La casa del giocattolo

Toy’s Home, ovvero La Casa del giocattolo, è una palestra del tempo. Un luogo dove passato, presente e futuro si allenano a restar vivi. Katia una ragazza di circa ventisei anni dopo un lungo periodo fuori casa ritorna nell’edificio dov’è cresciuta, dove sono nate le passioni che l’hanno spinta a partire. Partire per potersi realizzare e dimostrare a se stessa ciò che può essere. Ad attenderla c’è sua madre Mariuccia che è architetto, costruttrice e spirito guardiano di questa casa organica. Come si può rimar vivi là ove non v’è più spirito vitale? Ecco che arriva il gioco tra le due: un due tre stella, nascondino, il salto della corda etc . Più che una ludoteca si tratta di una sfida al massacro, dove attraverso l’uso dei giocattoli ci si andrà a dire ciò che esaspera il respiro e martella i pensieri. Dura madre Mariuccia esterna tutta la sua commiserazione ed indignazione per ciò che è Katia e ciò che ha scelto. E poi c’è Jacopo , il fratello di Katia, – lui almeno lavora!
Katia sta organizzando una festa con i suoi più cari e stretti amici. Li vuole coinvolgere nella ricostruzione e rivivificazione della casa. Jacopo vuole espandere la sua attività di commerciante all’estero. Mariuccia spera di fare una bella morte. In questo circo di ombre e luci danzanti ciò che rimane e rimarrà sempre desolata e sola è la casa stessa costruita per dimostrare il proprio status sociale e demolita a testimonianza della miseria e povertà che abita non solo le anime dei personaggi, ma anche il loro conto in banca.