Foto storica del 1924 di Enzo Ferrari e l’Arena di Verona
Verona 1924: Enzo Ferrari posa davanti all’Arena in Piazza Bra con la sua Alfa Romeo RLSS (fonte)
27 gennaio 1932 – Il simbolo del “cavallino rampante”, appartenente all’aviatore Francesco Baracca e ceduto, nel 1923, come portafortuna al pilota automobilistico Enzo Ferrari, viene utilizzato per la prima volta dal futuro fondatore della Ferrari SpA.
Enzo Ferrari
Enzo Anselmo Ferrari (Modena, 18 febbraio 1898 – Modena, 14 agosto 1988) è stato un imprenditore, ingegnere e pilota automobilistico italiano, fondatore della Casa automobilistica che porta il suo nome, la cui sezione sportiva, la Scuderia Ferrari, conquistò, lui vivente, 9 campionati del mondo piloti di Formula 1 e 15 totali.
Indice |
Biografia
Infanzia e giovinezza
Secondo quanto raccontato da lui stesso, Enzo Ferrari nacque a Modena il 18 febbraio 1898, ma, a seguito di una fortissima nevicata che bloccò le strade, la sua nascita fu registrata dal padre con due giorni di ritardo mutando così la data ufficiale di nascita nel 20 febbraio.[1] La famiglia Ferrari sperava in una figlia femmina, visto che l’erede designato era il primogenito Alfredo Junior detto Dino. La madre Adalgisa Bisbini era originaria di Forlì, mentre il padre Alfredo era di Carpi in provincia di Modena.
Nel 1914 Ferrari divenne corrispondente da Modena per la Gazzetta dello Sport.[2]
Nel 1915 perse il padre a causa di una polmonite; l’anno seguente morì anche il fratello Alfredo. Nel 1917 Enzo Ferrari venne arruolato nel Regio Esercito, ma lo stesso anno fu congedato a causa di una pleurite.[2] Il giovane Enzo Ferrari prese confidenza con l’automobile sulla Diatto 3 litri di famiglia, automobile che si trova ora al Museo Casa Enzo Ferrari, a Modena.
L’attività lavorativa
« Ero solo, mio padre e mio fratello non c’erano più. Lo sconforto mi vinse e piansi. » |
(Enzo Ferrari, al rifiuto di assunzione in FIAT[2]) |
Dopo la prima guerra mondiale Enzo Ferrari cercò un lavoro presso la FIAT, ottenendo un rifiuto. Nel 1919 trovò occupazione in una piccola impresa meccanica milanese, la CMN, della quale era socio l’amico Ugo Sivocci, conosciuto da Ferrari durante la sua attività di giornalista sportivo. La prima gara importante cui partecipò come pilota fu la X Targa Florio, ma con scarso successo.
Enzo Ferrari, primo a sinistra, in compagnia di Prospero Gianferrari, Tazio Nuvolari ed Achille Varzi, piloti Alfa Romeo (1930 circa)
Nel 1920 iniziò a correre con l’Alfa Romeo, che all’epoca era un club per Gentlemen Driver. Nel 1923 Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio[3] (Savio è una frazione di Ravenna). In quell’occasione, la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che l’aviatore portava sulla carlinga: un cavallino rampante, e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». A partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture prodotte da Ferrari.
Nel 1924 Enzo Ferrari vinse la coppa Acerbo a Pescara e, alla fine della stagione sportiva, il pilota dovette troncare ogni attività agonistica a causa di un forte esaurimento nervoso che lo costrinse a ritornare a Modena per lunghe cure. Nel 1929, completamente rimessosi, venne richiamato a Milano per fondare una squadra corse collegata all’Alfa Romeo, destinata a diventare celebre come Scuderia Ferrari.
Ferrari gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa, e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Alfredo, detto Dino, che morì nel 1956 di distrofia muscolare. In seguito ebbe un altro figlio, Piero, nato nel 1944 da Lina Lardi.[4] Ha trascorso una vita riservata e raramente concedeva interviste.
La nascita della Ferrari
La crisi economica nel 1933 portò l’Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l’Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l’AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra Ferrari creò “La Scuderia Ferrari”, la sezione sportiva della Casa automobilistica Ferrari, che era esistente fin dal 1930 ma che fu costituita in ragione sociale dal 1947, e che è attualmente la più nota squadra del mondo automobilistico sportivo.
La prima gara disputata nel campionato mondiale fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio del 1950, mentre la prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con Froilan Gonzales, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo. Fu la vittoria che segnò il declino dell’Alfa Romeo nel mondo della F1 (che pur vincendo il mondiale 1951 decise di ritirasi per questioni economiche senza portare in gara il rivoluzionario progetto 160) e, contemporaneamente, l’ascesa sportiva della Ferrari, causando al Drake[5] un conflitto di sentimenti, verso la vecchia casa milanese alla quale doveva ogni sua fama e conoscenza in campo automobilistico.
« Quando nel 1951 Gonzales su Ferrari, per la prima volta nella storia dei nostri confronti diretti, si lasciò alle spalle la “159” e l’intera squadra dell’Alfa, io piansi di gioia, ma mescolai alle lacrime di entusiasmo anche lacrime di dolore, perché quel giorno pensai: “Io ho ucciso mia madre”. » |
(Enzo Ferrari, Ferrari 80, Off. Grafiche Arbe, 1981) |
Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari (l’Alfa Romeo si era ritirata alla fine del 1951 per concentrare i propri sforzi sulla produzione di auto stradali). La “Scuderia Ferrari” è attiva nel campionato del mondo di Formula 1 fin dalla sua istituzione, e ne ha vinto 15 volte il titolo piloti e 16 volte quello costruttori.
La conversione di Ferrari pilota e direttore di scuderia sportiva in industriale dell’automobile fu stimolata dall’amicizia-competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni quaranta dominava i circuiti del mondo con le auto Fiat abilmente modificate. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell’esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche di tecnici dell’amico-avversario.[6]
Enzo Ferrari con Ilario Bandini, 1964
Ferrari fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di “ingegnere meccanico”, datogli ad honorem nel 1960 dall’Università di Bologna. Inoltre, nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in “Fisica” dall’Università di Modena e Reggio Emilia.
Nel giugno del 1988 Papa Giovanni Paolo II si recò in visita agli stabilimenti di Maranello per incontrarlo. Ferrari però era già troppo malato, i due così ebbero solo una conversazione telefonica, con grande dispiacere di Ferrari che desiderava quell’incontro da tempo.[7] Enzo Ferrari morì il 14 agosto 1988 all’età di novant’anni. La notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu divulgata solo ad esequie avvenute. Il funerale si svolse in forma strettamente privata, senza corteo e alla presenza dei soli amici e parenti più intimi. Ferrari è stato inumato nel cimitero di San Cataldo, a Modena, accanto alla tomba del figlio Dino.
Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d’Italia di Formula 1 a Monza, Gerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e secondo posto. La vittoria fu dedicata alla memoria del Drake.
La casa automobilistica
Per approfondire, vedi Ferrari. |
« Spesso mi chiedono quale sia stata la vittoria più importante di un’autovettura della mia fabbrica e io rispondo sempre così: la vittoria più importante sarà la prossima. » |
(Enzo Ferrari) |
Nel frattempo la Ferrari vendeva vetture sportive per finanziare la partecipazione alla Formula 1 e a eventi come la Mille Miglia e la 24 Ore di Le Mans (che la Scuderia vinse 9 volte, di cui sei di seguito dal 1960 al 1965). Lui partecipò alla gara di Formula 1 nel 1966.
Negli anni sessanta l’azienda fu trasformata in società per azioni. Nel 1969, a fronte di difficoltà finanziarie, Ferrari fu costretto a cedere una quota della sua impresa alla FIAT (dopo aver rifiutato l’offerta Ford) che, inizialmente presente come socio paritario, ne assunse in seguito il controllo (attualmente la Fiat detiene il 90% della Ferrari, il restante 10% è in mano a Piero Ferrari).
Carriera agonistica come pilota automobilistico
« Volevo essere un grande pilota, e non lo sono stato. » |
(Enzo Ferrari, intervistato da Enzo Biagi[8]) |
Nel 1919, all’età di 21 anni, Enzo Ferrari intraprende una carriera agonistica come pilota automobilistico ufficiale della neonata casa automobilistica CMN-Costruzioni Meccaniche Nazionali che lo vedrà in seguito legato all’Alfa Romeo, per un totale di 41 gare in cui avrà alterna fortuna.
Nel 1924 vince la Coppa Acerbo di cui dirà in seguito: “Tra tutte le gare alle quali ho partecipato, ricordo con particolare soddisfazione la mia vittoria a Pescara nel 1924 con una Alfa Romeo RL. Con questa vettura avevo già vinto a Ravenna sulla pista di Savio ed a Rovigo sulla pista del Polesine, ma è stato alla Coppa Acerbo che è iniziata la mia fama come pilota. Fui infatti in grado di battere le Mercedes che arrivavano dal successo alla Targa Florio”.[9]
Resterà per sempre un mistero, in quanto Ferrari negli anni seguenti non volle mai sollevare il velo su tale episodio, la sua rinuncia al Gran Premio d’Europa del 1924 a Lione, ufficialmente per motivi di salute, in cui avrebbe dovuto confrontarsi con Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Louis Wagner, gli altri tre piloti che portavano in gara vetture Alfa Romeo ufficiali. Competizione di rilievo internazionale che gli offriva la possibilità di affermarsi definitivamente come pilota automobilistico e certamente la più importante tra quelle a cui ebbe modo di partecipare. Il 18 luglio 1924 partecipa al primo giorno di prove del Gran Premio d’Europa poi rientra in Italia senza disputare la corsa. Al suo rientro alle competizioni, nel 1927, prese parte solo a gare di rilievo locale.
La sua carriera si concluse nel 1931 con l’arrivo del suo primo figlio Dino Ferrari di cui ebbe a dire: “Quando la vita mi mise di fronte al fatto compiuto, a mio figlio, fui indotto alla meditazione. Mio figlio poteva contare su un modesto benessere, frutto della mia complessa attività. Ma mio figlio aveva il diritto di aspettarsi da me anche altro”.
Di seguito sono riportate le competizioni automobilistiche in cui Enzo Ferrari ha gareggiato come pilota e i risultati ottenuti:
Museo
A ridosso della casa natale del Drake è stato inaugurato il 10 marzo 2012 il Museo Casa Enzo Ferrari. Il progetto ha previsto la realizzazione di una struttura di nuova concezione per l’esposizione di autovetture importanti per la carriera del mito e, all’interno delle officine Ferrari, è stato realizzato un percorso fatto di filmati, immagini e effetti personali che fanno rivivere la vita di Enzo Ferrari.
Onorificenze
Cavaliere del lavoro | |
— 21 dicembre 1952[10] |
Benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte | |
— Roma, 2 giugno 1970[11] |
Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana | |
— Roma, 25 luglio 1979[12] |
Riconoscimenti
1924: titolo di Cavaliere- 1927: titolo di Commendatore
- 1960: Laurea honoris causa in Ingegneria Meccanica (Università di Bologna)
- 1962: Premio Hammarskjöld (premio dell’ONU per le Scienze Sociali)
- 1965: Premio Columbus (Istituto Internazionale delle Comunicazioni)
- 1987: Premio Alcide De Gasperi
- 1988: Laurea honoris causa in Fisica (Università di Modena e Reggio Emilia)
- 1994: International Motorsports Hall of Fame
- 2000: Automotive Hall of Fame
Curiosità
Soprannominato anche il “Drake”, Enzo Ferrari scriveva utilizzando una stilografica con inchiostro viola. Inoltre, si dice non sopportasse il numero 17 sulle auto da corsa.
Il soprannome Drake (DRAGO), deriva dal nome del corsaro inglese Francis Drake che si distinse per notevole forza d’animo e sicurezza nei combattimenti; Enzo Ferrari mostrava la stessa determinazione e caparbietà nella gestione dell’azienda.
La passione per le automobili lo portò, dopo la Prima Guerra Mondiale, a vendere la Casa dove era nato per racimolare i soldi necessari per comperare una macchina da corsa.
Note
- ^ “Ho esaudito i sogni?”, La Stampa 18 febbraio 1988 – numero 38 – pagina 23. Consultabile nell’Archivio Storico.
- ^ a b c Storia Illustrata, n.4/1996, pag. 9
- ^ Moto Club Ravenna. URL consultato in data 22/10/2012.
- ^ Pino Allievi. Si è spenta a 95 anni Lina Lardi il grande amore di Enzo Ferrari. gazzetta.it, 28 06 2006. URL consultato in data 30-12-2008.
- ^ «Lo hanno definito anche ‘stregone,’ o ‘Drake’, con chiara allusione al leggendario corsaro», da Enzo Biagi, Ferrari – The Drake, Biblioteca Universale Rizzoli
- ^ Antonio Saltini, Maria Teresa Salomoni, Stefano Rossi, Via Emilia. Percorsi inusuali fra i comuni dell’antica strada consolare, Il Sole 24 ore – Edagricole, Bologna 2003, pag. 158
- ^ Ricordo Ferrari da www.gazzetta.it
- ^ Enzo Ferrari Intervistato Da Enzo Biagi – Youtube
- ^ Enzo Ferrari. Piloti, che gente… Conti Editore.
- ^ Sito Federazione nazionale Cavalieri del lavoro: dettaglio decorato.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. URL consultato in data 6 aprile 2011.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. URL consultato in data 6 aprile 2011.
Bibliografia
- Enzo Biagi, Ferrari – The Drake, Biblioteca Universale Rizzoli, 2001.
- Luca Dal Monte e Umberto Zapelloni. La Rossa e le altre. Baldini & Castoldi, 2000.
- Luca Dal Monte. Il tedesco volante e la leggenda Ferrari. Baldini Castoldi Dalai, 2004.
- Leo Turrini, Enzo Ferrari. Un eroe italiano, Mondadori, 2002. ISBN 88-04-51145-1
- P. Casamassima, Enzo Ferrari. Biografia di un mito, Le Lettere, 2001. ISBN 88-7166-578-3
- M.A. Corvino Bisaccia; M. Didonna, Enzo Ferrari, Guerra Edizioni, 2002. ISBN 88-7715-531-0
- Oscar Orefici. “Ferrari Romanzo di una vita”. Cairo Editore, 2007.
- (EN) B. Yates, Enzo Ferrari, Doubleday, 1991. ISBN 0-385-26957-9
- Enzo Ferrari. Parole di Passione, a cura di Maurizio Valentini, Modena, Artestampa, 2008.
Filmografia
- Ferrari, una miniserie TV del 2003, in cui viene raccontata la vita di Enzo Ferrari. Regia di Carlo Carlei.