Concerto Paul Weller al Vittoriale
Festival del Vittoriale – Tener-a-mente
Anfiteatro del Vittoriale, Gardone Riviera
Domenica 5 luglio 2015
Per la prima volta al Vittoriale Paul Weller, storico frontman di The Jam e Style Council, in uscita il 18 maggio con il nuovo album (il dodicesimo) “Saturn’s Pattern”.
A tre anni dal precedente “Sonik Kicks” (Yep Roc, 2012), il nuovo capitolo discografico dell’artista promette di differenziarsi da quanto pubblicato fino a oggi: «Un disco progressive in senso stretto, assolutamente musica del ventunesimo secolo», ha dichiarato Weller.
In una recente intervista rilasciata a Uncut, il re del Mod ha descritto così il nuovo disco e la sua lavorazione: «Penso che questa sia una delle cose migliori che abbia mai fatto. Ed è stato un piacere farla. Non ci sono stati mal di testa. Non posso paragonarlo a nessuno dei miei altri album. Penso che sia diverso, non solo dai miei lavori, ma diverso da quanto c’è in giro. A dire il vero è stato molto rapido. Abbiamo lavorato un po’ prima dell’estate, poi mi sono concesso una pausa perché ero in tour, e abbiamo ripreso ad ottobre. Ci sono bastati circa due mesi».
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Gardone Riviera, Festival Tener-a-mente. Paul Weller travolge il Vittoriale
Grande serata, al Festival Tener-a-mente di Gardone Riviera per il concerto di Paul Weller. Lo storico frontman di The Jam e Style Council, apparso in grande forma, ha presentato i brani del suo dodicesimo album in studio, intitolato Saturn’s Pattern. Arrivato a tre anni da Sonik Kicks, è stato definito dallo stesso Weller “un disco progressive in senso stretto, assolutamente musica del ventunesimo secolo”.
Modfather
A 57 anni suonati e con sette figli, il Modfather ha mandato in visibilio i fan del Vittoriale, ad un soffio dal sold out. Grazie al potente sound prodotto da una band impeccabile, ha snocciolato una sessione molto energica, a partire acid-rock di White sky, seguito dalla delicata Going my way, da Long Time e I’m where I should be. Non sono mancati gli accenni ai pezzi monumentali del repertorio solista, dall’intramontabile Into tomorrowsino alla strabiliante Start, dal catalogo Jam, capace di portare la platea ad un incontenibile entusiasmo.
Paul Weller, il Modfather
crea un entusiasmo contagioso
Non lascia spazio a operazioni nostalgiche, ma quando attacca la vecchia «Start» sa forti brividi
Il capello è platinato, gli spigoli del viso induriti dagli anni, ma la classe è quella di sempre. Del resto si sa: per un mod l’aspetto è fondamentale. E Paul Weller, lo ha dichiarato lui stesso, resterà un mod fino alla fine dei suoi giorni. Impossibile per lui, anche ora che ha 57 anni e sette figli a cui badare, tradire lo spirito che l’ha accompagnato per una vita intera, e del quale è diventato uno dei simboli principali nel corso di una carriera che ha attraversato quasi quarant’anni di storia della musica e del costume. È un’icona british, l’ex-leader di Jam e Style Council: uno di quei personaggi che quasi automaticamente suscitano rispetto ed ammirazione. E queste erano le sensazioni prevalenti che anche ieri sera sembravano aleggiare nell’anfiteatro del Vittoriale di Gardone Riviera, dove Weller è sbarcato per esibirsi nell’ambito di Tener-A-Mente 2015 di fronte ad un pubblico ai confini del sold out.Reduce da una recente, infuocata performance al festival di Glastonbury dove ha diviso il palco con i suoi vecchi eroi, gli Who di Pete Townshend e Roger Daltrey, il musicista è tornato in Italia sulla scorta di un tour mondiale lanciato dal suo nuovo album «Saturns Pattern»: un disco che ha confermato come il Modfather non abbia ancora smesso di sperimentare, di giocare con la musica, di elaborare nuove soluzioni.È stata questa la cifra stilistica che più ha colpito dell’esibizione di ieri sera: quella sorta di inquietudine insopprimibile, di incontrollabile vitalità creativa che sembra ancora vibrare nelle corde di un artista che rimane sempre profondamente innamorato della musica.Affiancato da una band impeccabile, sostenuto da un carisma e da una «coolness» che la maturità non ha per nulla sminuito e da una forma davvero smagliante, Weller si è gettato a capofitto in un set decisamente poco nostalgico. A farla da padrone sono state quindi le atmosfere dell’ultimo disco, dalla travolgente botta acid-rock di «White sky» alle delicate inflessioni beatlesiane di «Going my way», passando per «Long Time» e «I’m where I should be».Nell’excursus tra il repertorio solista, non poteva mancare l’inno di «Into tomorrow», ormai una sorta di canzone – manifesto per quest’uomo incapace di immobilismi. La voglia di rispolverare qualche monumentale pagina del passato ha privilegiato il prezioso catalogo Jam, dal quale è arrivata una «Start» che a 35 anni dalla sua uscita mette ancora i brividi, come solo i grandi capolavori sanno fare: un tocco di emozione impagabile per uno show trionfale, che ha condotto il pubblico del Vittoriale verso la notte gardesana in un clima di contagioso e incontenibile entusiasmo.
Paul Weller
Biografia
L’infanzia e la giovinezza
Nato a Sheerwater, nei pressi di Woking, cominciò presto ad appassionarsi alla musica, ascoltando principalmente i Beatles, iWho e gli Small Faces e un po’ tutti i gruppi appartenenti al movimento Mod. Ben presto iniziò a suonare la chitarra e nel 1972 formò con Bruce Foxton il primo nucleo dei The Jam, a cui in seguito si aggiunse il batterista Rick Buckler, proponendo un repertorio che spaziava da cover dei Beatles e di classiche canzoni rock britanniche, ad altre brani composti dallo stesso Weller.
Jam
Il trio esordì in pieno furore punk nel maggio del 1977 con l’album In the City e affiancarono i Clash nel White Riot Tour. Ben presto il gruppo riuscì ad affermarsi in territorio nazionale, raggiungendo più volte la vetta delle classifiche inglesi sia per la vendita degli album che per i singoli, essendo addirittura, gli unici oltre ai Beatles ad essersi esibiti con due singoli in una sola volta a Top of the Pops. Weller, dopo aver pubblicato l’album The Gift e aver lanciato il singolo Beat Surrender, nel 1982, sciolse i Jam per dar vita agli Style Council insieme al tastierista Mick Talbot, proveniente dai Merton Parkas e che in precedenza aveva già suonato per i Jam.
Style Council
Dopo aver pubblicato l’EP Introducing The Style Council, esce nel 1984 il primo album Café Bleu, con un altro conseguente ed aspettato successo, trainato dai singoli You’re the Best Thing e My Every Changing Mood, che li lancerà oltreoceano. Partecipano nello stesso anno alla Band Aid, esibendosi poi allo Stadio di Wembley per il Live Aid l’anno seguente. Con Café Bleu e i quattro successivi album, si può dire che gli Style Council abbiano inventato l’Acid jazz, sperimentando avanguardisticamente anche nel campo dell’house[senza fonte]. Nel 1989 Weller scioglie gli Style Council per intraprendere la carriera da solista.
Carriera solista
Dopo lo scioglimento degli Style Council inizia la sua carriera solista in un primo momento con il Paul Weller Movement sin dal 1991. L’album Stanley Road del 1995 vende milioni di copie. L’album Illumination ottiene numerosi consensi sia di critica che di pubblico. Dall’album 22 Dreams in poi, Paul si muove in una direzione maggiormente sperimentale, con sonorità folk, pop, elettroniche e soul.
Vita privata
È stato sposato con Dee C. Lee, cantante degli Style Council, dal 1987 al 1998. La coppia ha due figli: Leah e Nathaniel. Nel 2010 si è sposato con Hanna Andrews, una corista dell’album 22 Dreams, e hanno due figli: John Paul e Bowie.
Discografia (solista)
Album
- 1992 – Paul Weller – #8 UK
- 1993 – Wild Wood (con Deluxe Edition nel 2007) – #2 UK
- 1994 – Live Wood – #13 UK
- 1995 – Stanley Road – #1 UK
- 1997 – Heavy Soul – #2 UK
- 1998 – Modern Classics – The Greatest Hits – #7 UK
- 2000 – Heliocentric – #2 UK
- 2001 – Days of Speed – #3 UK
- 2002 – Illumination – #1 UK
- 2003 – Fly on the Wall: B Sides & Rarities – #22 UK
- 2004 – Studio 150 – #2 UK
- 2005 – Stanley Road (10th Anniversary Edition) – #51 UK
- 2005 – As Is Now – #4 UK
- 2006 – Catch-Flame! – #17 UK
- 2008 – 22 Dreams – #1 UK
- 2008 – Weller at the BBC – #32 UK
- 2010 – Wake Up the Nation – #2 UK
- 2012 – Sonik Kicks – #1 UK
- 2015 – Saturns Pattern – #2 UK
Singoli
- da Paul Weller
- 1991 – Into Tomorrow (come Paul Weller Movement) – #36 UK
- 1992 – Uh Huh Oh Yeh – #18 UK
- 1992 – Above The Clouds – #47 UK
- da Wild Wood
- 1993 – Sunflower – #16 UK
- 1993 – Wild Wood – #14 UK
- 1993 – The Weaver – #18 UK
- 1994 – Hung Up – #11 UK
- da Stanley Road
- 1994 – Out Of The Sinking – #20 UK
- 1995 – The Changingman – #7 UK
- 1995 – You Do Something To Me – #9 UK
- 1995 – Broken Stones – #20 UK
- 1996 – Out Of The Sinking (ristampa) – #16 UK
- da Heavy Soul
- 1996 – Peacock Suit – #5 UK
- 1997 – Brushed – #14 UK
- 1997 – Friday Street – #21 UK
- 1997 – Mermaids – #30 UK
- da Modern Classics – The Greatest Hits
- da Heliocentric
- da Illumination
- da Studio 150
- 2004 – The Bottle – #13 UK
- 2004 – Wishing On A Star – #11 UK
- 2004 – Thinking Of You – #18 UK
- 2005 – Early Morning Rain/Come Together – #40 UK
- da As Is Now
- 2005 – From The Floorboards Up’ – #6 UK
- 2005 – Come On/Let’s Go – #15 UK
- 2005 – Here’s The Good News – #21 UK
- Singoli non inclusi in nessun album
- 2006 – Wild Blue Yonder
- da 22 Dreams
- 2008 – Have You Made Up Your Mind/Echoes Around The Sun
- 2008 – All I Wanna Do(Is Be With You)/Push It Along
- 2008 – Sea Spray/22 Dreams
- da Wake Up the Nation
- da Sonik Kicks
- 2012 – That Dangerous Age/Portal To The Past
- 2012 – That Dangerous Age/Green
- 2012 – Starlite
- 2012 – Dragonfly
- 2012 – The Attic
Videografia (solista)
VHS
DVD
- 2000 – Live at the Royal Albert Hall
- 2002 – Two Classic Performance
- 2003 – Live at Braehead
- 2004 – Studio 150
- 2004 – Modern Classics On Film 90-01
- 2006 – As Is Now
- 2006 – Hit Parade
- 2008 – Weller at the BBC
- 2009 – Just a Dream – 22 Dreams Live
- 2010 – Find the Torch, Burn the Plans – Live at the Royal Albert Hall 2010
Note
- ^ a b (EN) Stephen Thomas Erlewine, Paul Weller su AllMusic, All Media Network.
- ^ Paul Weller – Jam – Style Council – biografia, recensioni, discografia, foto :: OndaRockAltri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Paul Weller
Collegamenti esterni
- (EN) Sito ufficiale