tutte in fila
anche il cane guida ascolterà Sting
prima del concerto
Grazie Ida per le foto!
[learn_more caption=”Sting in concerto all’Arena di Verona”]
Stasera
Sting suonerà nell’affascinante cornice dell’
Arena di Verona. Quella di oggi è la prima delle tre date italiane del “
Back to Bass Tour 2013” con il quale l’ex
Police sta girando il mondo. Dopo l’estate, più precisamente il 24 settembre, uscirà il nuovo album del bassista intitolato “
The Last Ship“.
Il disco fa parte di un progetto più ampio. I brani contenuti nell’ultima fatica del cantautore saranno la colonna sonora di un musical di Broadway che debutterà nel 2014. Lo spettacolo avrà come sfondo un cantiere navale inglese all’epoca di Margaret Tatcher. Filo conduttore sia del disco che del musical sono le storie di persone che hanno vissuto a stretto contatto con il mare. C’è l’uomo che lavora da sempre nel cantiere navale e si scontra con il figlio il quale sogna una vita migliore, c’è il marinaio che tornando a casa pensa alla donna amata e si augura che l’abbia aspettato nonostante il lungo viaggio.
“The Last Ship” è un album fortemente autobiografico. Sting conosce molto bene l’ambiente di cui parla. Il cantautore è infatti nato nella città di Wallsend, vicino a NewCastle. Questa località sarà l’ambientazione del musical. Il nuovo disco è un ritorno alle origini per il bassista. Dopo aver pubblicato una raccolta di musiche per liuto, “Songs of the Labirynth“, un album contenente dei brani classici rielaborati, “If On a Winter’s Night“, e “Symphocieties“, disco con le più grandi canzoni dei Police, Sting torna alla musica rock.
Ecco la scaletta che questa sera il bassista dei Police eseguirà per il pubblico dell’Arena di Verona. La selezione contiene sia brani del repertorio personale di Sting sia pezzi tratti dalla discografia dei Police: If I Ever Lose My Faith in You, Every Little Thing She Does is Magic (The Police song), Englishman in New York, All This Time, Demolition Man (The Police song), I Hung My Head, Fields of Gold, Driven to Tears (The Police song), Heavy Cloud No Rain, Message in a Bottle (The Police song), Shape of My Heart, The Hounds of Winter, Wrapped Around Your Finger (The Police song), De Do Do Do, De Da Da Da (The Police song), Roxanne (The Police song). Encore: Desert Rose, King of Pain (The Police song), Every Breath You Take (The Police song). Encore 2: Walking on the Moon (The Police song), Next to You (The Police song). Encore 3: Fragile. (fonte)
L’EVENTO. Grande performance in un anfiteatro quasi esaurito, protagonista davanti ad un pubblico internazionale
Gli applausi più forti quando canta le canzoni dei Police, da «Message in a bottle» a «Demolition man» a «Roxanne», i suoi capolavori
Sting sul palco dell’Arena di Verona per il suo «Back to Bass Tour» FOTOSERVIZIO BRENZONI
I fotografi piazzati dietro il mixer, gli accrediti contingentati, i giornalisti della stampa nazionale costretti a comprarsi i biglietti come tutti gli altri spettatori. Sting non ha (più?) bisogno dei media e dunque non gli interessa infilare qualche ostacolo, seppure minimo, così, tanto per ribadire che il concerto è suo e le regole le fa lui. Stessa cosa sul palco. Seppure i suoi musicisti siano tra i migliori strumentisti pop-rock a disposizione, comanda lui ed è sempre lui ad attirare l’attenzione. Anche quando la vocalist Jo lo sostiene nei punti più difficili, come in All this time e nel finale di Hounds of winter, è la sua voce a risultare sopra tutto. Certo, lascia spazio al violino alla fine di Driven to tears e dialoga in un brano jazz con il pianista David Sancious alla fine di De do do do De da da da, ma è sempre lui il boss. Non potrebbe essere altrimenti, e Sting non girerà mai più con una band che avrà il nome in cartellone vicino al suo (ok, magari i Police faranno un’altra reunion, tra una decina d’anni, e un tour nell’Unione Sovietica). La prima data italiana della nuova parte del «Back to bass tour», ieri in Arena, è la celebrazione di una voce che continua a piacere al pubblico, nonostante siano passati diversi anni dall’ultimo hit in classifica (lo ricordate, voi, così su due piedi, senza consultare Wikipedia?). E che Sting ormai è un classico e potrebbe tranquillamente andare in tour per i prossimi cent’anni con i brani dei Police e farebbe tutto esaurito ovunque, come in Arena (pochi posti non numerati vuoti, sulle gradinate più alte). Intanto, il suo pubblico in Italia è mutato: russi, tedeschi, britannici e altri europei in vacanza si sono presentati all’Arena, davvero una platea internazionale, che se sta composta, tranne che nei brani dei Police, come Message in a bottle, un inno alla disperazione che diventa quasi un pezzo di flamenco quando la gente si alza in piedi e batte le mani. A 30 anni di distanza sono ancora queste le canzoni che la gente vuole ascoltare e Sting non ha paura di riproporle perché le suona rivoltandole ed esplorandone ogni anfratto, come Demolition man che passa dal punk rock alla fusion. Se proprio volessimo trovare un difetto, la Next to you finale è troppo pulita per suonare punk. A queste meraviglie dei Police (ma quanto è bella, ancora, Wrapped around your finger? E King of pain? Conoscete qualche pop star contemporanea che potrebbe scrivere qualcosa così facile all’ascolto e così profondo allo stesso tempo?), a queste perle della «Polizia», alterna brani cesellati, come Shape of my heart e Hounds of winter, e si diverte molto. E con lui tutti i presenti. Anche se con Roxanne in versione dub-jazz restano fermi. Tanto che nei bis, prima di Desert rose, Sting ha dovuto gridare: «Alzatevi!». E ci resteranno, in piedi, fino alla fine.
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