The Taming of the Shrew dei Propeller chiude il 65° Festival Shakespeariano
Teatro Romano di Verona
25-26-27 luglio 2013 Continue Reading
Teatro Romano di Verona
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Teatro Romano, 23 luglio: gala con i primi ballerini del Royal Ballet di Londra in occasione dell’addio alle scene di Mara Galeazzi, da dieci anni “principal” della celebre compagnia inglese.
Per prenotare i posti disabile in carrozzina + accompagnatore (1 ingresso + 1 omaggio) agli spettacoli di VenerAzioni contattare
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[learn_more caption=”26 agosto Verona, Teatro Romano – Teresa Mannino in Terrybilmente divagante”]26 agosto Verona, Teatro Romano – Teresa Mannino in “Terrybilmente divagante”
Teresa Mannino è una presenza solare del panorama comico italiano, ha dimostrato di avere le capacità per coniugare una raffinata tecnica attoriale con un’improvvisazione assolutamente spontanea e originale. Laureata in filosofia a Palermo e poi in recitazione al Teatro Carcano di Milano, fortemente legata alla sua Sicilia, è una comica, cabarettista, attrice e conduttrice televisiva. Ha portato il suo cabaret nel piccolo schermo fino a condurre Se stasera sono qui su La7 e Zelig su Canale 5. Ha recitato per il grande schermo in sei film tra cui due diretti da Carlo Vanzina. Sul palcoscenico Teresa racconta, sorride e allo stesso tempo graffia. Teresa ha la dolce consapevolezza del fuori luogo, della bimba siciliana che ama Heidi, nella sua Palermo la chiamano ‘la milanese’. E’ costantemente in bilico fra mondi contrapposti: il Nord operoso e il Sud filosofico; l’universo operoso femminile e quell’infantile materialista maschile. Teresa racconta e chiacchiera. Con la spontaneità di chi si trova su un palcoscenico, però conserva la stessa immediatezza che avrebbe in un salotto. Ovviamente in un salotto senza pretese di mondanità, un salotto qualsiasi, in un pomeriggio qualsiasi, mentre in cucina la mamma sta preparando il the, da accompagnare ovviamente con le paste, tanto per lei i problemi di linea non esistono.
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[learn_more caption=”27 agosto Verona, Teatro Romano – Serena Dandini e altre artiste in Ferite a morte”]27 agosto Verona, Teatro Romano – Serena Dandini e altre artiste in “Ferite a morte”
Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda.
Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni.
Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.
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[learn_more caption=”30 agosto Verona, Teatro Romano – Paola Turci, Marina Rei, Cristina Donà”]
30 agosto Verona, Teatro Romano – Paola Turci, Marina Rei, Cristina Donà
Paola Turci
Paola Turci esordisce nel 1986 al Festival di Sanremo, dove ritornerà altre 9 volte. Affianca al successo di critica di quegli anni, un crescente apprezzamento del pubblico, sia nel live che nelle produzioni discografiche. Il suo percorso artistico è ricco di numerose collaborazioni, da quella con Riccardo Cocciante a quelle con Luca Carboni, Vasco Rossi, Carmen Consoli e Max Gazzè. La discografia di questa artista è ricca di album importanti, che toccano i temi dell’amore, dell’universo femminile, della libertà. Le sue esperienze toccano anche altri ambiti artistici con collaborazioni anche molto particolari come quella avviata con Giorgio Rossi, uno dei coreografi e danzatori italiani più creativi, col quale ha firmato il “concerto danzato” Cielo concerto per un corpo sonoro e una voce danzante.
Marina Rei
Marina Rei debutta nel 1994 e partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1996 con il pezzo “Al di la di questi anni”, col quale vince il Premio della Critica. Da allora ha pubblicato 8 album l’ultimo dei quali, “La conseguenza naturale dell’errore” è uscito nel settembre 2012 e anticipato dal singolo “Qui è dentro” che tratta il delicato tema delle carceri italiane sovraffollate, una canzone che nasce da una raccolta di lettere messe insieme dal giornalista Riccardo Arena. “La cosa che mi ha colpito di più di queste parole – spiega l’artista romana – è il fatto che i detenuti non chiedono uno sconto della pena né la grazia ma solo vivere la loro condizione in maniera dignitosa. Ci sono ben 13mila persone in attesa di giudizio, questo vuol dire che non sono stati riconosciuti né colpevoli né innocenti ma sono in carcere lo stesso.”
Cristina Donà
Chi già conosce e ama quest’artista sa che da lei ci si aspetta l’inatteso, l’ingrediente imprevedibile che nell’esperienza live ha sempre ipnotizzato e creato una forte empatia con le migliaia di persone che riempiono i suoi concerti. Cristina Donà è molto legata alle versioni acustiche dei suoi brani (l’album “Piccola Faccia” del 2008 ne è un esempio), all’essenza della canzone e ogni tanto le piace rispolverare questa dimensione per riappropriarsi di quell’ossatura nuda ed essenziale. In occasione del concerto di Verona, Cristina ha pensato, di raccontare se stessa attraverso una sorta di story-telling preparato per l’occasione. Ad affiancarla in quest’avventura ci sarà Saverio Lanza, polistrumentista e produttore dell’ultimo, fortunato album “Torno a casa a piedi” (2011).[/learn_more]
10 – 11 – 12 – 13 luglio 2013, ore 21.15 Teatro Romano – Regaste Redentore 2 – Verona Continue Reading
Photo gallery e video della seconda serata di Rumors Festival
[learn_more caption=”Eivind Aarset”]Eivind Aarset (born 23 March 1961 in Kolbotn, Oppegård, Norway) is a Norwegian guitarist who has worked with artists such as Ray Charles, Dee Dee Bridgewater, Ute Lemper, Ketil Bjørnstad, Mike Mainieri, Arild Andersen, Abraham Laboriel, Dhafer Youssef and Django Bates and trumpeter Nils Petter Molvaer.[1][2]
His style is often associated with that of nu jazz. His performing, improvising and albums feature a strong 21st century electronic influence.[3] He is considered to be one of the unique re-interpretations of what the role and sound of the electric guitarist can be.[/learn_more]
[learn_more caption=”Paolo Fresu”]
Jazzista di fama internazionale, vive tra Pianoro (Bologna), Parigi e Berchidda.
È fondatore di Time in Jazz, festival che si tiene ogni anno a Berchidda.
Biografia
Inizia lo studio dello strumento all’età di undici anni nella banda musicale Bernardo De Muro di Berchidda, suo paese natale. Dopo varie esperienze di musica leggera, condotte in Sardegna, scopre il jazz nel 1980, quasi per caso, ed inizia l’attività professionale nel 1982 frequentando dapprima i seminari senesi e registrando quindi per la RAIsotto la direzione di Bruno Tommaso. Sua è anche la sigla del TG3 nel 1999-2000.
Nel 1984 si diploma in Tromba presso il Conservatorio di Cagliari con il maestro Enzo Morandini e frequenta successivamente la facoltà universitaria del DAMS (sezione Musica) presso l’Università di Bologna.
Inizia intanto una straordinaria carriera da jazzista, che lo porta negli anni a registrare oltre 300 dischi e più di 2500 concerti, con centinaia di collaborazioni. Fresu è oggi uno dei più apprezzati jazzisti europei, e il suo suono è stato più volte paragonato a quello di due leggende come Miles Davis e Chet Baker.
Dal 12 giugno al 31 luglio 2011, per festeggiare i suoi cinquant’anni di età Paolo Fresu ha realizzato il tour “!50 anni suonati” con 50 concerti in altrettanti angoli della Sardegna, affiancato in ogni tappa da artisti diversi, tra i quali Ludovico Einaudi, Lella Costa, Flavio Soriga, Gianmaria Testa, Uri Caine, Omar Sosa, Stefano Benni, Paolo Rossi, Danilo Rea, Paola Turci, Enrico Rava.
« Penso che nella mia memoria non ci sia volutamente la Sardegna, ma mi rendo conto che il mio modo di essere e di stare sul palco ha a che fare con la terra, perché è da lì che vengo. » |
(Paolo Fresu[1]) |
La formazione storica di Fresu è il Paolo Fresu Quintet, nato nel 1984 e ancora attivo con gli stessi componenti (record assoluto per il jazz italiano): oltre a Fresu, lo compongono Tino Tracanna, Roberto Cipelli, Attilio Zanchi ed Ettore Fioravanti. Il quintetto ha all’attivo decine di dischi, a cominciare da “Ostinato” (1985), sino a una serie di cinque dischi consecutivi composti e registrati per la Emi Italia negli ultimi anni, ciascuno scritto da uno dei membri del quintetto (anche questo fatto unico nella storia del jazz tricolore): “Kosmopolites” (2005, con musiche di Roberto Cipelli), “Parte” (2005, con musiche di Attilio Zanchi), “Incantamento” (2006, con musiche di Tino Tracanna), “Thinking” (2006, con musiche di Ettore Fioravanti), 7/8 – Sette Ottavi (2006, EMI-Blue Note, colonna sonora del film omonimo) e “Rosso, verde, giallo e blu” (2007, con musiche dello stesso Fresu). In passato il quintetto è stato a volte ampliato a sestetto con la presenza di Gianluigi Trovesi o del belga Erwin Vann.
Altro gruppo storico di Paolo Fresu è l’Angel Quartet, nato nel 1994, una straordinaria formazione composta da Furio di Castri al contrabbasso, Nguyên Lê alla chitarra elettrica e Roberto Gatto alla batteria. Tra gli album più significativi di questo progetto, nel quale Fresu e gli altri componenti facevano largo uso di effetti e di sperimentazioni elettroniche, vanno menzionati Angel (RCA/Victor-BMG, 1998) con Ornella Vanoni, e Metamorfosi (RCA/Victor-BMG, 1999) con Antonello Salis. L’Angel Quartet si è sciolto nel 2002, e dalle sue ceneri è nato nel 2003 un nuovo progetto di Paolo Fresu, il Devil Quartet, che comprende Paolino dalla Porta al contrabbasso, Bebo Ferra alla chitarra elettrica e Stefano Bagnoli alla batteria. Questa nuova formazione, che aveva all’attivo un solo album, “Stanley Music!” (Emi/Blue Note, 2007), rappresenta una delle novità più interessanti del jazz italiano degli ultimi anni, con all’attivo numerose e prolungate tournée in tutta Italia e in Francia. Il 29 gennaio 2013 il Devil Quartet ha pubblicato il nuovo lavoro “Desertico” (Tǔk Music/Bonsaï Music).
Inoltre svariati progetti legati alla musica tradizionale della Sardegna:
Ha collaborato con le cantanti Alice nei dischi Mezzogiorno sulle Alpi Charade e Viaggio in Italia e, con Beppe Quirici, ha prodotto l’album Argilla di Ornella Vanoni, accompagnandola nei suoi concerti.
Dal 1988 è ideatore e organizzatore del festival Time In Jazz, che si svolge ad agosto a Berchidda.
Nel 2009 ha suonato nell’ultimo disco di Claudio Baglioni “Q.P.G.A.”, nella canzone “Pensione Stella”.
Paolo Fresu ha l’abitudine di suonare seduto e con il corpo piegato su sé stesso, quasi per convogliare più energia possibile sullo strumento. Molto spesso, per avere un maggior senso di libertà, si esibisce a piedi nudi.
Dalla metà degli anni ottanta è sempre stato presente ai vertici delle classifiche del Top Jazz della rivista Musica Jazz sia come miglior musicista che come leader di gruppi o con proprie produzioni discografiche.
La sua attività discografica vanta oltre 260 dischi e quella concertistica oltre 2.500 concerti.
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[learn_more caption=”Dhafer Youssef”]
Dhafer Youssef – nome completo Dhafer bin Youssef bin Tahar Maarref – (Teboulba, 1967) è unmusicista e cantante tunisino.
Dhafer Youssef è nato a Teboulba, in Tunisia, ed ha vissuto e lavorato in diversi paesi d’Europa fin dal1990. Durante questo periodo ha avuto la possibilità di esibirsi in Austria, Francia, Germania, Svizzera,Regno Unito, Italia (dove ha avuto occasione di suonare con personaggi del calibro di Markus Stockhausen e Paolo Fresu) nonché nella natia Tunisia, dove cominciò a cantare all’età di 5 anni.
Le radici della musica di Dhafer Youssef affondano nella tradizione Sufi e nella musica mistica, tuttavia egli è sempre stato aperto alla musica di altre culture e al jazz. Dhafer Yussef costituisce una delle espressioni più importanti sulla scena musicale attraverso il suono dell’oud, il liuto arabo dal quale riesce a trarre composizioni complesse improntate alla tradizione araba. Il suo primo album Malakincorpora il lirismo arabo, la potenza ritmica, la forza della visione e l’improvvisazione contaminata da influenze multiculturale e jazzistiche; in questo modo Dhafer Youssef ha aperto la strada ad una nuova modalità di apprezzare le contaminazioni Oriente-Occidente.
I lavori di Dhafer Youssef hanno avuto nomine per importanti premi. Con il suo gruppo ha registrato quattro album. È stato artista ospite del musicista jazz norvegese Bugge Wesseltoft nell’album FiLM iNG.
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