sulla sua vita dal titolo C’era una volta io… Renato Rascel di Giancarlo Governi, nel quale racconta la sua storia, esibendosi anche in quella che forse è la sua ultima canzone,E cammina, cammina… realizzata per la sigla di coda.
La sua ultima apparizione pubblica è legata alle iniziative legate ai Campionati Mondiali di Calcio dell’estate 1990, svoltisi in Italia, dove Rascel canta alcuni suoi cavalli di battaglia tra cui Arrivederci Roma.
Scompare a Roma nella clinica Villa Alexia nella notte tra il 2 e il 3 gennaio 1991, a causa del morbo di Alzheimer di cui soffriva da tempo[senza fonte], è sepolto nel Cimitero Flaminio.
Filmografia
- Pazzo d’amore, regia di Giacomo Gentilomo (1942)
- Maracatumba… ma non è una rumba, regia di Edmondo Lozzi (1949)
- Io sono il Capataz, regia di Giorgio Simonelli (1950)
- Figaro qua, Figaro là, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1950)
- Botta e risposta, regia di Mario Soldati (1950)
- Bellezze in bicicletta, regia di Carlo Campogalliani (1951)
- Amor non ho… però… però, regia di Giorgio Bianchi (1951)
- Napoleone, regia di Carlo Borghesio (1951)
- L’eroe sono io, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1951)
- Fiorenzo, il terzo uomo, regia di Stefano Canzio (1951)
- Canzoni di mezzo secolo, regia di Domenico Paolella (1952)
- Ho scelto l’amore, regia di Mario Zampi (1952)
- Il bandolero stanco, regia di Fernando Cerchio (1952)
- Il cappotto, regia di Alberto Lattuada (1952)
- Piovuto dal cielo, regia di Leonardo De Mitri (1953)
- Attanasio cavallo vanesio, regia di Camillo Mastrocinque (1953)
- La passeggiata, regia di Renato Rascel (1953)
- Alvaro piuttosto corsaro, regia di Camillo Mastrocinque (1954)
- Gran Varietà, regia di Domenico Paolella (1954)
- Questi fantasmi, regia di Eduardo De Filippo (1954)
- Rosso e nero, regia di Domenico Paolella (1954)
- Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1954)
- Io sono la primula rossa, regia di Giorgio Simonelli (1955)
- I pinguini ci guardano, regia di Guido Leoni (1955)
- Carosello del varietà, regia di Aldo Quinti e Aldo Bonaldi (1955)
- Rascel-Fifì, regia di Guido Leoni (1956)
- La nonna Sabella, regia di Dino Risi (1957)
- Montecarlo, regia di Sam Taylor (1957)
- Come te movi, te fulmino!, regia di Mario Mattoli (1958)
- Rascel marine, regia di Guido Leoni (1958)
- Arrivederci Roma, regia di Roy Rowland (1958)
- Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
- Ferdinando I° re di Napoli, regia di Gianni Franciolini (1959)
- Tempi duri per i vampiri, regia di Steno (1959)
- Un militare e mezzo, regia di Steno (1960)
- Il corazziere, regia di Camillo Mastrocinque (1960)
- Daniele nella gabbia dell’orso, regia di Edmond Sechan (1960)
- Anonima cocottes, regia di Camillo Mastrocinque (1960)
- Gli attendenti, regia di Giorgio Bianchi (1961)
- Mani in alto, regia di Giorgio Bianchi (1961)
- Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
- Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani, regia di Domenico Paolella (1962)
- Follie d’estate, regia di Carlo Infascelli e Edoardo Anton (1963)
- Il segreto di Santa Vittoria, regia di Stanley Kramer (1969)
- Il trapianto, regia di Steno (1969)
- Un burattino di nome Pinocchio, regia di Giuliano Cenci (1972)
- Gesù di Nazareth, regia di Franco Zeffirelli (1977)
Teatrografia
Attore teatrale[
- 1952: Attanasio cavallo vanesio, regia di Garinei e Giovannini
- 1953: Alvaro piuttosto corsaro, regia di Garinei e Giovannini
- 1954: Tobia candita spia, regia di Garinei e Giovannini
- 1957: Un paio d’ali, regia di Garinei e Giovannini
- 1960: Rascelinaira, regia di Garinei e Giovannini
- 1961: Enrico ‘ 61, regia di Garinei e Giovannini
- 1964: Il giorno delle tartaruga regia di Garinei e Giovannini
- 1966: La strana coppia regia di Garinei e Giovannini
- 1970: Alleluja brava gente, commedia musicale di Renato Rascel,Domenico Modugno e Iaia Fiastri, regia di Garinei e Giovannini
Discografia
33 giri
- 20 aprile 1955: Renato Rascel (Odeon, MODQ 6234)
- novembre 1955: Renato Rascel (Odeon, MODQ 6247)
- 1956: Renato Rascel (Carisch, MCA 28003)
- 1957: Renato Rascel (Carisch, MCA 28011)
- 23 giugno 1958: Evviva l’allegria (Carisch, MCA 28015)
- 1958: Renato Rascel (Carisch, QCA 1501)
- 1960: Le 20 canzoni di Sanremo 1960 (RCA Italiana, LPM 10068; con Nilla Pizzi, Teddy Reno e Miranda Martino)
- 1960: “Romantica” e altre dieci canzoni di Renato Rascel (RCA Italiana, LPM 10072)
- 1961: Enrico ’61 (RCA Victor, PML 60003; album doppio)
- 1962: Rascel show (RCA Italiana, PML 10313)
- 1963: Welcome To Roma Mia (RCA Italiana, PML 10346)
- 1966: Renatino (RCA Italiana serie Special, S9)
- 1971: Alleluja brava gente (RCA Italiana, PSL 10507; con Luigi Proietti e il cast della commedia musicale)
78 giri
- 25 marzo 1953: Il piccolo corazziere/Apache (Odeon (casa discografica) Odeon L 14046)
- 11 marzo 1954: Arrivederci Roma/Sole de Roma (Odeon, L 14045)
- 1955: Vogliamoci tanto bene/’na canzone pe ffa ammore (Odeon, L 14058)
EP
- 1955: 2º microsolco (Odeon, DSEQ 444; Arrivederci Roma/Ho il cuore tenero/È arrivata la bufera/Merci beaucoup)
- 3 marzo 1956: 3º microsolco (Odeon, DSEQ 503; Ninna nanna del cavallino/La samba di novant’anni fa/La bela Gigogin/Napoleone)
- 1956: 4 canzoni per bambini…(e per adulti) (Odeon, DSEQ 504; Dove andranno a finire i palloncini/Il tango delle capinere/Ricordate Marcellino/Ninna nanna del cavallino)
- 1956: 4 messaggi d’amore (Odeon, DSEQ 503; Vogliamoci tanto bene/L’ostricaro ‘nnamurato/’Na canzone per ffa ammore/Te voglio bene tanto tanto)
- 1957: Renato Rascel (Carisch, LCA 29014; Ho attaccato un palloncino/Poco più di niente/Fior di loto (di Franco Nebbia )/Sotto l’archi der Colosseo)
- 1957: Luna sanremese (Carisch, LCA 29015; Luna sanremese/È tutta colpa della primavera/Si è fatto tardi (e mamma che dirà?)/Un po’ di cielo)
- 1957: 4 canzoni dal film Rascel-fifi (Carisch, LCA 29017; Joe Mitraglia/Con un po’ di fantasia /Fa tanto caldo/Ho attaccato un palloncino (Franco Nebbia) )
- 1957: Un paio d’ali (Carisch, LCA 29025; Un paio d’ali/L’uomo inutile/Non so dir “ti voglio bene”/Domenica è sempre domenica)
- 1958: 4 canzoni di Renato Rascel (Carisch, LCA 29029; A sud-ovest delle Hawai/Caporal boogie/Il mondo cambia/Com’è bello)
- 1960: Sanremo ’60: Romantica/Strignete nu poco a mme/Dimmelo con un fiore/Ammore e sole (RCA Italiana PME 30-356)
- 1960: Canzoni di Natale: Silent Night/Ninna nanna del cavallino/Ninna nanna piccoletta/Tu scendi dalle stelle (RCA Italiana EPA 30-390)
- 1961: Vent’anni/…e non addio/Dopo l’inverno viene sempre primavera/Com’è bello volersi bene (RCA Italiana PME 30-478)
- 1966: Bambino beat: Bambino beat/Quando la mamma racconta/Bambino Gesù/Facciamo i baffi al sole (Carosello LC 4008)
45 giri
- 1955: È arrivata la bufera/Ninna nanna del cavallino (Odeon, DSOQ 275)
- 1956: Venticello de Roma/Con un po’ di fantasia (Carisch, SCA 41008)
- 1956: Un paio d’ali/L’uomo inutile (Carisch, SCA 41012)
- 1957: Domenica è sempre domenica/Non so dir ti voglio bene (Carisch, SCA 41013)
- 1957: Venticello de Roma/Domenica è sempre domenica (Carisch, SCA 41014)
- 1957: Luna sanremese/Un po’ di cielo (Carisch, SCA 41015)
- 1958-05: Ninna nanna piccoletta/Ho nel cuore una favola (Carisch, SCA 41016)
- 1958: Il cammelliere/Scozzese (Carisch, SCA 41017)
- 1958: Fior di loto/Lo statale (Carisch, SCA 41018) (Franco Nebbia)
- 1958: Je suis l’Apache/Guaglione (Carisch, SCA 41019)
- 1958: Quando spunta il martedì/El toreador (Carisch, SCA 41020)
- 1958: Indù/Detective story (Carisch, SCA 41021)
- 1958: Lampioni di Montmartre/Je suis l’Apache (Carisch, SCA 41022)
- 1958: Avec les anges (angeli in volo)/Accarezzame (Carisch, SCA 41023)
- 1958: Caporal boogie/A sud-ovest delle Hawai (Carisch, SCA 41024)
- 1958: Com’è bello/Il mondo cambia (Carisch, SCA 41025)
- 1958: Brivido blu/Ladro di stelle (Carisch, SCA 41026)
- 1958: Joe Mitraglia/Poco più di niente (Carisch, SCA 41029)
- 1959: Strignete ‘na poco a mme/Donna di cuori (Carisch, SCA 41032)
- 1959: Dracula cha cha/Dimmelo con un fiore (RCA Italiana, N 0915)
- 1959: Martinicaffé/Bip, bip, bip (RCA Italiana, N 0942)
- 1959: ‘na canzone pe’ ffa’ ammore/Ladro di stelle (RCA Italiana, N 0965)
- 1960: Romantica/Dimmelo con un fiore (RCA Italiana, N 1013)
- 1960: Ammore e sole/Strignete ‘nu poco a mme (RCA Italiana, N 1014)
- 1960: Con un po’ di fantasia/Com’è bello (RCA Italiana, N 1054)
- 1960: Arrivederci Roma/Vogliamoci tanto bene (RCA Italiana, N 1069)
- 1960: Welcome to Roma mia/Venticello de Roma (RCA Italiana, N 1099)
- 1960: Amare è una favola/Quel primo bacio (RCA Italiana, N 1117)
- 1960: Con te/Con un po’ di fantasia (RCA Italiana, N 1139)
- 1961: Gridando amore/Adda’ turna’ (RCA Italiana, N 1178)
- 1961: Nun chiagnere / Calda estate d’amore (RCA Italiana, PM 3009)
- 1961: Ninna nanna piccoletta / Ninna nanna del cavallino (RCA Italiana, PM 3016)
- 1961-10: La stella di Natale / Tu scendi dalle stelle (RCA Italiana, PM 3017)
- 1961: …e non addio / Com’è bello volersi bene (RCA Italiana, PM 3029)
- 1961: Vent’anni / Dopo l’inverno viene sempre primavera (RCA Italiana, PM 3031)
- 1963: Sincera / Bimba, bimba mia (RCA Italiana, PM 3185)
- 1963: Roma nun fa’ la stupida stasera / Ciumachella de Trastevere (RCA Italiana, PM 3186)
- 1964: Magari/Non esitar (Carosello, Cl 20111)
- 1964: T’aspetto a Roma/Tanto tanto bene (Carosello, Cl 20125)
- 1964: Aspettando che spiova/Maria non andar via/L’orchestra di villa Balestra (Carosello, Cl 20134; disco tris)
- 1964: Napoli fortuna mia/Qua la mano (Carosello, Cl 20135)
- 1965: Dagli una spinta/C’era un leone/Se fossi un marziano (Carosello, Cl 20144; disco tris)
- 1965: Costa Smeralda/Tintarella fuori porta (Carosello, Cl 20148)
- 1967: Sapessi com’è facile/Scirocco (RCA Italiana, PM 3427)
- 1968: Il ragazzo d’argilla/Un amore come dico io (RCA Italiana, PM 3445)
- 1969: Con lo zigozigozzà/Arrivederci Roma (RCA Italiana, PM 3487)
- 1970-01: Nevicava a Roma/Pardon (RCA Italiana, PM 3508)
- 1970: Bambina dagli occhi neri/Renatino e la coscienza (Spes DC, PV 6; promozionale)
- 1970-11: Padre Brown/Io non chiedo di più (RCA Italiana, PM 3552)
- 1971: Un burattino di nome Pinocchio/Miracolo de Roma, (RCA Italiana, PM 3614)
- 1971: Alleluja brava gente/Fra poco (RCA Italiana, PM 3597)
- 1978: Sì…buonasera/Un cuore con la “K” (CBS, 6822)
- 1980: Pillole pillole/Nemici per la pelle (CLS, MDF 027)
Programmi radiofonici RAI
- Il maestrino delle dieci e tre di Guido Leoni e Dino Verde, regia di Maurizio Jurgens, trasmesso nel maggio 1961.
Riconoscimenti
- Nastro d’Argento 1953
- David di Donatello 1959: Targa d’oro
- Targa nella Strada del Festival di Sanremo in Via Matteotti a Sanremo, per il brano Romantica, 2011
Note
- ^ Roy Menarini, RASCEL, Renato, in Enciclopedia del cinema, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2004.
- ^ Ad es. Cronaca televisiva, La Nuova Stampa, 17 dicembre 1958
Bibliografia
- Gino Castaldo (a cura di): Dizionario della canzone italiana, Curcio editore, Roma, 1990; alla voce Renato Rascel, di Enzo Giannelli
- Eddy Anselmi: Festival di Sanremo. Almanacco illustrato della canzone italiana, edizioni Panini, Modena, alla voce Renato Rascel, pag. 865
- Michele Neri e Franco Settimo: Renato Rascel. Discografia completa, pubblicato su Musica Leggera, nº 4, giugno 2000
- Varie riviste musicali degli anni cinquanta, sessanta e settanta: Musica e dischi, Il musichiere, Discografia Internazionale, TV Sorrisi e canzoni, ecc.