Corriere di Verona: dismappa e l’accessibilità di Verona
Disabili, in centro shopping difficile
Da corso Portoni Borsari a via Mazzini: negozi poco accessibili. Invalicabile l’Archeologico
Quanti i negozi del centro sono «a misura di carrozzina»? Pochi: il 20% nei migliori dei casi, meno del 5% nelle vie più «ostiche» per i disabili. Il censimento arriva da «Dismappa»,associazione nata con lo scopo di «mappare» l’accessibilità nelle strutture cittadine.
Quanti i negozi del centro sono «a misura di carrozzina»? Assai pochi: il 20% nei migliori dei casi, meno del 5% nelle vie più «ostiche» per i disabili. Il censimento arriva da «Dismappa», l’associazione nata quattro anni fa con lo scopo di «mappare» per l’appunto l’accessibilità nelle strutture cittadine.
L’ultimo dossier, pubblicato in questi giorni, non è dei più incoraggianti: nel centro storico sono pochissimi gli esercenti che hanno provveduto ad assicurare ai portatori d’handicap la possibilità di un ingresso autonomo. I volontari di Dismappa li hanno contati uno a uno, almeno nelle «vie dello shopping» del centro storico, basandosi sulla dimensione dello scalino d’ingresso (in assenza di pedana dev’essere solo uno e di altezza minore di un centimetro) . La performance migliore, si fa per dire, è in via Cappello, con 13 negozi accessibili su 60, ossia il 21,7%. Seguono via Leoni, con il 21,4% di attività a prova di disabile (ma sono solo 3 su 14), via Mazzini con il 18,1%, (17 su 94) e via Roma, con il 17,1% (7 su 41). Al di fuori di queste vie, dove peraltro sono concentrati i grandi marchi, la percentuale crolla. Piazza delle Erbe e via Stella sono ancora sopra il 15%, ma corso Sant’Anastasia conta appena due negozi accessibili su 45 (il 4%) e il contiguo corso Porta Borsari 4 su 67 (il 6%).A giudicare dalle cifre «brutali», non si tratta di una gran performance per una città che si fregia di essere la quarta in Italia per numero di turisti. C’è, forse una ragione storica, la spiega il presidente di Confcommercio Paolo Arena. «In centro è difficile fare interventi su edifici vecchi di secoli – sostiene – ma, anche se non ci sono pedane in pianta stabile, la stragrande maggioranza dei commercianti ha degli strumenti che può mettere su richiesta del cittadino: siamo molto attenti a questo aspetto». Pronta la replica di Nicoletta Ferrari, responsabile dell’indagine: «In nessun caso questa possibilità è indicata da un cartello o un segnale – fa sapere – il principio su cui abbiamo portato avanti questo “censimento” è quello dell’indipendenza: è impensabile che un disabile da fuori, possa chiamare il proprietario e farlo uscire per comunicargli la sua presenza». L’indagine di Dismappa ha riguardato anche i musei cittadini, con un sistema «a semaforo» (bollino verde per quelli totalmente accessibili, giallo per quelli accessibili solo parzialmente e rosso per gli edifici completamente inaccessibili). Promossi solo l’Arena Museo Opera e il museo Miniscalchi Erizzo (peraltro si trovano nello stesso stabile), mentre le restanti strutture, inclusa Arena e Casa di Giulietta, risultano visitabili solo in parte per una persona che si trova sulla sedia a rotelle. Risulta completamente inaccessibile, invece, il Museo archeologico, pur riaperto recentemente: solo la parte del Teatro Romano garantisce un’entrata con pedana, aperta, però, solo d’estate. E talvolta, anche quando si interviene, non c’è sempre una comunicazione adeguata: in pochi, secondo Dismappa, sanno ad esempio della nuova rampa in Arena, le indicazioni non sono state aggiornate. Tra i buoni esempi si cita anche la Cattedrale, che ha inaugurato la pedana permanente in occasione del giubileo. Ma ci sono anche gli edifici che diventano improvvisamente inaccessibili: è successo alla Sala Birolli, spazio espositivo all’ex Macello.
Cronaca del Veneto del 04-12-2016
“Handicap, se l’ostacolo e’ un gradino”
VERONA. Tour della città appositamente pensati per ipovedenti, non vedenti e persone con disabilità motorie. Percorsi a prova di carrozzina e guide turistiche appositamente formate. Che Verona non sia una città tra le più «friendly» verso chi ha un handicap lo si capisce anche dalla straordinaria vitalità che c’è nel mondo del volontariato: privati e associazioni che si spendono per aiutare chi vuole visitarla e si deve scontrare con barriere architettoniche e non solo. I loro stand erano la maggioranza, ieri in piazza Bra, alla Giornata della disabilità, organizzata in concomitanza con la data decisa a livello internazionale per sensibilizzare su questo tema. Tra di loro c’è Manuela Uber, guida turistica (associata ad Assoguide) specializzata nelle comitive con disabili. «Abbiamo messo a punto una serie di percorsi guidati – spiega – che valorizzano l’esperienza sensoriale, toccando ad esempio le pietre dei monumenti». Ma non si tratta solamente di una necessità «culturale». «Il dato di fatto – spiega Uber – è che servono accompagnatori preparati. Molte cose che sembrano banalità, infatti, diventano ostacoli difficili da superare. Si pensi agli accessi ai marciapiedi per disabili: molto spesso sono distanti dalle strisce pedonali, e avere qualcuno che sappia che strada fare diventa indispensabile». Un problema notato anche da Alessandra Corradi di «Genitori Tosti», realtà che riunisce mamme e papà di giovani disabili. «In centro non c’è solo il problema dell’accesso ai negozi (emerso da un’apposita indagine condotta dall’associazione Dismappa, pubblicato ieri sul Corriere di Verona , ndr ) ma anche dei percorsi per disabili. Molto spesso chi è in carrozzina è obbligato a scendere da un marciapiede e proseguire a lungo la strada, tra le auto, prima di poter risalire su un’altra isola pedonale».Tra le realtà appositamente pensate per disabili c’è anche «Verona in tandem», con percorsi «accessibili» in tutta la provincia da affrontare con le biciclette «a due» (pensati soprattutto per gli ipo e non vedenti) e «Gabbia-no», che organizza gite all’aperto con apposite attrezzature. (d.o.)