«Ghimma», che in lingua Masai vuol dire fuoco: Aldo Grazzi, docente all'Accademia di belle arti a Venezia, espone i suoi lavori fatti con perline colorate in pasta di vetro, tecnica che ha appreso in Kenya lavorando tra il 1987 e il 1993 con uomini e donne delle tribù Masai e Samburu: Michel Lelesas, Kenedy Lesoipa, Kanta, Tomas Lepayale, David Lerumaki, Letowuan, Kumbei Lekichorumogi (Abadè) e Molly. Scultura e installazioni

Ghimma – Le perle di fuoco di Aldo Grazzi a Isolo 17


Galleria Isolo 17, Piazza Isolo 17 Verona
Sabato 24 gennaio 2015, ore 16.30

Cominciai a lavorare con le perline in pasta di vetro alla fine del 1987 dopo un viaggio in Kenya dove ero stato invitato da un noto mecenate e collezionista, Giulio Bargellini, a realizzare una scultura in legno. Al ritorno in Italia continuavo a pensare alla bellezza dei monili di perline, scianga, indossate da Maasai e Samburu che avevo incontrato fra le strade di Malindi.

Dopo quel primo incontro, in viaggi successivi, sono riuscito a conoscere giovani guerrieri molto abili nell’operare con le perline e lavorai con loro a quattro mani realizzando piccole opere su cuoio suggerite da miei disegni. Ospitato dalle famiglie di due cari amici Samburu, Kanta e Kenedy, nelle loro capanne a Maralaal, vasto altipiano a 2500 metri fra il lago Turkana e il lago Vittoria, ho avuto il privilegio di lavorare con donne ancor più virtuose nel lavoro con le scianga.

Durante quegli anni, fino all’ultimo viaggio del 1993, ho maturato un diverso atteggiamento non solo nei confronti del fare e del sistema dell’arte ma anche della mia vita.

I lavori di perline che facevo in Italia a telaio qualche interesse lo suscitavano ma i lavori su cuoio a quattro mani con i Samburu non li voleva proprio nessuno. Queste piccole opere non sono mai state esposte neppure negli anni successivi quando la contaminazione di stili fra diverse culture cominciò ad essere ricercata e proposta come tendenza malamente definita meticciato.

L’unica esposizione dedicata ai lavori realizzati in Africa la feci nel 2004 in uno spazio gestito da amici artisti a Deruta che intitolai “Ghimma”, fuoco, in lingua Maasai.

In questa nuova esposizione ripresento una ampia selezione di quei lavori realizzati con Michel Lelesas, Kenedy Lesoipa, Kanta, Tomas Lepayale, David Lerumaki, Letowuan, Kumbei Lekichorumogi (Abadè), Molly.

Aldo Grazzi è nato nel 1954 a Pomponesco (Mantova), vive e lavora a Perugia e Venezia. Ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Perugia, di Sassari e di Carrara; ora è docente di Pittura e di Tecniche Extramediali  presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Inizia il suo percorso artistico negli anni Settanta. In questa fase elabora un approccio alla concettualità che si declina in varie forme (pittura, fotografia, performance, video, ecc..). Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna la sua ricerca artistica evolve in una netta discontinuità con il  decennio segnato  dalla Transavanguardia e contribuisce al nascere di un nuovo clima culturale voluto da  una nuova generazione di artisti agli esordi. In modo crescente nelle sue opere vengono utilizzati procedimenti che implicano raffinate tecniche  manuali ed in questo senso riprende il fare pittorico.

Esposizioni personali più recenti:

2014 “Tobiolo e l’Angelo” Museo Civico di San Antonio, Cascia. Con il patrocinio del Comune di Cascia; 2014 “Appartate” smArt, (con Michela De Mattei) a cura di Aldo Iori e Saverio Verini, Roma; 2013 “Collettiva di Aldo Grazzi” Galleria Marignana Arte, a cura di Guido Molinari, Venezia; 2012 “i fiorellini di Carla” Rotonda di San Lorenzo, Mantova. Testi di Annarosa Buttarelli e Francesco Poli, con una poesia di Alberto Cappi; 2012 “Atti vietati” Caterina Tognon Arte Contemporanea, Venezia. Presentazione di Guido Molinari e Tiziano Scarpa del libro-dialogo scritto con Luca Massimo Barbero “Per la costituzione di uno stato moderno”  Campanotto editore. Esposizione di lavori citati nel testo.

visita il sito www.mat-tam.net

Oggi dalle 16,30 alle 18,30 alla galleria di piazza Isolo 17, «Ghimma», che in lingua Masai vuol dire fuoco: Aldo Grazzi, docente all’Accademia di belle arti a Venezia, espone i suoi lavori fatti con perline colorate in pasta di vetro, tecnica che ha appreso in Kenya lavorando tra il 1987 e il 1993 con uomini e donne delle tribù Masai e Samburu: Michel Lelesas, Kenedy Lesoipa, Kanta, Tomas Lepayale, David Lerumaki, Letowuan, Kumbei Lekichorumogi (Abadè) e Molly.

MAT/tam   Manto Arte Temporanea/temporary art manto

Annarosa Buttarelli e Lucio Pozzi fanno vedere arte ogni tanto, improvvisamente, per brevi momenti e in luoghi disparati, perfino in luoghi d’arte.

Sono mostre o eventi di cose fatte da gente che veniamo a conoscere e che invitiamo a fare qualcosa: amici e amiche, famiglia, conoscenti, noi stessi e soprattutto molti altri e molte altre. Sono cose da vedere, ma poi succede che ci sia anche roba da leggere o ascoltare o toccare o assaggiare o fiutare. Mantova è non solo un centro ideale per agire con reticenza e nel contempo offrirsi in pubblico ma pure un luogo mentale che spunta anche altrove. Tutto parte da Mantova, ma poi MAT / tam potrà avvenire dovunque: Lodz, Ulan Bator, Bamako, Parigi, Asuncion, anche Mantova. Gli eventi avvengono quando capita e vengono annunciati a voce o per email. Di solito durano circa un paio di ore o un po’ meno. Piuttosto che avere programmi, il senso di questa operazione genera il suo significato mentre avviene.

(Manto è la mitica sacerdotessa fondatrice di Mantova.)