Inaugurazione statua dedicata a Emilio Salgari
Via Cappello, zona antistante la Biblioteca Civica di Verona
Venerdì 16 ottobre 2015, ore 16.00
Venerdì alle 16, davanti alla Biblioteca Civica, verrà inaugurata la statua dedicata allo scrittore d’avventura Emilio Salgari, veronese di nascita. Sarà un’opera bronzea alta un paio di metri, appoggiata a terra, opera dello scultore veronese Sergio Pasetto.
UN’AVVENTURA, quella del monumento a Salgari, autore tra i più tradotti al mondo ma stranamente «snobbato» dalla sua città d’origine che ha fatto naufragare più di un progetto commemorativo, iniziata nel 2012 da due amici, Enrico Boni, ingegnere, ed Emanuele Delmiglio, editore, decisi a riuscire in un’impresa che aveva già avuto molti ideatori, nel giro di un secolo, ma che nessuno, appunto, aveva concretizzato. Più che un’avventura quella era una sfida. Nacque così l’associazione «Fantàsia», nome di una rivista ottocentesca, con lo scopo, non solo di dare alla città un ricordo monumentale dello scrittore, ma di promuovere attività volte a rendere Verona, già intitolata all’amore, alla poesia e alla lirica, città della fantasia e dell’avventura. «Si voleva un Salgari giovane, veronese, pieno di vita, lontano dallo spento scrittore torinese il cui suicidio aveva gettato un cono d’ombra sulla sua intera esistenza», precisa Delmiglio, accennando alle controversie che nel corso degli anni hanno caratterizzato il dibattito sull’opportunità di realizzare un monumento celebrativo per Emilio Salgari.«Per prima cosa occorreva formare una squadra», precisa Emanuele Delmiglio. «Boni pensò a due amici, l’architetto Paolo Richelli e il designer Armando Pisani. E io raccontai dell’iniziativa allo studioso Claudio Gallo». Quest’ultimo è uno dei massimi esperti salgariani, nonchè autore, con Giuseppe Bonomi, della più recente biografia dello scrittore veronese.L’IDEA di realizzare il monumento a Salgari, poi, ha visto subito l’adesione dello scultore Pasetto, che ha ideato una serie di bozzetti. Inizialmente si pensava a Salgari seduto su uno dei suoi libri e, quindi, dopo una serie di confronti e discussioni, si è passati alla statua che ritrae lo scrittore mentre cammina tenendo sotto al braccio una copia del quotidiano L’Arena, di cui fu redattore, stringendosi la bombetta sulla testa. L’idea è di fare in modo che Salgari «passeggi» in città in mezzo ai veronesi e ai turisti che possono così incontrarlo da vicino. La collocazione accanto alla Biblioteca, la «casa» dei libri, rende ancora più intenso e significativo l’omaggio al grande scrittore.
CLAUDIO GALLO, promotore del premio «Il corsaro nero», ha anche lanciato un appello a tutti i lettori e appassionati delle opere di Salgari a partecipare alla cerimonia di inaugurazione della statua o di renderle omaggio in altre occasioni. «Spero che, dopo la statua, Verona pensi a organizzare degli eventi periodici dedicati al suo scrittore più insigne», aggiunge Gallo. «L’occasione della posa della scultura dovrebbe essere il motivo per creare una serie di appuntamenti legati a vario titolo a Salgari, dalla musica alla letteratura all’arte».Durante il percorso di Fantàsia verso la realizzazione della statua, tuttavia, Pisani e Gallo sono usciti dall’associazione mentre sono entrati tre nuovi componenti, Beppe Giuliano, Alessandro Pigozzi e Francesco Girondini.
RESTANO comunque ancora alcuni nodi da sciogliere, in particolare relativamente alla sponsorizzazione della fusione, effettuata dalla Fonderia Folla di Dossobuono, ma, come tiene a sottolineare l’editore Delmiglio, «si è palesato l’interesse di importanti attori cittadini. Credo che celebrare questo veronese illustre, che ha popolato la fantasia di intere generazioni, sia un orgoglio da condividere».
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Emilio Salgari
Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgàri[1] (Verona, 21 agosto 1862 – Torino, 25 aprile 1911) è stato uno scrittore italiano di romanzi d’avventura molto popolari. Autore straordinariamente prolifico, è ricordato soprattutto per essere il “padre” di Sandokan, delciclo dei pirati della Malesia e quello dei corsari delle Antille. Scrisse anche romanzi storici, come Cartagine in fiamme, e diverse storie fantastiche, come Le meraviglie del Duemila in cui prefigura la società attuale a distanza di un secolo, un romanzo scientifico precursore della fantascienza in Italia.[2] Molte sue opere hanno avuto trasposizioni cinematografiche e televisive.
Biografia
I primi anni
Nacque a Verona[3][4][5][6] nel 1862 da madre veneziana, Luigia Gradara, e padre veronese, Luigi Salgari, commerciante di tessuti presso Porta Borsari a Verona[3] e fu battezzato il 7 settembre nella chiesa di S. Eufemia. Crebbe poi in Valpolicella, nel comune diNegrar, in frazione Tomenighe di Sotto, poi abbandonata per trasferirsi nell’attuale “Ca’ Salgàri”.
A partire dal 1878 studiò poi al Regio Istituto Tecnico e Nautico “Paolo Sarpi” di Venezia, ma non arrivò mai ad essere capitano di marina come avrebbe voluto. Abbandonati gli studi al secondo corso nel 1881 tornò a Verona per intraprendere l’attività giornalistica.
Esordi
Salgari esordì come scrittore nelle appendici dei giornali. La sua prima opera pubblicata fu un racconto, I selvaggi della Papuasia, scritto all’età di vent’anni e pubblicato in quattro puntate sul settimanale milanese La Valigia[7] e firmato con la sigla S.E. Nel 1883, tra il 15 settembre e il 12 ottobre, pubblicò a puntate sul giornale veronese La nuova Arena il romanzo Tay-See (riedito poi in volume col titolo La Rosa del Dong-Giang nel 1897), quindi sullo stesso giornale il romanzo La tigre della Malesia (riedito come Le tigri di Mompracem), che riscosse un notevole successo, ma non ne ebbe alcun ritorno economico significativo, seguito a breve distanza daLa favorita del Mahdi (1883-1884), scritto otto anni prima. Sempre nel 1883 divenne redattore del giornale stesso. Svolse un’intensa attività con gli pseudonimi Ammiragliador ed Emilius. Due anni dopo diventò redattore de L’Arena. Il 25 settembre 1885 arrivò anche a sfidare a duello un collega del quotidiano rivale L’Adige.
Nel 1887 morì la madre, mentre il 27 novembre 1889 vi fu il suicidio del padre: credendosi malato di una malattia incurabile, Luigi Salgari si gettò dalla finestra della casa di alcuni parenti. Qualche anno dopo, il 30 gennaio 1892, Emilio sposò Ida Peruzzi, un’attrice di teatro. Dopo la nascita della figlia primogenita Fatima, i Salgari decisero di trasferirsi in Piemonte, dove Emilio aveva trovato un contratto con l’editore Speirani. Stabilitisi inizialmente a Ivrea nel 1894, vissero poi nella quiete canavesana delle case di piazza Pinelli aCuorgnè e della vicina Alpette.[3][6].
Dal 1898 la famiglia si trasferì definitivamente in corso Casale 205 a Torino. Da qui Salgari poteva facilmente raggiungere in tram la Biblioteca Civica Centrale, dove trovava mappe e racconti di viaggi esotici che costituivano la base e lo spunto per le sue storie. Tra il 1892 e il 1898 pubblicò circa una trentina di opere. Nel solo triennio 1894-1896, sempre con Speirani, pubblicò ben cinque titoli: Il tesoro del presidente del Paraguay,Le novelle marinaresche di Mastro Catrame, Il re della montagna, Attraverso l’Atlantico in pallone e I naufragatori dell’Oregon. Il motivo di tutto questo lavoro erano i debiti che Salgari continuava ad accumulare, e infatti nel 1896 lo scrittore firmò un altro contratto con l’editore genovese Donath e nel 1906 anche con il torinese Bemporad.
Il 3 aprile 1897, su proposta della regina d’Italia Margherita di Savoia, Salgari venne insignito dalla Real Casa del titolo di “Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia“[8][9]. Ciononostante la sua situazione economica non migliorò, anzi a partire dal 1903 – quando la moglie iniziò a dare segni di follia – si moltiplicarono i debiti che fu costretto a contrarre per poter pagare le cure. Nel 1910 la salute mentale della donna peggiorò ulteriormente e nel 1911 dovette entrare in manicomio.
Il declino
« A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna. » |
(Emilio Salgàri) |
I contratti obbligarono Salgàri a scrivere tre libri l’anno e per mantenere quei ritmi fu costretto a scrivere tre pagine al giorno. Scriveva fumando un centinaio di sigarette al giorno e bevendo vino marsala.[senza fonte] Inoltre, dirigeva contemporaneamente un periodico di viaggi. Più che un problema di sottocompensi in proporzione alla mole di lavoro il suo esaurimento nervoso fu dovuto soprattutto alla fatica e alla stanchezza. Non solo non guadagnava, ma non era nemmeno considerato dai circoli letterari dell’epoca, ultimo smacco alla sua dignità. All’amico pittore Gamba scriveva nel 1909:
« La professione dello scrittore dovrebbe essere piena di soddisfazioni morali e materiali. Io invece sono inchiodato al mio tavolo per molte ore al giorno ed alcune delle notte, e quando riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle, e subito spedire agli editori, senza aver avuto il tempo di rileggere e correggere. » |
Finché i suoi nervi non cedettero. A ciò si aggiunse la nostalgia della moglie, ricoverata da mesi in manicomio. Stressato e umiliato, rimase da solo e con i figli da accudire. Sempre più depresso, nel 1909 tentò per la prima volta il suicidio, gettandosi sopra una spada, ma venne salvato in tempo dalla figlia Fatima. [10] Poi, l’ultima intervista, quella di un giornalista, tal Antonio Casulli, inviato de Il Mattino di Napoli, che incontrò Salgari nel dicembre 1910, e che anni più tardi dichiarerà di aver respirato nella loro casa un’atmosfera come minimo triste e malinconica.
Infine, la tragedia: la mattina di martedì 25 aprile del 1911 Salgàri lasciò sul tavolo tre lettere e uscì dalla sua casa prendendo il suo solito tram con in tasca un rasoio. Le lettere erano indirizzate ai figli, ai direttori di giornali, ai suoi editori.
Ai figli Omar, Nadir, Romero e Fatima scrisse:
« Sono un vinto: non vi lascio che 150 lire, più un credito di altre 600 che incasserete dalla signora… » |
Li avvertiva poi dove avrebbero potuto trovare il suo cadavere, in uno dei “burroncelli” del bosco di Val San Martino, sopra la chiesetta della Madonna del Pilone, la zona collinare che sovrasta il corso Casale di Torino dove con la famiglia andava solitamente a fare i pic-nic; la zona esatta è quella del parco di Villa Rey, dove attualmente si trova l’omonimo campeggio. Ma a trovarlo, per caso, fu invece una lavandaia ventiseienne, andata nel bosco per fare legna, tal Luigia Quirico. Il corpo di Salgàri aveva la gola e il ventre squarciati in modo atroce. In mano stringeva ancora il rasoio. Si uccise come avrebbe potuto uccidersi uno dei suoi personaggi, facendo harakiri, con gli occhi rivolti al sole che si leva.[11] I suoi funerali avvennero al Parco del Valentino, ma passarono inosservati perché in quei giorni Torino era impegnata con l’imminente festa del 50° Anniversario dell’Unità d’Italia. La sua tomba, con dedica, fu traslata nel famedio del Cimitero Monumentale di Verona.
Altre tragedie colpirono successivamente anche la moglie e i figli dello scrittore: nel 1914 Fatima, giovanissima, rimase vittima dellatubercolosi, mentre nel 1922 la moglie Ida morì in manicomio. Nel 1931 fu di nuovo il suicidio la causa della morte dell’altro figlio, Romero; nel 1936, per le ferite di un tragico incidente in moto, perse poi la vita Nadir, tenente di complemento del Regio Esercito. Un’intervista, conservata nelle teche di Rai Storia del 1957, ritrae l’ultimogenito figlio vivo Omar, che racconta alle telecamere della vita di suo padre. Tuttavia anche Omar in seguito si suicidò, gettandosi dal secondo piano del suo alloggio nel 1963.[12]
Produzione romanzesca
Salgari deve la sua popolarità a un’impressionante produzione romanzesca, con ottanta opere (più di 200 considerando anche i racconti) distinte in vari cicli avventurosi, che vanno a costruire svariati universi narrativi e innumerevoli personaggi (tra cui alcuni di grande successo, comeSandokan, Yanez de Gomera e il Corsaro Nero), tutti di originale creazione dello scrittore, tranne che in un caso. Il romanzo del 1896 (ristampato in volume nel 1911) I predoni del gran deserto, infatti, fu scritto come seguito di un’opera altrui (Vita eccentrica di Vincenzina Ghirardi Fabiani[13]). Generalmente i personaggi salgariani risultano inseriti in un accurato contesto storico; la ricostruzione delle informazioni riguardanti le vicende istituzionali dei paesi da lui descritti non si limita, ad esempio, alla figura di James Brooke, il raja bianco di Sarawak.
Seri studi condotti dalla storica olandese Bianca Maria Gerlich (i cui lavori sono stati pubblicati da autorevoli riviste scientifiche quali Archipel nei Paesi Bassi e, in Italia, Oriente Moderno[14]) hanno infatti permesso di ricostruire le fonti storiche e geografiche lette e utilizzate nelle biblioteche di Verona dal grande scrittore di romanzi d’avventura.
La popolarità delle opere di Salgari è provata anche dalla grande diffusione di apocrifi: più di un centinaio, che editori privi di scrupoli gli attribuirono, generalmente in accordo con gli eredi; i più famosi furono i cinque romanzi a firma congiunta Luigi Motta-Emilio Salgari (in realtà scritti da Motta o da Emilio Moretto[15]) e quelli commissionati dagli eredi Nadir e Omar ad alcunighostwriter come Giovanni Bertinetti (il più prolifico autore di apocrifi salgariani[15]) eAmerico Greco[16].
Salgari stesso pubblicò con vari pseudonimi numerose opere, spinto da motivazioni diverse, la più nota delle quali fu l’urgenza di aggirare la clausola contrattuale di esclusiva che lo teneva legato all’editore Donath. Tuttavia per lo stesso Donath pubblicò, sotto lo pseudonimo di Enrico Bertolini, tre romanzi nonché diversi racconti e testi di vario genere; in questo caso si sarebbe trattato di una precauzione utilizzata quando, incalzato da contratti e scadenze, lo scrittore usava più del dovuto elementi tratti da opere altrui (come nel caso diLe caverne dei diamanti, una libera versione del romanzo Le miniere di re Salomone diHenry Rider Haggard[17]).
Opere
Cronologia delle opere, suddivise per cicli narrativi.
Ciclo dei pirati della Malesia
- La tigre della Malesia, ne La Nuova Arena, nn. 10-12, 1883, 1-3, 1884. Poi Le tigri di Mompracem, Genova, Donath, 1900.
- Gli strangolatori del Gange, ne Il Telefono, 10 gennaio-15 aprile 1887. Poi I misteri della jungla nera, Genova, Donath, 1895.
- I pirati della Malesia, Genova, Donath, 1896.
- Le due tigri, Genova, Donath, 1904.
- Il Re del Mare, Genova, Donath, 1906.
- Alla conquista di un impero, Genova, Donath, 1907.
- Sandokan alla riscossa, Firenze, Bemporad, 1907.
- La riconquista di Mompracem, Firenze, Bemporad, 1908.
- Il bramino dell’Assam, Firenze, Bemporad, 1911.
- La caduta di un impero, Firenze, Bemporad, 1911.
- La rivincita di Yanez, Firenze, Bemporad, 1913.
Ciclo dei corsari delle Antille
- Il Corsaro Nero, Genova, Donath, 1898.
- La regina dei Caraibi, Genova, Donath, 1901.
- Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, Genova, Donath, 1905.
- Il figlio del Corsaro Rosso, Firenze, Bemporad, 1908.
- Gli ultimi filibustieri, Firenze, Bemporad, 1908.
Ciclo dei corsari delle Bermude
- I corsari delle Bermude, Firenze, Bemporad, 1909.
- La crociera della Tuonante, Firenze, Bemporad, 1910.
- Straordinarie avventure di Testa di Pietra, Firenze, Bemporad, 1915.
Ciclo del Far West
- Sulle frontiere del Far-West, Firenze, Bemporad, 1908.
- La scotennatrice, Firenze, Bemporad, 1909.
- Le selve ardenti, Firenze, Bemporad, 1910.
Cicli minori
I due marinai
- Il tesoro del presidente del Paraguay, Torino, Speirani, 1894.
- Il continente misterioso. Avventure nell’Australia, Torino, Paravia, 1894.
Il Fiore delle Perle
- Le stragi delle Filippine, Genova, Donath, 1897.
- Il Fiore delle Perle, Genova, Donath, 1901.
I figli dell’aria
- I figli dell’aria, Genova, Donath, 1904.
- Il re dell’aria, Firenze, Bemporad, 1907.
Capitan Tempesta
- Capitan Tempesta, Genova, Donath, 1905.
- Il leone di Damasco, Firenze, Bemporad, 1910.
Avventure in India
- Il capitano della Djumna, Genova, Donath, 1897.
- La montagna di luce, Genova, Donath, 1902.
- La Perla Sanguinosa, Genova, Donath, 1905.
Avventure africane
- La favorita del Mahdi, Milano, Guigoni, 1887.
- La Costa d’Avorio, Genova, Donath, 1898.
- I predoni del Sahara, Genova, Donath, 1903.
- Le pantere di Algeri, Genova, Donath, 1903.
- Sull’Atlante, Firenze, Bemporad, 1907.
- I briganti del Riff, Firenze, Bemporad, 1911.
Avventure in Russia
- Gli orrori della Siberia, Genova, Donath, 1900.
- Le Aquile della steppa, Genova, Donath, 1907.
Altri romanzi e racconti
- Tay-See, ne La Nuova Arena, nn. 9-10, 1883; poi La rosa del Dong-Giang. Novella cocincinese, Livorno, Belforte, 1897.
- Duemila leghe sotto l’America, Milano, Guigoni, 1888; rivisto, aggiornato e riedito come Il tesoro misterioso, Como, Società editrice Roma, 1907.
- La scimitarra di Budda, Milano, Treves, 1892.
- I pescatori di balene, Milano, Treves, 1894.
- Le novelle marinaresche di Mastro Catrame, Torino, Speirani, 1894; riedito come Il vascello maledetto, Milano, Casa ed. Italiana, 1909. (volume di racconti)
- Un dramma nell’Oceano Pacifico, Firenze, Bemporad, 1895.
- Il re della montagna. Romanzo persiano, Torino, Speirani, 1895.
- I naufraghi del Poplador, Milano, Treves, 1895.
- Al Polo Australe in velocipede, Torino, Paravia, 1896.
- Nel paese dei ghiacci, Torino, Paravia, 1896. (Comprende i racconti: I naufraghi dello Spitzberg e I cacciatori di foche della Baia di Baffin)
- I drammi della schiavitù, Roma, Voghera, 1896.
- Il re della prateria, Firenze, Bemporad, 1896.
- Attraverso l’Atlantico in pallone, Torino, Speirani, 1896.
- I naufragatori dell’Oregon, Torino, Speirani, 1896.
- I Robinson italiani, Genova, Donath, 1896.
- I pescatori di Trepang, Milano, Cogliati, 1896.
- I predoni del gran deserto, ne Il Novelliere Illustrato, 29 novembre-27 dicembre 1896; poi Napoli, Urania, 1911.
- La città dell’oro, Milano, Treves, 1898.
- Al Polo Nord, Genova, Donath, 1898.
- La capitana del Yucatan, Genova, Donath, 1899.
- Le caverne dei diamanti, Genova, Donath, 1899. (libera riduzione del romanzo Le miniere di re Salomone di Henry R. Haggard)
- Avventure straordinarie d’un marinaio in Africa, come E. Bertolini, Genova, Donath, 1899.
- Il figlio del cacciatore d’orsi, come A. Permini, Genova, Donath, 1899.
- I minatori dell’Alaska, Genova, Donath, 1900.
- Gli scorridori del mare, come Romero, Genova, Donath, 1900.
- Avventure fra le pelli-rosse, come G. Landucci, Torino, Paravia, 1900.
- La “Stella polare” ed il suo viaggio avventuroso, Genova, Donath, 1901. (anche come Verso l’Artide con la Stella Polare, Milano, Vallardi, 1929.)
- Le stragi della China. Grande romanzo di avventure nell’estremo Oriente, come Guido Altieri, Palermo, Biondo, 1901. Poi Il sotterraneo della morte, Palermo, Biondo, 1902.
- La montagna d’oro. Avventure nell’Africa centrale, come Guido Altieri, Palermo, Biondo, 1901. (noto anche come Il treno volante, Milano, Sonzogno, 1926)
- I naviganti della Meloria, come E. Bertolini, Genova, Donath, 1902.
- La giraffa bianca, come G. Landucci, , Livorno, Belforte, 1902.
- Sul mare delle perle. Il marajah di Jafnapatam, come G. Landucci, , Livorno, Belforte, 1903.
- L’uomo di fuoco, Genova, Donath, 1904.
- I solitari dell’Oceano, Genova, Donath, 1904.
- La città del re lebbroso, Genova, Donath, 1904.
- La gemma del fiume rosso, come G. Landucci, , Livorno, Belforte, 1904.
- L’eroina di Port Arthur. Avventure russo-giapponesi, come Guido Altieri, Torino, Speirani, 1904. (noto anche come La naufragatrice, Milano, Sonzogno, 1924.)
- Le grandi pesche nei mari australi, Torino, Speirani, 1904.
- La sovrana del campo d’oro, Genova, Donath, 1905.
- Le figlie dei Faraoni, Genova, Donath, 1906.
- La Stella dell’Araucania, Genova, Armanino, 1906.
- Le meraviglie del Duemila, Firenze, Bemporad, 1907.
- Il tesoro della montagna azzurra, Firenze, Bemporad, 1907.
- Cartagine in fiamme, Genova, Donath, 1908.
- Una sfida al Polo, Firenze, Bemporad, 1909.
- La Bohème italiana; Una vendetta malese, Firenze, Bemporad, 1909.
- Storie rosse, Firenze, Bemporad, 1910. (contiene 15 capitoli tratti da altrettanti romanzi di Salgàri raccolti e ordinati da Achille Lanzi)
Filmografia
In ordine alfabetico-cronologico i film tratti dalle opere salgariane (parziale):
- Il corsaro nero (1920) di Vitale De Stefano
- Jolanda, la figlia del Corsaro Nero (1920) di Vitale De Stefano
- La regina dei Caraibi (1921) di Vitale De Stefano
- Gli ultimi filibustieri (1921) di Vitale De Stefano
- Il Corsaro Rosso (1921) di Vitale De Stefano
- Il figlio del Corsaro Rosso (1921) di Vitale De Stefano
- Il corsaro nero (1928) di Rodolfo Ferro film incompleto
- Il Corsaro Nero (1937) di Amleto Palermi
- I pirati della Malesia (1941) di Enrico Guazzoni
- La figlia del Corsaro Verde (1941) di Enrico Guazzoni
- Le due tigri (1941) di Giorgio Simonelli
- Capitan Tempesta (1942) di Corrado D’Errico terminato poi da Umberto Scarpelli
- Il figlio del corsaro rosso (1943) di Marco Elter
- Il leone di Damasco (1942) di Corrado D’Errico terminato poi da Enrico Guazzoni
- I cavalieri del deserto/Gli ultimi tuareg (1942) di Osvaldo Valenti Film incompiuto a causa degli eventi bellici (gli esterni furono girati in Libia)
- Gli ultimi filibustieri (1943) di Marco Elter
- El Corsaro Negro (1944) di Chano Urueta Film messicano distribuito in Italia nel 1951
- I tre corsari (1952) di Mario Soldati
- Jolanda, la figlia del Corsaro Nero (1952) di Mario Soldati
- Il tesoro del Bengala (1953) di Gianni Vernuccio
- I misteri della giungla nera (1953) di Gian Paolo Callegari, Ralph Murphy
- La vendetta dei Tughs (1954) di Gian Paolo Callegari, Ralph Murphy
- Il figlio del corsaro rosso (1959) di Primo Zeglio
- Cartagine in fiamme (1959) di Carmine Gallone
- Morgan il pirata (1960) di Primo Zeglio
- Sandokan, la tigre di Mompracem (1963) di Umberto Lenzi
- I pirati della Malesia (1964) di Umberto Lenzi
- Sandokan alla riscossa (1964) di Luigi Capuano
- Sandokan contro il leopardo di Sarawak (1964) di Luigi Capuano
- I misteri della giungla nera (1965) di Luigi Capuano
- La montagna di luce (1965) di Umberto Lenzi
- L’avventuriero della Tortuga (1965) di Luigi Capuano
- I predoni del Sahara (1965) di Guido Malatesta
- Le tigri di Mompracem (1970) di Mario Sequi
- Il corsaro nero (1971) di Vincent Thomas (Lorenzo Gicca Palli)
- Il corsaro nero (1976) di Sergio Sollima
- Sandokan (1976) (sceneggiato televisivo in sei puntate) di Sergio Sollima
- La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa! (1977) di Sergio Sollima
- Il segreto del Sahara, miniserie televisiva (1987) di Alberto Negrin
- I misteri della giungla nera miniserie televisiva (1991) di Kevin Connor
- Il ritorno di Sandokan (1996) di Enzo G. Castellari
- L’elefante bianco (1998) di Gianfranco Albano sceneggiato in due puntate
Influenza culturale
- Che Guevara da giovane lesse ben 62 opere dello scrittore veronese.[18]
- Una celebre trasposizione cinematografica dei suoi romanzi fu la serie televisiva sopracitata su Sandokan, trasmessa dalla Rai a metà degli anni settanta, interpretata dall’attore indiano Kabir Bedi e con la sigla degli Oliver Onions.
- Alfredo Castelli ha scritto nel 2010 una storia a fumetti di Martin Mystère ispirata ad un romanzo incompiuto dello scrittore, Il leone del Transvaal.[19][20]
- L’asteroide 1998 UC23 è stato denominato 27094 Salgari.[21]
- Nel 1995 il primo coreografo, ballerino e regista Daniel Ezralow realizza lo spettacolo multimediale “Salgari”, con musiche originali di Ludovico Einaudi.
- La cantante Rossana Casale ha inciso una canzone intitolata Salgari (nell’album Incoerente jazz).
- Il cantante dialettale comasco Davide Van De Sfroos ha intitolato una sua canzone, e l’album omonimo in cui essa è contenuta,Yanez, come uno dei più famosi personaggi del ciclo indo-malese. Per coincidenza la canzone è stata presentata al Festival della Canzone Italiana di Sanremo nel centesimo anniversario dalla morte di Salgari (2011).
- Nel 2011 Alitalia ha dedicato allo scrittore uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-DSF).
- Nel 2011 lo scrittore messicano Paco Ignacio Taibo II ha pubblicato un romanzo dichiaratamente salgariano, dal titolo Ritornano le tigri della Malesia.[22]
- Nel 2011 Totò Zingaro pubblica Salgariprivato, un concept album sulla vita di Salgari.
- Nel 2012 Paolo Bacilieri pubblica per Coconino Press la graphic novel Sweet Salgari sulla vita dello scrittore.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia | |
— 3 aprile 1897 |
Note
- ^ Anche se la pronuncia “Sàlgari”, con l’accento sdrucciolo, è indubbiamente diffusa, essa è scorretta. Si tratta infatti di un cognomefitonimico, derivante cioè dal nome di una pianta: il salgàro è in veneto il salice. Vedi anche nell’elenco alfabetico in Vademecum sull’accento: quando indicarlo e dove pronunciarlo su Consulenza linguistica – Domande ricorrenti, Accademia della Crusca, 2002. URL consultato il 22 ottobre 2013.
- ^ La Cartagine di Salgari ∂ Fantascienza.com
- ^ a b c Arpino e Antonetto
- ^ Omar Luigi Salgari Mio Padre Emilio Salgari. A. Garzanti, 1940
- ^ La tormentata vita di Emilio Salgari, di Omar Salgari, Stampa Sera, 2 settembre 1937
- ^ a b Luciano Tamburini. Salgari torinese: il quadriennio 1894-1897 in Almanacco Piemontese, novembre 1981
- ^ I Selvaggi della Papuasia – Emilio Salgari books.google.it
- ^ «[…] a 34 anni cavaliere su proposta di S. M. Margherita», Emilio Salgari a Luigi Motta, cartolina postale manoscritta, Torino, 14 dicembre 1904, Fondo Luigi Motta Milano
- ^ «[…] questo genere di lettura che istruendo con diletto giustamente si è meritato il favore del pubblico» lettera di Margherita di Savoia a Emilio Salgari. Lo scrittore, riconoscente degli elogi della Regina, contraccambiò inviandole la prima copia di ogni sua opera; citato in Arpino e Antonetto
- ^ «Mi recai subito nella sua abitazione di corso Casale […] riscontrai una ferita piuttosto profonda nell’emitorace sinistro, lo strumento era scivolato sotto la pelle senza entrare in cavità». Testimonianza del dottor Herr, medico del Salgari, a Turcato, in Salgari, documenti e testimonianze
- ^ Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio in La Stampa, 26 aprile 1911. URL consultato il 24 luglio 2012.
- ^ Omar, figlio dello scrittore Salgari si è ucciso gettandosi dal balcone in La Stampa, 6 novembre 1963. URL consultato il 24 luglio 2012.
- ^ Claudio Gallo, Giuseppe Bonomi, Emilio Salgari. La macchina dei sogni, Rizzoli, Milano 2011
- ^ Sandokan personaggio storico, LXXXVI, 1996, pp. 111-126 + 1 cartina.
- ^ a b http://www.emiliosalgari.it/racconti_falsi_articoli/falsi.htm
- ^ Massimo Carloni, Salgari, salgariani e falsi Salgari, in AA.VV., Salgari, salgariani e falsi Salgari. Pirati, Corsari e Uomini del West, Senigallia, Fondazione Rosellini, 2011
- ^ Emilio Salgari, Storie con la maschera, a cura di F. Pozzo, Mephite, 2003.. Notizia tratta da Andrea Bonazzi, Emilio Salgari: Storie con la maschera in Corriere della fantascienza, 17 dicembre 2003. URL consultato il 24 luglio 2012 (archiviato il 24 luglio 2012).
- ^ «Il grande Salgari? Certo non sarebbe piaciuto alla Lega»
- ^ Almanacco del Mistero 2011
- ^ Arriva Mystère: anche il fumetto scopre Torino- LASTAMPA.it
- ^ (EN) M.P.C. 49676 del 10 settembre 2003
- ^ «Sandokan e Yanez? Di certo non sarebbero piaciuti alla Lega» – Milano
Bibliografia
- Giovanni Arpino e Roberto Antonetto, Emilio Salgari, il padre degli eroi, Mondadori, 1991, ISBN 88-04-34701-5.
- Antonio Piromalli, Motivi di narrativa popolare nel ciclo dei «Pirati della Malesia» da Letteratura e cultura popolare, Firenze, Olschki, 1983.
- Bruno Traversetti, Introduzione a Salgari, Roma-Bari, Laterza, 1989.
- Claudio Gallo, La penna e la spada. Il furioso Giannelli e la libera brigata de “La Nuova Arena” (1882-1886), Verona, Gemma Editco, 2000.
- Felice Pozzo, Emilio Salgari e dintorni, premessa di Antonio Palermo, Napoli, Liguori, 2000.
- Gianfranco De Turris. Salgari Duemila, in Liberal 15 (dicembre 2002-gennaio 2003), pp. 158–165.
- Vittorio Sarti, “Bibliografia Salgariana” Libreria Malavasi, Milano 1990
- Vittorio Sarti, “Nuova Bibliografia Salgariana” Sergio Pignatone Editore, Torino 1994
- Ferdinando Cabrini, Salgari: il viaggio e la conoscenza, in Foglio lapis, giugno 2008. URL consultato l’8 febbraio 2009.
- O. Nalesini, L’Asia Sud-orientale nella cultura italiana. Bibliografia analitica ragionata, 1475-2005. Roma, Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, 2009, pp. 350–362.
- Un po’ prima della fine? Ultimi romanzi di Salgari tra novità e ripetizione (1908-1915), a cura di Luciano Curreri e Fabrizio Foni, Roma, Luca Sossella Editore, 2009.
- Quaderni d’Altri Tempi, Al di fuori l’uragano, e qua io, Salgari!, A. VII, n. 31, 2011
- Fabrizio Foni e Claudio Gallo, Letteratura e immagine nel romance salgariano
- Corinne D’Angelo, L’Italia e gli italiani nelle opere di Emilio Salgari
- Sergio Brancato, L’ambigua epica della giovane Italia
- Vittorio Frigerio, Dall’Aquila Bianca all’Aquila della Notte
- Adolfo Fattori, I Fear The Body Electric: lo spleen, l’elettricità e il “nervosismo sociale”
- Gennaro Fucile, Voucher, totem e bamboo
- Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi, Emilio Salgari, la macchina dei sogni, Presentazione di Mino Milani, Milano, BUR Rizzoli, 2011.
- Massimo Carloni, Salgari, salgariani e falsi Salgari, in AA. VV., Salgari, salgariani e falsi Salgari. Pirati, Corsari e Uomini del West, Senigallia, Fondazione Rosellini, 2011.
- Fabrizio Foni, Fantastico Salgari. Dal ‘vampiro’ Sandokan al “Giornale illustrato dei viaggi”, Cuneo, Nerosubianco, 2011.
Collegamenti esterni
- Bibliografia italiana di Emilio Salgari in Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Associazione culturale Delos Books.(aggiornato fino al 2009)
- Emilio Salgari in Open Directory Project, Netscape Communications. (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all’argomento “Emilio Salgari”)
- Testi
Nel giugno 2013 alla base della facciata della casa natale di Emilio Salgari, in Corso Porta Borsari, 7, è stato apposto un bassorilievo bronzeo opera del pittore e scultore Nicola Beber, che ha voluto omaggiare i 150 anni della nascita di Capitan Salgari.
L’artista ha così commentato l’opera: Ma forse è più importante ricordarlo (Salgari) nella strada in cui è nato e vissuto collocando il mio lavoro ad altezza d’uomo affinché tutti possano vederlo. Viaggiatore di carte e di sogni racconterà ora ai passanti le sue avventure con sguardo trasognante rivolto verso il tramonto che s’intravede attraverso i fornici di porta Borsari.
L’iscrizione posta sotto il volto di Salgari recita:
21-08-2012 – 150° della nascita
EMILIO SALGARI
1862-1911
Cadetto dei mari, poeta dell’avventura,
padre di eroi immortali, varcò l’orizzonte dei sogni,
qui nacque.
La targa apposta nel 1959 nello stesso palazzo recita:
In questa casa nacque
il 21 agosto 1862
EMILIO SALGARI
romanziere e poeta dell’avventura
infiammò i giovani all’azione generosa
e alla conoscenza
d’ogni terra e d’ogni popolo
Verona ne perpetua il ricordo – 25 aprile 1959