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VenerAzioni di fine agosto: il Teatro romano calza rosso per raccontare il femminicidio


Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini

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[learn_more caption=”26 agosto Verona, Teatro Romano – Teresa Mannino in Terrybilmente divagante”]26 agosto Verona, Teatro Romano – Teresa Mannino in “Terrybilmente divagante”
Teresa Mannino è una presenza solare del panorama comico italiano, ha dimostrato di avere le capacità per coniugare una raffinata tecnica attoriale con un’improvvisazione assolutamente spontanea e originale. Laureata in filosofia a Palermo e poi in recitazione al Teatro Carcano di Milano, fortemente legata alla sua Sicilia, è una comica, cabarettista, attrice e conduttrice televisiva. Ha portato il suo cabaret nel piccolo schermo fino a condurre Se stasera sono qui su La7 e Zelig su Canale 5. Ha recitato per il grande schermo in sei film tra cui due diretti da Carlo Vanzina. Sul palcoscenico Teresa racconta, sorride e allo stesso tempo graffia. Teresa ha la dolce consapevolezza del fuori luogo, della bimba siciliana che ama Heidi, nella sua Palermo la chiamano ‘la milanese’. E’ costantemente in bilico fra mondi contrapposti: il Nord operoso e il Sud filosofico; l’universo operoso femminile e quell’infantile materialista maschile. Teresa racconta e chiacchiera. Con la spontaneità di chi si trova su un palcoscenico, però conserva la stessa immediatezza che avrebbe in un salotto. Ovviamente in un salotto senza pretese di mondanità, un salotto qualsiasi, in un pomeriggio qualsiasi, mentre in cucina la mamma sta preparando il the, da accompagnare ovviamente con le paste, tanto per lei i problemi di linea non esistono.
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[learn_more caption=”27 agosto Verona, Teatro Romano – Serena Dandini e altre artiste in Ferite a morte”]27 agosto Verona, Teatro Romano – Serena Dandini e altre artiste in “Ferite a morte”

Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda.
Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni.
Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.
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[learn_more caption=”30 agosto Verona, Teatro Romano – Paola Turci, Marina Rei, Cristina Donà”]
30 agosto Verona, Teatro Romano – Paola Turci, Marina Rei, Cristina Donà
Paola Turci
Paola Turci esordisce nel 1986 al Festival di Sanremo, dove ritornerà altre 9 volte. Affianca al successo di critica di quegli anni, un crescente apprezzamento del pubblico, sia nel live che nelle produzioni discografiche. Il suo percorso artistico è ricco di numerose collaborazioni, da quella con Riccardo Cocciante a quelle con Luca Carboni, Vasco Rossi, Carmen Consoli e Max Gazzè. La discografia di questa artista è ricca di album importanti, che toccano i temi dell’amore, dell’universo femminile, della libertà. Le sue esperienze toccano anche altri ambiti artistici con collaborazioni anche molto particolari come quella avviata con Giorgio Rossi, uno dei coreografi e danzatori italiani più creativi, col quale ha firmato il “concerto danzato” Cielo concerto per un corpo sonoro e una voce danzante.

Marina Rei
Marina Rei debutta nel 1994 e partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1996 con il pezzo “Al di la di questi anni”, col quale vince il Premio della Critica. Da allora ha pubblicato 8 album l’ultimo dei quali, “La conseguenza naturale dell’errore” è uscito nel settembre 2012 e anticipato dal singolo “Qui è dentro” che tratta il delicato tema delle carceri italiane sovraffollate, una canzone che nasce da una raccolta di lettere messe insieme dal giornalista Riccardo Arena. “La cosa che mi ha colpito di più di queste parole – spiega l’artista romana – è il fatto che i detenuti non chiedono uno sconto della pena né la grazia ma solo vivere la loro condizione in maniera dignitosa. Ci sono ben 13mila persone in attesa di giudizio, questo vuol dire che non sono stati riconosciuti né colpevoli né innocenti ma sono in carcere lo stesso.”

Cristina Donà
Chi già conosce e ama quest’artista sa che da lei ci si aspetta l’inatteso, l’ingrediente imprevedibile che nell’esperienza live ha sempre ipnotizzato e creato una forte empatia con le migliaia di persone che riempiono i suoi concerti. Cristina Donà è molto legata alle versioni acustiche dei suoi brani (l’album “Piccola Faccia” del 2008 ne è un esempio), all’essenza della canzone e ogni tanto le piace rispolverare questa dimensione per riappropriarsi di quell’ossatura nuda ed essenziale. In occasione del concerto di Verona, Cristina ha pensato, di raccontare se stessa attraverso una sorta di story-telling preparato per l’occasione. Ad affiancarla in quest’avventura ci sarà Saverio Lanza, polistrumentista e produttore dell’ultimo, fortunato album “Torno a casa a piedi” (2011).[/learn_more]

 


Paolo Fresu, Dhafer Youssef e Eivind Aarset a Rumors Festival


Photo gallery e video della seconda serata di Rumors Festival


[learn_more caption=”Eivind Aarset”]Eivind Aarset (born 23 March 1961 in Kolbotn, Oppegård, Norway) is a Norwegian guitarist who has worked with artists such as Ray Charles, Dee Dee Bridgewater, Ute Lemper, Ketil Bjørnstad, Mike Mainieri, Arild Andersen, Abraham Laboriel, Dhafer Youssef and Django Bates and trumpeter Nils Petter Molvaer.[1][2]
His style is often associated with that of nu jazz. His performing, improvising and albums feature a strong 21st century electronic influence.[3] He is considered to be one of the unique re-interpretations of what the role and sound of the electric guitarist can be.[/learn_more]

[learn_more caption=”Paolo Fresu”]

Paolo Fresu

Paolo Fresu (Berchidda, 10 febbraio 1961) è un compositore, trombettista e flicornista italiano.

Jazzista di fama internazionale, vive tra Pianoro (Bologna), Parigi e Berchidda.

È fondatore di Time in Jazz, festival che si tiene ogni anno a Berchidda.

Biografia 

Inizia lo studio dello strumento all’età di undici anni nella banda musicale Bernardo De Muro di Berchidda, suo paese natale. Dopo varie esperienze di musica leggera, condotte in Sardegna, scopre il jazz nel 1980, quasi per caso, ed inizia l’attività professionale nel 1982 frequentando dapprima i seminari senesi e registrando quindi per la RAIsotto la direzione di Bruno Tommaso. Sua è anche la sigla del TG3 nel 1999-2000.

Nel 1984 si diploma in Tromba presso il Conservatorio di Cagliari con il maestro Enzo Morandini e frequenta successivamente la facoltà universitaria del DAMS (sezione Musica) presso l’Università di Bologna.

Inizia intanto una straordinaria carriera da jazzista, che lo porta negli anni a registrare oltre 300 dischi e più di 2500 concerti, con centinaia di collaborazioni. Fresu è oggi uno dei più apprezzati jazzisti europei, e il suo suono è stato più volte paragonato a quello di due leggende come Miles Davis e Chet Baker.

Dal 12 giugno al 31 luglio 2011, per festeggiare i suoi cinquant’anni di età Paolo Fresu ha realizzato il tour “!50 anni suonati” con 50 concerti in altrettanti angoli della Sardegna, affiancato in ogni tappa da artisti diversi, tra i quali Ludovico Einaudi, Lella Costa, Flavio Soriga, Gianmaria Testa, Uri Caine, Omar Sosa, Stefano Benni, Paolo Rossi, Danilo Rea, Paola Turci, Enrico Rava.

« Penso che nella mia memoria non ci sia volutamente la Sardegna, ma mi rendo conto che il mio modo di essere e di stare sul palco ha a che fare con la terra, perché è da lì che vengo. »
(Paolo Fresu[1])

Formazioni

La formazione storica di Fresu è il Paolo Fresu Quintet, nato nel 1984 e ancora attivo con gli stessi componenti (record assoluto per il jazz italiano): oltre a Fresu, lo compongono Tino Tracanna, Roberto Cipelli, Attilio Zanchi ed Ettore Fioravanti. Il quintetto ha all’attivo decine di dischi, a cominciare da “Ostinato” (1985), sino a una serie di cinque dischi consecutivi composti e registrati per la Emi Italia negli ultimi anni, ciascuno scritto da uno dei membri del quintetto (anche questo fatto unico nella storia del jazz tricolore): “Kosmopolites” (2005, con musiche di Roberto Cipelli), “Parte” (2005, con musiche di Attilio Zanchi), “Incantamento” (2006, con musiche di Tino Tracanna), “Thinking” (2006, con musiche di Ettore Fioravanti), 7/8 – Sette Ottavi (2006, EMI-Blue Note, colonna sonora del film omonimo) e “Rosso, verde, giallo e blu” (2007, con musiche dello stesso Fresu). In passato il quintetto è stato a volte ampliato a sestetto con la presenza di Gianluigi Trovesi o del belga Erwin Vann.

Altro gruppo storico di Paolo Fresu è l’Angel Quartet, nato nel 1994, una straordinaria formazione composta da Furio di Castri al contrabbasso, Nguyên Lê alla chitarra elettrica e Roberto Gatto alla batteria. Tra gli album più significativi di questo progetto, nel quale Fresu e gli altri componenti facevano largo uso di effetti e di sperimentazioni elettroniche, vanno menzionati Angel (RCA/Victor-BMG, 1998) con Ornella Vanoni, e Metamorfosi (RCA/Victor-BMG, 1999) con Antonello Salis. L’Angel Quartet si è sciolto nel 2002, e dalle sue ceneri è nato nel 2003 un nuovo progetto di Paolo Fresu, il Devil Quartet, che comprende Paolino dalla Porta al contrabbasso, Bebo Ferra alla chitarra elettrica e Stefano Bagnoli alla batteria. Questa nuova formazione, che aveva all’attivo un solo album, “Stanley Music!” (Emi/Blue Note, 2007), rappresenta una delle novità più interessanti del jazz italiano degli ultimi anni, con all’attivo numerose e prolungate tournée in tutta Italia e in Francia. Il 29 gennaio 2013 il Devil Quartet ha pubblicato il nuovo lavoro “Desertico” (Tǔk Music/Bonsaï Music).

Altre formazioni

  • Il duo con Furio Di Castri.
  • Il Trio P.A.F. (Paolo Fresu – Antonello Salis – Furio Di Castri).
  • Heartland assieme a David Linx e Diederik Wissels.
  • Il duo con Dhafer Youssef (spesso trio con il norvegese Eivind Aarset).
  • Il duo con Uri Caine ed alcuni altre formazioni in duo con pianisti vari come Nico Morelli, Alain Jean-Marie, Roberto Cipelli, Danilo Rea e Bojan Zulfikarpacic.
  • Il progetto Fresu & Quartetto Alborada, Kind of Porgy and Bess (con Nguyên Lê, Antonello Salis, Dhafer Youssef, Morten Lund e Furio Di Castri).
  • Porgy and Bess assieme all’Orchestra Jazz della Sardegna (Blue Note Orchestra).
  • La Italian Trumpet Summit con i trombettisti Franco Ambrosetti, Flavio Boltro, Marco Tamburini e Fabrizio Bosso.

Inoltre svariati progetti legati alla musica tradizionale della Sardegna:

  • Sonos ‘e memoria (con Elena Ledda, Luigi Lai, il coro Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu, Antonello Salis, Federico Sanesi ed altri).
  • Ethnografie (con Dhafer Youssef, Elena Ledda, David Linx, Diederik Wissels, Eivind Aarset, Joëll Allouche, l’Orchestra da camera Gli Arconauti ed altri) del 2003.
  • Il Rito e la Memoria con le tre Confraternite sarde di Castelsardo, Orosei e Santu Lussurgiu oltre al Quartetto Alborada nel 2004 su commissione del festival Musica dei Cieli di Milano.

Ha collaborato con le cantanti Alice nei dischi Mezzogiorno sulle Alpi Charade e Viaggio in Italia e, con Beppe Quirici, ha prodotto l’album Argilla di Ornella Vanoni, accompagnandola nei suoi concerti.

Dal 1988 è ideatore e organizzatore del festival Time In Jazz, che si svolge ad agosto a Berchidda.

Nel 2009 ha suonato nell’ultimo disco di Claudio Baglioni “Q.P.G.A.”, nella canzone “Pensione Stella”.

Paolo Fresu ha l’abitudine di suonare seduto e con il corpo piegato su sé stesso, quasi per convogliare più energia possibile sullo strumento. Molto spesso, per avere un maggior senso di libertà, si esibisce a piedi nudi.

Riconoscimenti

Dalla metà degli anni ottanta è sempre stato presente ai vertici delle classifiche del Top Jazz della rivista Musica Jazz sia come miglior musicista che come leader di gruppi o con proprie produzioni discografiche.

  • 1984 Miglior nuovo talento del jazz italiano (Musica Jazz).
  • 1984 Premio RadioUno jazz (RAI).
  • 1985 Premio Radio Corriere TV.
  • 1985 Premio Città di Alassio.
  • 1990 Miglior musicista italiano, miglior gruppo (Paolo Fresu Quintet) e miglior disco Live in Montpellier (Musica Jazz).
  • 1991 Riconoscimento Presidente Giunta Regionale Sardegna per l’attività artistica svolta.
  • 1995 Premio Bobby Jaspar della Académie du jazz francese.
  • 1995 Premio Concorso Golfo degli Angeli/Lyons di Cagliari.
  • 1995 Premio Choc des choc di Jazzman per il Cd Night on the City (Francia).
  • 1996 Premio Django d’Or francese come miglior musicista di jazz.
  • 1996 Premio Città di Ozieri.
  • 1996 Premio Accademia Mozart di Taranto.
  • 2000 Premio Arrigo Polillo (Musica Jazz) come miglior disco italiano con Shades of Chet.
  • 2000 Nomination per il Django d’Or francese come miglior musicista internazionale insieme a Keith Jarrett e Charlie Haden.
  • 2000 Premio Choc des choc di Jazzman per il Cd Mélos (Francia).
  • 2000 Cittadinanza onoraria della Città di Nuoro.
  • 2001 Premio Django d’Or francese come miglior musicista internazionale per il Cd Mélos (Francia).
  • 2002 Premio Django d’Or italiano come miglior musicista.
  • 2002 Premio Roma c’è.
  • 2003 Premio Banari Arte.
  • 2003 Cittadinanza onoraria della Città di Junas (Francia).
  • 2003 Nomination per i Nastri d’Argento per le musiche del film Il più crudele dei giorni di Ferdinando Vicentini Orgnani.
  • 2004 Premio Nastri d’Argento per le musiche del film L’Isola di Costanza Quatriglio.
  • 2005 Premio Porto Rotondo alla carriera.
  • 2005 Nomination per il Latin Grammy Awards 2005, Santa Monica, California.
  • 2005 Premio Mamuthones ad Honorem della città di Mamoiada.
  • 2007 Premio Blue Note, Milano
  • 2007 Premio alla carriera artistica, Othaca
  • 2007 Premio Navicella d’argento, Castelsardo
  • 2007 Italian Jazz Awards – Luca Flores: Nomination come Best Jazz Act
  • 2008 Italian Jazz Awards – Luca Flores: Nomination come Best Jazz Album per “Stanley Music”, con il suo Devil Quartet
  • 2010 Premio Maria Carta
  • 2013 Laurea Honoris Causa in Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici: Università degli Studi di Milano-Bicocca

Discografia

La sua attività discografica vanta oltre 260 dischi e quella concertistica oltre 2.500 concerti.

Paolo Fresu

  • Scores! (CamJazz, 2003).
  • Ethno Grafie (Isre/Time in jazz, 2004).

Paolo Fresu Quintet

  • Ostinato (Splasc(h), 1985).
  • Inner Voices (Splasc(h), 1986) con David Liebman.
  • Mämût (Splasc(h), 1987).
  • Qvarto (Splasc(h), 1988).
  • Live in Montpellier (Splasc(h), 1990).
  • Ossi di Seppia (Splasc(h), 1991) con Gianluigi Trovesi.
  • Ballads (Splasc(h), 1992).
  • Live in Lugano (Blue jazz, 1992).
  • Ensalada Mistica (Splasc(h), 1994) con Gianluigi Trovesi.
  • Night on the City (Owl-Emi, 1995).
  • 6 X 30 (Onyx, 1996) con Gianluigi Trovesi, Orchestra Utopia e Bruno Tommaso.
  • Wanderlust (RCA/Victor-BMG, 1997) con Erwin Vann.
  • Mélos (RCA/Victor-BMG, 2000).
  • Live in Studio – MI 06.12.2001 (JazzIt, 2004).
  • Kosmopolites (EMI-Blue Note, 2005).
  • Incantamento (EMI Italy, 2006).
  • 7/8 (EMI-Blue Note, colonna sonora 2006).
  • The Platinum Collection (EMI Italy, 2008).

Paolo Fresu e Furio Di Castri

  • Opale (Phrases, 1989) con Francesco Tattara.
  • Evening Song (Owl/Universal, 1991).
  • Urlo (Yvp, 1994).
  • Contos (Egea, 1995) con John Taylor.
  • Mythscapes (Soul Note, 1995) con Jon Balke e Pierre Favre.
  • Fellini (Audion, 2000).

Angel Quartet

  • Angel (RCA/Victor-BMG, 1998) con Ornella Vanoni.
  • Metamorfosi (RCA/Victor-BMG, 1999) con Antonello Salis.

Devil Quartet

  • “Stanley Music!” (Emi/Blue Note, 2007)
  • “Desertico” (Tǔk Music/Bonsaï Music) 2013

P.A.F.

  • The Hands” (Amiata Media, 1996) con Flavio Piras.
  • Live in Capodistria (Splasc(h), 1998).
  • Morph” (Label Bleu, 2004).

Palatino

  • Palatino (Label Bleu, 1996).
  • Tempo (Label Bleu, 1998).
  • Palatino – Chap. 3 (Universal, 2001).

Paolo Fresu e Uri Caine

  • Things (Blue Note, 2006).
  • Think (Blue Note, 2009).

con Paolo Damiani

  • Flashback (Splasc(h) HP 07, 1987).
  • Poor Memory (Ismez Polis Music IP 260002, 1983).

con Roberto Ottaviano

  • Ascpects (Tactus 0010, 1983). Prima registrazione in studio di Paolo Fresu

Varie

  • Paolo Fresu/Joan Minguell/Patrizia Vicinelli – Maiakowski, il 13° Apostolo (Lab. 2029, 1991).
  • P.Fresu/J.Pellen/E.Marchand/H.Texier – Condaghes (Silex/Naïve, 1998).
  • Enrico Rava/Paolo Fresu – Shades of Chet (Via Veneto/Label Bleu, 1999).
  • Paolo Fresu & Orchestra Jazz della Sardegna con David Linx – Porgy and Bess (Il Manifesto/P.d.M., 2001).
  • Sonos ‘e memoria – Sonos ‘e memoria (ACT, 2001).
  • David Linx/Diederik Wissels/Paolo Fresu – Heartland (Universal, 2001).
  • Pierluigi Castellano – Zonacalda (Ants, 2002)
  • Paolo Fresu Sextet – Kind of Porgy and Bess (RCA/Victor-BMG, 2002).
  • Italian Trumpet Summit – A Night in Berchidda (Time in jazz, 2002).
  • Kocani Orkestar meets Paolo Fresu e Antonello Salis – Live (Il Manifesto, 2005).
  • Canzoni per parrucchiere Paolo Fresu e Gaetano Curreri – L’amore è volubile 2005).
  • Paolo Fresu / Richard Galliano / Jan Lundgren – Mare Nostrum (ACT Music + VISION GmbH, 2007).
  • Joanna Rimmer – Dedicated to… just me! (Sam productions, 2008).
  • Paolo Fresu / A Filetta / Daniele di Bonaventura Mistico Mediterraneo (ECM, 2011).
  • Paolo Fresu / Omar Sosa – Alma (Tuk Music, 2012).

Note

  1. ^ Pagina 87, Paolo Fresu, Musica dentro; Universale Economica Feltrinelli, 2011.

Bibliografia

  • Parole e Musica (Orsara Musica, 1990).
  • 49 Composizioni (Senz’H Editore, 1996).
  • Paolo Fresu si racconta – I protagonisti del jazz italiano. A cura di Diego Raiteri (Archivio di Nuova Scrittura, Milano, 1996).
  • Paolo Fresu. La Sardegna, il jazz. Di Enzo Gravante (Condaghes Edizioni, Cagliari, 2004).
  • Paolo Fresu – Talkabout – Biografia a due voci. Luigi Onori (Nuovi Equilibri – Stampa Alternativa, 2007).
  • Paolo Fresu Musica Dentro Feltrinelli (Prima edizione in “Serie Bianca”, ottobre 2009; prima edizione nell'”Universale Economica”, giugno 2011)

Videografia

  • Paolo Fresu. Di Rolando Stefanelli (Italia, 1997).
  • La Sarditude de Paolo Fresu. Di Pascal Vannier (France 3, Francia, 1999).
  • Jazz Time in Berchidda. Di Gianfranco Cabiddu (RaiSat/Maganos, Italia, 1999).
  • Paolo Fresu – Un Italiano a Parigi. Di Serena Laudisa (RaiSat, Italia, 2000).
  • Jazz e dintorni: Un giorno con… Paolo Fresu. Di Francesco Conversano e Nene Grignaffini (Stream, Italia, 2001).
  • Berchidda: della Musica e della Memoria. Di Francesca Nesler (PaoFilm, Italia, 2002).
  • Time in jazz: la Follia. Di Luca D’Ascanio (CultNet, Italia, 2004).
  • Sur la route avec Paolo Fresu: Colpo di fulmine/Coup de foudre. Di Daniel Farhi (New Morning Productions, Francia/Svizzera, 2005).
  • “La bottega del jazz” di Carlo Sanna (Shardana videoproduzioni 2004)

Collegamenti esterni

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[learn_more caption=”Dhafer Youssef”]

Dhafer Youssef – nome completo Dhafer bin Youssef bin Tahar Maarref – (Teboulba1967) è unmusicista e cantante tunisino.

Dhafer Youssef è nato a Teboulba, in Tunisia, ed ha vissuto e lavorato in diversi paesi d’Europa fin dal1990. Durante questo periodo ha avuto la possibilità di esibirsi in AustriaFranciaGermaniaSvizzera,Regno UnitoItalia (dove ha avuto occasione di suonare con personaggi del calibro di Markus Stockhausen e Paolo Fresu) nonché nella natia Tunisia, dove cominciò a cantare all’età di 5 anni.

Le radici della musica di Dhafer Youssef affondano nella tradizione Sufi e nella musica mistica, tuttavia egli è sempre stato aperto alla musica di altre culture e al jazz. Dhafer Yussef costituisce una delle espressioni più importanti sulla scena musicale attraverso il suono dell’oud, il liuto arabo dal quale riesce a trarre composizioni complesse improntate alla tradizione araba. Il suo primo album Malakincorpora il lirismo arabo, la potenza ritmica, la forza della visione e l’improvvisazione contaminata da influenze multiculturale e jazzistiche; in questo modo Dhafer Youssef ha aperto la strada ad una nuova modalità di apprezzare le contaminazioni Oriente-Occidente.

I lavori di Dhafer Youssef hanno avuto nomine per importanti premi. Con il suo gruppo ha registrato quattro album. È stato artista ospite del musicista jazz norvegese Bugge Wesseltoft nell’album FiLM iNG.

Discografia[modifica]

  • Malak (1999)
  • Electric Sufi (2002)
  • Digital Prophecy (2003)
  • Divine Shadows (2006)
  • Glow (con Wolfgang Muthspiel) (2007)

Note[modifica]

  1. ^

Collegamenti esterni[modifica]

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