20130402_p1060508 Musei di Verona

Inaugura il Museo Africano rinnovato


Museo Africano
16 gennaio 2015

Venerdì 16 gennaio 2015 si terrà l’inaugurazione ufficiale del MUSEO AFRICANO interamente rinnovato negli allestimenti e contenuti. La sfida del nuovo progetto del Museo (rinnovato nell’estate 2014) è riuscire a far dialogare i linguaggi espressi nella ricca collezione etno-antropologica, composta dagli oggetti che i Missionari Comboniani hanno raccolto in molti paesi, nelle terre e tra le persone dove hanno prestato il loro servizio missionario, con la tecnologia e i nuovi linguaggi video e multimediali per attualizzare, presentare e contestualizzare le tante complessità e diversità delle realtà africane. Attraverso percorsi tematici la collezione permanente dialoga con i contenuti video multimediali che mostrano immagini di Africa contemporanea, industriale, digitalizzata, ma allo stesso tempo ancora legata a realtà culturali ed economiche profondamente ancestrali.

Programma:

17.30: accoglienza nella Sala Africa
17.45: benvenuto di P. Venanzio Milani, direttore del Museo Africano
P. Gigi Codianni
, presidente della Fondazione Nigrizia Onlus
Lorenzo Spinato: Il Museo nella Fondazione Nigrizia Onlus
Massimiliano Troiani: Il perchè di una ristrutturazione
Marco Aime, antropologo e coordinatore di Avventure nel Mondo: I perchè di un Museo Africano
19.00: visita al Museo
20.00: buffet di Cucina Africana
21.00: Proiezione di un film del Festival di Cinema Africano

Per partecipare al buffet è obbligatoria la prenotazione entro il 12/1/15 chiamando il numero 045 8092199 o scrivendo a info@museoafricano.org

scarica l’INVITO

Museo africano 
Missionari Comboniani
Vicolo Pozzo 1, 37129 Verona (zona Piazza Isolo/San Giovanni in Valle)
Possibilità di parcheggio interno

Orari di apertura
Martedì – Venerdì 9.00-12.30 / 14.00-17.00
Sabato 9.00-12.30
I e III Domenica del mese 14.00-18.00

PRESEPI D’ASIA E D’AMERICA LATINA 
PRESEPI D’ASIA e D’AMERICA LATINA in esposizione fino a Domenica 18 gennaio. Una mostra di presepi provenienti da oltre 18 paesi: Argentina, Bangladesh,Brasile, Cina, Colombia, Equador, Filippine, Giappone, Guatemala, Laos, Messico, Perù, 
LA COLLEZIONE PERMANENTE 
Vieni a scoprire il nuovo Museo africano. Interamente rinnovato con tecnologia multimediale e riformulato nei contenuti e negli spazi, vuole attualizzare, presentare e contestualizzare le tante complessità e diversità delle realtà africane. In 

COMBONIANI. Inaugurato il nuovo allestimento

Le sale multimedia al Museo Africano
Tradizione e novità

Reperti del 1300 e grandi schermi Sono 700 gli oggetti ora in mostra

sabato 17 gennaio 2015 CULTURA, pagina 56

Un dialogo tra la collezione permanente, ricca di arte e testimonianze etnografiche, e l’Africa contemporanea, industriale e digitalizzata, che convive accanto ad enormi aree di cultura ed economia ancora ancestrali: questo è il nuovo volto del Museo Africano dei Missionari Comboniani (in vicolo Pozzo 1, alla casa madre di San Giovanni in Valle), che ha inaugurato il suo nuovo allestimento (a cura degli architetti Mauro Del Maro e Alessandro Tinti, direzione artistica di Laura Fasciolo e Massimiliano Troiani e ideazione del progetto di Venanzio Milani).
Il Museo Africano — nato ai primi del Novecento da un’idea di monsignor Francesco Sogaro, successore di Comboni — oggi fa dialogare i 700 oggetti esposti (sui 4.000 della collezione etno-antropologica raccolta negli anni dai missionari Comboniani) con la tecnologia e i nuovi linguaggi video e multimediali. Tra le rarità, alcuni oggetti religiosi antichi, dal 1300, e strumenti musicali come la Kora, tipico strumento africano a corda usato dai griot cantastorie. Al centro del museo, il Tukul, una capanna africana, in realtà casa comune, luogo d’incontro, di scambio, piazza del mercato, che diventa crocevia tra i vari ambienti e luogo d’informazione con grandi schermi che raccontano i tanti volti dell’Africa. Il museo oggi allarga lo sguardo, non solo sui mutamenti determinati dalla storia post-coloniale, ma anche nei suoi paesaggi culturali e naturali. I volti sono tanti, non vi è la pretesa di raccontarli tutti, ma senza dubbio qui c’è la pluralità e la ricchezza di questo continente. M.T.F.