Hip Hop Tv Arena
Protagonisti di questo straordinario evento quattro grandi nomi del rap italiano, tra gli artisti che hanno maggiormente contribuito alla crescita del genere in questi anni e che riscuotono grandi consensi di critica e pubblico: Club Dogo, Emis Killa, Fedez e J-Ax.
Queste star dell’hip hop made in Italy si esibiscono con brani del proprio repertorio sia in versione originale sia accompagnati dall’Orchestra Filarmonica Italiana, diretta dal M° Daniele Parziani, con la quale rileggono in una veste inedita alcuni dei loro più grandi successi, per creare nuove sonorità e atmosfere.
LIVE. In diecimila alla serata di Hip Hop Tv. Un esperimento che sembra essere riuscito
Arena rapita a tutto rap, complice l’orchestra
Andrea Sambugaro
Prima parte di balli scatenati, nella seconda l’arrangiamento sinfonico ha creato nuove atmosfere per J-Ax, Fedez, Club Dogo ed Emis Killa
Le luci illuminano l’ala dell’Arena, che diventa prima viola e poi rossa. Di rabbia e di vergogna, forse. Di rabbia perché esclusa dal logo di Hip Hop Tv Arena dove appare solo un anfiteatro con una stella al centro ma di essa non c’è traccia; di vergogna per lesa maestà.
Questo devono avere pensato i tradizionalisti. Il tempio della lirica profanato per una sera dall’hip hop: non si era mai visto, prima di ieri. E, quando Emis Killa ha lanciato Maracanà, la metamorfosi è stata completa, fino a trasformare l’anfiteatro in un sambodromo: corpi che ballavano, braccia al cielo, un mare di mani tra le quali i venditori di bibite cercavano inutilmente di attirare l’attenzione agitando le loro lattine.
Con Elis Killa si è toccato l’apice dell’entusiasmo, anzi lo si è ritoccato dopo le esibizioni di J-Ax («il padrino», lo ha definito Max Brigante, il conduttore), di Fedez e del Club Dogo, gli artisti hip hop che ancora Brigante ha chiamato «gladiatori». In realtà, nell’Arena gremita da diecimila spettatori, non avevano nemici da combattere: il pubblico era tutto dalla loro parte, soprattutto quella di J-Ax al quale è stato più volte rivolto il coro «Uno di noi, J-Ax è uno di noi». Come in uno stadio, come in una curva. E in effetti in una curva del tifo più caldo sembrava di essere, con il pubblico stesso protagonista e reattivo ai comandi dei protagonisti («Su le mani, Verona!»). Copione già visto e sentito, del resto.
Quello che non si era mai visto, invece, è stato il secondo atto della serata lanciata dal canale 720 di Sky, Hip Hop Tv appunto: trenta musicisti di formazione classica – l’Orchestra Filarmonica italiana diretta dal maestro Daniele Parziani – hanno accompagnato i rapper, presentatisi questa volta in ordine inverso: prima Emis Killa con Scordarmi chi ero, poi Club Dogo, Fedez e J-Ax prima del finale comune con We will rock U!
L’esperimento, lo hanno chiamato. Il primo incontro in Italia tra hip-hop e orchestra sinfonica. E non è stata una stonatura: i testi, senza il battito ritmico, addolciti dagli strumenti, hanno preso più sostanza, sono diventati più riflessivi. L’ala si è colorata di azzurro e i venditori di bibite sono riusciti di nuovo a farsi notare. Segnali…
EMIS KILLA
«Io, nipote di J-Ax ma soprattutto figlio dei Dogo»
Tra i quattro gladiatori del rap (sei, contando il trio dei Club Dogo) in Arena ieri sera, i più giovani – classe 1989 – sono Fedez ed Emis Killa. E proprio il secondo, Emiliano Rudolf Giambelli, è il simbolo del rap ai vertici delle classifiche, visto che da settimane è al primo posto con il singolo Maracanã.
Allora, Emis, finalmente in Arena!
Sì, io pensavo di portare le tigri e lanciarmi dentro un anello di fuoco. Scherzo! L’idea era fare buona musica. C’era un sacco di scetticismo sul nostro concerto in Arena, specie da parte di quelli che non amano o non conoscono il rap. Qualcuno ha detto che non dovevamo suonare, che non dovevamo inquinare l’anfiteatro. Ci ho goduto di più a suonarci, a questo Hip Hop Tv Verona!
Ma all’Arena il rap c’era già stato, ai Wind Music
Awards e al Festivalbar, no?
Sì, ma la commistione con l’orchestra non c’era mai stata, ed è questo che ha fatto discutere. È un esperimento inedito: ci fossimo andati a suonare con un dj e noi rapper e basta, non alzava un polverone del genere. È il fatto di aver mischiato i due mondi – quello del rap e della musica classica – a piacere o non piacere.
Non avevi mai suonato con un’orchestra?
No, dal vivo no, a parte una partecipazione come ospite a X Factor, ma c’erano solo gli archi. Il brano Lettera dall’inferno, dal mio album più recente, Mercurio, è in acustico con gli archi. Ma un’orchestra sinfonica vera e proprio no: è stata un’esperienza nuova, per me.
Per rappresentare tutta
la scena rap, il concerto sarebbe dovuto durare una settimana. Chi mancava, secondo te? Chi avresti invitato?
Salmo e Marracash. Gente valida. Forse Salmo era troppo hardcore e non sarebbe venuto. Forse gliel’hanno chiesto, forse no, non so. Marracash non è fuori con un disco e dunque non è stato chiamato per questo motivo, almeno penso.
Ti senti un po’ nipotino di J-Ax?
Sì, J-Ax è venuto prima di tutti noi. Anche se io mi sento più figlio dei Dogo: da ragazzino ascoltavo a ruota i loro dischi. Ascoltavo anche le cassette degli Articolo 31, però. J-Ax è un mito, un vero veterano del genere.
E Maracanã? Continua il successo del singolo
dedicato ai Mondiali, vero?
Una doppia vittoria: la prima è che il pezzo è andato bene da subito. Anche se non è l’inno ufficiale dei campionati del mondo in Brasile è stato percepito un po’ come tale. La seconda: quando l’Italia è stata eliminata, il pezzo non ne ha risentito. L’idea buona è stata dedicarlo al Brasile e non all’Italia. Sennò sarebbe finito tutto presto, come per la Nazionale.
LIVE. Alle 21 l’insolito incontro tra la musica sinfonica e il più energico genere moderno
I gladiatori rap in Arena
Una lunga notte hip hop
Giulio Brusati
I tre del Club Dogo, Emis Killa, Fedez e lo «zio» J-Ax con l’orchestra Una serata in smoking e tatuaggi per la consacrazione di un genere
I rapper con l’orchestra sinfonica in Arena. C’è chi ha storto il naso, chi ha accettato la sfida e chi ha parlato di vera e propria provocazione.
Stasera, dalle 21 in poi, vedremo chi ha ragione.
Sul palco del più grande teatro d’opera all’aperto, non ci saranno i cantanti lirici della stagione dell’Opera Festival ma i rapper. Club Dogo, Fedez, Emis Killa e lo «zio» di chi fa hip hop in Italia, J-Ax.
È il cast della Hip Hop Tv Arena, ideato e organizzato da Hip Hop Tv, unica emittente nazionale interamente dedicata alla musica urban (su Sky canale 720), per la direzione artistica di Max Brigante e la produzione di Massimo Levantini per Live Nation. Lo scopo della tv e di Live Nation è chiaro: «Vogliamo far incontrare due mondi diversi fra loro in un connubio sorprendente, in una contaminazione tra antico e nuovo, classico e moderno, tra il rigore e l’intelletto della musica sinfonica e l’energia e la passione tipiche della musica che nasce dalla strada».
I gladiatori dell’hip hop italiano alla conquista dell’Arena: hanno titolato così i comunicati stampa degli organizzatori. Il poster della serata rimanda infatti ai colori de Il gladiatore con Russell Crowe. Infatti, a un segnale dato, i rapper scateneranno davvero un inferno di ritmi che scuoterà l’Arena.
Ognuno degli invitati – i tre del Club Dogo, Emis Killa, Fedez e J-Ax, avranno a disposizione situazioni e spazi differenti, da soli – cioè con i loro dj costruttori di ritmi – e poi con i 30 elementi dell’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal maestro Daniele Parziani.
La comunicazione dell’evento ha spinto sulla contrapposizione dei generi: «Il più importante teatro lirico all’aperto del mondo si sta per trasformare in una nuova arena dove i due mondi all’apparenza opposti dell’hip hop e della musica classica si fonderanno in un incontro-scontro all’ultimo beat, che si preannuncia ricco di colpi di scena per i fan del genere».
Ad aumentare la posta in palio, ci si sono messi anche i rapper che hanno accentuato le proprie diversità, stabilendo bene le distanze. «Saremo divisi», ha spiegato Emis Killa, «e ognuno di noi cercherà di proporre un set migliore degli altri». La rivalità, dunque, che innerva il rap italiano come quello originario degli Stati Uniti, non mancherà, e all’anfiteatro sarà una vera e propria lunga notte di battaglia a suon di rime.
A vincere, alla fine, sarà il rap, un genere che magari in tv non passa molto – a parte la vittoria di Moreno ad «Amici di Maria De Filippi», anche questo segno dei tempi – ma che ha da tempo preso possesso delle classifiche, distanziando il pop e affossando il rock.
Anche sul fronte dei live ci sono rapper che fanno grandi numeri – pensiamo a Fedez ma anche al più underground Salmo – eppure son lontani dai grandi circuiti dei concerti.
Quella di stasera in Arena ha tutta l’aria della consacrazione, anche se i rapper non ne hanno bisogno. Ma una serata di gala, in smoking e tatuaggi, se la meritano tutta.
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