Il 28 novembre 1295 sulla Torre dei Lamberti furono poste due campane, il Rengo e la Marangona che segnavano la vita pubblica della città. La prima, il Rengo, col suo suono segnava le adunanze del Consiglio Comunale e chiamava la cittadinanza alle armi in caso di attachi. La seconda, la Marangona in origine installata per segnalare gli incendi finì invece a segnalare l’inizio ed il termine della giornata lavorativa per gli artigiani. Continue Reading →
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
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Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
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La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
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Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica Reddito di Base e Diritto alla Vita – Segnali dalla Namibia, Immagini di un’utopia concreta, rappresenta la testimonianza della sperimentazione biennale di un reddito di base universale ed incondizionato e fotografa alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero – Omitara (Namibia).
Per due anni, ogni mese, ogni cittadino namibiano di questa provincia ha ricevuto 80$ namibiani (meno di 7 euro) come suo diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. I soldi delle persone al di sopra di una soglia di reddito sono stati recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi da questa esperienza, alla luce dell’attuale crisi economica e del welfare state?
La mostra è stata promossa dal Dottorato di Ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale del 27° ciclo.
La mostra sarà inaugurata il 4 Aprile alle ore 17.30, con una breve presentazione del progetto e dei suoi esiti; e rimarrà visibile dal 4 Aprile al 29 Aprile. (Biblioteca Frinzi – secondo piano – vedi scheda accessibilità) Continue Reading →
Paul McCartney sarà in concerto all’Arena di Verona per il suo tour mondiale Out There! il prossimo 25 giugno. Ho chiesto informazioni per i biglietti disabile+accompagnatore all’organizzatore, D’Alessandro e Galli:
[quote style=”1″]il costo del biglietto per l’accompagnatore per i disabili in carrozzina è di € 170,00 già scontato.
… sono rimasti solamente 2 posti.
[/quote]
Nella saletta “Incontro con l’autore” (Biblioteca Frinzi – secondo piano – vedi scheda accessibilità) mercoledì 3 aprile alle ore 17,30 Cinzia De Lotto (docente di Letteratura russa, Università di Verona) presenta il volume: Su Fëdor Dostoevskij: visione filosofica e sguardo di scrittorea cura di Stefano Aloe (ricercatore di Letteratura russa, Università di Verona), Napoli, La Scuola di Pitagora, 2012.
Miscellanea di saggi dedicati ad aspetti filosofici dell’opera di Dostoevskij. Fra gli autori vi sono studiosi di fama mondiale, come Vittorio Strada, Sante Graciotti, Sergio Givone, Boris Egorov e altri. Il curatore ha raccolto una bibliografia ragionata della dostoevistica italiana e ne ha delineato la storia. I saggi sono in quattro lingue: italiano, russo, inglese e tedesco.
La Torre dei Lamberti illuminata di blu dal Comune di Verona in occasione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo – 2 aprile 2013 Continue Reading →
Michele Simeoni, sculture del legno veronese si è tuffato nella rappresentazione del mondo ittiomorfo per sua pura e semplice passione, trasformandola in una vera e propria attività di scultura, utilizzando solo ed esclusivamente per l’esecuzione dei suoi lavori, legni antichi recuperati dalle ristrutturazioni dei palazzi del centro storico. Continue Reading →
Kikoko presenta un’installazione Spostamenti d’identità, curata insieme a Milena Barberis, digital artist, che propone una riflessione sui temi dell’identità, delle appartenenze, e delle trasformazioni.
Kikoko presenta un’installazione Spostamenti d’identità, curata insieme a Milena Barberis, digital artist, che propone una riflessione sui temi dell’identità, delle appartenenze, e delle trasformazioni.
Kikoko presenta un’installazione Spostamenti d’identità, curata insieme a Milena Barberis, digital artist, che propone una riflessione sui temi dell’identità, delle appartenenze, e delle trasformazioni.
Kikoko presenta un’installazione Spostamenti d’identità, curata insieme a Milena Barberis, digital artist, che propone una riflessione sui temi dell’identità, delle appartenenze, e delle trasformazioni.
Kikoko presenta un’installazione Spostamenti d’identità, curata insieme a Milena Barberis, digital artist, che propone una riflessione sui temi dell’identità, delle appartenenze, e delle trasformazioni.
Kikoko presenta un’installazione Spostamenti d’identità, curata insieme a Milena Barberis, digital artist, che propone una riflessione sui temi dell’identità, delle appartenenze, e delle trasformazioni.
Kikoko presenta un’installazione Spostamenti d’identità, curata insieme a Milena Barberis, digital artist, che propone una riflessione sui temi dell’identità, delle appartenenze, e delle trasformazioni.