I racconti di San Zeno
Sala Farinati, Biblioteca Civica di Verona
Venerdì 9 ottobre 2015, ore 17.00
Ingresso libero
Presentazione dell’ultima fatica di Giuseppe Rama, “I racconti di San Zeno”
L’Autore a distanza di anni (2004) dall’edizione del volumetto I racconti dell’abbazia, riprende tre racconti dallo stesso e, aggiungendo tre brani nuovi, crea una miscellanea tra i due periodi ribadendo con forza come allora “San Zeno è un luogo magico”.
Sul risguardo del nuovo volumetto I racconti di San Zeno il Prof. Rama riprende fedelmente il testo della premessa di allora ed espone poi la scelta dei tre brani che a suo dire si adattano a quelli nuovi.
Oltre all’autore interverranno alla presentazione il dott. Agostino Contò e il prof. Aldo Ridolfi.
Ai partecipanti verrà offerta una copia dell’opera.
BIBLIOTECA CIVICA. Domani in Sala Farinati alle 17 si presenta il libro “I racconti di San Zeno”
La fantastica umanità
senza nome di Giuseppe Rama
Michela Pezzani
Sei racconti ambientati tra piazza, basilica, bastioni, fiume e Rigaste
Ha la pelle nera ed è il patrono della città di Verona il vescovo protagonista del libro “I racconti di San Zeno” che lo scrittore Giuseppe Rama, esperto di storia locale, ha dato alle stampe sulle tracce della prima edizione del medesimo volume che ha visto la luce nel 2004, oggi rinnovato e che sarà presentato domani (ore 17) alla Sala Farinati della Biblioteca Civica, con la partecipazione di Agostino Contò e Aldo Ridolfi.A distanza di undici anni l’autore ha ridato vita alla sua raccolta di novelle con il titolo “I racconti dell’abbazia” e alle tre storie uscite allora oggi Rama ne ha aggiunto un’altra terna, sempre all’insegna del motto che accompagna e ispira l’iniziativa letterari ovvero “San Zeno è un luogo magico”.Stampato da Adfgraf e realizzato con il contributo del Comune e di Agsm, il volumetto reca in copertina un acquarello di Federico Corsi raffigurante la passeggiata sul Lungadige con Castelvecchio sullo sfondo, mentre in quarta di copertina è lo stesso Rama a mettere il sigillo grafico con un disegno in bianco e nero che ritrae un ricordo del vecchio e mitico cinema parrocchiale Esperia detto “Cinema Miòla” che si trovava «tacàdo a la ciesa de San Zen».«In queste storie percorro un itinerario ideale che comprende la basilica del patrono, la piazza, i bastioni, il belvedere delle Rigaste, tutti angoli incantevoli fonte di suggestioni e ricordi» spiega Rama che vive a Verona dove è nato nel 1950. Ricercatore di tradizioni popolari legate a usi e costumi della nostra città, egli fonde la verità storica con uno stile narrativo fantastico capace di risucchiare i lettore nelle atmosfere del tempo che fu, come in un film dalle molteplici inquadrature che, una dopo l’altra, ricompongono una trama che lo scorrere del tempo aveva ridotto a sparpagliate tessere di mosaico.«La città è fatta di uomini e non di pietre» scrive Rama nell’introduzione del libello citando una frase di Isidoro di Siviglia, teologo, scrittore e arcivescovo cattolico. I personaggi che lasciano traccia sul cammino dell’autore, come se gli camminassero a fianco mentre gira per le vie scaligere, fanno parte di quella semplice ma saggia umanità che non ha nomi importanti né titoli, ma come curriculum vitae la semplice e umile realtà quotidiana di chi, pur nell’ombra, pensa, respira, ama, soffre, gioisce e muore proprio come i ricchi o coloro per i quali si edificano monumenti. Uno di questi personaggi? Il vecchio che lungo l’Adige lancia pezzi di pane ai gabbiani.