Gli autoritratti di Beppe Perin 1972-1973
Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle”, ex-chiesa di San Francesco al Corso
fino al 6 giugno 2016
GLI AUTORITRATTI DI BEPPE PERIN 1972-1973. VESTIRSI DEL MONDO TRA DIVERTIMENTO E IRONIA
Il vicentino Beppe Perin (1950-1994) fu pittore e restauratore, protagonista di una vita artistica intensa e appassionata, cominciata con la formazione all’Istituto d’Arte “Napoleone Nani” di Verona e culminata nel 1969 nella collaborazione a Milano con un grande maestro del Novecento italiano quale Enrico Baj (1924-2003).
Tra il 1972 e il 1973, Beppe Perin realizzò nove autoritratti di identico formato (cm 46×79) nei panni di novefigure rappresentative della società e della tradizione: l’Operaio, il Vescovo, la Signora, la Prostituta, il Bambino, il Soldato, il Dandy, il Diavoletto, l’Angelo.
Perin trasforma se stesso in modo ironico, divertente (e talora irriverente), utilizzando una tecnica pittorica a tempera associata al collage su tela di lino-cotone. Questa maniera esecutiva era stata sperimentata dall’artista anche nello studio di Enrico Baj.
I ‘volti’ di Beppe Perin vengono presentati al Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle”, nell’ex-chiesa di San Francesco al Corso, grazie all’installazione eseguita dal fratello Roberto, altrettanto sagace nell’immaginare i ritratti come icone di un teatrino con le fattezze di un capitello, dove ruotano e si alternano per apparire all’interno dell’edicola. L’installazione resterà esposta fino al 6 giugno, così da esser visibile al pubblico anche nella Notte dei Musei, che si terrà al Museo degli Affreschi il prossimo 21 maggio.
La serie dei ritratti fu già esposta al Museo di Castelvecchio da Licisco Magagnato in occasione della mostra collettiva “Tendenze / Giovani”, che si svolse in Sala Boggian tra il 20 giugno e il 15 luglio 1979. Nel 2014 la città di Vicenza ha dedicato a queste opere l’esposizione “Fantaritratti” presso la Biblioteca internazionale La Vigna.
In relazione all’arte vicentina del Novecento, i “travestimenti impossibili, patetici e deliranti” di Beppe Perin sono stati indicati da Sergio Marinelli come segni della necessità di “una rinascita del genere del ritratto nella cultura contemporanea” (Theatrum Urbis – Personaggi e Vedute a Vicenza, Fondazione Cariverona, 2003).
Grazie alla generosa donazione di Margherita Rossetti e Roberto Perin ai Civici Musei d’Arte, favorevolmente accolta dalla direttrice Paola Marini nel 2015, i nove autoritratti sono entrati a far parte delle collezioni comunali veronesi e sono normalmente collocati nella sala riunioni del Museo degli Affreschi.
Infresso gratuito per disabile e accompagnatore