Due cittadini africani s'incontrano su di una spiaggia e cercano di sopravvivere sognando una vita migliore dall'altra parte della barriera. Le memorie di un popolo passato dalla schiavitù alla schiavitù degli aiuti, un percorso tra passato e presente attraverso le testimonianze, i ricordi, le speranze di chi lascia tutto senza nulla dimenticare. Mohamed Ba è contemporaneamente il custode della tradizione africana e il rinnovatore che canta le contraddizioni storiche, i sogni e i dolori del continente nero e porta il pubblico a chiedersi: che ne sarebbe della nostra vita, a noi del nord del mondo, se non fossimo nati qui? Persino invecchiare non sarebbe permesso. Miracolosamente sopravvissuto a un attentato razzista il 31 maggio 2009 a Milano, torna in teatro per raccontare i temi a lui più cari: il razzismo, la xenofobia, l'orgoglio per la cultura africana, il senso di inadeguatezza del migrante, il multiculturalismo. Mohamed Ba è nato a Dakar, in Senegal. Mediatore e animatore culturale, ha aderito al movimento per la promozione della letteratura africana e al circolo dei giovani scrittori per l’alfabetizzazione nelle zone rurali. Migrato in Francia, è stato coordinatore dell’operazione Un immigré, un livre. Nel 1998 ha pubblicato Parole de nègre, sulle migrazioni nei paesi del Sahel. Nel 1999, trasferitosi in Italia, ha collaborato con il centro ambrosiano di Milano per Ex cursus. E’ fondatore del gruppo Mamafrica che usa la percussioni per diffondere la cultura africana. E’ autore ed interprete di monologhi teatrali: Parole fuori luogo (2002), Musica e popoli 2003, B-Sogni (2004), Canto dello spirito (2006), Invisibili (2010), Incazzato bianco (2010). Nel 2011 ha portato in scena Relazione per un’accademia di Franz Kafka, per la regia di Heike Brunkhorst. Ha partecipato a vari progetti teatrali e a trasmissioni radiofoniche e televisive. Teatro Laboratorio

“Invisibili” al Teatro Laboratorio


Teatro Laboratorio sabato 23 novembre ore 21.00 – domenica 24 novembre ore 16.30

INVISIBILI
il viaggio dei migranti africani

di e con Mohamed Ba

  • Mohamed Ba, Invisibili
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  • Mohamed Ba, Invisibili

Due cittadini africani s’incontrano su di una spiaggia e cercano di sopravvivere sognando una vita migliore dall’altra parte della barriera.
Le memorie di un popolo passato dalla schiavitù alla schiavitù degli aiuti, un percorso tra passato e presente attraverso le testimonianze, i ricordi, le speranze di chi lascia tutto senza nulla dimenticare.
Mohamed Ba è contemporaneamente il custode della tradizione africana e il rinnovatore che canta le contraddizioni storiche, i sogni e i dolori del continente nero e porta il pubblico a chiedersi: che ne sarebbe della nostra vita, a noi del nord del mondo, se non fossimo nati qui? Persino invecchiare non sarebbe permesso.
Miracolosamente sopravvissuto a un attentato razzista il 31 maggio 2009 a Milano, torna in teatro per raccontare i temi a lui più cari: il razzismo, la xenofobia, l’orgoglio per la cultura africana, il senso di inadeguatezza del migrante, il multiculturalismo.

Mohamed Ba è nato a Dakar, in Senegal. Mediatore e animatore culturale, ha aderito al movimento per la promozione della letteratura africana e al circolo dei giovani scrittori per l’alfabetizzazione nelle zone rurali. Migrato in Francia, è stato coordinatore dell’operazione Un immigré, un livre. Nel 1998 ha pubblicato Parole de nègre, sulle migrazioni nei paesi del Sahel. Nel 1999, trasferitosi in Italia, ha collaborato con il centro ambrosiano di Milano per Ex cursus. E’ fondatore del gruppo Mamafrica che usa la percussioni per diffondere la cultura africana. E’ autore ed interprete di monologhi teatrali: Parole fuori luogo (2002), Musica e popoli 2003, B-Sogni (2004), Canto dello spirito (2006), Invisibili (2010), Incazzato bianco (2010). Nel 2011 ha portato in scena Relazione per un’accademia di Franz Kafka, per la regia di Heike Brunkhorst. Ha partecipato a vari progetti teatrali e a trasmissioni radiofoniche e televisive.

ingresso euro 10,00/8,00; disabile + accompagnatore: 1 intero + 1 omaggio

Va’ pensiero

Tre uomini feriti a colpi di pistola e a coltellate solo per il colore della loro pelle.  Debutta a Bologna il documentario del regista etiope Dagmawi Yimer che da anni analizza la fragilità e le difficoltà dell’essere migranti.

Il regista Dagmawi Yimer

di Veronica FernandesCon il documentario Va’ Pensiero  – che verrà presentato in anteprima nazionale l’11 dicembre a Bologna – il regista Dagmawi Yimer racconta la vita di tre persone vittime di un’aggressione razzista. Due volte vittime – è l’analisi di Yimer – prima fisicamente, della rabbia di chi voleva eliminarli fisicamente, poi della stampa, che al centro della narrazione ha messo chi voleva ucciderli e non loro, rendendoli ancora più invisibili.

La strage di Firenze
Il 13 dicembre 2011 Gianluca Casseri, estremista di destra, spara e uccide quelli che vengono definiti “due immigrati senegalesi”. Con il suo documentario Yimer li salva dall’anonimato e racconta alcuni dettagli della loro vita. Sam Modu, 40 anni, lavorava in Italia per mantenere la figlia 13enne in Senegal senza averla mai vista, nemmeno una volta: senza documenti non poteva tornare in patria. Diop Mor, che invece un permesso di soggiorno ce l’aveva, è morto lasciando un bambino di 6 anni. Mor Sougou e Cheik Mbeng, senegalesi, sono due delle tre persone rimaste ferite. Oggi stanno ancora seguendo i programmi di riabilitazione e non sono riusciti a riprendere a lavorare. Prima di Va’ Pensiero – in cui raccontano anche i loro sogni di bambini – non avevano mai voluto parlare con la stampa. Il loro amico Moustapha Dieng a causa di Gianluca Casseri ha perso l’uso delle gambe e vive in un centro per disabili gravi.

Aggredito alla fermata del tram: nessuno lo soccorre
“Io vorrei seppellire questa storia. E rinascere”. Sono le parole con cui Mohammed Ba sceglie di affidare il racconto della sua aggressione e degli anni successivi al regista a Dagmawi Yime.  Il 31 maggio del 2009, a Milano, ad una fermata del tram, un uomo con la testa rasata lo guarda e gli dice “Qui c’è qualcosa che non va”. “No – risponde lui, come racconta in questa puntata del programma Racconti di Vita andato in onda su Rai Tre – non c’è niente che non va, è una splendida giornata di sole”. L’uomo a quel punto estrae un coltello, affonda per due volte la lama nel suo stomaco e quando Mohammed Ba è a terra gli sputa in faccia. Chi ha visto fa finta di non aver visto, l’aggressore se ne va tranquillamente. Passerà un’ora prima che arrivino i soccorsi. E passerà senza che venga mai aperta un’inchiesta anche la notizia della sua aggressione. Mediatore culturale, attore e griot (il cantore che in molti Paesi dell’Africa occidentale conserva la memoria degli antenati), Mohammed Ba, nato in Senegal, continua a vivere in Italia ed è suo lo spettacolo teatrale Invisibili. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo, Il tempo dalla mia parte.

Il regista
Dagmawi Yimer oggi vive a Verona insieme a Chiara e alla loro figlia Ester. La sua storia però inizia in Etiopia: nato ad Addis Abeba, dopo gli scontri post elettorali del 2005 attraversa in deserto libico e il Mediterraneo prima di sbarcare in Italia, a Lampedusa, il 30 luglio del 2006. Da quel giorno racconta con la telecamera la storia dei migranti – un racconto che dà voce a chi quelle storie le ha sotto la pelle. Insieme ad altri cinque migranti nel 2007 realizza il film Il deserto e il mare, nel 2008 è co-regista del documentario Come un uomo sulla terra, nel 2009 firma i documentari C.A.R.A. ITALIA e Soltanto il mare.

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