Il nuovo GAM Achille Forti
Inaugurata l’11 aprile 2014, la Galleria d’arte moderna GAM Achille Forti a Palazzo della Ragione ha l’entrata principale è dalla Scala della Ragione in Cortile Mercato Vecchio, decisamente non accessibile alle carrozzine e impegnativa per molti altre tipologie di visitatori.
All’inaugurazione sono entrata dall’accesso con ascensore degli uffici nel cortile, all’interno gli spazi espositivi non presentano barriere architettoniche, come dichiarato sul sito web di Palazzo della Ragione. In via della Costa c’è l’ingresso alternativo con ascensore dove purtroppo le 2 entrate con porte automatiche hanno lo scalino, mentre la prima porta, a filo o quasi con il marciapiede, la migliore in termini di accessibilità, risulta chiusa e con tv e altro. Tornerò presto a vedere se le segnalazioni di disMappa sortiranno l’effetto sperato…
Aggiornamento 15 aprile: sabato 12 la porta senza scalino era aperta, domenica 13 l’ho trovata nuovamente chiusa
Martedì 16 ancora chiusa.
Aggiornamenti maggio 2014: sulla porta dal 12 maggio compare il pittogramma disabili, alle 16.30 la porta era chiusa a chiave. Il 29 aprile le porte erano chiuse, lo stesso il 12 maggio.
Il 14 maggio aperte. Il 17, per la notte dei musei, era chiusa, lo stesso domenica 18.
Aggiornamenti giugno 2014: tutte le volte che ho controllato (nei giorni 7, 12, 14) la porta era chiusa
Aggiornamenti luglio 2014: il giorno 11 la porta era aperta
Aggiornamento dicembre 2016: dopo aver reso la porta laterale costantemente aperta la GAM è ora sempre accessibile tramite rampa dalla porta centrale (vedi Migliora l’accessibilità alla GAM…)
Dopo varie campagne di restauro, uno degli edifici più significativi e centrali della città,Palazzo della Ragione, dal 12 aprile 2014 è la nuova sede della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.
Il Palazzo ospita le collezioni comunali per la prima volta unite a quelle dellaFondazione Cariverona e della Fondazione Domus.
Il complesso monumentale che comprende la Torre dei Lamberti, la Cappella dei Notai e la Scala della Ragione, viene restituito alla città e ai suoi visitatori, che nelle quattro magnifiche sale allestite con i capolavori delle collezioni possono riscoprire opere straordinarie, dal 1840 al 1940, che raccontano la storia di Verona, delle sue collezioni e del loro rapporto con la città.
La nuova Galleria perpetua il nome del grande mecenate Achille Forti (1878-1937): botanico di origine borghese, questo illustre cittadino lasciò al comune di Verona la maggior parte del suo vasto patrimonio, il palazzo dove risiedeva e la sua collezione d’arte.
Grazie a molteplici donazioni e a un programma di acquisizioni che hanno ampliato questo nucleo originario, oggi la Galleria d’Arte Moderna a Palazzo della Ragione si presenta ai cittadini di Verona e al pubblico internazionale ulteriormente arricchita.
orari:
da martedì a venerdì ore 10.00 – 18.00
sabato, domenica e festivi ore 11.00 – 19.00
Nei mesi di giugno, luglio, agosto
da martedì a domenica ore 11.00 – 19.00
chiuso il lunedì
biglietti:
Galleria d’Arte Moderna
intero: 4,00 euro
ridotto: 2,50 euro
scolaresche: 1,00 euro
GRATIS disabile+accompagnatore
Galleria d’Arte Moderna + Torre dei Lamberti
intero: 8,00 euro
ridotto: 5,00 euro
scolaresche: 1,00 euro
GRATIS disabile+accompagnatore
Verona 1840 – 1940
il percorso espositivo
della Galleria d’Arte Moderna
Opere delle collezioni civiche
e delle collezioni della Fondazione Cariverona
e Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea a Palazzo della Ragione
Aperta al pubblico dal 12 aprile 2014, la rinnovata Galleria d’Arte Moderna Achille Forti nella nuova sede di Palazzo della Ragione presenta per la prima volta le Collezioni Civiche – insieme alle Collezioni di Fondazione Domus e Fondazione Cariverona – in un percorso che copre un secolo di storie delle arti visive, dal 1840 al 1940.
Le quattro grandi sale del piano nobile del Palazzo ospitano circa 150 opere – tra dipinti e sculture – che costuiscono uno straordinario racconto, non solo visivo, di Verona, del suo patrimonio culturale e paesaggistico e del collezionismo delle istituzioni cittadine.
SALA DELLA TORRE
Opere che raccontano
le collezioni cittadine dal 1840 al 1940
Il percorso ha inizio in questa sala, dove i visitatori sono accolti da due importanti sculture: l’Achille ferito (1833 – 1835) di Innocenzo Fraccarolo e il marmo dell’allora scandalosa Orgia (1851-54) di Torquato della Torre.
SALA DELLE COLONNE
La Verona ottocentesca
La Sala delle Colonne – che si affaccia sul Cortile del Mercato Vecchio e su Piazza delle Erbe – ospita i grandi protagonisti della pittura e della scultura ottocentesca.
Tra le opere esposte, il bronzo di Dante di Ugo Zannoni (1850-1899), la Scala del Cortile del Mercato Vecchio (1875-1899) di Vittorio Avanzi, la Veduta del Cortile del Mercato Vecchio a Verona (1865) di Giuseppe Ferrari e Piazza Erbe (1839) del Ferrarin.
In esposizione anche le immagini del più noto studio fotografico cittadino ottocentesco, quello di Moritz Lotze, che mostrano l’evoluzione del Palazzo e della sua architettura e le trasformazioni dei suoi dintorni cittadini.
SALA QUADRATA
La luce tardo ottocentesca
Considerata originariamente la parte più nobile del Palazzo, la Sala Quadrata è dedicata all’ Ottocento, che nel transito verso il secolo successivo si muove fra la sensibilità della pittura scapigliata, un nuovo verismo e un inedito rapporto con la luce “dipinta”.
Il tema del verismo ha un esempio significativo in Foglie cadenti (1898) di Angelo Dall’Oca Bianca, personalità amatissima a Verona.
In questa direzione vanno anche le opere del pittore bolognese Alfredo Savini – direttore dal 1900 al 1924 dell’Accademia di Belle Arti G.B. Cignaroli di Verona -: Pini sul Garda (1909-11) e La pace (Tomba tra i cipressi) del 1900-24.
Due opere fondamentali della collezione Forti chiudono il percorso in questa sala: il dipinto di Angelo Morbelli S’Avanza (1896) e la tela diGiovanni Fattori Grandi manovre (1904), che riprende i temi del Risorgimento e i soggetti militari cari alla Verona post-austriaca passata all’Unità d’Italia, e che introduce cronologicamente alla sala successiva.
SALA PICTA
La nascita del XX secolo
Posta tra la torre della Cappella e quella della Masseria, la Sala Picta ospita alcuni esempi dei grandi fermenti artistici dell’inizio del XX secolo.
Tra verismo e avanguardia, tradizione e innovazione, i protagonisti delle principali correnti dell’arte italiana sino alla prima guerra mondiale si confrontano con l’universo artistico di Verona nei primi decenni del secolo.
Nella prima parte della sala sono affrontati i temi della ritrattistica verista e quelli del paesaggio, nelle opere di Ettore Beraldini(I vecchi, 1912), Alfredo Savini (Pescatori a Garda,1900-1904), e di Arturo Tosi (Paesaggio, 1896), che testimoniano il procedere della pittura verso l’astrazione figurativa.
La seconda parte è dedicata alle tensioni della neoavanguardia secessionista, giunta dal nord Europa a Verona nel transito verso Venezia.
Significativa in questo contesto è la sezione composta da nove lavori di Gino Rossi, tra i quali l’opera Ritratto di Signora (1914), il gruppo diritratti di Pio Semeghini, e la presenza di altri protagonisti di quella stagione di rinnovamento e opposizione alla neonata Biennale.
Questi nuovi fermenti hanno proprio a Verona un centro vivissimo nel salotto di due collezionisti, qui ritratti dal giovane Felice Casorati: Teresa Madinelli e il maritoAntonio Veronesi, che in questi anni accolgono nella loro abitazione i giovani ma grandi talenti dell’allora avanguardia artistica.
Alle due tele di Casorati si affiancano quelle di altri esponenti della nuova ricerca.
Le opere di questo primo momento secessionista e simbolista dialogano con le altre neonate avanguardie.
Il percorso continua con i ritratti di Umberto Boccioni Ritratto di Achille Tian e Ritratto dell’avvocato C. M. (Carlo Manna) entrambi eseguiti nel 1907, l’opera Bagnanti (1915) di Giorgio Morandi e leNature morte (1917) di Gino Severini, che nel loro insieme mostrano l’altro lato delle avanguardie attive in quest’arco temporale che abbraccia il periodo precedente e attorno alla prima guerra mondiale.
SALA ORIENTALE
Realismo e monumentalità tra le due guerre
Questo ambiente è dedicato all’approfondimento dei principali movimenti della cultura visiva italiana, negli anni che precedono il secondo conflitto mondiale. Il racconto si apre con la pittura paesaggista veronese, nel suo evolversi fino a diventare, nell’immediato dopo guerra, un’importante scuola, come è rappresentato, tra le altre, nelle opere diAugusto Manzini, Guido Farina e Aldo Kessler.
Il percorso prosegue con il tema del Realismo, dove una singolare natura morta di Giorgio de Chirico, I Cocomeri con corazze e paesaggio del 1924 (gentile prestito della Fondazione Unicredit Art Collection) fa da apripista alle tele di matrice espressionista di Ottone Rosai e al nucleo di opere di Filippo de Pisis, tra le quali spiccano l’imponente Natività Omaggio a Bassano (1925), le nature morte e la curiosità dell’opera La gabbietta di Cocò (1938), l’inseparabile pappagallo dell’artista, dipinta a quattro mani insieme a De Chirico, Campigli e Tosi.
Il tema centrale di questa sala è il Realismo Magico, come è raccontato nelle tele di Antonio Donghi, Il giocoliere del 1936 e Ubaldo Oppi, I (tre) chirurghi del 1926 (giunto per l’occasione dalla Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza) e, soprattutto, nel gruppo di opere di Cagnaccio di San Pietro, appartenenti alle Collezioni Cariverona e Domus.
A questa sezione principale sono affiancate altre importanti opere: tra queste i tre rari dipinti del futurista e aeropittore veronese Renato Di Bosso, le tele monumentali del maestro Guido Trentini, e il capolavoro in marmo Donna che nuota sott’acqua (1941-42) diArturo Martini.
Il percorso espositivo si chiude in un confronto tra il tema del monumentale e quello dell’intimità della nuova ricerca artistica.
Queste due tensioni sono rappresentate da un lato dall’intimismo dei dipinti di Giorgio Morandi e dall’anti-monumentalità del Cavaliere(1945) di Marino Marini, dall’altro dall’enorme tela del pittore veronese Pino Casarini,La disfida di Barletta (1939).